Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.
Direttore responsabile Federico Pedrocchi)
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Rassegna anno V/n. 004 (1255)
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Appello
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Le notizie
Genocidio a Gaza
Il 4% della popolazione di Gaza è stata uccisa, ferita o dispersa.
125 assassinati nella giornata di ieri. Bombardamenti aerei e dall’artiglieria oltre a colpi partiti dalle navi. Colpito un centro della Mezzaluna rossa palestinese a Khan Younis. Gli attacchi sistematici contro le strutture sanitarie sono una pratica consolidata dell’azione criminale dell’esercito israeliano.
Anche la zona di Mowasi, vicino a Rafah, che è stata indicata dall’esercito israeliano come il luogo sicuro dove la popolazione intera avrebbe dovuto trasferirsi, è stata bombardata ieri uccidendo 14 persone.
Intensificati stamattina i bombardamenti aerei sul campo di Nuseirat, nel centro della Striscia. Le truppe di terra avanzano nella zona centrale per impedire il ritorno di cittadini alle loro case nella zona a nord. I droni volano nei cieli e prendono di mira case e cittadini. Cecchini sui ruderi dei palazzi hanno preso di mira le ambulanze, che stavano soccorrendo le vittime dei bombardamenti.
Il numero totale degli uccisi a Gaza è salito a 22.438 civili, ai quali bisogna aggiungere il numero dei dispersi valutato in 17 mila persone, fino alle 18:00 di ieri.
Cisgiordania e Gerusalemme est
Assassinato un giovane a Tobas. Un altro a Rima, in provincia di Ramallah. Altri sei sono rimasti feriti da colpi di arma da fuoco.
Scontri a sud di Jenin, nel villaggio di Sir, dove i soldati di Tel Aviv hanno sparato contro i giornalisti. Sono state distrutte diverse case di proprietà delle famiglie dei resistenti ricercati. Il giornalista Shaatha Hanaisha è stato preso di mira dai soldati ed è stato ferito insieme ad un altro collega. Hanaisha è stato già ferito l’11 maggio 2022 quando era stata assassinata Shiren Abu Aqila. Un testimone scomodo da eliminare.
Conclusa dopo 40 ore l’operazione a Tulkarem con la distruzione di tutte le infrastrutture nel campo di Nour Shams. Sono stati arrestati 300 persone, un centinaio dei quali sono stati rilasciati subito dopo.
Il numero delle vittime palestinesi in Cisgiordania, dal 7 ottobre, è salito a 326.
Libano
Attacchi israeliani a Maroun Ras. La tensione militare alla linea di demarcazione è in continua crescita. Caccia e droni israeliani sorvolano permanentemente i cieli libanesi.
Hezbollah ha attaccato con missili teleguidati due caserme dell’esercito israeliano nel nord della Galilea. Sono stati pubblicati i video di 7 operazioni di lanci di missili contro obiettivi israeliani nel nord Galilea.
La situazione di botta e risposta dura dall’inizio di ottobre, ma si teme che le scaramucce si trasformino in guerra guerreggiata. Le diplomazie di USA, GB e Francia sono all’opera per far pressioni sul governo di Beirut, per garantire le imposizioni israeliane senza combattimenti. Israele chiede l’allontanamento dei combattenti di Hezbollah a nord del fiume Litani. Due giorni fa, il segretario generale del partito ha affermato in un comizio che “la resistenza è l’unico antidoto all’arroganza israeliana”. Oggi è previsto un altro discorso dello stesso Nasrullah.
Iraq
Gli USA hanno assassinato un capo delle milizie sciite filo governative, Talib Saidi. La sua organizzazione Nujabaa fa parte del Hashd Shaabi che si batte contro Daiesh (Isis). Un drone ha centrato la sua auto all’interno di una caserma di Hashd Shaabi. Insieme a lui sono stati uccisi due miliziani e feriti altri. Il governo di Baghdad ha definito l’attacco “un crimine terroristico che svuota di senso la collaborazione tra l’Iraq e le forze dell’alleanza”.
Le milizie irachene hanno lanciato, per ritorsione, razzi contro basi USA nel nord est della Siria.
Corte di Giustizia Int.
La Corte Internazionale di Giustizia ha comunicato che la prossima settimana, nei giorni 11 e 12 gennaio sarà discusso, in udienze entrambe pubbliche, la richiesta avanzata dal Sudafrica di misure provvisorie nei confronti di Israele, accusato di genocidio per i bombardamenti in atto a Gaza da ormai tre mesi.
Nella denuncia presentata il 29 dicembre, il Sud Africa accusa Israele, perché le operazioni militari a Gaza “hanno carattere genocida, poiché sono commesse con l’intento specifico richiesto … di eliminare i palestinesi presenti nella Striscia, con l’intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, come tale”.
Il Sudafrica fa riferimento alla Convenzione del 9 dicembre 1948 per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio, di cui questi sono i primi due articoli:
“Art. I
Le Parti contraenti confermano che il genocidio, sia che venga commesso in tempo di pace sia che venga commesso in tempo di guerra, è un crimine di diritto internazionale che esse si impegnano a prevenire ed a punire.
Art. II
Nella presente Convenzione, per genocidio si intende ciascuno degli atti seguenti, commessi con l’intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, come tale:a) uccisione di membri del gruppo;
b) lesioni gravi all’integrità fisica o mentale di membri del gruppo;
c) il fatto di sottoporre deliberatamente il gruppo a condizioni di vita intese a provocare la sua distruzione fisica, totale o parziale;
d) misure miranti a impedire nascite all’interno del gruppo;
e) trasferimento forzato di fanciulli da un gruppo ad un altro”.
