Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica fondata da Farid Adly. Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

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11 agosto 2023

Rassegna anno IV/n. 222 (1109)

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I Titoli:

Palestina Occupata: Un altro giovane palestinese ucciso dalle pallottole israeliane in un rastrellamento a Tulkarem.

Migranti: Accordo tra Libia e Tunisia per l’assistenza ai migranti deportati dalla polizia tunisina nella zona di confine.

Turchia: Cinque soldati uccisi in scontri in territorio iracheno con combattenti curdi.

Iran: In liberata vigilata 5 cittadini Usa rilasciati dal carcere di Evin. 6 miliardi di fondi iraniani saranno scongelati.

Sudan: Un giornalista ucciso a casa sua dalle milizie di pronto intervento. Si era rifiutato di lasciare loro la casa.

Libano: Spari contro l’auto del ministro della difesa. Illeso solo perché l’auto è blindata.

Pakistan: Elezioni anticipate, ma nessun accordo tra governo e opposizione per un governo neutro, come prevede la costituzione.

Le Notizie:

Palestina Occupata

All’alba di oggi, un’ennesima uccisione di un giovane palestinese per mano dei soldati israeliani a Tulkarem, in Cisgiordania occupata.   L’esercito di Tel Aviv ha circondata la città ed è penetrato con mezzi corazzati, predisponendo cecchini sui palazzi alti. Diverse case e sedi scolastiche sono state occupate trasformandole in basi militari. Un rastrellamento che si ripete nelle città della Cisgiordania sotto amministrazione ANP quasi quotidianamente. È la terza aggressione armata in un mese contro la città che resiste all’arroganza di militari e coloni. Alcuni giorni fa, i soldati hanno ucciso un ragazzo di 17 anni, con un colpo alla testa. La mezzaluna rossa ha denunciato che i soldati hanno impedito alle ambulanze di soccorrere i feriti.

Migranti

I ministri dell’interno di Libia e Tunisia si sono accordati a risolvere la questione dei migranti deportati dalla polizia tunisina al valico di confine di Ben Gardane. I circa 300 migranti abbandonati in mezzo al deserto, senza cibo e senza acqua, saranno divisi in due gruppi e ciascun paese si assumerà la responsabilità di assisterli. Secondo la stampa tunisina 76 uomini, 42 donne e 8 bambini saranno presi a carico della Tunisia; circa 150 migranti entreranno in Libia e saranno reclusi nei centri di detenzione per migranti senza permesso di soggiorno. Questa vergognosa vicenda è nata a Sfax, dopo l’uccisione di un tunisino per mano di tre camerunesi durante una rissa. La polizia tunisina ha deportato circa 2000 migranti sub sahariani al confine di Libia e Algeria, senza nessun tipo di assistenza. Alcuni di loro hanno tentato attraversare il confine per entrare in Libia clandestinamente, ma almeno 21 di loro hanno incontrato la morte per sete e per le temperature altissime che avevano raggiunto i 50°C. Dopo le critiche di ONG umanitarie tunisine e organizzazioni dell’ONU, il governo tunisino ha ricollocato una parte dei migranti deportati in centri di accoglienza, ma un gruppo è rimasto escluso nella terra di nessuno tra i due posti di controlli del valico. Questo risultato di una soluzione condivisa tra i due governi è stato ottenuto grazie anche alla copertura mediatica, con servizi e interviste in video, da parte della stampa araba e mondiale.

Un’onta che rimarrà negli annali delle atrocità di questi due governi.  

Turchia

L’esercito turco ha dichiarato che 5 soldati sono rimasti uccisi in scontri con combattenti curdi nel nord dell’Iraq. Le truppe di Ankara sono penetrate illegalmente in territorio iracheno all’inseguimento dei combattenti curdi, in una zona impervia montagnosa irachena. Il comunicato ufficiale non indica la località, ma la stampa irachena sostiene che le operazioni dell’esercito turco sono avvenute nella zona montagnosa id Ezzab, a sud di Mosul e non al confine, quindi. Il governo di Baghdad ha sempre condannato a parole le violazioni della sovranità irachena e minacciato il ricorso all’ONU, ma non lo ha mai compiuto per sudditanza alla prepotenza turca.

