Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

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17 luglio 2023

Rassegna anno IV/n. 197 (1084)

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I Titoli:

Sudan: Bombardato un altro ospedale ad Umdorman.

Migranti: Prove d’accordo tra Tunisi e UE. 108 migranti bloccati su un barcone al largo di Sfax.

Palestina Occupata: Rastrellamenti a Betlemme, dopo un attacco palestinese contro una colonia ebraica.

Tunisia: L’opposizione prepara una grande manifestazione per il secondo anniversario del “golpe di Saied”.

Libia: Salvati in mezzo al deserto migranti cacciati dalla Tunisia.

Iran: Torna la polizia religiosa per controllare il vestiario delle donne.

Yemen: Iniziano le operazioni di salvataggio della petroliera Safer attraccata al largo di Hodeida con un milione di barili di petrolio.

Le notizie:

Sudan

Sono incessanti i combattimenti nella capitale sudanese tra l’esercito e le milizie. Il portavoce delle forze armate ha accusato quelli che ha definito ribelli di aver bombardato l’ospedale militare di Omdurman. È la seconda struttura ospedaliera che viene colpita dalle milizie con colpi di antiaerea e con droni. Testimoni oculari, raggiunti ieri sera da Anbamed via web, hanno raccontato di aver osservato droni delle forze di pronto intervento colpire con missili la struttura ospedaliera.

Si intensificano anche gli scontri nel Darfur. Particolarmente duri sono stati i combattimenti a Kas, a circa 80 km dal capoluogo NIyala. Un comunicato delle milizie sostiene che hanno preso possesso della caserma dell’esercito e catturato 30 soldati.

Sul fronte diplomatico si riapre il cammino delle trattative a Gedda dopo oltre un mese dal ritiro della delegazione delle forze armate. Le iniziative diplomatiche in campo sono tre: quella saudita-statunitense, quella africana e l’ultima è stata intrapresa dall’Egitto. Nessuno dei tre percorsi è riuscito finora a creare le condizioni di un vero negoziato per mettere fine al conflitto.

Migranti

La guardia costiera tunisina ha bloccato ieri mattina 108 migranti su un barcone al largo delle coste di Sfax. È un’operazione di controllo delle coste e non di salvataggio, perché il barcone non era in pericolo. Al loro arrivo in porto, 4 migranti sono stati tratti in arresto, per resistenza a pubblico ufficiale. Secondo la polizia avrebbero tentato di versare benzina sulla motovedetta della Marina che li aveva portati indietro.

La Tunisia mette così in pratica l’accordo di contenimento dell’emigrazione con l’UE ancora prima della sua firma.

Ieri, dopo l’incontro col presidente Saied, la delegazione europea guidata dalla Von der Leyen ha firmato l’accordo che prevede un ruolo attivo della Tunisia nel fermare l’emigrazione a partire dai propri porti in cambio di aiuti economici e vecchie carrette del mare. I due comunicati ufficiali non hanno lo stesso tenore. La dichiarazione della presidente della Commissione UE è incentrata sul blocco dei barconi e sulla riammissione, mentre il discorso del presidente tunisino ha trattato il partenariato strategico e la necessità di rivedere i rapporti tra nord e sud del pianeta, “che rubano ai poveri per foraggiare i ricchi”. La Tunisia è stata presa per la gola ed è stata di fatto costretta ad assecondare i diktat dell’UE in cambio di briciole.    

Palestina Occupata

L’esercito israeliano ha compiuto ieri una intensa operazione di  rastrellamento a Betlemme, rioccupandola di fatto con un centinaio di veicoli militari. È avvenuto dopo una sparatoria compiuta da un palestinese contro un gruppo di coloni. Secondo un comunicato dell’esercito di occupazione, 3 giovani sono stati arrestati sospettati dell’attacco ed è stato sequestrato il mitra usato.

In tutta la Cisgiordania sono proseguiti i rastrellamenti per la cattura di ricercati. 11 palestinesi sono stati arrestati con l’accusa di resistenza all’occupazione. Scontri sono avuti anche a Gerusalemme est e dintorni in seguito alle invasioni dei coloni nella moschea di Al-Aqsa.

