Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

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Rassegna anno V/n. 001 (1252)

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Le notizie

Genocidio a Gaza

Nel primo giorno dell’anno, l’esercito israeliano ha ucciso 156 civili palestinesi, oltre 300 feriti in 13 stragi. Il numero dei dispersi sotto le macerie non è stato possibile valutare, ma potrebbero essere diverse centinaia, a causa della mancanza di mezzi meccanici per la rimozione dei detriti. I bombardamenti sono stati intensi in tutta la Striscia, ma con particolare intensità nella zona dii Khan Younis. Il genocidio non si ferma.

Il governo israeliano ha annunciato due giorni fa che le operazioni militari a Gaza continueranno per tutto il 2024, ma nel nord della Striscia sta ritirando le truppe. 5 brigate sono state riportate fuori Gaza. Il portavoce dell’esercito sostiene che il ritiro fa parte del dispiegamento delle truppe. La stampa israeliana scrive invece che il ritiro è avvenuto dopo le ingenti perdite tra i soldati, nella guerriglia urbana tra le rovine di Gaza. L’offensiva prosegue principalmente a Khan Younis. Sono in corso scontri diretti tra le truppe di terra e i combattenti della resistenza. I soldati israeliani sono asserragliati nei carri armati e stanno avanzando a nord di Khan Younis per completare l’accerchiamento.

Il piano del governo israeliano è quello dello sterminio o sostituzione etnica. Il ministro estremista, Bin Gvir, ha dichiarato che una volta i palestinesi se ne saranno andati da Gaza, si potrà iniziare la colonizzazione ebraica di Gaza.

Nel quartiere di Sheikh Raduan, dal quale si sono ritirate le truppe di occupazione, i cittadini che sono tornati ad ispezionare le loro case si sono trovati di fronte ad una scena raccapriccianti. Cadaveri abbandonati per le strade di civili, con una pallottola alla nuca o con raffiche di pallottole al torace. Tutte le costruzioni, comprese le scuole, i negozi e gli ospedali, o sono state rase al suolo o rese inutilizzabili. Dopo i bombardamenti, sono state messi all’opera i bulldozer.

Lancio di missili da Gaza verso Tel Aviv. La stampa israeliana scrive che non ci sono stati né feriti né danni, ma soltanto spavento tra la popolazione.

Corte di Giustizia Internazionale

Il governo israeliano ha deciso di presentarsi davanti alla Corte dell’Aja per rispondere alle accuse del Sud Africa. La mossa di Tel Aviv è un tentativo di evitare o almeno ritardare una richiesta di un cessate il fuoco in termini brevi.

La denuncia del Sud Africa sostiene che Israele sta violando i suoi obblighi ai sensi del trattato, redatto all’indomani dell’Olocausto, che rende un crimine tentare di distruggere un popolo in tutto o in parte.
Il Sud Africa ha chiesto alla corte di emettere misure provvisorie, o a breve termine, che ordinino a Israele di fermare la sua campagna militare a Gaza, che è “necessaria in questo caso per proteggere da ulteriori, gravi e irreparabili danni ai diritti del popolo palestinese”.

Si deve sottolineare il fatto che il termine “genocidio” viene applicato alle azioni israeliane per la prima volta in un documento ufficiale internazionale.

Il Sudafrica è seriamente preoccupato per la difficile situazione dei civili coinvolti negli attuali attacchi israeliani alla Striscia di Gaza, dovuti all’uso indiscriminato della forza e all’allontanamento forzato degli abitanti. Inoltre, vi sono continue segnalazioni di crimini internazionali, come crimini contro l’umanità e crimini di guerra, che vengono commessi, nonché segnalazioni secondo cui atti che raggiungono la soglia del genocidio o crimini correlati, come definito nella Convenzione del 1948 sulla prevenzione e la repressione del genocidio, sono stati commessi, sono stati e potrebbero ancora essere commessi nel contesto dei massacri in corso a Gaza.

La Corte di Giustizia dell’Aja è un organismo dell’ONU, mentre la Corte Penale Internazionale è un accordo tra stati.

Israele

La Corte suprema ha annullato una legge approvata su proposta del governo che cancellava il ruolo della stessa corte sull’operato di governo. Infuriate dichiarazioni dei ministri del governo vicini a Netanyahu e dell’estrema destra. Il ministro del Consiglio di guerra Gantz ha chiesto, invece, il rispetto di questo giudizio. Il leader dell’opposizione Lapid ha chiesto le dimissioni di Netanyahu, perché “la sua presenza al vertice del potere da molto tempo è dannosa”.

Cisgiordania e Gerusalemme est

All’alba di oggi, quattro giovani palestinesi sono stati assassinati dalle truppe israeliane a Azzoun, vicino a Qalqilia. Scontri armati anche a Jenin tra truppe israeliane e gruppi della resistenza armata nel campo.

Rastrellamenti violenti hanno riguardato El-Bira, Yatta e Yaabad e Nablus.

A Jenin, le Brigate Al-Quds della Jihad Islamica hanno accusato la polizia palestinese di aver teso un agguato ad un gruppo di 4 militanti in auto, uccidendone uno e ferendo gli atri tre. L’organizzazione ha invitato la popolazione a partecipare massicciamente ai funerali della vittima, Ahmed Abidi, che si sono tenuti ieri pomeriggio in forma solenne.

