Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

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Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

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Rassegna anno IV/n. 352 (1239)

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Le notizie:

Genocidio a Gaza

Morire di fame. Un milione e 800 mila persone sono senza cibo e acqua. Le scorte delle organizzazioni umanitarie sono finite e i camion carichi di aiuti internazionali sono bloccati al valico con l’Egitto, per la volontà criminale dell’esercito israeliano che minaccia di bombardare i convogli. Una donna sfollata nei campi di tende improvvisati vicino a Rafah ha detto ai microfoni di un’emittente: “Non ho più nulla di dar da mangiare ai 4 figli. Niente più farina e niente scatole di lenticchie. Non so cosa fare di fronte al pianto dei bambini”. Il mondo guarda in silenzio lo scempio israeliano dei diritti umani.

È in fase avanzata la campagna di sterminio contro gli ultimi ospedali. Al-Hli è completamente fuori uso e Al-Awda è stato svuotato dal personale. Bombardato di nuovo l’ospedale Shifaa. Arrestati molti medici e dirigenti sanitari, che si aggiungono al direttore dell’ospedale Shifaa, avvenuto settimane fa durante un’evacuazione dei malati, concordata con la Croce rossa internazionale.

Operazioni queste che tradiscono la volontà israeliana di rendere Gaza invivibile e cacciare la popolazione fuori dalla Striscia, verso il Sinai egiziano.

Bombardamenti aerei a Rafah, Khan Younis, Nuseirat e Dei Balah, tutte località del centro e sud della Striscia. Nella mattinata di ieri, bombardati Jebalia e Gaza city con oltre 230 morti da aggiungersi a quelli delle località del sud.

OMS

La distruzione dell’ospedale “Kamal Adwan” è scioccante. L’Organizzazione Mondiale della Sanità si è detta “sconvolta dall’effettiva distruzione” dell’ospedale Kamal Adwan, nel nord della Striscia di Gaza, a seguito di un’operazione dell’esercito israeliano che, secondo l’OMS, è costata la vita ad “almeno otto pazienti”. “Molti operatori sanitari sono stati arrestati e l’OMS e i suoi partner stanno cercando urgentemente informazioni sul loro stato. Tra i pazienti deceduti, molti sono morti per mancanza di cure adeguate, tra cui un bambino di 9 anni”. I bulldozer dell’esercito di occupazione hanno demolito alcuni reparti e distrutto le tende degli sfollati, seppellendo vivi diversi feriti che non sono riusciti a scappare. Un caso che sarà sottoposto alla Corte penale internazionale.

Vaticano

Quello di Israele a Gaza «è terrorismo». Papa Francesco è duro, non la manda a dire e tuona contro le «gravi notizie» che arrivano dalla Striscia dove l’esercito israeliano ha ucciso due parrocchiane, la madre Nahida e la figlia Samar, della chiesa cattolica che offre ospitalità a centinaia di civili. Il Papa ha detto: «Lì ci sono bambini, famiglie, persone con disabilità, suore». La condanna del Papa è netta. «Civili inermi sono oggetto di spari e questo è avvenuto persino nel complesso parrocchiale dove una mamma ed una figlia sono state uccise e altre persone ferite da cecchini israeliani  mentre andavano in bagno. È stata anche danneggiata la casa delle suore di Madre Teresa di Calcutta, hanno colpito il loro generatore. Qualcuno dice che è terrorismo, è guerra. Sì questo è terrorismo, è guerra». Francesco all’Angelus ha ricordato poi la parola di Dio e le Scritture laddove sottolineano l’azione che «spezza lance, ferma guerre». La riflessione si è conclusa con un pensiero per l’Ucraina, la Palestina, Israele e tutte le altre zone di conflitto con la speranza che a Natale «si rafforzi l’impegno per aprire strade di pace». 

