Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

23 maggio 2022.

Rassegna anno III/n. 142

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88 giorni di guerra russa contro l’Ucraina. Bombardamenti su Kharkiv. I russi annunciano un referendum per il Donbass. Il Pentagono valuta l’invio di forze a difesa dell’ambasciata a Kiev.

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Titoli

Palestina Occupata: Il tribunale militare israeliano condanna a 5 anni i detenuti palestinesi fuggiti dal carcere di Gilboa.

Iran: Assassinato a Teheran un alto ufficiale delle Guardie Rivoluzionarie.

Siria: L’ONU spera che l’amnistia aiuti gli sforzi diplomatici per le trattative di Ginevra tra governo e opposizione.

Giordania: Uccisi in uno scontro a fuoco al confine siriano 4 contrabbandieri di droga.

Afghanistan: Le presentatrici televisive costrette a coprire il viso davanti alle telecamere.

Le notizie 

Palestina Occupata-Israele

Il tribunale militare israeliano ha condannato 5 dei sei detenuti palestinesi fuggiti, lo scorso settembre, dal carcere di Gilboa. Le condanne sono di 5 anni, con la sospensiva di periodi da 8 mesi a 3 anni, più una somma pecuniaria di 5 mila Shekel. Il sesto detenuto politico palestinese, Zubaidy, capo del gruppo, ed altri 5 accusati di attività di sostegno, saranno processati nei prossimi giorni.    

In Israele, la deputata del Meretz, Zoaby, dopo un chiarimento con il ministro degli esteri, Lapid, ha deciso di tornare nella coalizione, salvando il governo dalla dissoluzione. Zoaby aveva dichiarato la scorsa settimana la sua protesta per la repressione a Gerusalemme contro il funerale della giornalista Shireen Abu Aqile. Il suo passo indietro è stato voluto anche da diversi rappresentanti delle comunità dei palestinesi cittadini di Israele. Lapid ha rilasciato dichiarazioni distensive, per tenere incollati i cocci della coalizione di governo, che in realtà l’unico punto che li unisce è l’opposizione al ritorno dell’ex premier Netanyahu.

Iran

Un alto ufficiale delle Guardie Rivoluzionarie, colonnello Hossan Sayyad Khodayi è stato assassinato in auto, mentre stava facendo ritorno a casa nel centro della capitale. Due sicari su una moto di grossa cilindrata gli hanno sparato a bruciapelo, da una pistola con silenziatore, uccidendolo all’istante. I sospetti della stampa iraniana cadono sui servizi segreti israeliani, ma non ci sono conferme ufficiali da parte delle autorità di Teheran. Poche ore prima della pubblicazione della notizia dell’assassinio di Khodayi, le Guardie della Rivoluzione avevano annunciato lo smantellamento di una rete spionistica che lavorava a favore di Israele.  

Siria

L’inviato speciale ONU per la Siria, Geir Pedersen, ha espresso soddisfazione per il decreto di amnistia che il presidente Assad ha emesso all’inizio di maggio. Dopo l’incontro con il ministro degli esteri Miqdad, il diplomatico internazionale ha detto che presto ci saranno altri che usufruiranno dell’amnistia. “Questo crea un clima di fiducia, che sicuramente aiuterà nel prossimo round di negoziati a Ginevra sulla Costituzione”, ha dichiarato Pedersen. L’amnistia annunciata è stata più ampia rispetto alle precedenti e riguarda tutti i siriani accusati o condannati per terrorismo, a condizione che non abbiano compiuto omicidi. Fonti giornalistiche parlano di 1142 detenuti già liberati e il procedimento, anche se a rilento, va avanti. Un portavoce del Ministero della Giustizia ha affermato che gli interessati sono migliaia.

Giordania

L’esercito giordano ha ucciso 4 trafficanti di droga al confine con la Siria, mentre stavano tentando di attraversare la frontiera illegalmente. Sono state confiscate grandi quantità di pasticche di captagon e tramadol, oltre a migliaia di panetti di hashish. La banda era armata di mitra Kalshnikov e nello scontro a fuoco sono rimasti feriti altri passatori, mentre un gruppo è riuscito a far ritorno in territorio siriano e fuggire. La produzione e traffico di droga è diventata una delle attività criminali più redditizie, con mercati in tutti i paesi del Golfo.  

Afghanistan

Le giornaliste tv, dopo un giorno di protesta contro l’imposizione di coprire il viso, hanno dovuto soccombere al diktat dei taliban. Ieri si sono presentate in video rispettando le restrizioni, pena il licenziamento. Durante l’unico giorno di protesta, le presentatrici sono apparse in video con il volto scoperto, ma i capelli avvolti da un foulard. Oggi invece hanno lasciato scoperti soltanto gli occhi. Da quando sono ritornati al potere a Kabul, lo scorso agosto, i taliban hanno introdotto sempre di più restrizioni nella vita privata delle donne, limitando la loro uscita di casa.

Approfondimento

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a cura di Francesca Martino

In questa rubrica riprendiamo in sintesi, ma fedelmente, opinioni, commenti ed editoriali apparsi sulla stampa araba, che valutiamo siano di un certo interesse per il lettore italiano.

La pubblicazione non significa affatto la condivisione delle idee espresse.

Il Sudan sull’orlo del collasso

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1 commento

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