Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

21 febbraio 2022

Rassegna anno III/n. 051

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I titoli

Sudan: Un altro morto per le pallottole della polizia asservita ai golpisti.

Iran: Una lettera dei parlamentari al presidente Raissi pone le condizioni per la firma di un accordo sul nucleare.

Egitto: Si annuncia un altro caso Rushdie. Il giornalista Ibrahim Issa è sotto indagini per una trasmissione televisiva sul Corano.

Libia: Il premier incaricato ha scelto i suoi ministri. Si voterà la fiducia il 24 febbraio.

Iraq: Catturato un altro capo latitante dell’Isis.

Marocco: Visita della ministra dell’economia israeliana a Rabat.

Le notizie

Sudan

La polizia della giunta golpista ha usato di nuovo le armi contro le pietre dei manifestanti e ha sparato per uccidere: un giovane è morto in ospedale, in seguito ad una pallottola che lo ha colpito in testa. Le proteste sono contro il golpe del 25 ottobre condotto dal generale Burhan, per il ritorno ad un governo civile e il rilascio degli arrestati. Particolarmente partecipata è stata la manifestazione delle donne, a Khartoum, davanti al carcere femminile. Il paese è senza governo dalle dimissioni del premier Hamdouk, il 21 novembre 2021. Finora sono fallite tutte le mediazioni, per il rifiuto dei militari golpisti a cedere il potere ad un governo civile. Dal 25 ottobre, la polizia ha ucciso 82 manifestanti. Un prezzo altissimo pagato dalla popolazione che rivendica libertà e democrazia.

Iran

250 deputati iraniani, su un totale di 290, hanno firmato una lettera al presidente Raissi, che definisce le condizioni per la firma di un accordo con limitazioni allo sviluppo del nucleare iraniano.  I deputati chiedono che il governo di Teheran ottenga, prima della firma, delle assicurazioni certe che “non rimanga in campo la pistola puntata alla tempia, quella delle sanzioni, né quelle attuali, né possibili future”. A Vienna la delegazione di Teheran ha chiesto che ci sia un voto oppure un impegno del Senato Usa in tal senso e non soltanto una dichiarazione del presidente Biden, come aveva proposto la delegazione USA. Le trattative a Vienna proseguono, senza la partecipazione diretta di Washington, tra entusiasmi e delusioni.

Egitto

La procura del Cairo ha aperto le indagini contro il giornalista Ibrahim Issa, che nella sua trasmissione televisiva ha espresso dubbi sull’ascesa del profeta Mohammed verso il cielo, dopo un suo viaggio dalla Mecca a Gerusalemme in una sola notte. La vicenda è raccontata nel Corano ed è considerata uno dei miracoli dell’Islam. Molte interpretazioni storiche hanno considerato il viaggio simbolico, con l’anima e non con il corpo, “ma quelle salafite prevalenti, dice il giornalista, raccontano soltanto quella che serve a offuscare la ragione”. Si rischia di assistere ad un nuovo caso Rushdie, anche a causa dell’incitamento oscurantista che nega ogni dibattito razionale, in nome della presunta intoccabilità della versione letterale del libro sacro dei musulmani.

Libia

Il premier incaricato libico, Fathi Basha-Agha ha già scelto i suoi ministri. Il governo sarà composto da 27 dicasteri, con una spartizione su base regionale, ma i nomi saranno resi noti soltanto alla seduta del Parlamento, fissata per il 24 febbraio. Le rivelazioni trapelate indicano che il ministro della difesa sarà della regione meridionale Fezzan e, quindi, non sarà il generale Haftar, come sembrava probabile visto il sostegno che questi ha dato alla nomina di Basha-Agha. Questa rivelazione potrebbe essere un segnale di distensione con le milizie che controllano la capitale Tripoli. L’attuale governo Dbeiba continua a non accettare il passaggio dei poteri pacificamente e si nasconde dietro la frase: “Consegneremo il paese ad un governo eletto”. Elezioni che erano programmate per lo scorso 24 dicembre, ma che questo stesso governo non era riuscito a garantirne la sicurezza e sono state annullate.

Iraq

Le forze di sicurezza irachene hanno catturato un capo di Daiesh (Isis), da molto tempo latitante. Si chiama Mohammed Fares ed è considerato l’ufficiale di collegamento tra le cellule della provincia di Anbar e quelle del nord. L’operazione è stata condotta in collaborazione tra le forze federali e quelle della regione autonoma del Kurdistan. L’organizzazione estremista è stata sconfitta nel 2017 e non controlla più nessun territorio, ma le cellule clandestine sono operanti ed hanno compiuto atti terroristici con autobombe nelle città oppure contro le caserme dell’esercito nelle zone montagnose della provincia di Diyali, a nord est della capitale.

Marocco

La ministra dell’economia di Tel Aviv, Orna Barivai, è in visita in Marocco, “per la firma di importanti accordi economici”, come scrive la stampa israeliana. È la terza visita di un esponente del governo Bennett nel regno, dopo quella del ministro degli esteri, Lapid e quello della difesa Gantz. Lo scambio commerciale tra i due paesi è ancora limitato: nel 2021, è stato di 133 milioni di dollari. Barivai si è incontrata ieri con l’omologo, Riad Mazour. La stampa di Rabat non ha pubblicato la notizia.

In Marocco, in diverse città, si sono svolte ieri manifestazioni di protesta contro il carovita, in seguito all’aumento dei carburanti deciso dal governo. Sono state indette dalla Coalizione sociale, che raggruppa i partiti di sinistra. Sono state commemorate le vittime della rivolta del 20 febbraio 2011. Le parole d’ordine sono rimaste le stesse: “dignità del lavoro e lotta alla corruzione”.

Letture

il 3 marzo uscirà nelle librerie “Una persona alla volta”, di Gino Strada: un racconto appassionato delle sue radici, del suo lavoro, della nascita e dell’attività di EMERGENCY, una riflessione radicale sull’abolizione della guerra e sul diritto universale alla salute.

“Una persona alla volta” è il racconto in prima persona dell’impegno e delle esperienze che lo hanno condotto da giovane chirurgo di Sesto San Giovanni fino a Paesi lontani sconvolti dalla guerra, per seguire un’idea: i diritti sono di tutti o sono privilegi.

Per acquistarlo: Emergency shop

Approfondimenti

Turchia: appello per il rilascio immediato dell’avvocata Aysel Tuğluk

Grazie alla segnalazione dell’amica e compagna Silvana Barbieri pubblichiamo questo appello lanciato da un’associazione turco-tedesca di Berlino. I nostri lettori sono invitati a firmare la petizione tramite il link, in fondo all’appello.

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Echi della stampa araba n. 11

In questa rubrica riprendiamo in sintesi, ma fedelmente, opinioni, commenti ed editoriali apparsi sulla stampa araba, che valutiamo siano di un certo interesse per il lettore italiano.

La pubblicazione non significa affatto la condivisione delle idee espresse.

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