Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

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Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

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Rassegna anno IV/n. 359 (1246)

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Le notizie

Genocidio a Gaza

81esimo giorno di aggressione israeliana sulla popolazione di Gaza.

20.645 morti e 54.536 feriti e oltre 17 mila dispersi fino a mezzogiorno di ieri.

Bombardamenti aerei su tutti i luoghi della Striscia. Jebalia nel nord è stata rasa al suolo è ancora sotto attacco. Sono stati colpite Khan Younis, Rafah, Bureij e Daraj, nel centro. Gaza city è sottoposta anche ai colpi dell’artiglieria.

Nella notte, è stata bombardata la sede della Mezzaluna rossa a Khan Younis, luogo di rifugio per migliaia di sfollati. “Una carneficina di innocenti” ha commentato uno dei soccorritori.

Nella sola giornata di ieri secondo quanto riferito dal ministero della sanità 250 morti in 25 raid israeliani nel centro e sud della Striscia, escluso il nord dal quale non arrivano comunicazioni, per l’uscita dal servizio di tutti le strutture sanitarie e per l’assedio della zona e il totale isolamento dal resto del territorio.

La gente non ha da mangiare. 26 mila camion di aiuti sono fermi in Egitto alla frontiera e non è ammesso il passaggio a causa dei bombardamenti israeliani. Il rischio di morire di fame per migliaia di persone è un fatto concreto. Una punizione collettiva che nessuna cancelleria, tra coloro che riempivano la bocca di altisonanti frasi sui diritti umani, ha condannato e agito per metterle fine.

Gli scontri di terra tra i soldati e i combattenti sono durissimi, con gravi perdite delle due parti.

Una lettera di Sinwar ai dirigenti di Hamas è stata resa nota dal movimento. “Nessuno scambio prigionieri prima della fine delle operazioni militari e il ritiro delle truppe dalla Striscia e l’unica condizione possibile è tutti contro tutti”.

ONU

Il responsabile dell’OMS per gli interventi d’emergenza, Sean Casey, ha compiuto la terza visita in Gaza in una settimana per garantire l’arrivo delle forniture sanitarie agli ospedali ancora funzionanti. “Ho accompagnato di persona i convogli per far sì che gli aiuti arrivino. La situazione sanitaria è gravissima, perché gli ospedali si sono trasformati in parcheggi per persone ferite e malate, curate a terra e con materiale inadeguato. Il personale sanitario è sovraccarico di lavoro. I responsabili ci hanno raccontato di numerosi arresti tra i medici e infermieri. Un crimine di guerra e contro l’umanità”.  (Vedi il servizio in italiano)

Prigionieri

Centinaia di palestinesi di Gaza sono stati rapiti dall’esercito israeliano che rifiuta assolutamente di fornire informazioni sulle loro condizioni. Sono sparizioni forzate su larga scala. Coloro che sono tornati dalla cattura hanno raccontato le torture gratuite che hanno subito. Colpi sulla testa durante gli interrogatori, sigarette spente nella schiena, tenere i prigionieri completamente nudi per umiliarli, divieto di andare al gabinetto e costringerli di farla addosso, affogare la testa nell’acqua, costringere i detenuti a stare sulle ginocchia per tutto il giorno senza nessun riposo e poi la fame e la sete come punizione collettiva e chi alza la testa per chiedere viene massacrato.

Israele

Si è svolta ieri un’audizione del governo alla Knesset. Sono stati ammessi tra il pubblico i familiari degli ostaggi. Interrotto il discorso di Netanyahu. Il premier ha fatto un discorso duro: “le operazioni a Gaza continuano fino alla realizzazione degli obiettivi”. Molti analisti israeliani hanno visto nel suo discorso un disperato tentativo di salvarsi e garantire il proprio futuro politico, perché il giorno nel quale finiranno le operazioni a Gaza, il governo cadrà.

Il capo dell’opposizione Lapid ha affermato che la priorità deve essere quella di riportare i nostri cittadini a casa vivi. “Non criticheremo nessuna decisione presa dal governo per una trattativa su questa questione delicata”.

Un quotidiano israeliano sostiene che Netanyahu ha avanzato al consiglio di guerra un piano per la deportazione della popolazione di Gaza, verso paesi arabi o stranieri, in un periodo breve di tempo dopo la conclusione delle operazioni militari in corso. “Bisogna creare per loro difficili condizioni economiche e di vita, che facciano apparire la loro partenza come volontaria”, ha rivelato Israel Today. La questione è stata discussa anche in una riunione del partito Likud. Il piano era stato reso noto a novembre in un articolo di due esponenti politici israeliani, Danny Danon e Rami Bin Barak, sul Wall Street Journal (QUI).

Cisgiordania e Gerusalemme

È una guerra non dichiarata. Tulkarem invasa nella notte. All’alba i soldati si sono ritirati dopo aver distrutto diverse case con la dinamite.

