Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

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28 maggio 2023

Rassegna anno IV/n. 147 (1034)

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I titoli:

Turchia: Si vota per il ballottaggio tra il neo sultano e il Gandhi turco. Stasera i risultati.

Sudan: Si combatte nel Darfur. La tregua ha attenuato gli scontri a Khartoum, ma non segnato la cessazione delle operazioni militari. Crisi tra Sudan e gli organismi internazionali ONU e UA.

Iraq: Un mega progetto stradale e ferroviario per collegare il Golfo con l’Europa via Turchia.

Migranti/Tunisia: Catturato un trafficante di esseri umani già condannato in contumace a 79 anni di reclusione.

Iran-Afghanistan: Scontri alla frontiera con morti e feriti. Tensione tra Teheran e Kabul sulla spartizione delle acque del fiume Helmand.

Libia: Droni turchi bombardano Zawia per il secondo giorno consecutivo. Nel nome della guerra ai contrabbandieri, il premier Dbaiba intende colpire i propri avversari politici.

Le notizie:

Turchia

Sono iniziate le operazioni di voto in Turchia. Il ballottaggio tra Erdogan e Kilicdaruglo segnerà il futuro della Turchia ed i suoi rapporti con i vicini mediorientali e l’Europa. Prima del silenzio elettorale, i due candidati hanno rivolto i loro appelli finali al voto. Erdogan ha magnificato quello che lui ha chiamato “La grande vittoria della Turchia”. Lo sfidante invece ha sottolineato “la necessità del cambiamento, per difendere la democrazia e garantire i diritti alla vita, per gli strati poveri della società”, condannati dalla politica economica imposta dal dominio del partito dell’avversario negli ultimi 20 anni.  

Stasera si saprà qual è il futuro della Turchia e soprattutto quali saranno gli equilibri nella regione, per la questione curda e l’occupazione del nord ovest della Siria. Le premesse sono a favore di Erdogan, che si era già assicurato con i suoi alleati una maggioranza nel Parlamento, durante il voto del 14 maggio.  

Sudan

La fragile tregua ha segnato una diminuzione degli scontri, ma non la cessazione dei combattimenti. In particolar modo è critica la situazione militare in Darfur, dove sono stati registrati scontri cruenti ad Al-Fasher, capoluogo del nord Darfur. Secondo il governatore della provincia, “nei combattimenti ad Al-Fasher sono morti 800 persone, tra i quali 200 bambini. La città è senza strutture mediche perché o sono state occupate dai miliziani o bombardate dall’esercito”.

Domani si conclude la tregua firmata a Gedda e non è ancora chiaro se verrà rinnovata o meno. Secondo tutti gli osservatori durante questa settimana passata, il livello degli scontri si è abbassato, permettendo alla popolazione di riprendere il fiato. Ma la prospettiva di mancato accordo politico ha costretto molti a fuggire. Sono un milione e 300 mila gli sfollati e altri 300 mila i profughi che hanno trovato riparo nei paesi limitrofi.

L’esercito guidato dal generale Burhan, dopo aver ristabilito l’iniziativa militare e ripreso il controllo di diversi territori prima nelle mani delle milizie di Hamidati, ha iniziato a cambiare le carte in tavola con le diplomazie straniere e con gli organismi internazionali. Dopo aver chiesto la sostituzione dell’inviato speciale ONU, Perthes, il generale Burhan ha chiesto all’UA di non annunciare nessun’iniziativa riguardante il Sudan senza prima discuterne con il governo di Khartoum. Burhan ha imposto il rinvio di una riunione del gruppo IGAD, che era stata convocata senza consultazione con lui, che ha attualmente la carica di presidenza di questo organismo di sviluppo economico del Corno d’Africa.

Iraq

Il premier iracheno, Soudani, ha presieduto una riunione di 10 paesi del Golfo per illustrare il piano della “Strada dello Sviluppo”. È un gigantesco piano, finanziato totalmente dall’Iraq, per collegare il porto di Al Faw con il territorio turco. Un sistema di trasporti stradali e ferroviari, lungo 1200 km, che consentirà una via di comunicazione celere tra i paesi del Golfo e l’Europa. Il progetto ha un costo di 17 miliardi di dollari. Il progetto è già in fase di esecuzione con l’allagamento del porto di Al-Faw. Sarà realizzato secondo i piani del governo in quattro anni, con inizio nel 2024.

