Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

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Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

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Rassegna anno IV/n. 356 (1243)

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Appello

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Le notizie:

Genocidio a Gaza

Ancora bombardamenti aerei e con l’artiglieria contro i quartieri abitati da civili in tutta la Striscia di Gaza. A Khan Younis sono state colpite abitazioni uccidendo decine di donne e bambini. Il ricovero dei feriti è stato ostacolato dalle bombe contro le ambulanze e l’ingresso dell’unico ospedale. Anche Rafah è stata presa di mira dai caccia di Tel Aviv. Sono state decimate completamente due famiglie allargate. A Jebalia, l’esercito ha compiuto una carneficina in una scuola dove si erano rifugiati gli sfollati. I soldati sono penetrati nella struttura e hanno sparato contro chiunque incontravano, gente disarmata e con le mani alzate come hanno raccontato i superstiti.

La Mezzaluna rossa palestinese di Jebalia ha denunciato la sparizione forzata di un centinaio di donne e bambini che l’esercito aveva recluso in un androne dell’ambulatorio, svuotato giorni fa da personale e malati maschi. Allora i soldati avevano deportato verso una zona ignota gli uomini al di sopra di 16 anni.

A Beit Lahia l’esercito israeliano ha raso al suolo qualsiasi costruzione rimasta in piedi dopo i duri bombardamenti, ha distrutto con i bulldozer le strade e le infrastrutture come acquedotto e fognature. Dopo il ritiro dei soldati, i superstiti, che hanno fatto il primo sopralluogo, si sono trovati di fronte ad una realtà scioccante: per le strade vicino all’ospedale pediatrico si trovavano per terra decine di corpi di donne incinte, uccise con una pallottola e tra le mani tenevano uno straccio bianco in segno di resa. Un massacro di stampo nazista.

La stampa israeliana parla di una terza fase dell’offensiva dell’esercito a Gaza. Riduzione della presenza a terra in molte parti della Striscia, bombardamenti intensi e creazione di una “fascia di sicurezza” israeliana alla barriera di demarcazione profonda da 2 a 4 km, cioè l’annessione di un terzo dell’attuale area della Striscia di Gaza. Per realizzare questa fascia, l’esercito ha demolito ieri con la dinamite centinaia di costruzioni palestinesi ad est di Gaza city.

ONU

Dopo 7 rinvii, il Consiglio di Sicurezza ha approvato una risoluzione per l’aumento degli aiuti umanitari a due milioni e mezzo di civili assediati dall’esercito israeliano. La risoluzione è stata svuotata dalla sua possibile applicazione pratica, perché non prevede un cessate il fuoco. Washington ha minacciato di bloccare la risoluzione in caso di mantenimento della richiesta di un cessate il fuoco. Una mozione di modifica avanzata dalla Russia è stata bloccata infatti dal veto USA. Lo stesso segretario generale Guterres ha rilevato che in mancanza di un cessate il fuoco sarà difficile far arrivare gli aiuti con i camion sotto i bombardamenti, come avvenuto qualche giorno fa al valico di Karem, quando era stato ucciso il direttore palestinese del valico con un missile lanciato da un drone israeliano.

  Oxfam

Il Rapporto sulla classificazione integrata delle fasi della sicurezza alimentare (Ipc), lancia l’allarme sul rischio di carestia con la prosecuzione del bombardamento israeliano e del blocco all’ingresso degli aiuti a Gaza. Paolo Pezzati, portavoce di Oxfam Italia per le crisi umanitarie, ha dichiarato: “Lasciare la popolazione di Gaza senza acqua e cibo è un atto premeditato e costituisce un crimine di guerra del Governo israeliano. La catastrofe umanitaria in corso è la prova inconfutabile che gli attacchi di Israele hanno portato al collasso il già fragile sistema alimentare nella Striscia”. Secondo Pezzati, “il 90% della popolazione, pur salvandosi dagli attacchi, potrebbe morire di fame”. Il portavoce di Oxfam sostiene che “senza un immediato cessate il fuoco e un massiccio ingresso di aiuti, Gaza non potrà che finire nella morsa della carestia. È inconcepibile che nel 2023 la fame venga usata come arma di guerra contro donne, bambini, neonati, anziani e persone malate. L’orrore provato da ogni madre incapace di nutrire il proprio figlio è l’orrore che tutta Gaza oggi sta vivendo”.