ONU

Il voto del Consiglio di Sicurezza Onu sulla bozza di risoluzione degli Emirati Arabi Uniti su Gaza slitta a non prima di domani. Sono necessarie ulteriori consultazioni per tentare di trovare un compromesso. In particolare si discute sui paragrafi operativi dove si “riaffermano gli obblighi delle parti in conflitto ai sensi del diritto internazionale umanitario per la fornitura di assistenza umanitaria, si chiede che consentano e facilitino la consegna immediata, sicura e senza ostacoli di aiuti su larga scala alla popolazione civile palestinese in tutta Gaza, e a questo proposito si domanda una cessazione urgente delle ostilità per consentire un accesso umanitario sicuro e senza ostacoli”. Un altro dei passaggi oggetto di discussione è quello in cui si chiede al segretario generale, “con l’obiettivo di accelerare la consegna di assistenza umanitaria a Gaza, di istituire un meccanismo di monitoraggio nella Striscia Gaza”. E ancora, quando si “ribadisce il fermo impegno a favore della soluzione a due Stati, e si sottolinea l’importanza di unificare la Striscia di Gaza con la Cisgiordania sotto l’Autorità palestinese”.

Prigionieri

Brigate Qassam hanno rilasciato un video di tre militari anziani prigionieri nelle loro mani. Il messaggio trasmesso in ebraico è forte: “Siamo stati fondatori dello Stato e dell’esercito. Non vogliamo passare la nostra vecchiaia prigionieri. E non vogliamo morire sotto il bombardamento dell’esercito”. E poi si rivolgono dirittamente a Netanyahu: “Perché non ci hai liberati?”.

Le famiglie dei prigionieri sono in rivolta a Tel Aviv ed hanno deciso di occupare permanentemente la piazza di fronte alla sede del ministero della guerra, in seguito alla richiesta di Netanyahu di smettere di manifestare.

La trattativa ad Oslo sembra arenata. Il ministro della guerra Galant ha affermato che l’obiettivo dell’esercito è quello di schiacciare Hamas e non si fermerà prima di realizzarlo. Anche Netanyahu ha rilasciato dichiarazioni guerrafondaie: “Non ci fermeremo prima della vittoria”.

Potrebbe essere un segnale che la trattativa con la mediazione del Qatar sia fallita oppure una mossa per alzare la pressione sulla controparte.

Hamas

Il dirigente di Hamas, Osama Hamdan, da Beirut ha svolto una lunga conferenza stampa nella quale ha presentato il programma politico per la fase in corso. “Malgrado le sofferenze per i martiri civili e per i feriti, la barbarie dei nuovi nazisti non ci farà arretrare di un passo. La nostra resistenza continua fino alla sconfitta dell’occupazione”. Sulla trattativa in corso, Hamdan ha detto che non c’è nessuna trattativa in corso. “Non rilasceremo nessuno dei militari prigionieri nelle nostre mani, fino al cessate il fuoco complessivo e il ritiro dell’esercito israeliano, con garanzie internazionali concrete e credibili”.

Ad una domanda sulle dichiarazioni del segretario dell’esecutivo OLP, Hassan Sheikh, del futuro processo ai dirigenti di Hamas dopo la fine di questa guerra, Hamdan ha glissato rimanendo sul generico: “Prima deve finire questa guerra contro il nostro popolo e nessuno processerà la resistenza”.

Cisgiordania e Gerusalemme est

Al-Khalil coloni hanno attaccato fedeli in preghiera con il sostegno dell’esercito, nella moschea Ibrahimia.

Jenin è sempre nel mirino delle truppe di occupazione israeliane. Bombardata con un missile lanciato da un drone una casa nel campo profughi di Jenin. Attacco a Nahaleen vicino a Betlemme e Beirzeit a nord di Ramallah. Rastrellamenti nella notte ad Aqraba, nei pressi di Nablus. È stata fatta saltare con la dinamite una casa, come azione di punizione collettiva. La moschea di Aqraba è stata chiusa e arrestato l’imam. I giovani del villaggio hanno contrastato l’azione militare con il lancio di pietre.

ANP

La stampa israeliana ha scritto che incontri a livello dei servizi di sicurezza tra Israele e Anp, con la mediazione della CIA, hanno portato ad un accordo per il pagamento delle tasse riscosse da Israele a nome dell’autorità di Ramallah saranno pagate per intero, ma con una condizione che gli stipendi pagati a Gaza non vadano ad appartenenti a Hamas. I negoziatori palestinesi – secondo questa versione – avrebbero accettato l’umiliante condizione, proposta dagli statunitensi, di consegnare allo Shabak, il servizio segreto interno israeliano, l’elenco dei percipienti.

Ieri, il ministro fascista Smotrich ha dichiarato che non permetterà il pagamento all’ANP di Ramallah neanche di uno shekel.   

Diplomazia

Il ministro della guerra USA Austin ha compiuto una visita a Tel Aviv e si è incontrato con il consiglio di guerra israeliano. Ha dichiarato un totale sostegno diplomatico e militare al governo ed all’esercito israeliani. “Non abbiamo messo nessun limite temporaneo alle operazioni militari a Gaza”.  Dietro questo sostegno si nasconde però la preoccupazione della Casa Bianca per il futuro della campagna elettorale di Biden, caduto nei consensi al 34%, rispetto al 54% prima della guerra contro Gaza. Gli altri temi che Austin ha discusso con Netanyahu sono la tensione al fronte nord con il Libano e la tensione sul Mar Rosso con gli Houthi.

Libano

Si sta incendiando il fronte libano-israeliano. Hezbollah ha pubblicato un video per l’attacco con un missile teleguidato la sede del comando militare centrale. È stata colpita anche Kiriyat Shmona, uno dei più grandi insediamenti ebraici. L’esercito israeliano ha condotto attacchi aerei lungo tutta la fascia di confine, colpendo prevalentemente città e villaggi. Gli attacchi hanno toccato quasi tutti i centri sulla linea di demarcazione, ma si sono concentrati particolarmente Naqoura e Roueisatt.

Yemen

Gli Houthi hanno annunciato di aver colpito con droni due navi commerciali che si stavano dirigendo verso Israele. “Non hanno risposto ai nostri richiami e le nostre avvertenze. Li abbiamo bloccati”. Non si conoscono le condizioni dell’equipaggio e l’entità del danno.

Washington ha annunciato la formazione di una forza internazionale navale per la difesa della navigazione nel Mar Rosso. Ne faranno parte soltanto 10 paesi, invece dei 39 annunciati: Gran Bretagna e anche l’Italia, oltre ad altri paesi europei. L’unico paese arabo è il piccolo Bahrein, sede della V flotta statunitense. Egitto, Arabia Saudita e Sudan non hanno aderito, riducendo le capacità di questa coalizione di avere porti di supporto. È un fallimento dei tentativi degli USA di coprire il sostegno a Israele con una coalizione ampia. Un’altra scintilla per incendiare il Medio Oriente. Altro che non voler l’allargamento del conflitto. Si sta preparando la guerra all’Iran.

Egitto

Ha vinto Al-Sisi. Come previsto. Secondo l’Autorità elettorale egiziana l’affluenza è stata eccezionale, il 66,8% dei 67 milioni di aventi diritto. Oltre 36 milioni di voti sono andati al presidente in carica, una percentuale di voti che supera l’89%. Hazem Omar, leader del partito repubblicano del popolo è arrivato secondo con 4,5% dei voti.

Il rais rimarrà in carica fino al 2030, dopo aver guidato il paese dal 2013, in seguito al colpo di Stato contro il presidente della Fratellanza Musulmana, Mohammed Morsi; morto durante il periodo di carcerazione.

I due precedenti mandati di Al-Sisi sono stati caratterizzati da una repressione feroce. Nelle carceri egiziane ci sono 65 mila detenuti politici, oltre a migliaia di sparizioni forzate e soffocamento di ogni dissenso e libertà di espressione.

Anche in contesto economico il periodo di governo di Al-Sisi è stato un disastro: aumento del debito estero, inflazione alle stelle e svalutazione di oltre il 50% della moneta egiziana.

Notizie dal Mondo

Sono passati 21 mesi e 25 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

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Approfondimenti

A proposito di foto di guerra e di confronti pertinenti: I prigionieri palestinesi denudati ed esposti al mondo cosa vi ricordano? Qui

I bambini di Gaza mandano un video per il compleanno di Papa Francesco: Il video

Guernica: Flash Mob in solidarietà con Gaza: QUI.

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