Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

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16 luglio 2023

Rassegna anno IV/n. 196 (1083)

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I Titoli:

Somalia: Le milizie Shabab rivendicano l’attacco a Mogadiscio. 11 civili uccisi.

Sudan: Colpito con un drone l’ospedale di Umdorman: 5 civili uccisi e 22 feriti. Riprendono i negoziati di Gedda.

Palestina Occupata: Manifestazione all’università di Beir Zeit per chiedere la liberazione dei leader studenteschi non graditi all’ANP.

Libano: L’esercito israeliano spara contro una delegazione parlamentare in visita ai villaggi del sud.

Tunisia: Solidarietà con i migranti. Una manifestazione nel centro della capitale.

Israele: Decine di migliaia di manifestanti per le strade di Tel Aviv in protesta contro il disegno di legge “ammazza-giustizia”.

Iraq: Il patriarca cattolico caldeo si rifugia in Kurdistan iracheno, dopo lo “sgarro” del presidente Rashid.

Libia: I miliziani jihadisti rubano le antichità di Cirene e le vendono al “grande satana”. Gli “infedeli” USA restituiscono due statuette al governo libico.

Le notizie:

Somalia

Il movimento terroristico Shabab ha rivendicato il grave attentato contro un albergo di Mogadiscio. Nel comunicato pubblicato su account social fiancheggiatori si afferma che sarebbero stati uccisi 11 persone. Fonti della polizia citate dall’agenzia ufficiale parlano di soli due morti, un funzionario governativo e l’attentatore suicida. L’attacco è avvenuto in un quartiere residenziale con la solita tecnica: avvio delle operazioni con un attentatore suicida e poi entra in opera un gruppo d’assalto con mitra e bombe.

Sudan

La guerra tra i due generali golpisti è entrata nel quarto mese. Ieri, un attacco delle milizie contro un ospedale di Umdorman ha lasciato a terra 5 civili morti e decine di ferite. L’attacco è stato compiuto con un drone. I combattimenti nella capitale si concentrano sul controllo dei ponti sul Nilo. L’esercito ha comunicato di aver guadagnato terreno sia nel quartiere Bahri, a nord della capitale, sia nella zona a sud di Khartoum. La giornata di ieri – secondo tutti gli osservatori – è stata la più cruente dall’inizio del conflitto.

Contemporaneamente si riaprono le trattative di Gedda. La delegazione dell’esercito è tornata nella città saudita, per riprendere il negoziato con quelle delle milizie. Sono trattative indirette, mediate da Stati Uniti e Arabia Saudita.

Palestina Occupata

Un presidio degli studenti all’università di Beir Zeit per chiedere la liberazione dei loro compagni arrestati dalla polizia palestinese. Unica colpa dei detenuti è quella di aver vinto le elezioni studentesche, perse dalla lista collegata ad Al-Fatah, l’organizzazione del presidente Abbas. Secondo l’organizzazione “Attivisti per la Giustizia”, giacciono nelle carceri della polizia palestinese oltre 1200 detenuti politici, 300 dei quali arrestati dall’inizio di quest’anno. L’ultimo caso che ha provocato clamore è stato quello dell’arresto del giornalista Awawdeh, giovedì scorso, per aver postato sui social un video nel quale ha sbugiardato la dichiarazione di un portavoce della polizia che sosteneva che non esisterebbero prigionieri politici. Awawdeh ha letto i nomi di oltre 50 prigionieri tra studenti, avvocati, giornalisti e attivisti. La scorsa settimana, tutte le organizzazioni politiche palestinesi, tranne il movimento del presidente, hanno firmato un documento che chiedeva la liberazione dei detenuti politici.

Libano

Torna la tensione al confine israelo-libanese. L’esercito di Tel Aviv ha lanciato lacrimogeni e sparato in aria contro una delegazione parlamentare di Beirut in visita ai villaggi che Israele intende annettere. Secondo l’agenzia stampa libanese, è stato ferito un parlamentare e due giornalisti. L’esercito israeliano parla di aver sparato contro un gruppo di manifestanti che stavano tentando di superare la “linea blu”, la demarcazione segnata dall’ONU nel 2000 al momento del ritiro israeliano dal Libano meridionale, dopo un’occupazione militare di oltre 20 anni. I nuovi confini sono contestati da Beirut che rivendica anche una zona denominata Fattorie di Shabaa, occupate da Israele nel 1967.

