Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

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Rassegna anno IV/n. 232 (1119)

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I Titoli:

Siria: Manifestazioni di protesta contro il carovita, nelle zone meridionali sotto il controllo del regime.

Palestina occupata: L’esercito di occupazione ha ferito per errore un colono durante i rastrellamenti in Cisgiordania.

Sudan: Gli sfollati in Darfur e Kordofan costretti di nuovo alla fuga dalla furia dei combattimenti.

Libia: Accordo per la riunificazione della Baca centrale, dopo 10 anni di divisione.

Egitto: Il sindacato dei giornalisti chiede la liberazione di Asaadi, arrestato per aver svelato i nomi degli implicati nello scandalo dei lingotti d’oro falsi.

Yemen: Allarme per la diffusione delle malattie infettive. 259 morti per morbillo, nel 2023.

Le Notizie:

Siria

Manifestazioni contro il carovita nelle province meridionali di Daraa e al-Suwaidaa, sotto il controllo del governo. Secondo siti locali, sono stati registrati 32 presidi di piccoli gruppi di manifestanti, che portavano cartelli contro la politica economica del governo e contro il presidente Bashar Assad. I negozi sono rimasti chiusi per tutta la giornata di domenica. La protesta è stata innescata dalla decisione governativa di cancellare le sovvenzioni statali ai carburanti.

Daraa è la città da dove era partita, nel 2011, la rivolta popolare contro il regime, soffocata nel sangue; la città è tornata sotto il controllo governativo soltanto nel 2018, dopo una trattativa mediata dai militari russi, che aveva portato all’uscita dalla città, con un salvacondotto, di tutti i miliziani armati, trasferiti nella provincia settentrionale di Idlib. Al-Suwaidaa invece è una città a maggioranza drusa e la popolazione non ha mai partecipato alla rivolta ed ha goduto di una relativa autonomia locale. Le manifestazioni di ieri non sono state represse dalle forze di sicurezza, che si sono tenute lontane dagli assembramenti, anche a causa della capillarità delle contestazioni, diffuse in diversi quartieri.

Palestina occupata

Cresce lo stato di allerta delle truppe di occupazione israeliane in tutta la Cisgiordania, con rastrellamenti e interrogatori, per individuare l’autore dell’attacco armato a Hawwara, che aveva causato la morte di due coloni in una stazione di lavaggio. Queste azioni repressive dell’esercito si accompagnano con le aggressioni dei coloni armati contro i villaggi palestinesi, con l’obiettivo di terrorizzare la popolazione e costringerla a fuggire e abbandonare le terre agricole.

L’esercito israeliano ha riferito di aver colpito per errore un colono, scambiandolo per palestinese. La vicenda si è svolta nei pressi del villaggio di Allubban, tra Nablus e Ramalla, quando un gruppo di coloni ha attaccato contadini palestinesi con il lancio di pietre, con i soldati intrappolati in mezzo. I militari hanno scambiato i coloni per palestinesi ed hanno sparato. Quando si sono resi conto dell’errore hanno chiamato immediatamente le ambulanze della Stella di Davide rossa e il ferito è stato ricoverato in ospedale. Un caso da manuale di Apartheid coloniale.

Sudan

Il secondo sfollamento. Migliaia di famiglie sono state costrette a lasciare le case dove si erano rifugiate nei mesi scorsi, scappando dalla guerra nella capitale e trovando rifugio a Niyala, in Darfur, o ad El-Fula, in Kordofan. Adesso la furia della guerra è arrivata anche in queste due province.

Inoltre, i combattimenti della giornata di ieri, nella capitale, vengono considerati i più cruenti dall’inizio del conflitto. L’esercito ha intensificato l’uso dei droni contro le postazioni delle milizie arroccate nei quartieri abitati della capitale. In contatti web con attivisti sudanesi di Omdurman, la parte della capitale sulla riva occidentale del Nilo, ci hanno raccontato della drammatica situazione che vivono i civili intrappolati tra i due fronti. “I cadaveri sono abbandonati per le strade e non riusciamo a dar loro una degna sepoltura a causa dei miliziani cecchini appostati sui tetti dei palazzi”, hanno riferito.   

Libia

La Banca centrale libica ha annunciato di aver raggiunto un accordo con la filiale di Bengasi per la riunificazione dei servizi e il ritorno ad un sistema bancario unico, dopo 10 anni di rottura. È il risultato dell’accordo tra il presidente del Consiglio sovrano, Menfi, e il generale Haftar, avvenuto pochi giorni fa a Bengasi. La mossa potrebbe essere il preludio alla formazione di un nuovo governo unitario che mandi a casa il premier Dbaiba, riluttante ad abbandonare la poltrona.

Egitto

Anche il sindacato dei giornalisti, fortemente condizionato dalle forze di sicurezza, ha chiesto di sapere dove sia detenuto il giornalista Karim Asaad, della redazione di “Matsaddigsh”. Asaad è colpevole di aver pubblicato i nomi degli egiziani implicati nello scandalo del contrabbando di dollari e lingotti di oro falso verso lo Zambia, in un aereo privato partito dal Cairo (vedi la newsletter di ieri 20 agosto QUI). In un comunicato inconsueto, pubblicato sul sito ufficiale (Eccolo, in lingua araba), la commissione sindacale per le libertà chiede di “sapere dove sia imprigionato il giornalista, di liberarlo e di liberare tutti gli altri giornalisti detenuti per aver compiuto il loro lavoro”. Secondo il sindacato sono 24 i giornalisti egiziani tuttora in carcere per il loro impegno a raccontare la verità.  

Yemen

Secondo i dati forniti dagli organismi dell’ONU, il numero dei bambini colpiti dal morbillo in Yemen è triplicato rispetto allo scorso anno. Sono stati registrati, nei primi 6 mesi di quest’anno, 259 casi di morte per questo virus. 26 mila, invece, è il numero dei contagiati ricoverati. Questi numeri allarmanti sono gli effetti della mancanza di vaccinazioni e per le condizioni di insufficiente alimentazione, che riduce le difese immunitarie.  

Notizie dal mondo

Sono passati 17 mesi e 26 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Olanda e Danimarca forniranno a Kiev i caccia F-16 di fabbricazione USA.

In Niger, la giunta militare ha annunciato l’apertura di un dialogo nazionale, ma ha escluso il ritorno al potere del presidente destituito, Bazoum. Washington rema contro Parigi: ha mandato una nuova ambasciatora a Niamey.

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1 commento

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