di Farid Adly

“Il Comitato di Redazione di “Repubblica” prende le dstanze dalla pubblicazione avvenuta oggi, e voluta dalla direzione, dal titolo “Cari studenti, Israele non è un regime” a firma di Denis MacEoin; scritto risalente al 2011 di uno studioso deceduto nel 2022, sntrambi particolari non menzionati in pagina.

Siamo convinti che così facendo, decontestualizzando fatti e opinioni, non si stia facendo un buon servizio al giornalismo e alla credibilità di “Repubblica”. Questo è purtroppo l’ennesimo caso sconcertante che siamo costretti a denunciare, con l’unico scopo di salvaguardare collettivamente il nostro lavoro, la nostra professionalità e la nostra reputazione”.

Un fatto clamoroso! Un falso in piena regola. Un segnale del livello di disperazione dei sostenitori del genocidio israeliano a Gaza. Non sanno come difendere l’indiffendibile e ricorrono al falso. Come sapete, la verità detta a metà è una bugia piena. Si usa il nome di uno studioso britannico conservatore e nel suo blog aveva usato anche informazioni false pur di difendere il regime iesraeliano. Non è noto al grnade pubblico italiano; non solo, ma si nasconde il fatto che quello scritto risale ad anni fa, per l’esattezza al 2011 e lo stesso autore non è più con noi, ma scomparso nel 2022.

La lettera viene introdotta con questa frase che la attualizza: “Pubblichiamo una risposta di Denis MacEoin alla mozione presentata dall’Associazione studentesca dell’Università di Edimburgo per boicottare tutto ciò che è israeliano e in cui si afferma che Israele è governato da un regime di apartheid. Denis MacEoin è un esperto di affari del Medio Oriente. Ecco la sua lettera agli studenti”.

Il testo viene pubblicato nelle pagine della Cultura, su doppia pagina e con un richiamo in prima. Di fianco compare un “intervento” del direttore Maurizio Molinari, dal titolo: “Il seme dell’odio viene dal 7 ottobre”.

A leggere il testo non è sfuggito ai più accorti che l’autore non cita fatti recenti. Non parla della guerra a Gaza, non argomenta sulle accuse di genocidio per smantellarle, non risponde al Sud Afrcia che ha accusato Israele di Apartheid e genocidio e lo ha trascinato davanti alla Corte Internazionale di Giustizia e non accenna neanche all’annunciata inchiesta della Corte Penale Internazionale con il possibile mandato di cattura per Netanyahu, Gallant e Sinwar. Nulla di nulla, ma sarebbero argomenti importanti per uno studioso accademico come MacEoin.

Vista la capacità di resuscitare i morti, chi ha deciso di pubblicare quest’articolo dovrebbe recarsi a Gaza che di un mestiere così ce n’è veramente bisogno. Gli assassinati a Gaza in questi otto mesi di aggressione sono 151 al giorno. Il direttore Molinari farebbe una buona opera a resuscitare quei morti. Il quotidiano del gruppo Gedi (Agnelli-Elkann) poi, una voolta sgamato il gioco e apparse i primi commenti sui social e sui giornali rivali, ha tentato di cavarsela con una scusa, riducendo la figuraccia a “una svista”.

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