Dalla pagina social Ultimo giorno di Gaza, un appello di Paola Caridi, Claudia Durastanti, Micaela Frulli, Giuseppe Mazza, Tomaso Montanari, Francesco Pallante, Evelina Santangelo, che ha avuto in pochi giorni centinaia di adesioni. Anbamed aderisce.

#ultimogiornodigaza#gazalastday
Il 9 maggio è la Giornata dell’Europa: ma è anche l’ultimo giorno di Gaza. Perché il tempo sta finendo, per questa terra nostra. Questa terra del Mediterraneo, il mare che ci unisce.
Per questo, in quella giornata in cui ci chiediamo chi siamo, vi chiediamo di parlare di Gaza, di farlo ovunque vorrete. E di farlo, tutte e tutti, sulla rete: su siti, canali video, social. E sempre con l’hashtag #GazaLastDay, #UltimogiornodiGaza.
Senza il mondo Gaza muore. Ed è altrettanto vero che senza Gaza siamo noi a morire. Noi, italiani, europei, umani.
Per rompere il silenzio colpevole useremo la rete, che è il solo mezzo attraverso cui possiamo vedere Gaza, ascoltare Gaza, piangere Gaza. Perché possano partecipare tutte e tutti, anche solo per pochi minuti. Anche chi è prigioniero della sua casa, e della sua condizione: come i palestinesi, i palestinesi di Gaza lo sono. Perché almeno stavolta nessuna autorità e nessun commentatore allineato possa inventarsi violenze che occultino la violenza: quella fatta a Gaza.
Sulla rete, e non solo. Per chi vuole mettere in rete ciò che succede nelle piazze e nelle comunità che si interrogano, assieme, su come fermare la strage.
Con la consapevolezza che noi siamo loro. E che a noi – italiani ed europei – verrà chiesto conto della loro morte. Perché a compiere la strage è un nostro alleato, Israele. Per ripudiare l’Europa delle guerre antiche e contemporanee, per proteggere l’Europa di pace nata da un conflitto mondiale, esiste un solo modo: proteggere le regole, il diritto, e la giustizia internazionale. E soprattutto guardarci negli occhi, e guardarci come la sola cosa che siamo. Umani.
Aggiungiamo tutte le parole che vorremo usare all’hashtag #ultimogiornodigaza#gazalastday.
Senza scomunicarne nessuna, senza renderne obbligatoria nessuna. Per chiamare le cose con il loro nome.
Ora è il momento di costruire una rete di senza-potere determinati a prendere la parola. E il 9 maggio è la prima tappa di una strada assieme.
Perché la strage, perché il genocidio, abbiano fine. Ora.
Paola Caridi, Claudia Durastanti, Micaela Frulli, Giuseppe Mazza, Tomaso Montanari, Francesco Pallante, Evelina Santangelo
(è una lettera, una chiamata a raccolta, un modo per raccogliere – appunto – il senso di impotenza e di disagio che ci accompagna da un anno e mezzo. Domani metteremo qui in ordine alfabetico i nomi delle persone, delle amiche e degli amici, che hanno deciso di firmare questa lettera assieme a noi)
ecco il kit delle cose da fare:

È un’iniziativa bellissima.
Farò partecipare anche i miei alunni.
Impedire l’ arrivo di ogni forma di aiuto e ridurre un popolo alla fame è una pugnalata al cuore dell’ essere umano, è rivivere gli orrori dei campi di sterminio… È un dovere di tutti gridare BASTA, SALVIAMO quelle donne, uomini e bambini che hanno avuto la sorte avversa di nascere lì..
Brava Marta, anche i bambini devono sapere che nel mondo non tutto è gioco e divertimento e che tanti bambini come loro stanno morendo senza sapere perché. Devono sapere che nel mondo c’è tanto dolore e tanta ingiustizia e che spetterà a loro quando saranno grandi lottare perché tutto ciò non si ripeta più.
Bellissima e necessaria iniziativa; grande prof Montanari!!
Propongo uno sciopero umanitario nazionale. Lo so che non si è mai fatta una cosa del genere, ma nessuno poteva immaginare di assistere ad un massacro in diretta, con il bene placido di tutto l’occidente.
Non so come possa essere organizzato ma mi sembra un’idea eccellente
Mi attivo. Grazie è davvero una grande iniziativa.
È un dolore immenso come persona vedere la sofferenza dei bambini,donne uomini ……..l’umana pietà dove è
Bella iniziativa…….da seguire….
Grazie per l’iniziativa con la speranza che possa servire ad alleviare il dolore del popolo palestinese e la nostra angoscia per il genocidio in atto
Non sono collegato a nessun social. Comunico con mail e whatsapp. Ho fatto girare questo messaggio ieri prima di aver appreso in TV da Montanari dell’appello, che ho successivamente allegato al mio.
NON UN MINUTO DI PIÙ.