Tunisia

Una manifestazione a Tunisi a fianco dei migranti. Il movimento “Giovani antifascisti” ha chiamato alla solidarietà con gli ultimi. Il corteo pacifico era aperto da un enorme striscione con scritto: “Contro il razzismo, siamo tutti migranti”. Il corteo è partito dalla sede del sindacato dei giornalisti e si è concluso davanti al teatro comunale in centro della capitale. Nel comizio è stata sottolineata la grave situazione nella quale versano ancora centinaia di richiedenti asilo confinati dalla polizia alla frontiera con la Libia e dell’Algeria, senza acqua e senza viveri. “Sopravvivono grazie alla generosità della gente tunisina, che ha diviso con i bisognosi il loro pane quotidiano”, ha detto uno studente appena tornato dalla zona.

Il presidente tunisino continua a versare benzina sul fuoco della xenofobia. Ieri ha dichiarato: “Sulla base dei trasferimenti bancari accertati, sono arrivati in Tunisia dall’inizio dell’anno versamenti per un miliardo di dollari destinati ai migranti”. Invece di essere contento per il supporto alla sgangherata economia tunisina, Saied vi legge una prova del complotto per la sostituzione etnica.  

Israele

Si sono rinnovate le consuete manifestazioni del sabato sera contro la legge governativa affossa-giustizia, in discussione alla Knesset. Decine di migliaia di manifestanti sono scesi in diverse città, per contestare l’approvazione di un articolo che riduce il potere dell’alta corte.

Il premier Netanyahu è finito in ospedale per un malore. In un video ha rassicurato i suoi sostenitori, parlando di un capogiro a causa della prolungata esposizione al sole sul lago di Tiberiade, mentre era in vacanza. Il suo ufficio stampa, invece, ha comunicato che il premier ha avuto un malore a casa sua a Haifa.

Iraq

Il patriarca cattolico caldeo, Louis Raffael I Sako, ha deciso di lasciare Baghdad e trasferirsi in un santuario in Kurdistan iracheno. Il gesto di protesta è rivolto al presidente iracheno, Abdul Latif Rashid, che ha ritirato una legge di nomina del patriarca, che gli garantiva una base giuridica per la gestione del patrimonio della chiesa. La vicenda riguarda una polemica sulle quote di deputati assegnate alle minoranze. Una disputa interna alla comunità caldea nella quale il presidente Rashid ha preso la parte del movimento politico caldeo “Babilonia”, che si era assicurato 4 dei 5 deputati caldei con il trucco di allearsi agli sciiti filo iraniani che gli hanno dirottato i voti. Lo scorso maggio, in piazza Tahrir, si era svolta una manifestazione di solidarietà con il patriarca, vittima di attacchi sui social. I cristiani in Iraq si sono ridotti, a causa dell’invasione USA e GB dell’Iraq e delle seguenti guerre civili, da un milione e duecento mila persone a soltanto 400 mila.

Libia

Anche nel Corano c’è il precetto di non rubare. Addirittura è previsto per chi ruba, senza l’attenuante della necessità, il taglio della mano. I miliziani jihadisti, falsi difensori della purezza spirituale della fede, non si sottraggono al fascino dei soldi, soprattutto a quello della famosa “carta verde”, il dollaro. Questa premessa per informarvi che gli Stati Uniti hanno riconsegnato, ieri, al governo libico due statuette rubate a Cirene, città occupata, dal 2014 al 2019, dagli jihadisti di Ansar Sharia, affiliati a Daiesh. Era stata trafugata dal museo della storica città ed esportata in Egitto tramite esperti trafficanti che l’avevano piazzata sul mercato statunitense.

Notizie dal mondo: Sono passati 16 mesi e 21 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Wagner in Bielorussia preoccupa l’esercito di Kiev. Si apre nei mari asiatici la sfida tra Cina-Russia e USA-Giappone.  Le manovre aeronavali di Mosca e Pechino “sono impressionanti per numero di unità impiegate e personale coinvolto”.

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