Questa è la seconda puntata della rubrica “Finestra sulle Rive Arabe”, a cura di un gruppo di arabisti. L’articolo odierno è di Jolanda Guardi.

Copertina

Muḥammad Muḥammad az-Zuwāwī at-Tarhūnī, Antum!!! Iğtima‘iyyāt… siyāsiyāt. Malā‘ib ar-rīša. Ar-riyāḍ al-ḫaṣṣ: Rio de Janeiro 1996.

Riscopro nella mia biblioteca questo libro dal formato inusuale (40×26 cm) e perciò nascosto sotto altri libri e, sfogliandolo, mi viene in mente che anni fa avevo commentato alcune sue vignette a un convengno. Mi piace riproporle per due motivi: il primo è che sono state disegnate tra il 1973 e il 1996 e che raccontano con vena ironica la società libica di quegli anni e il secondo è che quelle che ho scelto mi paiono ancora attuali (ho tralasciato quelle politiche riferite agli avvenimenti di quegli anni come a esempio la questione del petrolio).

Abituati come siamo a sentir parlare di paesi arabi solamente quando si tratta di fatti di sangue, non li consideriamo in grado di fare letteratura se non come testimonianza o, in ogni caso, sembra che, forzatamente, una società perennemente in evoluzione anche sofferta, possa produrre esclusivamente una letteratura cupa, soffusa di un alone di tragedia e nella quale si respiri un’aria “pesante”. Le vignette e le caricature relative alla società e al mondo della cultura e della politica nei paesi arabi, invece, sono molto diffuse. Una modalità espressiva che svolge un ruolo importante in una società dove spesso la gerarchia pesa, esalta chi sta in basso e sminuisce chi sta in alto, creando così un equilibrio e permettendo l’espressione del dissenso anche a chi socialmente non ha voce.

Il disegnatore libico Muḥammad Muḥammad az-Zuwāwī at-Tarhūnī, nato nei pressi di Bengasi nel 1936, è stato una delle penne più note il Libia e non solo. Dopo aver lasciato gli studi per motivi famigliari, comincia a lavorare come disegnatore nel 1961. Nel 1963 è redattore e disegnatore presso la Mağallat al-idā‘a di Tripoli, dove pubblica la sua prima caricatura. Nel corso degli anni lavora per diverse riviste oltre a pubblicare quotidianamente le sue vignette su Aṯ-ṯawra. Ha pubblicato due raccolte di vignette, Al-wajh al-ahar (L’altra faccia della medaglia) che raccoglie i lavori dal 1966 al 1972 e Antum!!! Iğtima‘iyyāt… siyāsiyāt (Vignette su politica e società) che raccoglie le opere dal 1973 al 1996 e dal quale sono tratte le vignette che seguono. Si è anche occupato di film di animazione producendo cartoni animati della durata di oltre 50 minuti. Ha esposto le sue opere e ricevuto premi sia in Libia che all’estero. È deceduto nel 2011 per un improvviso attacco di cuore mentre stava disegnando…

Nella prefazione al volume, ‘Alī Fahmī Ğāšim afferma che la missione dell’autore è “sollevare il velo delle cose che sono nascoste” e utilizza il verbo “scrivere” per commentare l’opera di Az-zuwāwī perché, afferma, “le tavole di Az-zuwāwī sono racconti, novelle, romanzi e opere teatrali. Sono come righi musicali su cui la penna pone colori come melodie” (p. 1). L’impegno sociale dell’autore, lo svelare le cose nascoste, è sottolineato dalla citazione di Gorki posta all’inizio del volume: “Voi artisti, da che parte state?” (p. 9).

اكتشاف صوت نسائي جديد…

Al-fağr al-ğadīd. 1974.

Nelle vignette di Az-zuwāwī largo spazio occupa il infiṣāl, la separazione fra i sessi, su due piani: l’ironia nei confronti di tradizioni considerate da superare, ma ancora fortemente radicate nella società e l’ipocrisia dell’uomo relativamente a questi aspetti. In questa vignetta, a esempio, il cui titolo è “La scoperta di una nuova voce femminile”, la registrazione della voce della cantante, l’accompagnamento musicale e la trascrizione del testo del brano, avvengono da dietro una porta.

بدون تعليق

Un altro problema sentito nei paesi arabi è lo sforzo economico che le famiglie devono compiere in occasione del matrimonio delle figlie e dei figli per adempiere a tutte le attività previste dalla tradizione e che vengono compensate, di ritorno, dal consenso sociale. In questa vignetta il futuro sposo viene letteralmente “strizzato” dai genitori della sposa e il suocero tiene in mano una lunghissima “lista delle spese di matrimonio”.

L’idea preconcetta che la donna abbia come ambito a lei proprio la casa e che non conosca le cose del mondo è talmente radicata che spesso persiste anche contro una realtà che smentisce tale idea. Nella vignetta un uomo, parlando con la moglie, afferma (1): “Questo si chiama kalashnikoff… non è cosa adatta alle donne…”. Ma la moglie prontamente risponde, estraendo un modello di arma più avanzato e potente: (2) “E questo come si chiama Si Hağğ?” Della serie: le apparenze ingannano.

يا سلام على تحرّر المرأ اللي يقولوا عليه

La tradizione vuole che la donna sia coperta e non visibile per sottrarla allo sguardo maschile, e proprio il maschio che dovrebbe essere il “guardiano” di questo comportamento è anche però colui che vive la contraddizione. Il testo afferma: “Che Dio benedica la liberazione della donna di cui parlano”

Al contempo, e sempre per una sorta di ipocrisia, la censura è presente (ancor oggi) specialmente sui canali televisivi…

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