Il caso di Khaled el-Qaisi pone una questione fondamentale: la protezione diplomatica del governo italiano ai suoi cittadini in caso di arresto all’estero. Sono passati 11 giorni dall’arresto del cittadino italiano Khaled el-Qaisi da parte delle autorità israeliane di occupazione e sul sito della Farnesina non abbiamo trovato nessun comunicato (https://www.esteri.it/?s=Khaled%20el-Qaisi).

Anche per questo motivo crediamo che facciano bene i giovani palestinesi e la comunità palestinese in Italia ad organizzare, domani 12 settembre 2023, un sit-in davanti al Ministero degli esteri, guidato da un ministro che non ha mai nascosto le sue simpatie per Israele.

Ecco il comunicato (poi di seguito il comunicato della famiglia, ripreso da il manifesto; la dichiarazione dell’avvocato e il comunicato dell’Università La Sapienza):

Comunicato Stampa Comunità palestinese

 Il 31 agosto le forze d’occupazione israeliane hanno arrestato arbitrariamente al valico di “Allenby”, sul fiume Giordano, tra la Palestina e la Giordania, il cittadino italo-palestinese Khaled El Qaisi al suo rientro in Italia dopo una vacanza a Betlemme presso i suoi parenti.

 Il 7 settembre si è svolta la prima udienza e, nonostante non ci fossero capi d’accusa, la Corte israeliana ha deciso il prolungamento dell’arresto fino al 14 settembre impedendo, inoltre, a Khaled di entrare in contatto con il suo avvocato.

Khaled è un ricercatore universitario presso la Facoltà di Lingue e Civiltà Orientali a “La Sapienza” di Roma, ed è uno stimato militante ed attivista della giusta causa del popolo palestinese.

 Quello che ha subito Khaled fa parte della pratica quotidiana, della politica criminale dei governanti israeliani, che violano e negano ogni diritto nei territori palestinesi occupati. Sono più di 5.000 i prigionieri politici palestinesi nelle disumane carceri israeliane, più di 1260 in detenzione amministrativa, cioè senza uno specifico capo d’accusa, rinnovabile di 6 mesi in 6 mesi passando anni e anni in galera senza né accuse né, conseguentemente, un giusto processo.

Israele è l’unico Stato al mondo, tra quelli considerati – a torto o a ragione – democratici, che pratica la detenzione amministrativa, la tortura e la violazione dei diritti umani stabiliti dalla legalità internazionale, senza essere accusato e punito per questi suoi crimini. È al di sopra di ogni legge e fuori legge.

 Come Comunità e Giovani palestinesi di Roma e del Lazio, invitiamo tutti i liberi, gli onesti e gli amanti della Pace a scendere in Piazza insieme a noi, al sit-in che si terrà al Viale dei Giusti della Farnesina, di fronte al Ministero degli Affari Esteri, martedì 12/9/2023, dalle ore 17 alle ore 19, per chiedere all’Italia, e nello specifico al Ministro degli Affari Esteri, oltre che a tutte le realtà della politica, dei mezzi d’informazione e della società civile italiana,  di attivarsi per la liberazione di Khaled come è stato fatto in precedenti situazioni simili.

Contestualmente chiediamo una condanna pubblica della politica oppressiva di Israele verso i palestinesi e la liberazione di tutti i prigionieri politici detenuti perché rivendicano il diritto alla libertà del loro Paese e la fine dell’illegale e disumana occupazione israeliana.

 GIUSTIZIA E LIBERTA’ PER KHALED EL QAISI E PER TUTTI PRIGIONIERI POLITICI PALESTINESI

GLORIA ALL’EROICA LOTTA DEL POPOLO PALESTINESE CONTRO L’OCCUPAZIONE ISRAELIANA

Roma, 9/9/2023

Dr. Yousef Salman

Presidente della Comunità Palestinese di Roma e del Lazio

yousefsalman1965@gmail.com

www.yousefsalman.com

www.palestinercs.org

Abbiamo bisogno di ponti e non di muri

نحن بحاجة لجسور وليس لجدران

Chi salva la vita di un bambino salva il mondo intero

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Comunicato della famiglia:

Lettera aperta per l’immediata liberazione del cittadino italo palestinese Khaled El Qaisi, prigioniero delle autorità israeliane.

Il 31 agosto Khaled El Qaisi, rispettivamente marito e figlio delle scriventi, è stato trattenuto dalle autorità israeliane ed è tuttora prigioniero in virtù di una misura precautelare in attesa di verifica di elementi per formulare un’accusa.

Lo scorso giovedì Khaled, che ha doppia cittadinanza, italiana e palestinese, attraversava con moglie e figlio il valico di frontiera di “Allenby” dopo aver trascorso le vacanze con la propria famiglia a Betlemme, in Palestina.

Al controllo dei bagagli e dei documenti, dopo una lunga attesa, è stato ammanettato sotto lo sguardo incredulo del figlio di 4 anni, della moglie nonché di tutti i presenti che erano in attesa di poter riprendere il proprio percorso.

