Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.
Direttore responsabile Federico Pedrocchi)
Per ascoltare l’audio di oggi, 15 dicembre 2023:
Rassegna anno IV/n. 348 (1235)
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Appello
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Le notizie:
Genocidio a Gaza
500 raids su obiettivi civili a Rafah, Khan Younis, Jebalia e la parte orientale di Gaza city. I bombardamenti delle 24 ore passate hanno toccato tutti i luoghi, da Rafah nel sud a Jebalia nel nord. Nella notte è stata colpita una scuola a Khan Younis causando 18 uccisi e un centinaio di feriti.
Le equipe di soccorso non sono capaci di portare a termine il loro lavoro a causa dell’intensità dei bombardamenti, particolarmente nelle ore notturne. Le ambulanze più volte sono state prese di mira dai caccia di Tel Aviv.
Secondo le agenzie dell’ONU, il 90% della popolazione di Gaza è sfollato e senza soccorsi nel sud della Striscia. È una deportazione sistematica verso il confine egiziano. Oltre alle bombe, la gente sta morendo di fame e di freddo. Tutta la zona nei dintorni di Rafah è un campo di tende improvvisate, fatte di fogli di plastica leggera. Israele impedisce l’ingresso degli aiuti necessari e le autorizzazioni sono con il contagocce.
In tutte le zone della Striscia, le comunicazioni di telefonia e Internet sono state interrotte, provocando la rottura dei contatti degli organismi internazionali di soccorso con i loro operatori.
La direzione dell’Ospedale Al-Ahly di Gaza city ha ricevuto l’ordine dell’evacuazione. Bombardati gli ingressi.
Scontri armati tra le truppe israeliane e combattenti palestinesi sono avvenuti quasi in tutte le località, in particolare nel nord, a Jebalia e Gaza city. La superiorità di fuoco israeliana non ha soffocato la resistenza contro l’occupazione, malgrado l’uso sproporzionato della forza contro la popolazione civile.
Diplomazia
Il consigliere per la sicurezza USA, Sullivan, in visita ieri in Israele, ha chiesto al Consiglio di guerra israeliano di concludere le operazioni militari entro settimane e non mesi. La risposta di Netanyahu è stata che la guerra continuerà. Washington è complice di questa guerra contro la gente di Gaza: le bombe che vengono sganciate sulla testa della popolazione civile sono di fabbricazione statunitense e tutte le chiacchiere sulla riduzione delle vittime civili sono parole al vento, per il consumo dell’opinione pubblica interna USA, perché la realtà è un’altra ed è sotto gli occhi di chi vuole vedere
Sullivan è stato a Riad prima di raggiungere Tel Aviv. La sua visita in Arabia Saudita è stata concentrata sulla libertà di navigazione nel Mar Rosso, ma non ha ricevuto soddisfazione alle richieste di impegno diretto dei sauditi contro gli Houthi. Washington ha minacciato gli Houthi di riaccendere la guerra in Yemen, in caso di continui attacchi contro le navi commerciali nello stretto di Bab Mandab.
Prigionieri
Netanyahu ha autorizzato il capo del Mossad a trattare per la liberazione dei prigionieri in mano di Hamas. Un messaggio che va in direzione opposta alle dichiarazioni trionfanti di guerra. Molti analisti, anche israeliani, sostengono che questa sterzata è stata imposta dall’andamento difficile nelle operazioni di terra, con molte perdite, e dal fallimento di operazioni militari per la liberazioni degli ostaggi.
Hamas risponde per bocca del suo rappresentante a Beirut, Hamdan, che non ci sarà nessuna trattativa prima della fine dei bombardamenti.
Ma qualcosa si sta svolgendo sotto il tavolo. Da Washington, il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale USA, John Kirby, ha affermato che la Casa Bianca è aperta a tregue umanitarie brevi per lo scambio di prigionieri. Fonti egiziane e qatariote affermano che sono in corso scambi di idee con le due parti, israeliana e palestinese.
Cisgiordania e Gerusalemme est
Dodicesimo assassinato a Jenin. Prima di ritirarsi, i soldati hanno sparato a sangue freddo ad un bambino di 12 anni disarmato, uccidendolo.
La devastazione delle truppe nella città ha toccato tutte le infrastrutture e non ha risparmiato neanche i luoghi di culto. I soldati di Tel Aviv hanno svolto cerimonie di preghiere ebraiche in una moschea di Jenin e hanno postato i video sui social, in sfida al rispetto per i luoghi di culto.
Le operazioni militari dell’esercito di occupazione, con rastrellamenti e devastazioni, hanno toccato tutte le città palestinesi della Cisgiordania. Nelle prime ore di stamattina, a Tulkarem, due giovani sono stati colpiti da pallottole mentre stavano lanciando pietre contro i soldati.
Nella città di Dora, a sud di Al-Khalil, sono state fatte esplodere con la dinamite due case di attivisti. A Balata, l’auto palestinese che trasportava due giovani della resistenza è stata colpita con un missile lanciato da un drone. È stato il secondo attentato contro auto palestinesi nella zona di Nablus.
Nel villaggio di Ourif, vicino a Nablus, quattro case sono state fatte esplodere con la dinamite. Un’operazione di punizione collettiva contro 4 famiglie parenti di un detenuto della famiglia Sabbah, da un mese sotto arresto amministrativo, senza accusa e senza processo.
Yemen
Un’altra petroliera costretta dai miliziani Houthi a cambiare rotta e entrare in un porto yemenita. La società londinese di gestione ha comunicato di aver ricevuto un SOS della nave che avvisava della presenza sulla nave di uomini armati e che sono stati costretti a cambiare rotta. Gli Houthi hanno informato che, in seguito al mancato rispetto dell’ordine di cambiare rotta verso il Capo di Buona Speranza, hanno lanciato due droni di preavviso. Non è chiaro se la nave sia stata colpita o meno.
Gli Stati Uniti stanno mobilitando diversi paesi nell’intento di creare un’alleanza per la protezione della navigazione internazionale nel Mar Rosso. La visita del consigliere per la sicurezza nazionale, Sullivan, in Arabia Saudita era destinata a questo obiettivo, ma da Riad sembra che abbia ricevuto un no, per non implicarsi di nuovo in un’altra guerra con gli Houthi e tensione con l’Iran.
Notizie dal Mondo
Sono passati 21 mesi e 21 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.
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