Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

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Rassegna anno IV/n. 233 (1120)

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I Titoli:

Palestina Occupata: Stella di Davide incisa dalla polizia israeliana sulla faccia di un detenuto palestinese. “Come facevano i nazisti”.

Palestina Occupata/2: Un’israeliana uccisa e un altro ferito in un attacco armato palestinese nei pressi di Al-Khalil.

Siria: Uccisi due soldati in un attacco israeliano con missili su Damasco. I russi bombardano Idlib.

Siria/2: Disobbedienza civile contro il carovita, nel sud del paese. A Suwaidaa chiusa la sede del partito Baath.

Sudan: Le milizie sono all’offensiva a sud di Khartoum e in Darfur.

Egitto: Rilasciato dopo due giorni di arresto il giornalista Karim Asaad. Aveva rivelato i nomi implicati nello scandalo scoperto in Zambia.

Arabia Saudita-Migranti: HRW accusa le guardie di frontiera saudite di eccidi tra i migranti etiopici provenienti dello Yemen.

Somalia: Il governo oscura piattaforme sociale e siti, per bloccare la propaganda degli Shabab.

Le Notizie:

Palestina Occupata

La polizia israeliana a nord di Gerusalemme si è comportata come i nazisti. Non lo scriviamo noi di Anbamed, ma la stessa stampa israeliana, in seguito alla diffusione sui social di un video che mostra la stella di Davide impressa, con uno strumento tagliente, sul volto di un detenuto palestinese sotto interrogatorio. Venti ufficiali israeliani sono implicati in questa criminale vicenda. Urwa Sheikh, del campo profughi di Shaafat, è stato arrestato mercoledì 16 agosto per reati comuni e secondo il suo avvocato è stato condotto giovedì scorso 17 agosto davanti al giudice in condizioni penose, con la faccia tatuata sulla parte sinistra con la stella di Davide. Molti commentatori israeliani hanno ricordato l’obbligo imposto dai nazisti, agli ebrei in Germania, di portare sul lato sinistro della giacca una stella di Davide.

Palestina Occupata/2

Un attacco armato palestinese nella provincia di Al-Khalil (Hebron) ha ucciso una colona israeliana e ferito un altro. I due uomini armati sono riusciti a far perdere le tracce e ingenti forze militari israeliane stanno rastrellando il territorio. La provincia è stata dichiarata zona militare chiusa, con posti di blocco in tutte le principali arterie stradali. A 650 mila palestinesi viene impedito di lasciare città e villaggi, che sono assediati con l’impossibilità di rifornimento di derrate alimentari.

Questo è il secondo attacco armato palestinese contro i coloni, in una settimana. È la risposta ai rastrellamenti dell’esercito di occupazione che ha invaso molte città e villaggi palestinesi, uccidendo decine di persone. La politica aggressiva del governo Netanyahu si è rivelata un boomerang. Per coprire il fallimento della sua politica sicuritaria in Cisgiordania, il premier ha coinvolto l’Iran nell’ascesa della resistenza armata palestinese contro l’occupazione.  

All’alba di oggi, a Beita, un giovane palestinese è stato colpito alla testa da una pallottola, mentre stava fuggendo dopo aver lanciato pietre contro i soldati. È ricoverato in gravi condizioni.

Siria

Ennesimo lancio di missili telecomandati israeliani, dal Golan occupato, sulla capitale Damasco. Secondo fonti locali, l’attacco ha colpito postazioni dell’esercito siriano nelle vicinanze dell’aeroporto. L’agenzia ufficiale Sana parla di un soldato ferito e di danni materiali. L’Osservatorio siriano invece sostiene che le vittime dell’aggressione israeliana sono due soldati uccisi e diversi altri feriti. Questo è il quarto attacco missilistico israeliano sul territorio siriano nel mese di agosto, senza che l’esercito di Damasco risponda al fuoco.

I caccia russi, dal canto loro, hanno attaccato la zona di Idlib, colpendo con diversi missili una base di Tahrir Sham, il movimento jihadista che controlla la provincia sotto la protezione delle forze di occupazione turche. Secondo media locali, sarebbero rimasti uccisi 8 miliziani.

Siria/2

È disobbedienza civile nella città drusa di al-Suwaidaa. Per il secondo giorno consecutivo si sono avute manifestazioni contro il regime a causa del carovita. La folla ha assediato la sede locale del partito Baath ed ha costretto i funzionari alla fuga. Alla protesta hanno partecipato anche i leader della comunità religiosa drusa, rafforzando la partecipazione popolare. In un discorso rivolto alla folla, un imam ha messo in guardia dalle provocazioni di infiltrati ed ha raccomandato il mantenimento del carattere pacifico della protesta. Nei comizi improvvisati, gli oratori, uomini e donne, non hanno limitato le rivendicazioni al ritiro dei provvedimenti governativi sui carburanti, ma hanno chiesto la dipartita di Bashar Assad. Mentre la piazza era gremita di persone, il mercato centrale è apparso vuoto, con tutti i negozi chiusi con un cartello appeso sulle saracinesche con scritto “Sciopero”. Finora nessuna presenza delle forze di sicurezza e nessuna delle milizie filo governative si sono fatte vedere per le strade della città.