Prigionieri

Di fronte alle continue dichiarazioni dei politici e militari israeliani sul proseguimento dell’offensiva militare a Gaza, Hamas ha chiuso le porte alle trattative per lo scambio di prigionieri. “L’accordo di scambio può essere raggiunto, ma non senza un cessate il fuoco duraturo e la fine di questa guerra contro il popolo palestinese”, ha detto ad un’emittente tv satellitare araba Husam Badran dell’ufficio politico dell’organizzazione.

Cisgiordania e Gerusalemme

Rastrellamenti con invasioni massicce di truppe in assetto di guerra sono avvenuti ieri a Betlemme, Qalandia, Jenin, Ariha e El-Khalil. Decine di arresti tra gli attivisti. Le operazioni a Jenin sono ancora in corso anche stamattina e il campo profughi della città è tuttora assediato.

A Gerusalemme, nella zona di Wadi el Joz, confinante con la moschea Al-Aqsa, le truppe di occupazione hanno arrestato diversi fedeli ed aggredito la preghiera del venerdì nei pressi della moschea con l’uso delle unità a cavallo, lancio di lacrimogeni e getti di idranti con acque putride.

Libano

L’esercito israeliano ha annunciato di aver intercettato un drone proveniente dal territorio libanese. Altri missili di Hezbollah hanno colpito una caserma nel nord Galilea causando la morte di un soldato e il ferimento di un altro. L’aeronautica di Tel Aviv ha bombardato tutte le località libanesi di frontiera. Sono state colpite duramente le città di Naqura, Aita Shaab e Rabb Thalathin. Un’escalation lenta ma costante che non ammette nessuna prospettiva di un accordo per la fine delle ostilità. Israele minaccia di ridurre il Libano come Gaza. Usa e Francia hanno mediato con il governo di Beirut per raggiungere un accordo che impone le richieste israeliane, ma Hezbollah si è opposto, rivendicando la liberazione dei territori libanesi sotto occupazione israeliane.

Curdi/Siria

Attacchi incrociati dell’esercito turco e dei jihadisti di Daiesh contro i combattenti e i funzionari dell’autonomia curda nel nord della Siria. Due attacchi con droni turchi hanno colpito a Manbij e Hasaka. Nel primo caso sono stati registrati soltanto danni alle abitazioni, ma nel secondo sono stati assassinati due combattenti delle Forze democratiche siriane. La loro auto è stata centrata da un missile lanciato dal drone. Dallo scorso giugno, le forze turche hanno compiuto nel nord della Siria 27 attacchi con droni.

A Deir Azzour, una cellula armata di Daiesh ha preso di mira la sede del consiglio dell’autonomia. È rimasto ferito un custode. Il gruppo è riuscito a guadagnarsi la fuga su una moto di grossa cilindrata. Le attività militari di Daiesh nella zona curda nel nord est della Siria, nel 2023, sono state 165 provocando la morte di 120 persone, in maggioranza civili.

Notizie dal Mondo

Sono passati 21 mesi e 29 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Droni russi hanno colpito diversi palazzi d Kiev.

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Approfondimenti

A proposito di foto di guerra e di confronti pertinenti: I prigionieri palestinesi denudati ed esposti al mondo cosa vi ricordano? Qui

I bambini di Gaza mandano un video per il compleanno di Papa Francesco: Il video

Guernica: Flash Mob in solidarietà con Gaza: QUI.

Per Ocalan. Pensieri che spezzano le sbarre: non potete imprigionare le idee!
  • [Finestra sulle Rive Arabe] Tra sogno e incubo, alcuni aspetti della narrativa fantastica egiziana contemporanea. QUI

1 commento

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