Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

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Rassegna anno IV/n. 358 (1245)

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Le notizie:

Genocidio a Gaza

20.424 morti fino a mezzogiorno di ieri.

Le stragi di Natale. Oltre 50 raids contro le case dei civili. In un solo attacco, il bombardamento sul campo Maghazi, un sobborgo di Gaza city, oltre 100 morti e un centinaio di feriti, molti dei quali gravi. Non si contano i dispersi seppelliti sotto le macerie. Il bombardamento serale ha impedito le operazioni di soccorso. Gli edifici colpiti sono stati rasi al suolo.

A Deir Balah, nel centro della Striscia, gli abitanti che hanno eseguito l’ordine dell’esercito israeliano di sfollare e lasciare i rifugi dove si trovavano, sono stati bombardati dai caccia e i droni, che hanno preso di mira i convogli di sfollati. I bombardamenti notturni continui hanno rallentato i soccorsi e in ospedale sono arrivati oltre 70 corpi, la maggior parte smembrati.

La Mezzaluna rossa palestinese ha chiesto alla Croce rossa internazionale di indagare per capire la sorte dei civili trucidati nel proprio ambulatorio a Jebalia, un sobborgo di Gaza city. L’Alta Commissione dell’ONU per i diritti umani nei territori palestinesi occupati ha pubblicato un comunicato molto preoccupato su altre notizie simili.  

La propaganda israeliana ha presentato la distruzione della moschea centrale di Gaza city come un’operazione contro i tunnel sotterranei. I proprietari delle case, che sono tornati a controllare la situazione dopo il ritiro delle truppe d’invasione, hanno svelato la bugia del portavoce dell’esercito. Ad essere demolite sono la moschea e le loro case. Non hanno visto resti di tunnel distrutti. Molti media internazionali compiacenti hanno bevuto acriticamente la versione di Tel Aviv.

Combattimenti durissimi tra miliziani palestinesi e forze di occupazione israeliane nel nord della Striscia ed a Khan Younis, nel sud. Brigate Qassam sostengono, in un video, di aver ucciso 48 soldati e ufficiali in un attacco contro un quartiere generale delle truppe d’invasione insediato in una palazzina diroccata. L’esercito israeliano ha diffuso immagini di un tunnel lungo 400 metri, nel quale sono stati rinvenuti i corpi di tre prigionieri israeliani.

ONU

Il Commissario speciale del Comitato ONU per i diritti all’abitazione, Balakrishnan Rajagopal, (vedi il suo profilo ONU), ha chiesto la creazione di un tribunale internazionale per i crimini compiuti a Gaza, se la CPI non aprirà in tempi brevi un’indagine su questi massacri e sfollamenti forzati della popolazione di Gaza. Ha sottolineato in particolare: “L’impunità istituzionale di cui gode Israele ha reso il suo operato sempre più grave, dove si ravvisano: occupazione militare, guerra di sterminio, crimini di guerra, crimini contro l’umanità e genocidio”.

Prigionieri

L’esercito israeliano ha comunicato di aver recuperato i corpi di tre ex militari prigionieri nelle mani di Hamas durante i bombardamenti dello stesso esercito.

Le tv pubbliche israeliane hanno trasmesso interviste agli ex prigionieri rilasciati negli scambi, avvenuti alla fine di novembre. Testimonianze importanti sulla condotta dei miliziani palestinesi guardiani improntata alla salvezza degli ostaggi durante la prigionia e sulla paura che avevano vissuto gli ostaggi durante i bombardamenti israeliani sulle case vicine. Una madre e sua figlia minorenne hanno raccontato: “Ci hanno permesso di svolgere attività sportiva, anche per distrarci dallo stress psicologico. Avevamo più paura dai bombardamenti del nostro esercito. Quando c’è stato uno di questi bombardamenti nella casa vicina alla nostra prigione, i guardiani ci hanno trasferito proteggendosi dalle schegge con i loro corpi”. La figlia ha voluto sottolineare che i guardiani non l’hanno mai toccata e non si sono mai avvicinati da lei. Altri testimoni hanno condannato la caduta dei valori di Israele: “Il nostro governo ha promesso di lavorare per la liberazione degli ostaggi, ma ha agito diversamente”. Un ragazzo ha raccontato che alla sua richiesta di ascoltare la radio in ebraico, i guardiani hanno risposto di sì. “Vivevamo nello stesso spazio, mangiavamo le stesse poche cose e non c’è mai stata nessuna violenza nei miei confronti, né fisica, né psicologica”.

Malgrado la drammatica situazione di prigionia ingiusta, queste testimonianze dimostrano la falsità della narrazione governativa israeliana e spiegano il divieto, imposto dall’esercito ai liberati, di qualsiasi contatto con i media.   