Tunisia

Il leader del “Fronte di salvezza”, Ahmed Shabbi, ha invitato ad una grande manifestazione di protesta contro il “golpe di Saied”, nel secondo anniversario delle misure di emergenza messe in atto dal presidente. “Il 25 luglio scenderemo in piazza per chiedere il ritorno al solco della democrazia. La consegna del potere nelle mani di un solo uomo è una pazzia, che porta il paese alla deriva”, ha detto.

I metodi spicci del presidente Saied e del suo governo di facciata, guidato dalla premier Buden, hanno punito migliaia di insegnanti, sospendendo i loro stipendi per aver proclamato uno sciopero. Il sindacato UGTT ha condannato la “punizione collettiva per aver compiuto un diritto costituzionale”.  

Libia

Le guardie di frontiera hanno salvato in mezzo al deserto, al confine con la Tunisia, famiglie di migranti subsahariani, che hanno raccontato di essere stati abbandonati al confine all’aperto, senza acqua e senza cibo. “Abbiamo vagato per giorni cibandoci di foglie di piante senza sapere dove eravamo”, ha detto una donna nigeriana. Il gruppo era a 15 km dalla linea di confine e ha raccontato che ci sono altri dispersi da salvare. È stato predisposto un volo di ricognizione per individuarli, nella speranza di trovarli vivi. La ministra degli esteri libica, Manghoush, aveva protestato in una telefonata con il suo omologo tunisino per la pratica di scaricare le difficoltà in Tunisia sulla Libia. A Sfax, all’inizio di luglio, scontri tra cittadini tunisini e migranti sono finiti con l’assassinio di un tunisino e l’arresto di tre camerunesi accusati dii averlo accoltellato. Subito dopo la polizia ha rastrellato i migranti senza permesso di soggiorno e li ha deportati al confine libico.

La società civile tunisina si è opposta a questa pratica ed ha organizzato manifestazioni di solidarietà respingendo il discorso dell’odio che il presidente Saied ha diffuso con le dichiarazioni sul “complotto di sostituzione etnica”.

Iran

La polizia iraniana ha annunciato che inizierà a organizzare le ronde per il controllo sul rispetto del vestiario femminile. “In auto e a piedi, ronde di poliziotti avvertiranno e puniranno le donne che camminano in pubblico a capo scoperto, in violazione delle regole islamiche”, ha detto il portavoce della polizia, Said Montazer. Per il potere degli ayatollah barbuti è intollerabile che le donne siano libere e vogliono sopprimere le libertà di tutti a partire dal controllo sulla sessualità femminile. A 10 mesi dall’assassinio di Zina Mahsa Amini e l’uccisione di oltre 500 manifestanti durante le proteste che ne sono seguite, il governo di Teheran torna sul tema per distrarre la gente dalle difficoltà della devastante crisi economica. Per domare le proteste, il sistema giudiziario del regime ha comminato migliaia di arresti e condannato alla pena capitale decine di attivisti, 7 delle quali sono state eseguite.

Yemen

Una nave delle Nazioni Unite è arrivata ieri al largo del porto di Hodeida per svolgere le operazioni di trasferimento del petrolio attualmente immagazzinato nella  fatiscente superpetroliera, Safer, ferma dal 2015 al largo delle coste yemenite. L’operazione eviterebbe una gigantesca fuoriuscita di petrolio nel Mar Rosso.
    Dopo intense trattative diplomatiche e la raccolta di decine di milioni di dollari, la nave Nautica, acquistata dalle Nazioni Unite a marzo, ha lasciato sabato le coste di Gibuti. L’operazione è delicata per la presenza di mine nella zona e per le alte temperature stagionali. I lavori dovrebbero durare circa tre settimane.

Notizie dal mondo: Sono passati 16 mesi e 22 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Miliziani della Wagner arrivano anche in Repubblica Centrafricana. Si conclude oggi l’accordo per l’esportazione del grano.

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