Durante la conferenza, tenutasi a Roma il 10 febbraio, dal titolo suggestivo Jin Jiyan Azadi Una filosofia della trasformazione della vita, in cui alcune splendide compagne, curde e non, ci hanno accompagnato nella scoperta di come il Confederalismo democratico guidato dalle donne sia una scienza che cambia il mondo nella sua radice e nel suo farsi, si è anche parlato di Ocalan, l’uomo che ha individuato nel patriarcato la base feroce del liberalismo economico e che per questo è considerato il più pericoloso dei terroristi. L’intervento di Laura Quagliolo, che trovate nel PDF allegato, spiega bene le condizioni di privazione in cui è tenuto il prigioniero politico Ocalan, lasciamo quindi a lei questo compito. A noi preme ricordare che, dal 2019 ad oggi, nessuno esterno al carcere ha potuto vedere Ocalan, non gli avvocati, no i medici e neppure i familiari. Sappiamo però che, 2019 appunto, su pressioni dell’opinione pubblica e degli avvocati di Ocalan, una delegazione europea ha avuto accesso al carcere di Imrali ma che, per volontà dello stesso Erdogan, è stato negato alla delegazione il diritto di rendere pubblica la situazione di vita e di salute n cui hanno trovato il prigioniero. Sappiamo però che il Comitato Europeo contro la Tortura, art.10 comma 2, avrebbe potuto superare l’aut aut di Erdogan e rompere il silenzio su un regime di detenzione illegittima e non l’ha fatto. In nome del rispetto che si deve alla dignità di ogni persona noi denunciamo questo silenzio. 

Silvana Barbieri

(dalla presentazione di Fonti di Pace)

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