Egitto

Il giornalista Karim Asaad è stato rilasciato dopo 48 ore dal suo arresto. La forte presa di posizione del sindacato dei giornalisti, organismo controllato dal regime, ha pesato sulle decisioni della procura del Cairo. Asaad è stato arrestato con un blitz violente della polizia nella sua abitazione, terrorizzate moglie e figlio e costretto, sotto minaccia, di fornire le chiavi di accesso al sito web “Matsaddigsh”, del quale è redattore. Tanto accanimento è causato dalla pubblicazione dei nomi dei cittadini egiziani arrestati una settima fa in Zambia, per la vicenda del contrabbando di dollari e oro falso su un aereo partito dal Cairo. I personaggi sono risultati ex alti ufficiali dell’esercito, un diplomatico egiziano con incarichi passati a Washington e un imprenditore del settore commerci di armi con forti entrature nelle forze armate del Cairo. Secondo il difensore, Asaad ha dimostrato la veridicità delle informazioni pubblicate, facendo cadere l’accusa di “notizie false”.  

Sudan

Infuriano le battaglie a sud di Khartoum e a Niyala, in Darfur. Le forze di Pronto intervento (RSF) hanno attaccato la caserma delle truppe corazzate, la più grande e attrezzata unità militare dell’esercito. Un gruppo di miliziani è penetrato all’interno e ha distrutto decine di mezzi. I comunicati stampa delle due parti inneggiano a vittorie, ma per il momento non ci sono conferme concrete. L’eventuale caduta di questa caserma nelle mani delle milizie potrebbe far pendere le sorti del conflitto a favore dei ribelli, che controllano già un’altra caserma vicina delle forze di sicurezza.

A Niyala, invece, l’esercito ha riferito che il comandante delle sue truppe è stato ucciso durante un attacco dei ribelli. Secondo testimoni locali, l’offensiva dei miliziani su Niyala sta avanzando su diversi fronti con uso di truppe mercenarie arabo-africane, riconoscibili dalla pronuncia dialettale e linguistica diversa.

Arabia Saudita-Migranti

Human Rights Watch accusa le guardie di frontiera saudite, in un rapporto molto dettagliato, di aver compiuto crimini contro i migranti etiopici provenienti dallo Yemen. “Tra il marzo 2022 e il giugno 2023, sono stati uccisi centinaia di migranti e richiedenti asilo, sulla frontiera saudita-yemenita”. Il rapporto di 73 pagine accusa le autorità saudite di aver sparato contro i migranti con armi da guerra per bloccare il loro ingresso nel territorio saudita. Le testimonianze riportate, di persone sopravvissute ai massacri e di parenti delle vittime, sono agghiaccianti. “Ci hanno sparato come se piovesse”, ha detto una ragazza di 18 anni. Altri hanno parlato di colpi di mortaio lanciati contro ii gruppi di migranti, facendo stragi di innocenti. Il materiale fotografico raccolto sui social e verificato con materiale fornito dai sopravvissuti conferma l’uso spropositato della forza contro i migranti. Lo studio ha incrociato diverse fonti ed è supportato dall’analisi di foto e video satellitari che dimostrano la presenza, nelle zone indicate dai testimoni, di fosse comuni. Nei campi di raccolta improvvisati sulla frontiera, dalla parte yemenita, ci sono persone che hanno ancora sul corpo le ferite non curate delle pallottole ricevute.

Somalia

Il governo somalo ha bloccato le applicazioni di due piattaforme social, TikTok e Telegram e oscurato un sito di scommesse sul web. Il motivo è l’uso da parte del movimento qaedista Shabab di questi programmi per fare proselitismo e propaganda, diffondendo informazioni che contrastano con la versione ufficiale sulla situazione militare nel paese. Il presidente Hassan Sheikh Mahmoud dal momento del suo insediamento ha promesso di schiacciare la ribellione qeadista entro 5 mesi, ma l’offensiva compiuta con il sostegno delle truppe africane e il supporto aereo degli USA, non ha debellato il terrorismo. Il movimento Shabab occupa ancora vaste zone interne del paese e compie nella capitale azioni dolorose contro istituzioni e attività economiche, con gravi perdite fra i civili.

Notizie dal mondo

Sono passati 17 mesi e 27 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. La guerra dei droni raggiunge di nuovo Mosca. Tutti gli aeroporti della capitale russa sono stati chiusi al traffico civile.

A Johannesburg, in Sud Africa, si apre il vertice dei paesi BRICS: verso un sistema economico-finanziario alternativo a quello USA-Europeo.

In Niger, arrivano aiuti alimentari dal Burkina Faso, il paese confinante che sostiene il golpe militare.

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1 commento

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