Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

27 febbraio 2022. BUONA DOMENICA

Rassegna anno III/n. 057

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Quarto giorno di guerra russa contro l’Ucraina. La resistenza a Kiev ha sorpreso i generali russi e la guerra potrebbe durare a lungo. Le potenze occidentali forniscono armi antiaerei e anti carro. Si teme un aumento vertiginoso dei profughi, forse fino a 5 milioni di persone.

Pubblichiamo un documento dell’ARCI: La Pace si costruisce giorno per giorno.

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I titoli

Yemen: Abbattuto caccia degli Emirati.

Sudan: Continuano le manifestazioni contro la giunta golpista.

Afghanistan: L’Università riaprono con poche donne e mancano gli insegnanti.

Iran: Una giornalista israeliana infiltrata nella cerchia della guida spirituale, Khaminei.

Iran: “Continuerà l’arricchimento dell’Uranio al 20%”.

Le notizie

Yemen

Il portavoce del Movimento Ansar Allah (Houthi) ha sostenuto che la contraerea dei ribelli ha abbattuto un caccia dell’aeronautica emiratina, nei cieli della provincia di Jauof. Il comunicato specifica inoltre che il razzo usato è di fabbricazione locale. La battaglia più cruenta è quella combattuta a Taez, dove l’offensiva dei governativi è stata affrontata con bombardamenti dei ribelli sui quartieri abitati. Un cecchino degli Houthi ha colpito una bambina di 12 anni alla testa, uccidendola.

Sudan

Le proteste popolari contro la giunta militare golpista sono incessanti e assumono sempre più vigore e determinazione. Anche ieri le principali città hanno visto manifestazioni partecipate, con migliaia di persone di ogni età, che chiedevano la fine del governo militare, la liberazione degli attivisti e politici arrestati ed un processo per gli assassini che hanno ordinato di sparare.

Afghanistan

Dopo sei mesi di chiusura, le università sono state riaperte. Sono ammesse anche le ragazze, ma con i vestiti tradizionali e il copricapo e in classi separate. Una ragazza di matematica ha raccontato ad una giornalista straniera che non è obbligatorio il burqa. Il problema serio è la mancanza di molti insegnanti, fuggiti all’estero per non sottostare al dominio dei fondamentalisti.

Iran

È una storia di spionaggio coperta da una missione giornalistica. Una donna israeliana di origine francese, Catherine Perez Shakdam, sposata con un uomo yemenita, è riuscita ad infiltrarsi nell’entourage della guida sciita ayatollah Khaminei. Si è presentata come una donna francese convertita all’islam sciita. Con le credenziali giuste ha potuto avvicinare la cerchia stretta della guida spirituale. A lei sono stati affidati articoli di analisi in lingua inglese per le riviste iraniane legate alle Guardie rivoluzionarie. Ha ottenuto la fiducia delle alte sfere del regime e veniva intervistata da PressTV e da altre riviste, in lingua persiana, vicine al potere dei mollah. In diversi suoi reportage appariva con i vestiti tradizionali iraniani e con il regolare copricapo. Tra i suoi colpi geniali l’intervista all’ultra conservatore, Ibrahim Raissi, allora candidato alla presidenza iraniana. Adesso che vive fuori dall’Iran, sulla stampa israeliana è stata rivelata la sua missione di spionaggio. Quando lo scorso novembre ha pubblicato per Times of Israel una rievocazione di quell’intervista, tutti i siti iraniani con i quali collaborava hanno cancellato i suoi articoli.

Iran 2

L’agenzia stampa governativa ha pubblicato le dichiarazioni del direttore dell’ente per l’energia nucleare, Mohammed Islami, secondo le quali Teheran continuerà le operazioni di arricchimento dell’uranio fino al 20%, anche dopo un’eventuale ripresa degli accordi del 2015. “Abbiamo arricchito l’uranio fino al 60% ed immediatamente le potenze occidentali sono corse verso il tavolo delle trattative”, ha commentato. Le trattative di Vienna hanno subito alti e bassi e dovevano concludersi entro la fine di febbraio, ma con la guerra in Ucraina in corso tutto slitterà. Non sarebbe il caso discutere con la delegazione russa di fine delle sanzioni all’Iran, mentre si preparano sanzioni ancora più pesanti contro Mosca.

Approfondimento

La pace si costruisce giorno per giorno

Franco Uda, Presidenza nazionale Arci

La manifestazione di questo sabato a Roma e quelle che, fin da ieri e per tutto il fine settimana, sono state organizzate in moltissime città d’Italia, sono l’esito di un percorso molto articolato che l’ARCI ha fatto in seno alla Rete Italiana Pace e Disarmo, fatto di webinar di approfondimento, di documenti di analisi profonda, di una rete di relazioni che abbiamo capitalizzato in tantissime adesioni, al documento e alla mobilitazione.

Abbiamo consapevolmente scelto di andare oltre l’emergenza – durante la quale possiamo solo sperare di limitare i danni – perché la pace si costruisce giorno per giorno, con iniziative di solidarietà internazionale, con progetti di cooperazione all’estero, con campagne di sensibilizzazione dell’opinione pubblica.

E la nostra mobilitazione non si fermerà a questo fine settimana: abbiamo l’obbligo morale e politico di ridare voce alle cittadine i cittadini che non ci stanno, e questo siamo intenzionati a fare finché il fuoco della guerra sarà spento.

https://www.arci.it/la-pace-si-costruisce-giorno-per-giorno/

Echi della stampa araba n. 12

In questa rubrica riprendiamo in sintesi, ma fedelmente, opinioni, commenti ed editoriali apparsi sulla stampa araba, che valutiamo siano di un certo interesse per il lettore italiano.

La pubblicazione non significa affatto la condivisione delle idee espresse.

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