nbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
30 gennaio 2022 Buona Domenica!
Rassegna anno III/n. 029
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Vi presentiamo oggi la puntata numero 10 di “Echi dalla stampa araba”.
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I titoli
Sudan: Divieto di manifestare nel centro di Khartoum. Si teme un bagno di sangue nelle mobilitazioni di oggi.
Tunisia: I sindacati invitano al confronto tra tutte le forze politiche per uscire dalla crisi economica e sociale.
Israele-Emirati arabi Uniti: Il presidente Herzog in visita ufficiale ad Abu Dhabi.
Etiopia: Progressi nelle trattative indirette tra TLPF e governo di Addis Abeba.
Algeria-Francia: Prima telefonata tra Macron e Tabboune dopo mesi di cisi diplomatica.
Le notizie
Sudan
Mentre i comitati di coordinamento delle mobilitazioni popolari hanno deciso di organizzare oggi una grande manifestazione davanti al palazzo presidenziale, i capi militari hanno vietato qualsiasi concentramento o corteo nel centro della capitale. Si aspetta quindi una ennesima carneficina. Le organizzazioni sindacali e i partiti hanno confermato la partecipazione ed hanno respinto il divieto, definendolo illegale. La missione ONU in Sudan ha rivolto un appello alla giunta militare di non usare la violenza contro i manifestanti pacifici. Il vice presidente della giunta militare, Hamidati, ha detto che il paese è ad un bivio. Ha anche messo in guardia le forze politiche dal proseguire nel discorso di opposizione al ruolo delle forze armate. Hamidati è stato allevatore di cammelli e capo delle milizie Janjaweed che in passato avevano diffuso il terrore in Darfour, incorporate poi nelle forze di sicurezza con la denominazione “Forze di Pronto Intervento”.
Uno sfacciato sconvolgimento della realtà, perché sono i militari che dovrebbero mettere fine alla repressione degli attivisti politici e dei cittadini, che scendono in piazza a rivendicare i diritti per la libertà e l’uguaglianza.
Tunisia
L’Unione Generale dei lavoratori tunisini (UGTT) ha messo in guardia il governo e la presidenza della Repubblica dalle mancate soluzioni ai problemi economici e sociali, mentre la crisi finanziaria del paese sta precipitando. Per il mese di gennaio i dipendenti statali non hanno ricevuto ancora lo stipendio, creando disagi e difficoltà alle famiglie. Il segretario generale del sindacato Tboubi ha detto, in un intervento a Mednine, che l’unica soluzione alla crisi è un dialogo nazionale che coinvolga tutti i partiti, per riportare fiducia e cercare soluzioni condivise. Anche il sindacato dei giornalisti ha protestato contro le dichiarazioni sobillatrici da parte di ministri ed alti funzionari del governo contro i media, accusati di “tradimento”. Il sindacato giornalisti contesta l’oscuramento delle informazioni sulle attività del governo.
Israele-Emirati arabi Uniti
Il presidente israeliano Herzog è da oggi in visita negli Emirati Arabi Uniti su invito dell’erede al trono, Mohammed Ben Zaied. La visita era programmata per il 9 gennaio, ma è stata rinviata per motivi non chiariti. Si è parlato del problema Covid, ma per alcuni osservatori il rinvio era legato al rifiuto di Israele di fornire agli Emirati lo scudo anti aereo denominato “cupola di acciaio”, per difendersi dagli attacchi Houthi, che poi puntualmente sono avvenuti. La visita ufficiale odierna, secondo l’ambasciatore di Abu Dhabi a Tel Aviv, è per la partecipazione alla giornata nazionale di Israele all’EXPO di Dubai.
Etiopia
Il leader del Fronte Popolare per la Liberazione del Tigray (TPLF), Debertsion Gebremichael, ha dichiarato che le trattative tra il suo movimento e il governo di Addis Abeba stanno procedendo bene. “Vogliamo risolvere i problemi con il negoziato, – ha aggiunto – ma se sarà necessario il Fronte ha le capacità di proseguire la lotta fino alla realizzazione dei suoi obiettivi”. Le trattative sono indirette e si stanno svolgendo con la mediazione degli inviati africano e statunitense. La guerra in Tigray dura dal novembre 2020 ed ha causato molte sofferenze alla popolazione per l’impossibilità di far giungere gli aiuti umanitari internazionali a chi ne ha bisogno.
Algeria-Francia
Il presidente algerino Tabboune ha ricevuto una telefonata dall’omologo francese Macron, dopo lunghi mesi di rifiuto e di tensioni tra i due paesi. Nella chiamata i due presidenti hanno discusso delle questioni legate alla memoria storica della repressione francese nel periodo coloniale e le responsabilità di Parigi. Macron ha invitato Tabboune al vertice euro-africano che si terrà a Bruxelles il prossimo febbraio, sotto la presidenza francese. La crisi tra i due paesi è sfociata nel ritiro dell’ambasciatore a Parigi lo scorso ottobre fino all’inizio di gennaio. A scatenarla sono state le dichiarazioni di Macron sul periodo coloniale e le accuse all’attuale governo algerino, dicendo che: “vive di rendita sul discorso di odio contro i francesi”. Macron ha perfino elogiato il sistema coloniale con l’affermare che l’Algeria è nata come nazione soltanto dopo l’occupazione francese. Come ritorsione, Algeri ha chiuso lo spazio aereo di fronte ai voli militari francesi verso il Sahel. Misura tuttora in corso.
Echi della stampa araba n. 10
In questa rubrica riprendiamo in sintesi, ma fedelmente, opinioni, commenti ed editoriali apparsi sulla stampa araba, che valutiamo siano di un certo interesse per il lettore italiano.
La pubblicazione non significa affatto la condivisione delle idee espresse.
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