Iran

Le autorità iraniane hanno messo in libertà provvisoria un gruppo di 5 detenuti statunitensi, trasferendoli dal carcere di Evin in albergo. L’accordo tra i due governi prevede lo scongelamento di fondi iraniani per 6 miliardi di dollari bloccati nelle banche di Seul a causa delle sanzioni di Washington. Gli Stati Uniti inoltre libereranno cittadini iraniani detenuti dopo l’arrivo dei 5 statunitensi. I negoziati sono durati due anni e l’accordo prevede che i fondi iraniani, frutto di esportazioni di petrolio alla Corea del Sud, siano trasferiti a Doha per controllare che non vengano usate in settori militari.   

Sudan

Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha discusso del conflitto in Sudan, ma senza esito concreto per le divergenze tra i due blocchi Russia-Cina e USA-GB-Francia, membri permanenti con diritto di veto. Il rappresentante sudanese ha chiesto al Segretario generale la rimozione del suo inviato speciale, il tedesco Folker, considerato dal governo di Khartoum non neutrale.

Sul campo, la situazione è sempre più drammatica. Attivisti di Omdurman ci hanno raccontato vie web la presenza di cadaveri per le strade che non si riesce a seppellire per le forti sparatorie in corso. Diversi quartieri sono stati evacuati a causa dei bombardamenti aerei e dell’artiglieria che hanno colpito le zone residenziali. Un comitato di donne ha denunciato le violenze subite per mano dei miliziani di pronto intervento. Lo stupro come arma di guerra è una delle nefandezze più brutali della mentalità maschilista. E secondo i rapporti delle organizzazioni femminili sudanesi è stata praticata diffusamente in questo conflitto ed è all’origine della fuga della popolazione dalle zone degli scontri.

Il sindacato dei giornalisti sudanesi ha denunciato l’assassinio del cameraman Issam Hossein a casa sua, ad Omdurman, per mano dei miliziani di pronto intervento. Secondo i familiari, Hossein è stato ucciso con due colpi di arma da fuoco, uno alla testa e l’altro al cuore, perché si era rifiutato di lasciare la casa ai miliziani, che intendevano così nascondersi alle truppe dell’esercito che avanzano nel quartiere. L’uomo è stato sepolto nel giardino di casa.  Secondo la denuncia del sindacato, un altro giornalista, Nasser Nour, è stato sequestrato e sottoposto a torture.

Libano

L’auto del ministro della difesa, Moris Selim, è stata oggetto di spari durante il suo trasferimento in ufficio a Beirut. Diverse pallottole hanno colpito la carrozzeria dell’auto blindata, ma non l’hanno penetrata. Il ministro è uscito indenne dall’agguato. Le autorità di sicurezza minimizzano l’accaduto e lo stesso ministro ha compiuto una telefonata alla redazione di una TV per rassicurare sulla propria incolumità. La vicenda però è inquietante perché avviene due giorni dopo la sparatoria sulla strada Beirut-Damasco tra la milizia del partito Hezbollah e una milizia cristiano maronita, con la morte di due persone.

Pakistan

Subito dopo l’arresto dell’ex premier Oumran Khan, il presidente pakistano ha sciolto il parlamento e indetto elezioni anticipate. Un tempismo perfetto, per l’esclusione di Khan dalla candidatura. Si dovrebbe formare un governo provvisorio per lo svolgimento delle elezioni. Ma i due partiti di governo e opposizione non hanno raggiunto un accordo su un nome condiviso per la carica di premier superpartes. Si riuniranno oggi di nuovo per tentare un accordo. La costituzione prevede la tenuta delle elezioni entro 90 giorni dallo scioglimento del parlamento e la formazione di un governo neutro almeno due mesi prima della data del voto.  

Notizie dal mondo: Sono passati 17 mesi e 16 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. I russi avanzano nel nord est. La popolazione delle città sul fronte invitata a sfollare.

In Niger, i golpisti minacciano di uccidere il presidente Bazoum, in caso di attacco militare straniero. Il vertice di Abuja dell’ECOWAS (Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale) decide di non escludere tutte le misure, ma preferisce la diplomazia.

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1 commento

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