Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

Per ascoltare l’audio di oggi:

18 luglio 2023

Rassegna anno IV/n. 198 (1085)

Per informazioni e contatti, manda un messaggio:

anbamedaps@gmail.com

Le vignette sono QUI

Sostieni Anbamed

Basta un click

Le donazioni nel mese di giugno sono state di 350 € (+ 120 € rispetto al mese di maggio. È un risultato positivo, ma ancora è una cifra al di sotto della media mensile realizzata nel 2022. Serve una scossa di generosità da parte di lettori ed ascoltatori.

Tutte le indicazioni per versare un contributo si trovano in fondo a questa newsletter e nel sito (ecco il link). Puoi contribuire usando PayPal.

I Titoli:

Sudan: Guerra di propaganda tra i due generali. Un video di Burhan e un audio di Hamidati per smentire notizie sulla loro morte o ferimento.

Palestina Occupata: Scoppiano le contraddizioni inter-palestinesi. Manifestazioni a Jenin contro l’ANP.

Iran: USA mandano nel Golfo una portaerei e caccia F-16 e F-35.

Israele: A 8 mesi dalla sua elezione, Biden telefona a Netanyahu e lo invita a Washington.

Siria: Daiesh rialza la testa nelle zone dell’autonomia curda.

Turchia: Erdogan in visita in Arabia Saudita alla ricerca di investimenti e affari.

Marocco: Israele riconosce la sovranità di Rabat sul Sahara Occidentale.

Le notizie:

Sudan

Guerra guerreggiata e anche di propaganda. Oltre agli scontri sul terreno tra l’esercito e le milizie, è in corso una guerra mediatica sui social. Con la diffusione di notizie false e la pubblicazione di discorsi altisonanti. Ieri i due protagonisti generali golpisti sono stati al centro di notizie contrapposte. Si è diffusa la notizia dell’arresto o l’uccisione di Burhan, capo di Stato maggiore delle forze armate. La macchina di propaganda militare si è messa subito in movimento, per smentire la notizia, con la pubblicazione sull’account social, di un video che fa vedere il generale mentre presiedeva una riunione dello Stato maggiore a Khartoum.

La controparte non si è lasciata indietro, pubblicando sul account social del capo miliziano Hamidati di un audio che affronta una serie di questioni attuali, a cominciare dalla disponibilità a riprendere le trattative di Gedda. Il file audio però non smentisce le notizie diffuse su gravi ferite subite da Hamidati lo scorso mese durante un attacco dell’aeronautica governativa.

Palestina Occupata

Si acuiscono le contraddizioni nel campo palestinese, tra le formazioni militari a Jenin e l’autorità nazionale. Manifestazioni di protesta sono state organizzate ieri contro quello che viene chiamato “il tradimento” delle forze di sicurezza di Ramallah. Nelle carceri palestinesi giacciono ancora uomini delle Brigate Jenin, che dovevano essere liberati dopo la visita del presidente Abbas alla martoriata città. Le forze di sicurezza negano – contro ogni evidenza – che ci fossero detenuti politici e parlano di arresti per reati penali. Nei giorni scorsi, tutte le organizzazioni politiche palestinesi, tranne Al-Fatah, hanno firmato un documento comune che chiedeva al presidente Abbas di mettere fine agli arresti per reati di opinione.

Ieri, a Jenin, sono stati arrestati dalla polizia palestinese alcuni esponenti della Jihad Islamica, ricercati da Israele. Questa frattura avviene mentre le truppe dell’occupazione proseguono le operazioni di rastrellamento in diverse città della Cisgiordania. 11 palestinesi sono stati arrestati dall’esercito nella sola giornata di ieri.

Iran

Gli Stati Uniti hanno annunciato l’invio nel Golfo di una portaerei e caccia F-16 e F-35. La prima reazione di Teheran è stata quella di bollare la mossa di Washington “come un tentativo di destabilizzare la regione, in seguito agli accordi di riconciliazione in corso”. Nei mesi scorsi la marina iraniana ha catturato delle petroliere accusate di aver contrabbandato petrolio iraniano. Washington accusa Teheran di disturbare la libera navigazione commerciale dallo stretto di Hormuz, da dove passa un quinto del traffico petrolifero mondiale.

Israele

Il presidente USA, Biden, ha telefonato al premier Netanyahu e lo ha invitato ad una visita a Washington. Il dissidio tra la Casa Bianca e il governo delle destre in Israele è noto, malgrado l’alleanza strategica che lega i due paesi. Infatti è la prima volta che un nuovo premier israeliano non venga invitato a Washington subito dopo la sua elezione. Washington non ha nascosto la propria contrarietà alla legge ammazza-giustizia che il governo di Tel Aviv sta portando avanti nella Knesset, per limitare il potere giudiziario.