Vi ricordate il caso del poliziotto che soffocò George Floyd schiacciandogli il collo con un ginocchio? Ora Israele sta soffocando i palestinesi togliendo loro acqua e cibo. Se una nave si azzarda ad avvicinarsi a Gaza con gli aiuti la colpiscono con i droni. Tutti i giorni i telegiornali ripetono che Gaza è vicina al collasso. Vogliamo aspettare senza far niente che il collasso si compia come nel caso di Floyd con lo strangolamento?
Ora finalmente il Prof. Montanari ha lanciato con altri un appello che allego di seguito. Non c’è più tempo. Bisogna fare il possibile perché circoli. L’inerzia oggi equivale all’indifferenza. Quello che accade è doppiamente spaventoso perché nessuno di quelli che potrebbero fare qualcosa batte ciglio.
Ciò che Israele sta facendo contro Gaza è inumano, e uso un eufemismo. Bloccare gli aiuti umanitari non fa parte del genere umano.
Uno sciopero umanitario come propone Leonardo Alagna sarebbe indubbiamente un messaggio estremamente forte in questo momento!!!
Bella iniziativa per dire basta allo sterminio di un popolo e alla distruzione delle loro case e del tessuto sociale millenario. Palestina libera e palestinesi liberi ne loro stato. Sempre con loro.
Impossibile distogliere lo sguardo dall’abominio che sta accadendo. Spero che questa, come tutte le altre iniziative sorte dal basso per far aprire gli occhi dell’Europa sulla realtà di Gaza, non resti un grido impotente.
C’è un silenzio assordante e complice dei governi e della stampa, mi sento impotente e complice. Grazie per questo “rumore umanitario” che avete promosso, ma l’arma più forte rimane il voto libero e consapevole di tutti e di ciascuno.
LETTERA APERTA A URSULA
VON DER LEYEN, presidente
della Commissione europea
Gentilissima signora Von der Leyen, mi permetto
di rivolgermi a lei in qualità di cittadino
italiano ed europeo, avendo però anche radici
nella terra più contesa al momento, la Palestina.
Non sono integralista, nemmeno antisemita,
sono arabo, palestinese di fede cristiana, cresciuto
anche attraverso studi misti cristiano-musulmani e
laici. Sono 41 anni che vivo e lavoro in Italia, dove
sono cresciuto e maturato attorno ai valori fondanti
dell’Unione europea: la pace, la solidarietà, il diritto e
la legalità internazionale.
Onorevole Von der Leyen, la mia sofferenza, la mia
confusione, la mia rabbia e il mio dolore di fronte a
quello che sta accadendo nella mia terra natale, la Palestina,
è immenso, indescrivibile. E il suo silenzio è
assordante.
Don Giuseppe Dossetti, monaco e padre costituente
della nostra Repubblica, sosteneva che “in certi
contesti il silenzio è complicità”. Lei vede le stragi e i
massacri che si consumano a Gaza e in Cisgiordania?
Cosa devono fare i palestinesi per essere ascoltati e
per avere un posto nel mondo, signora Von der Leyen?
Mi permetto di chiederle come si sarebbe comportata
se i palestinesi avessero ucciso circa 150mila
israeliani nell’arco di un anno, se avessero ucciso 208
giornalisti, avessero distrutto l’80% di ospedali, università,
centri culturali israeliani, se avessero distrutto
e profanato i cimiteri e le sinagoghe. Se i palestinesi
avessero raso al suolo intere città, bruciando i bambini
vivi, se avessero reso 37mila bambini orfani di cui
17mila da entrambi i genitori, se avessero cancellato
dai registri anagrafici dei comuni centinaia di famiglie
israeliane. Se i palestinesi avessero bloccato il cibo,
l’acqua e medicinali facendo morire i bambini israeliani
di fame e di sete. Se i palestinesi avessero bombardato
gli ospedali israeliani, i soccorritori, le ambulanze
e gli operatori internazionali, se avessero bombardato
le sedi dell’Onu e l’Unrwa, uccidendo gli operatori internazionali,
se i palestinesi avessero ucciso in modo
mirato i sanitari, i professori universitari, gli scienziati
israeliani, se i palestinesi impedissero agli israeliani di
seppellire i loro morti lasciandoli per la strada in uno
stato di decomposizione, se i palestinesi costringessero
senza la minima pietà i bambini israeliani ricoverati in
ospedale a morire da soli nei letti piangendo e senza
nessun parente al loro fianco e decomponendosi nello
stesso posto, se i palestinesi avessero bombardato la
folla affamata dei cittadini israeliani radunati attorno
ai camion carichi di farina uccidendo donne, bambini
e anziani, se i palestinesi avessero bloccato i camion
carichi di aiuti umanitari destinati ai cittadini israeliani
rovesciando i sacchi di farina per terra per non farli
arrivare agli israeliani affamati, se i palestinesi organizzassero
delle manifestazione per bloccare gli aiuti
umanitari destinati agli israeliani affamati, se i cecchini
palestinesi facessero a gara tra di loro per vedere chi
può uccidere più israeliani degli altri, se i palestinesi
avessero violentato e abusato di medici israeliani, malati
e altri prigionieri con oggetti di metallo rovente e
bastoni, a volte violentandoli a morte, se i palestinesi
costringessero le donne israeliane a partorire ai posti
di blocco, a subire tagli cesarei o amputazioni di gambe
senza l’uso dell’anestesia, se i palestinesi costringessero
decine di migliaia di israeliani alla deportazione
forzata dai loro campi profughi, dai loro villaggi dopo
averli distrutti, come è accaduto a Jenin, Tulkarem e a
Betlemme, lei cosa avrebbe fatto?
