Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica fondata da Farid Adly. Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

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10 agosto 2023

Rassegna anno IV/n. 221 (1108)

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I Titoli:

Migranti: 41 morti in un naufragio di un barcone partito dalla Tunisia.

Libano: Scontri tra milizie dopo un incidente stradale. L’esercito ha imposto un cordone di sicurezza per evitare il peggio.

Siria: La polizia di Aleppo ha restituito alla famiglia il corpo Abdul-Rahman con segni di tortura. Era stato arrestato una settimana prima.

Palestina Occupata: Un’altra esecuzione di piazza in Cisgiordania da parte delle truppe di occupazione israeliane.

Etiopia: L’esercito ha liberato diverse città di Amhara dalle milizie FANO.

Le Notizie:

Migranti

41 migranti sono dispersi nel Mediterraneo. Solo 4 di loro sono stati salvati a sud di Lampedusa da un cargo commerciale che li ha consegnati alla guardia costiera italiana. Secondo il racconto dei sopravvissuti, la loro barca di legno è salpata giovedì dal porto di Sfax, in Tunisia, con 45 persone a bordo.

Sul confine libico tunisino continua la tragedia di circa 500 persone abbandonate al loro destino. Non possono tornare in Tunisia, dalla quale sono state espulse in modo collettivo per una vendetta della polizia, e non vengono ammesse ad entrare in Libia. Sono accampate sulla spiaggia, senza cibo e senza acqua. Vengono soccorse dalla mezzaluna rossa libica, ma gli ordini del governo di Tripoli sono quelle di non autorizzarle ad entrare. In una manifestazione improvvisata davanti alle telecamere dei media, hanno chiesto all’ONU una soluzione urgente per la loro evacuazione verso un paese terzo o rimpatriarle. I ministri degli interni libico e tunisino hanno compiuto diversi incontri e contatti telefonici, ma non hanno risolto il problema umanitario.  

Libano

Un incidente stradale si è trasformato in un incidente armato gravissimo sulla strada Beirut-Damasco, nei pressi della cittadina di Kahaleh, abitato da cristiani maroniti. Un camion si è rovesciato e attorno al quale si sono raggruppati dei curiosi. Un uomo armato di guardia ha allontanato la folla sparando per terra, colpendo una persona, poi morta in ospedale. Milizie locali hanno sparato a loro volta uccidendo la guardia. Le versioni delle parti sono discordi. Il camion è di proprietà di Hezbollah, che accusa milizie locali di aver cominciato la sparatoria. La popolazione locale ha accerchiato il camion ed ha impedito la sua evacuazione, per svelare il suo contenuto. L’esercito ha preso il controllo della situazione, allontanando le persone, ma non ha potuto trainare il camion per l’opposizione della popolazione, accorsa numerosa sul luogo dopo la diffusione della notizia della morte di un abitante.

Siria

La Rete siriana per i diritti umani informa in un rapporto che il cittadino siriano Mohammed Abdel-Rahman, originario di Aleppo, tornato dal campo di sfollamento dove risiedeva da diversi anni a causa della guerra, è stato prelevato da casa sua da un reparto di agenti della polizia, in abiti civili, ed è stato fatto sparire senza dare notizie alla sua famiglia sul luogo dell’arresto.

Dopo una settimana dalla sparizione, il suo corpo è stato restituito con evidenti segni di torture. La famiglia non ha potuto far ricorso alla magistratura per timore di vendette dalle forze di sicurezza.

Abdel-Rahman è sposato e padre di due bambini. Non è miliziano, ma un attivista politico che è sfollato da Aleppo verso la città di Atareb, ad ovest del capoluogo, dopo la sconfitta dell’opposizione. Lo scorso maggio ha deciso di tornare nella città d’origine, dove abitavano ancora i suoi genitori, ed ha presentato una domanda alle autorità di sicurezza per quello che viene chiamato in gergo burocratico “Sistemare la propria posizione”, cioè sottoporsi ad un interrogatorio per una valutazione da parte delle forze di sicurezza ed in particolare per i giovani lo svolgimento dell’obbligo di leva. La sua domanda è stata accettata e quindi ha fatto ritorno lo scorso maggio nella sua città natale, riportando tutta la famiglia.

A metà luglio è avvenuto il blitz nel cuore della notte ed il suo arresto, senza un mandato. La scorsa settimana una telefonata anonima da un agente di polizia ne annunciava la morte e poi la consegna del corpo con segni di tortura.

La certezza dell’impunità rende le forze di sicurezza del regime sfacciate nel loro agire criminale. L’agente che ha consegnato il corpo si è rivolto alla vedova con queste parole: “Lei si deve ritenere fortunata, perché ci sarà una tomba dove potrà andare a piangere”. Il riferimento è alle 150 mila sparizioni forzate – denunciate dalle organizzazioni di difesa dei diritti civili – nelle carceri del regime, dal 2011 ad oggi.

Palestina Occupata

Un giovane palestinese di 27 anni è stato ucciso stamattina, giovedì, dalle truppe di occupazione durante un’operazione di rastrellamento a Zuwata, ad ovest di Nablus. Secondo il ministero della sanità palestinese, Amir Khalifeh, 27 anni, è stato colpito alla testa e al torace da pallottole di guerra mentre tentava di contrastare l’avanzata delle truppe con il lancio di pietre.  

Un’esecuzione di piazza che gode dell’impunità.

La cassazione ha invece rilasciato i due coloni responsabili dell’uccisione del giovane palestinese Qusai Maatan, 19 anni, durante un’incursione per l’occupazione delle terre agricole di Burqa, vicino a Ramallah, venerdì scorso. I due accusati hanno ammesso di aver sparato, “perché avevano avuto paura dal lancio di pietre da parte di una folla di palestinesi”. Il giudice ha rimesso in libertà uno dei due e deciso gli arresti domiciliari per il secondo, “perché non ci sono elementi sufficienti per la loro colpevolezza e la detenzione in carcere”. L’irruzione dei coloni a Burqa è avvenuta sotto la protezione dell’esercito che non è intervenuto per bloccare l’aggressione armata. Soltanto dopo la morte di Maatan in ospedale sono stati arrestati gli assassini, che con congetture giuridiche sono stati liberati. Un altro caso di Apartheid coloniale.  

Etiopia

Un portavoce del governo di Addis Abeba ha annunciato che sei città principali della provincia di Amhara sono state liberate dalle milizie locali FANO. Sia Bahir Dar, la capitale della regione, sia la storica città di Gondar sono state l’epicentro di scontri violenti, nei giorni scorsi, che hanno provocato vittime, feriti, distruzioni. Un miliziano ha ammesso la sconfitta parlando di disparità degli armamenti con i soldati delle truppe federali: “Loro hanno i carri armati e noi soltanto dei mitra”. Secondo la popolazione locale raggiunta telefonicamente ci sono state forti perdite tra i miliziani, che si sono ritirati verso le zone rurali. La linea aerea etiopica ha annunciato la ripresa dei voli commerciali e di passeggeri tra Bahir Dar e Addis Abeba.

Notizie dal mondo: Sono passati 17 mesi e 15 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Incessante guerra di droni e missili. Incendio nell’aeroporto di Mosca.

In Niger, i golpisti ricevono una delegazione del governo nigeriano prima del vertice di Abuja dell’ECOWAS (Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale).

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