Israele

Il premier Netanyahu ripete tutti i giorni che questa guerra continuerà e non ci sarà nessuna tregua permanente fino al “Raggiungimento degli obiettivi”. Molti osservatori hanno letto in questa sua insistenza un tentativo di salvare la sua maggioranza, per coprire le trattative segrete in corso attorno alla proposta egiziana. Questa – secondo rivelazioni non ufficiali – prevede il ritiro delle truppe di occupazione dai centri abitati di Gaza, un cessate il fuoco per diverse settimane, lo scambio di prigionieri con la liberazione dei feriti e delle donne tra i militari prigionieri israeliani nelle mani di Hamas e Jihad islamica e il rilascio di detenuti politici palestinesi nelle carceri israeliane. Questo scenario è mortale per il governo Netanyahu a causa dell’opposizione dei partiti sionisti religiosi, che in caso di ritiro dal governo ne causano la caduta.   

Cisgiordania e Gerusalemme

Le truppe israeliane si sono ritirate dal campo profughi Ain Shams nella provincia di Tulkarem, e dal campo di Jenin, lasciando dietro di sé lutti e distruzioni. Le irruzioni militari nelle città e villaggi della Cisgiordania continuano trasformando la situazione in coprifuoco non dichiarato. Un esempio è il caso del villaggio di Burqa, vicino a Nablus, invaso di centinaia di soldati in carri armati e veicoli cingolati di trasporto truppe. Rastrellamenti casa per casa e arresti di decine di attivisti.

Il governo Netanyahu ha stanziato 21 milione dollari per sostenere la colonizzazione in Cisgiordania.

A Betlemme si è tenuta la preghiera di mezzanotte nella chiesa della Natività. Una preghiera triste dedicata ai martiri di Gaza. Nella piazza antistante vuota, il vicario alla presenza del patriarca di Gerusalemme ha lanciato un appello al cessate il fuoco e la fine del genocidio. Nessun albero di Natale, ma un’installazione dell’artista palestinese Tariq Salsa’ raffigurante una cartina di Gaza in metallo di colore grigio con uno squarcio a forma di stella e una madonna vestita di nero che sorregge il corpo di un bambino morto. “Lo squarcio a forma di stella è un segno di speranza che illumina i nostri giorni futuri”, ha dichiarato l’artista.

Dal Vaticano, il Papa ha detto: “Il mio pensiero è rivolto a Betlemme. La logica perdente della guerra nega il Natale”.

Libano

Si estende lo scontro alla linea di demarcazione tra Libano e Israele. Bombardamenti reciproci durante tutta la notte. Hezbollah ha annunciato la morte di un combattente in un raid aereo israeliano. Il comitato delle colonie nel nord Galilea ha deciso di non far ritornare gli sfollati israeliani fino alla fine dei combattimenti.

Le mediazioni di Stati Uniti e Francia per ridurre la tensione tra i due paesi sono fallite, a causa delle richieste di Tel Aviv di allontanare i combattenti di Hezbollah e dell’esercito libanese a nord del fiume Litani. Richieste rifiutate dal Libano.

Mar Rosso

Torna alta la tensione a Bab Mandab nel sud del Mar Rosso. I miliziani Houthi hanno denunciato che un loro drone di spionaggio è stato colpito da una nave di guerra statunitense nel Mar Rosso. Il Pentagono ha confermato, affermando che tre droni lanciati dal territorio yemenita sono stati intercettati ed abbattuti.

Iran ha comunicato a Washington di non essere responsabile delle azioni dei suoi alleati e che non esiterà a rispondere ad ogni eventuale aggressione israeliana.

Marocco

Decine di migliaia di persone hanno partecipato alla manifestazione di protesta contro il genocidio a Gaza e per la rottura delle relazioni diplomatiche con Israele. La manifestazione di Rabat è stata convocata dal Comitato di solidarietà con la Palestina formato da partiti di sinistra, sindacati e organizzazioni della società civile. I cartelli condannavano la politica degli Stati Uniti complice con l’aggressione israeliana.

Siria

In diverse località del nord est della Siria sotto l’amministrazione autonoma curda sono state svolte manifestazioni per chiedere la cessazione dei bombardamenti turchi sulla zona. Le proteste sono state organizzate simultaneamente a Raqqa, Qamishli, Deir Azzour e Kobane. Condanna dei crimini di guerra compiuti dalle forze occupanti in territorio siriano e richiesta di sanzioni internazionali per isolare gli aggressori e la creazione di una zona di interdizione del volo (No-Fly-Zone).

Notizie dal Mondo

Sono passati 22 mesi ed un giorno dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

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Approfondimenti

A proposito di foto di guerra e di confronti pertinenti: I prigionieri palestinesi denudati ed esposti al mondo cosa vi ricordano? Qui

I bambini di Gaza mandano un video per il compleanno di Papa Francesco: Il video

Guernica: Flash Mob in solidarietà con Gaza: QUI.

Per Ocalan. Pensieri che spezzano le sbarre: non potete imprigionare le idee!
  • [Finestra sulle Rive Arabe] Tra sogno e incubo, alcuni aspetti della narrativa fantastica egiziana contemporanea. QUI

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