In Israele proseguono le proteste e le prese di posizione di importanti settori della società civile contro questa proposta di legge.

Siria

Nel nord est della Siria, amministrato autonomamente dai curdi, cresce la minaccia di Daiesh. Un gruppo armato ha attaccato un centro di distribuzione degli aiuti, ferendo due persone. Il gruppo è arrivato su due moto di grossa cilindrata, ha sparato raffiche di mitra e poi si è dato alla fuga.

Cellule dormienti del fu falso califfato hanno affisso, in diverse località rurali di Deir Azzour, manifesti di minaccia con i nomi di 39 persone accusate di “aver perso la retta via”, invitandole a cessare ogni collaborazione con l’amministrazione delle Forze democratiche siriane.

Turchia

Il presidente turco Erdogan è da ieri in visita in Arabia Saudita, primo appuntamento in un giro che toccherà diversi paesi arabi del Golfo. Le casse dello Stato turco sono vuote e Erdogan, dopo la sua rielezione, vuole ridisegnare i rapporti con le monarchie sulla base di collaborazioni per attrarre investimenti nell’economia di Ankara, dopo decenni di sfide alla ricerca di un’egemonia all’insegna del sogno del nuovo califfato ottomano. La crisi finanziaria che vive la Turchia, causata anche dalle imprese militari compiute contro i curdi e di interventi diretti, come in Siria e Libia, hanno convinto Erdogan a più cauti consigli. Adesso tratta con l’erede al trono, Mohammed Bin Salman, dopo averlo accusato appena tre anni fa di essere il mandante dell’assassinio del giornalista Kashoggi nel consolato saudita di Istanbul.

Marocco

Il governo di Rabat ha annunciato che il premier israeliano Netanyahu ha scritto un messaggio al re Mohammed VI nel quale afferma il riconoscimento della sovranità marocchina sul Sahara Occidentale. Sarà anche aperto un consolato a Dakhle, il capoluogo del Sahara. Fonti dell’ufficio di Netanyahu hanno confermato il contenuto del comunicato marocchino. Marocco e Israele hanno firmato un accordo con la mediazione degli USA, nel 2020, per il quale è stato barattato il riconoscimento di Israele con quello della sovranità di Rabat sul Sahara. Tra i due paesi ci sono forti relazioni di cooperazione nel settore della scurezza e degli armamenti, frutto delle visite di alti responsabili israeliani a Rabat.

Il Sahara Occidentale è la regione rivendicata dal Fronte Polisario, con la lotta di liberazione contro l’occupazione spagnola, ma alla ritirata dei colonialisti, l’esercito del Marocco ha occupato militarmente il territorio. Nel 1991 è stato firmato un accordo di tregua mediato dall’ONU che prevedeva un referendum per il diritto all’autodeterminazione, ma a 32 anni dalla firma non è stato mai possibile attuarlo. Rabat propone soltanto un’autonomia all’interno del regno. La maggior parte della popolazione saharawi è rifugiata nei campi profughi nel sud dell’Algeria.

Notizie dal mondo: Sono passati 16 mesi e 23 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Mosca accusa Kiev per il bombardamento del ponte di Crimea. Russia si ritira dall’accordo sull’esportazione del grano ucraino nel Mar Nero.

Sostenete Anbamed

Novità: potete pagare le vostre donazioni anche tramite PayPal

Le donazioni sono deducibili dalle tasse.

Dal 2 febbraio 2023, l’associazione “Anbamed, aps per la Multiculturalità” è registrata nel RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore) nell’elenco delle associazioni di promozione sociale. Questo significa che tutte le donazioni versate sui conti correnti di Anbamed nel 2023 saranno deducibili dalle tasse dei donatori (nella dichiarazione dei redditi 2024) e si potrà destinare il 5 per mille (sempre nella dichiarazione 2024).

Questa maratona dell’informazione quotidiana sul Grande Vicino Oriente continua “puntuale, completa e senza interruzioni”, come l’ha definita un collega e, quindi, merita il vostro sostegno.

Questa rassegna sopravvive grazie ai contributi dei suoi lettori e ascoltatori

Ecco i dati per il versamento:

Associazione Anbamed, aps per la Multiculturalità

Iban: IT33U0891382490000000500793

Oppure: tramite PayPal

Se continuiamo a tenere vivo questo spazio è merito tuo/vostro. Anche un piccolo contributo per noi significa molto.

Torna/te presto a leggerci ed ascoltarci!

––––

1 commento

  1. […] Per ascoltare l’audio di oggi: clicca qui […]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *