La senatrice Segre ha ragione quando afferma che non si deve scusare per quel che fa Israele. Nessuno infatti lo ha chiesto neanche ai cittadini israeliani, figuriamoci se lo si chiede ad una cittadina italiana. La questione politica ed etica vera riguarda il “Mai più!”. Questo mai più è universale? Riguarda tutti i popoli oppressi? Oppure soltanto per alcuni sì e per altri no?

La carneficina in corso a Gaza per mano dell’esercito israeliano è soggetta al metro della lotta contro il rigurgito delle pratiche fasciste e naziste, di sterminio e di deportazione, oppure per ragioni di opportunità si chiude non un occhio ma tutt’e due? Questo è un ragionamento che vale per tutti i politici, per mettere in chiaro che il doppio standard non sarebbe una buona condotta. Basta misurare le divaricate reazioni sulle vicende drammatiche di Ucraina e Palestina.

Leggiamo sulla stampa in trincea che la senatrice Segre ha dato mandato al suo avvocato di fiducia per denunciare l’ambasciatora Elena Basile, colpevole di aver posto delle domande sui bambini palestinesi, sul massacro contro la popolazione civile a Gaza, massacro ancora in corso che ha visto oltre 11000 bambini uccisi e oltre 25000 feriti e alcune migliaia di mutilati. QUI

Gli ebrei di tutto il mondo non hanno colpe per quel che sta facendo il governo e l’esercito israeliani e nessuno è obbligato ad esprimere una posizione. Chi vuole rimanere indifferente è liberissimo di farlo. Ma noi siamo altrettanto liberi di pensarla come Gramsci.

Il pronunciarsi per un pensiero di vicinanza con le vittime tutte, anche quelle palestinesi, lo impone invece la carica istituzionale e l’impegno etico. I doppi standard non hanno mai creato una condizione di giustizia. “Lavarsi le mani dal conflitto tra i potenti e gli impotenti significa schierarsi con i potenti, non essere neutrali” (Paulo Freire)

Siamo contro ogni discorso dell’odio e contro ogni discriminazione. Per questo siamo preoccupati che a sostenere la senatrice Segre siano adesso gli ex fascisti, seguaci di un redattore della “Rivista della Razza” del 1938. è da lì che viene il pericolo dell’antisemitismo, della xenofobia e dell’islamofobia.

Nessuno si salva da solo! La nostra piena solidarietà all’ambasciatora Elena Basile, per quest’ennesima campagna dell’odio nei suoi confronti, da una stampa di regime che non ha scrupoli a fendere colpi bassi.

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