Prigionieri

Un detenuto politico palestinese è spirato all’interno del carcere di Megiddo. Lo annuncia l’ente pubblico per i detenuti (ANP), sostenendo che non è ancora nota né l’identità della vittima, né le condizioni della morte. L’esercito israeliano ha informato le autorità palestinesi della morte di un detenuto di 23 anni originario di Nablus, senza fornire altre informazioni. Secondo fonti giornalistiche palestinesi, la vittima è Abdulrahman Bahash, attivista di Fatah, arrestato nel maggio 2022 e condannato dal tribunale militare di occupazione a 35 mesi di reclusione. Bahash è il settimo palestinese ucciso sotto i maltrattamenti e le torture nelle carceri israeliane dal 7 ottobre.

Libano

Cresce esponenzialmente lo scontro a distanza tra la resistenza libanese e l’esercito israeliano. Scambio di colpi di cannone e bombardamenti aerei israeliani su Kafr Kila, Bint Jbail, Maroun Ras. Hezbollah ha comunicato la perdita di 3 miliziani.

La caserma israeliana di Yaara è stata colpita da missili telecomandati. La stampa israeliana sostiene la morte di un soldato e il ferimento di altri 3.

Colpi di artiglieria e razzi sono caduti nel Golan siriano occupato, ma senza danni o vittime.

Yemen

L’Iran ha schierato una nave di guerra nel Mar Rosso. La nave Alborz ha varcato Bab Mandab ed è dotata di 8 missili da crociera di lunga gettata. L’ingresso della nave di Teheran nel Mar Rosso avviene dopo l’attacco delle unità navali statunitensi contro le motovedette degli Houthi yemeniti che stavano tentando di sequestrare una nave commerciale, due giorni fa. In quell’attacco sono stati uccisi 10 marinai yemeniti. La crisi nella regione si è aggravaat anche a causa delle minacce del Regno Unito di un’azione militare “diretta” contro gli Houthi.

Gli Stati Uniti stanno creando tutte le condizioni per l’allargamento del conflitto e la minaccia del traffico commerciale nel Mar Rosso su vasta scala, in collaborazione con i paesi Nato e UE. Nel Mar Rosso andrà una nave di guerra italiana, la fregata Fasan.

Siria

Attacchi concentrici di Daiesh (Isis) e esercito turco contro le zone dell’autonomia curda nel nord est della Siria. L’artiglieria turca da oltre confine ha attaccato due villaggi a nord ovest di Hasaka.

Nella provincia di Deir Azzour, invece, cellule di Daiesh (Isis) hanno compiuto due attacchi, a poche ore di distanza uno dall’altro, contro due posti di blocchi delle Forze democratiche siriane. Gli attacchi sono stati effettuati da unità mobili su auto 4 ruote motrici, con montato sopra un mitragliatore pesante. Non sono state fornite informazioni sul numero delle vittime.

Sudan

Accuse alle milizie di Pronto Intervento di aver compiuto esecuzioni capitali con impiccagione a Niyala, capoluogo del Darfur meridionale. Sui social sono stati pubblicati video che mostravano miliziani nell’intento di impiccare civili. Il portavoce delle milizie ha respinto le accuse ed ha assunto l’impegno che sarà aperta un’inchiesta, se verrà localizzata la zona a Niyali. La città è stata occupata dalle milizie lo scorso ottobre, dopo la fuga dei reparti dell’esercito assediati per mesi, senza rifornimenti o soccorsi da Khartoum.

Somalia

La regione secessionista di Somaliland ha firmato un memorandum d’intesa con l’Etiopia per la concessione ad Addis Abeba un porto in cambio del riconoscimento dell’indipendenza. Lo ha annunciato l’autoproclamato presidente Musa Bihi Ahmed, dopo un incontro con il presidente etiopico Abi Ahmed. L’annuncio avviene dopo un accordo con Mogadiscio per la ripresa del negoziato sulla controversia tra il governo somalo e le autorità secessioniste del Somaliland. Lo scorso mese di ottobre, il presidente etiopico Abi Ahmed, premio Nobel per la Pace 2019, aveva suscitato scalpore dopo aver dichiarato che il suo paese otterrà uno sbocco sul mare, “con la pace o con la guerra”. Il memorandum d’intesa annunciato prevede l’affitto ad Adis Abeba di un porto in un’area lunga 20 km sull’oceano indiano con un collegamento terrestre dedicato fino al territorio etiopico.

Arabia Saudita

È entrata in vigore, da ieri, la legge che blocca i contratti di enti governativi sauditi con società straniere che non abbiano una filiale nel regno. La misura era stata annunciata nel 2021, per meglio controllare le procedure di completamento degli appalti e delle forniture. Secondo il ministero dell’economia sono 180 le società internazionali che si sono adeguate ai termini della legge. Il comunicato sottolinea che il settore privato saudita ha la piena facoltà di operare con le società internazionale non registrate nel regno.

Notizie dal Mondo

Sono passati 22 mesi e nove giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

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A proposito di foto di guerra e di confronti pertinenti: I prigionieri palestinesi denudati ed esposti al mondo cosa vi ricordano? Qui

I bambini di Gaza mandano un video per il compleanno di Papa Francesco: Il video

Guernica: Flash Mob in solidarietà con Gaza: QUI.

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1 commento

  1. […] [Anbamed]1252-02 gennaio ’24 ANBAMED Tag articolo: #Anbamed#MEDIO ORIENTE#MEDITERRANEO#Palestina […]

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