Alle richieste di delucidazioni della moglie non è seguita risposta alcuna, piuttosto le sono state sottoposte domande per poi essere allontanata col proprio figlio verso il territorio giordano, senza telefono, senza contanti né contatti, in un paese straniero.  Nel tardo pomeriggio la moglie e il bambino sono riusciti a raggiungere l’Ambasciata Italiana solo grazie alla umana generosità di alcune signore palestinesi.

Khaled, traduttore e studente di Lingue e Civiltà Orientali all’Università La Sapienza di Roma, stimato per il suo appassionato impegno nella raccolta e divulgazione e traduzione di materiale storico palestinese, è tra i fondatori del Centro Documentazione Palestinese, associazione che mira a promuovere la cultura palestinese in Italia.

La famiglia, gli amici ma anche chi ha semplicemente avuto occasione di conoscerlo, sono in fremente attesa di avere aggiornamenti.  Al momento ancora non ha potuto incontrare il suo avvocato e sono ancora poche le notizie che si hanno riguardo alla sua incolumità.

Dal consolato e dal legale abbiamo saputo solo che affronterà un’udienza giovedì 7 settembre.

Immaginiamo intanto Khaled in completo isolamento, senza contatti col mondo esterno, senza percezione reale dello scorrere del tempo, sotto la pressione di continui interrogatori, in pensiero angosciato per la sorte del proprio figlio e di sua moglie lasciati allo sbaraglio con l’unica immagine negli occhi relativa alla sua deportazione in manette.

La situazione è dunque gravissima.

Attendiamo con grande ansia la risoluzione di questa ingiusta prigionia.

Chiediamo a chiunque ne abbia il potere, che si accerti delle condizioni di salute di Khaled e che soprattutto eserciti tutte le pressioni necessarie per la sua celere liberazione.

Le scriventi 

Francesca Antinucci, moglie

Lucia Marchetti, madre

https://ilmanifesto.it/italo-palestinese-arrestato-senza-accuse-da-israele

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9 SET 2023 — 

Aggiornamento sulla detenzione di Khaled El Qaisi, italo-palestinese, trattenuto dalle autorità israeliane al valico di frontiera di “Allenby” e tuttora detenuto.

Il 7 settembre, come previsto, si è tenuta a Rishon Lezion a sud di Tel Aviv, l’udienza relativa alla proroga del suo trattenimento in carcere conclusasi con una proroga della detenzione per altri 7 giorni, quando dovrà comparire nuovamente davanti al giudice. In questa udienza il detenuto e il suo difensore non hanno potuto comparire congiuntamente, finora impossibilitati per legge a vedersi e comunicare. In questa occasione si è appreso del suo trasferimento presso il carcere di Ashkelon.

“La nostra viva preoccupazione è rivolta al totale spregio dei diritti di civiltà giuridica operati dalla legislazione israeliana ovvero alla violazione di quelle tutele, comunemente riconosciute in Italia (art. 13-24-111 della Cost.) e in Europa (art 6 CEDU) e in seno all’ONU (artt. 9-14 Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici), la cui osservanza consente di definire un processo “equo” e un arresto “non arbitrario”. 

Dopo 9 giorni di detenzione a Khaled è stato impedito di interloquire con il proprio difensore di fiducia e non potrà certamente incontrarlo quantomeno fino al 12 settembre. E’quotidianamente sottoposto a interrogatorio senza la presenza del suo difensore ed è quindi solo mentre affronta domande pressanti poste dai poliziotti nella saletta di un carcere. Non gli è consentito conoscere gli atti che hanno determinato la sua custodia e la sua possibile durata; non sa chi lo accusa, per quale ragione lo faccia, cosa affermi in proposito. Anche i motivi del suo arresto appaiono assolutamente generici e privi di specificità, fondati esclusivamente su meri sospetti e non su indizi gravi di colpevolezza.Tuttavia, ciò che rappresenta maggior ragione di inquietudine e preoccupazione è la facoltà concessa all’autorità israeliana di poter sostituire, in difetto di prove, la detenzione penale con quella amministrativa. Condizione giuridica nella quale si trovano altri 1200 palestinesi ristretti in carcere senza un’accusa formale, senza alcuna prova e senza poter conoscere le ragioni del loro trattenimento.

In considerazione dell’allarmante situazione detentiva di Khaled e del mancato rispetto dei suoi diritti umani si chiede che si faccia tutto il possibile per ottenerne l’immediata liberazione e il suo ritorno in Italia.”

Flavio Albertini Rossi

Legale della famiglia di Khaled in Italia

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La Sapienza

(dal sito ufficiale dell’Università: https://www.uniroma1.it/it/notizia/sapienza-chiede-una-rapida-soluzione-alla-vicenda-di-khaled-el-qaisi

La Sapienza chiede una rapida soluzione alla vicenda di Khaled El Qaisi

La Sapienza auspica una rapida e pacifica soluzione della vicenda che vede coinvolto lo studente, cittadino italo palestinese,  Khaled El Qaisi, iscritto al corso di laurea triennale in Lingue e civiltà orientali del nostro Ateneo.

2 commenti

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