Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

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Rassegna anno IV/n. 345 (1232)

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Le notizie:

Genocidio a Gaza

Bombe su bombe. Giorno e notte. Su case, scuole e ospedali. In tutti gli angoli della Striscia di Gaza. Oltre 200 civili, in maggioranza anziani, donne e bambini, sono stati assassinati ieri sotto gli occhi del mondo, che per volontà dell’amministrazione Biden e la complicità dei paesi Nato e UE, non interviene per bloccare la mano dei carnefici.

I bombardamenti di ieri hanno toccato Jebalia, nel nord, Deir Balah, nel centro e Khan Youniss e Rafah, nel sud della Striscia. Vengono così smentite le false notizie emanate dall’esercito israeliano sulla conquista di questi centri abitati. Non si bombarda un territorio già conquistato.

A Jebalia, è stata bombardata la casa del giornalista di Al-Jazeera, Anas Sharif. È stato ucciso suo padre. In precedenza il giornalista aveva denunciato di aver ricevuto minacce, di persone e per telefono, da ufficiali israeliani di smettere i collegamenti con l’emittente del Qatar.

La tragedia umana adesso si sposta a Rafah, dove la popolazione è salita da 300 mila abitanti a un milione e 400 mila, oltre agli altri sfollati in campi di tende nelle zone desertiche adiacenti, senza il minimo delle condizioni di vita. Manca il cibo, l’acqua e i servizi igienici.

I due ospedali di Rafah sono al collasso e non hanno nessuna possibilità di far fronte alla situazione sanitaria. I bombardamenti israeliani non sono cessati. A Gaza non ci sono luoghi sicuri. Israele vuole deportare i palestinesi fuori da Gaza verso il Sinai egiziano, per innescare nuove tensioni con l’Egitto.

A Jebalia, Shejaie e Khan Younis si sono svolti combattimenti a terra tra truppe speciali e combattenti palestinesi. I comunicati video delle due parti forniscono versioni contrastanti. Le difficoltà di avanzare delle truppe di Tel Aviv sono evidenti, ma i danni materiali e in vite umane tra i civili, causati dai bombardamenti aerei, navali e terrestri, sono enormi. Secondo un censimento del ministero della sanità palestinese, sono stati distrutti o resi inabitabili 305 mila edifici in tutta Gaza.

Prigionieri

Il governo israeliano – secondo la radio pubblica – ha espresso la disponibilità ad una tregua umanitaria per lo scambio di prigionieri. Il ministro di guerra Galant ha parlato di proposte avanzate dai paesi interessati (Qatar e Egitto) che si sta studiando. “La pressione militare ha avuto il suo effetto”, ha affermato. In realtà a indurre il consiglio di guerra israeliano ad esprimere questa disponibilità è stato il fallimento delle truppe a liberare un solo prigioniero di guerra in mano di Hamas dopo 66 giorni di invasione e bombardamenti. L’unico tentativo noto è finito con la morte del soldato israeliano prigioniero e di altri due assalitori delle truppe speciali di Tel Aviv.

Un dirigente di Hamas, Osama Hamdan, ha affermato in un’intervista che non esiste nessuna trattativa in corso e che un’eventuale trattativa inizierà soltanto dopo la fine dei bombardamenti; “lo scambio di prigionieri questa volta deve essere ‘tutti contro tutti’, cioè, il rilascio di tutti i prigionieri di guerra in mano palestinese in cambio della liberazione di tutti i detenuti politici nelle carceri israeliane”, ha affermato.

Due organizzazioni giuridiche palestinesi hanno denunciato che una delle detenute liberate nello scambio di prigionieri alla fine di novembre, Fadwa Hamadeh, è stata sottoposta ad un nuovo processo, in violazione dei termini dell’accordo di scambio di prigionieri avvenuto con la mediazione del Qatar e dell’Egitto.

Unicef

L’organizzazione ONU per l’infanzia ha denunciato per l’ennesima volta gli attacchi indiscriminati contro i civili, operazioni che hanno ucciso 8.000 bambini e sfollato quasi un milione di bambini e ragazzi. La portavoce, Alexandra Merdosh, ha affermato che la situazione sul terreno a Gaza è drammatica. Non ci sono posti sicuri in tutta la Striscia. “Continuare ad impedire l’arrivo di aiuti umanitari, come cibo, acqua e vestiti per i bambini è un crimine di guerra”.  

Cisgiordania e Gerusalemme est

Jenin come Gaza. Un aereo israeliano ha sparato, nelle prime ore di oggi, un missile sulla testa di un gruppo di persone in una piazza nel centro vecchio della città, uccidendo tre persone, un uomo e due bambini, di 14 e 8 anni. Il due ospedali di Jenin sono assediati da carri armati e truppe, per impedire l’arrivo dei feriti. Un carro armato è entrato nel cortile dell’ospedale governativo palestinese. Testimonianze di operatori sanitari sostengono che i tre morti trasportati sulla loro ambulanza sono stati bloccati per l’identificazione. Il blocco delle ambulanze e impedire il soccorso ai feriti ha provocato la morte di un quarto civile, ferito dal bombardamento israeliano. Un altro ferito risulta grave e ha ottenuto le cure soltanto a bordo dell’ambulanza, bloccata dai militari nelle vicinanze dell’ospedale pubblico.