È stata arrestata ieri a Ramallah la professora Khalida Jarrar, dell’ufficio politico del FPLP. La sua casa è stata invasa dai soldati nella notte, facendo saltare con la dinamite la porta senza preavviso e la professora è stata trascinata con la forza, come ha raccontato il marito. Jarrar è stata ripetutamente in passato imprigionata per il suo impegno politico.

Il campo profughi di Fawwar, a sud di El-Khalil, è stato invaso da centinaia di soldati, hanno sparato contro chiunque si muovesse e dopo l’arresto di una decina di attivisti si sono ritirati. Due giovani, 17 e 31 anni, sono stati assassinati e altri due sono in gravi condizioni di salute in seguito al loro ferimento. Il campo è completamente chiuso da tutti gli accessi. Una prigione a cielo aperto per 14 mila abitanti in un km quadrato di territorio.

OLP

A Ramallah si è riunito il Comitato esecutivo dell’OLP. Dall’intervento del presidente Abbas si intuisce che ci sono offerte del ritorno della polizia palestinese a controllare la Striscia di Gaza, dopo la fine delle operazioni e l’allontanamento dei dirigenti Hamas. Un piano egiziano prevede la garanzia di immunità ai dirigenti del movimento e l’esilio protetto al Cairo, elezioni a Gaza dopo il ritiro delle truppe israeliane. Circola anche uno studio di un ente di ricerca geopolitica saudita che suggerisce l’esilio in Algeria dei dirigenti di Hamas.

Il comunicato finale dell’OLP ha respinto tutte le ipotesi di un ruolo subalterno all’occupazione israeliana e ha rivendicato il ritiro degli occupanti da tutti i territori palestinesi occupati e rivendicato un processo globale per una soluzione politica.    

Siria-Iran-Israele

Radhì Mussawi, un consigliere militare iraniano ucciso in un bombardamento israeliano su sobborgo di Damasco. È considerato il più alto di grado e con più esperienza sul terreno. Da Teheran arrivano promesse di “una risposta adeguata e nei modi e tempi allo studio”.

Iraq

Un drone ha colpito la base USA annessa all’aeroporto di Erbil. Il traffico aereo è stato interrotto. Tre soldati statunitensi feriti. Caccia statunitensi hanno bombardato due basi delle milizie governative Hashd Shaabi, nelle provincie di Wasat e Babel. Un morto e decine di feriti, secondo un comunicato.

Mar Rosso

Altri casi di lanci di droni e missili contro due navi commerciali nell’oceano indiano. Secondo rapporti delle agenzie di gestione del traffico navale in zona, non hanno provocato danni.

La situazione nel Mar Rosso si sta scaldando copo l’abbattimento di tre droni lanciati dallo Yemen, due giorni fa. Un portavoce degli Houthi ha messo in guardia dall’intercettazione di loro droni di spionaggio da parte delle unità militari statunitensi.

Questi sviluppi insieme a quelli di Iraq e Siria rischiano di allargare il conflitto e trasformare l’aggressione israeliana contro Gaza in una guerra generalizzata in tutto in Medio Oriente.

Tunisia

Si sono svolte ieri le elezioni politico-amministrative in tutto il territorio nazionale. Un’affluenza alle urne bassissima: 11,7% dei 9 milioni di aventi diritto. La votazione porterà alla formazione di un secondo ramo del Parlamento in rappresentanza delle province. Per il Fronte di Salvezza (una coalizione di opposizione) è l’ennesimo segnale di fallimento del piano di riforma istituzionale del presidente Saied.

Sudan

L’ex premier, Hamdouk, ha rivolto un appello scritto ai due generali rivali, Burhan e Hamidati, per un incontro in un paese africano. La mediazione sarebbe promossa dalla Coalizione delle forze progressiste. Da più parti ci sono segnali che questo incontro si possa realizzare entro questa settimana a Gibuti. Fonti dal ministero degli esteri sostengono che un messaggio di Burhan è stato recapitato al presidente di Gibuti durante una riunione di ministro africani in Marocco. La missiva contemplava la disponibilità all’incontro a certe condizioni, cioè la limitazione dell’ordine del giorno alle questioni del ritiro dalle città e il cessate il fuoco. Anche Hamidati aveva dettato in un’intervista le sue condizioni: “Sono disponibile a incontrare Burhan, ma non come capo del Consiglio sovrano”, ha affermato. Scaramucce che servono per creare difficoltà al campo avversario, ma le condizioni sono mature per mettere fine al conflitto. Malgrado le vittorie sul campo messe a segno dalle milizie, con l’occupazione della maggior parte del Darfur e della provincia di Al-Jazira, le due forze militari si equivalgono e nessuna delle due potrà spodestare l’altra completamente.

Notizie dal Mondo

Sono passati 22 mesi e due giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

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Approfondimenti

A proposito di foto di guerra e di confronti pertinenti: I prigionieri palestinesi denudati ed esposti al mondo cosa vi ricordano? Qui

I bambini di Gaza mandano un video per il compleanno di Papa Francesco: Il video

Guernica: Flash Mob in solidarietà con Gaza: QUI.

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