Migranti/Tunisia

Le autorità tunisine di Sfax hanno arrestato un trafficante di esseri umani, già condannato in contumace a 79 anni di reclusione. “È responsabile di diverse spedizioni di migranti verso le coste italiane, nelle quali sono morti decine di persone tunisine e straniere” – si legge nel comunicato della procura. Il fenomeno dell’emigrazione illegale verso le coste italiane dalla Tunisia ha assunto dimensioni mai viste prima a causa della situazione militare in Libia. Gli accordi tra i governi di Roma e quelli di Tripoli e Tunisi per il respingimento dei migranti non hanno fatto calare i tentativi di attraversare il Mediterraneo. Nei primi 4 mesi del 2023, la guardia costiera tunisina ha bloccato 14.406 migranti, tunisini e di altri paesi africani (cinque volte tanto rispetto allo stesso periodo del 2022). Sulle coste italiane sono arrivate nello stesso periodo 45 mila persone (4 volte rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente).

Non servono muri sul Mediterraneo, bisogna cambiare le regole europee sull’immigrazione e sull’asilo politico, come è avvenuto per i profughi ucraini. Basta la volontà politica.  

Iran-Afghanistan

Scontri ieri al confine tra i due paesi, con morti e feriti. Nella battaglia, durata diverse ore, sono state usate armi leggere e pesanti. Dopo contatti telefonici tra Teheran e Kabul, due delegazioni militari si sono riunite sul posto per verificare come sono avvenuti i fatti e per prendere le misure atte ad evitare che si ripetano. La tensione tra i due paesi era nell’aria da giorni a causa del contenzioso sulla spartizione delle acque del fiume Helmand, che ha origine nella provincia afghana omonima e prosegue in territorio iraniano nella provincia di Sistan-Belucistan. La scorsa settimana, il presidente iraniano Raissi aveva messo in guardia il governo di Kabul sulla questione dello sfruttamento delle acque a scapito dell’Iran.

Tra i due paesi vi è un accordo del 1973 di spartizione delle acque, assegnando all’Iran metà delle acque del fiume Helmand. I governi di Kabul, nel frattempo hanno costruito delle dighe che hanno ridotto il fiume ad un torrente durante i periodi di siccità.   

Libia

Anche ieri, per il secondo giorno consecutivo, i droni turchi hanno colpito a Zawia, circa 50 km ad ovest di Tripoli. La situazione diventa una sfida ed un messaggio politico. I bombardamenti con missili lanciati dai droni turchi hanno colpito il porto e la località di Abu Surra, dove ha sede la milizia cosiddetta “Forza di sostegno alla stabilità” dei fratelli Buzeriba (uno dei quali è un deputato). Il governo rivale guidato da Basha-Agha ha informato che sono state colpite sedi dei suoi ministeri a Zawia

Il premier Dbaiba, in qualità anche di ministro della difesa, si è assunto la responsabilità di ordinare gli attacchi, appoggiando di fatto la milizia di El-Far (Il Topo) più vicina al suo governo, per mandare un messaggio di forza ai suoi avversari politici.

Il capo di Stato maggiore di Tripoli Al-Haddad ha preso le distanze dagli attacchi su Zawia.

La missione ONU, Unsmil, ha invitato le parti a rispettare le norme internazionali e di salvaguardare i civili. Il Parlamento ha condannato “le azioni che mettono in pericolo i civili e il ricorso a forze militari straniere per bombardare sedi pubbliche libiche”. Il presidente del Congresso, Meshri, ha accusato Dbaiba di “colpire i suoi avversari politici con il pretesto di attaccare il contrabbando”. Meshri ha chiesto a Menfi (capo del Consiglio presidenziale) di ritirare la delega a Dbaiba sull’uso dei droni delle forze turche.

Notizie dal mondo Sono passati 15 mesi e due giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

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