Le truppe di occupazione hanno compiuto operazioni di devastazioni delle strade e delle costruzioni con i bulldozer. Il manto stradale nel centro vecchio di Jenin è stato divelto e le facciate di negozi sono state demolite. Le infrastrutture come fognature e acquedotto sono state distrutte con le ruspe.  

Rastrellamenti e incursioni in tutte le città e villaggi palestinesi. A Selwad, a nord di Ramallah, è stato registrato un ferito grave per le pallottole dei soldati israeliani contro un gruppo di giovani che lanciavano pietre per rallentare l’avanzata delle truppe. L’esercito ha arrestato 40 persone, tra i quali 2 donne e una decina di minorenni.

Libano

Scontri duri al confine libanese meridionale. 7 lanci di missili teleguidati contro il territorio israeliano e le zone occupate. a stampa israeliana parla della morte di un soldato. Almeno 15 villaggi libanesi sono stati colpiti dalle bombe israeliane. Beirut parla della morte di un civile di 80 anni sotto le macerie della propria casa.  

Dopo le denunce del governo di Beirut all’ONU contro l’uso delle bombe al fosforo bianco, adesso anche un’inchiesta del Washington Post ha svelato questo uso. Un reporter della testata ha reperito 3 pezzi di rottami di una bomba al fosforo bianco nel villaggio libanese di Dhahira , alla fine dii ottobre, dopo un bombardamento israeliano. La bomba calibro 155 mm è stata risultata fabbricata negli Stati Uniti. Anche un’inchiesta di Amnesty International ha dimostrato il ricorso dell’esercito di Tel Aviv del fosforo bianco in un bombardamento su popolazione civile.

Siria

Per il terzo giorno consecutivo, bombardamento missilistico israeliano a sud di Damasco. Due civili uccisi secondo l’Osservatorio siriano. Nessuna risposta da parte dell’esercito siriano. Forti contro la gente siriana, deboli di fronte all’arroganza militare di Tel Aviv.

Yemen

Il portavoce militare Houthi ha dichiarato che una nave norvegese carica di petrolio e diretta a Israele è stata colpita con un missile nella zona a nord di Bab Mandab. Secondo il Pentagono, un missile da crociera terrestre, lanciato dallo Yemen ha colpito una nave cisterna commerciale, provocando un incendio e danni manessuna vittima.

L’attacco alla petroliera Strinda, battente bandiera norvegese, è avvenuto intorno alle 22 a circa 60 miglia nautiche (111 chilometri) a Nord di Bab al-Mandab,  lo stretto che congiunge il Mar Rosso con il Golfo di Aden e quindi con l’Oceano Indiano. Il cacciatorpediniere della marina statunitense Uss Mason era nelle vicinanze e ha prestato aiuto.

Sabato, gli Houthi hanno dichiarato che avrebbero preso di mira tutte le navi dirette in Israele, indipendentemente dalla loro nazionalità, e hanno messo in guardia le compagnie di navigazione internazionali dal trattare con i porti israeliani.

Sciopero per Gaza

Riuscito sciopero in tutta la Cisgiordania in solidarietà con Gaza e contro l’occupazione. Le strade delle principali città come Ramallah, Nablus, El-Khalil e Betlemme sono apparse deserte e con i negozi tutti chiusi. Scuole e uffici pubblici hanno osservato un giorno di chiusura.

Anche in altri paesi arabi sono stati registrati forti partecipazioni allo sciopero globale, proclamato via web da diverse associazioni per i diritti umani. In particolare in Libano, il governo ha deciso di partecipare all’azione, osservando una chiusura su tutto il territorio nazionale delle scuole e degli uffici pubblici.  

Iran

Zohreh Sarve, prigioniera politica nel carcere di Evin, è in sciopero della fame da 19 giorni per chiedere la liberazione condizionale, alla quale ha diritto secondo la legge del regime islamico. Il suo stato di salute è gravemente peggiorato e la sua vita è in pericolo.

L’attivista 39enne Fereshteh Hosseini, residente nella città di Bukan, è stata condannata a 8 mesi di carcere dal sistema giudiziario della Repubblica islamica dell’Iran per il suo rifiuto di coprire i capelli. È stata arrestata e trasferita nel reparto femminile della prigione di Urmia per scontare la pena detentiva.

Notizie dal Mondo

Sono passati 21 mesi e 17 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Biden ha invitato Zelenski alla Casa Bianca, dopo il rinvio da parte del Congresso degli aiuti militari a Kiev. Magra consolazione.

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