Sicuramente accuserebbe i palestinesi di antisemitismo,
nonostante essi stessi siano semiti, ed etichettati
come terroristi, nonostante siano occupati militarmente
da oltre 60 anni.
L’elenco potrebbe andare avanti ancora, ma questo
è quello che i palestinesi in realtà vivono ogni giorno.
Vorrei ricordare a lei, onorevole Von der Leyen che
i palestinesi, qualche decina di anni fa, hanno fatto
entrare gli ebrei nelle loro case quando diversi paesi
europei hanno cercato di assassinarli e deportarli, e
quando quasi tutti gli altri li hanno respinti. I palestinesi
li hanno accolti, nutriti e assistiti, ed hanno condiviso
con loro la vita quotidiana.
Ma oggi, di fronte al genocidio e alla deportazione
forzata del popolo palestinese a Gaza e in Cisgiordania,
lei rimane in silenzio.
Onorevole Von der Leyen, questa generazione
mondiale finalmente ha visto e toccato con mano il
terrore che sta sopportando il popolo palestinese anche
per mano sua.
Onorevole Von der Leyen, io non smetterò mai di
credere nei valori fondanti dell’Europa, non smetterò
mai di credere nel diritto all’autodeterminazione dei
popoli, compreso il popolo palestinese. Mi chiedo se
lei ci crede veramente in questa Europa che rappresenta.
Una volta la storia veniva scritta dai vincitori, oggi
la scrivono i popoli, gli oppressi, i giovani. Saranno
loro che giudicheranno, i giovani e i popoli oppressi.
Cordialmente,
Milad Jubran Basir
giornalista italo-palestinese
(7 aprile 2025)
Grazie di cuore
Mi associo ai ringraziamenti per l’iniziativa! Concordo che l’arma più forte resta il voto consapevole di ciascuno, in ogni occasione e realtà.
Grazie a Tomaso Montanari ed altri per avere promosso questa iniziativa e per tenere alta l’attenzione su questo ignobile disastro umanitario. È deprimente vedere tutto questo senza possibilità di fare qualcosa, salvo pregare per tutto questo dolore e far girare via wats app la vostra iniziativa
Sostengo senza se e senza ma l’iniziativa, non si tratta di dover propendere in favore di un popolo anziché per un altro per ragioni di razza, religione o altro, questa è solo una questione di umanità di cercare di salvare degli inermi, dei deleleritti di tutte le età dalla sopraffazione da parte di un popolo che si ritiene eletto da Dio ma che dimostra una spietatezza che mette in crisi di identità il diavolo!
Governo Benjamin Nitanyahu con un gruppo fanatici ebrei fascisti e assassini che stanno
praticando le regole dei dieci piaghe di egitto che ordinava assassinare i primi geniti maschi e annientare gli animali ed ecc…in poco parole che era un ordine di genocidio quello che il governo dj destra israeliano sta faceno . Allievo sorpassa il maestro Aldof Hiltler.
Non posso aggiungere niente a quello già detto, sono inorridita.
Sono tedesca, il passato nazista era presente come storia dei genitori per me, per tutta la mia vita ho pensato “mai più”. E non credo neanche che siano le persone scampate al holocausto ad essere artefici di ciò che succede in Palestina, credo che sia la faccia nuda e cruda di un sionismo fascista e dei suoi protagonisti, di un imperialismo colonialista disposto a calpestare ogni diritto umano per raggiungere i propri obiettivi… E non dimentichiamo che hanno tanti alleati.
Concordo pienamente con la lettera di Basir
È un dolore immenso come persona vedere la sofferenza dei bambini,donne uomini ……..l’umana pietà dove è
Bella iniziativa…….da seguire….
Ma io propongo una marcia pacifista……in silenzio assoluto…….una marcia per un lutto nazionale…..perché penso che siamo a lutto……tutti…….
[…] #Editoriale #ultimogiornodigaza #gazalastday 9 maggio – L’Europa contro il genocidio. […]
E una cosa immonda vedere Donne Bambini e Anziani e tutti i Palestinesi morire ccome mosche affamati bombardati con droni e missili persona per persona cone fosse un video gioco, non riesco più a sopportare di vedere questa carneficina e questo fragoroso silenzio delllEuropa, Non una Voce. non una parola inclusa l’Italia. Davanti ad un massacro così raccapricciante, mi vergogno di appartenere a questa indifferente e complice Europa
[…] #ultimogiornodigaza #gazalastday è stata denominata l’azione di bombardamento del web con messaggi, foto, video, vignette, ecc… con l’hashtag in italiano e inglese. Per aderire e attivarti: clicca! […]