ONU
Il Consiglio di sicurezza ha emesso un avviso ai miliziani Houthi per gli attacchi contro le navi allo stretto di Bab Mandab, ma non ha votato nessuna risoluzione. Nello stesso tempo ha messo in guardia dall’esasperazione della crisi. “Ci sono stati ulteriori sviluppi allarmanti nel Mar Rosso”, ha osservato Khaled Khiari, segretario generale aggiunto per il Medio Oriente, l’Asia e il Pacifico presso i Dipartimenti per gli affari politici e di costruzione della pace e le operazioni di pace. “Le continue minacce degli Houthi alla navigazione marittima, insieme al rischio di un’ulteriore escalation militare, potrebbero potenzialmente avere un impatto su milioni di persone nello Yemen, nella regione e nel mondo”.
Yemen
Una barca telecomandata yemenita è esplosa vicino a una nave di guerra statunitense. La situazione nel Golfo di Aden e Mar Rosso sta diventando incandescente. Una nave commerciale indiana è stata rapita da pirati sulle coste somale. Uomini armati sono saliti sulla nave e ne hanno preso il controllo. Una nave militare indiana si sta avvicinando al luogo.
Gli Houthi in risposta all’avviso del Consiglio di Sicurezza hanno respinto le accuse di minacciare il libero commercio mondiale, ma “soltanto quello diretto a Israele, per mettere fine all’aggressione contro il popolo palestinese”.
La minaccia di Washington e Londra di colpire lo Yemen perde sostegno. Parigi ha comunicato che non parteciperà ad attacchi contro gli Houthi.
Iran
Spunta, via Internet, una rivendicazione di Daiesh (Isis) per il duplice attacco a Kerman, compiuto nel quarto anniversario dell’assassinio del generale delle Brigate Quds. Al mausoleo era in corso un raduno popolare. Il numero delle vittime è stato di 95 morti, secondo l’ultima dichiarazione del ministero dell’interno. Le prime dichiarazione parlavano di cifre molto più alte. L’inchiesta è arrivata alla conclusione che un attentatore suicida si è fatto esplodere in mezzo alla folla e poi subito dopo è stata fatta brillare, a poca distanza, una valigia imbottita di tritolo.
In un comizio per i funerali, il comandante delle guardie rivoluzionarie Hussein Salami ha accusato di nuovo Israele e Stati Uniti di aver organizzato l’attentato. Salami ha ripetuto la tesi complottista cara ai vertici di Teheran: “il comunicato di rivendicazione pubblicato su Internet a nome di Daiesh è la prova che il falso movimento jihadista è una creatura di Satana”. I portavoce statunitensi hanno respinto le accuse, definendole ridicole.
Somalia
L’accordo tra Etiopia e Somaliland per lo sbocco sul Golfo di Aden garantito ad Addis Abeba, in cambio del riconoscimento dell’indipendenza, sta creando un clima di destabilizzazione in una zona che non avrebbe bisogno di nuove turbolenze. E gli Shabaab ci mettono lo zampino. Un comunicato del gruppo somalo affiliato ad Al-Qaeda è stato pubblicato su un canale social e esprime una condanna ed una minaccia, “Respingiamo categoricamente l’espansionismo etiopico e agiremo per far cadere questo accordo”. Si gioca anche sulla contraddizione religiosa tra l’Etiopia cristiana e la Somalia musulmana.
Secondo molti analisti arabi, questo accordo, per l’affitto di un porto in Somaliland all’Etiopia, destabilizza la regione del Corno d’Africa, “perché danneggia economicamente Gibuti (attuale via d’accesso ai commerci da e per l’Etiopia), danneggia politicamente la Somalia perché complica le trattative in corso per il superamento della secessione di Somaliland e disturba l’Egitto per le note controversie con Addis Abeba sui diritti alle quote di acqua del Nilo dopo la costruzione della diga Rinascita. L’unico paese contento è l’Eritrea per l’attenuarsi delle recenti minacce di Abi Ahmed. Vincitori della vicenda, oltre ai due paesi protagonisti, sono gli Emirati Arabi Uniti che hanno sponsorizzato e facilitato l’accordo. Abu Dhabi cerca un’egemonia economica e politica nella regione, in concorrenza con Il Cairo e Riad. Il suo ruolo nella guerra sudanese ne è un esempio”, scrive il direttore di un quotidiano arabo edito a Londra.
In questo scenario complesso di contraddizioni e interessi divergenti, i jihadisti di Al-Shabaab ci sguazzano alla perfezione, cercando di trovare uno spazio di manovra.
Questa crisi tra Etiopia e Somalia indebolisce il governo di Mogadiscio, già stremato dagli attacchi dei jihadisti e che si trova sul proprio territorio truppe etiopiche nel quadro delle forze inter-africane (ATMIS).
Notizie dal Mondo
Sono passati 22 mesi e 11 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Scambio di prigionieri di guerra con la mediazione degli Emirati arabi uniti. 248 soldati russi e 230 soldati ucraini sono tornati a casa. È il più grande scambio in assoluto e il primo dallo scorso agosto.
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Approfondimenti
La resistenza del popolo curdo contro il genocidio QUI
In ricordo di John Pilger, un maestro di giornalismo. leggi.
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A proposito di foto di guerra e di confronti pertinenti: I prigionieri palestinesi denudati ed esposti al mondo cosa vi ricordano? Qui
I bambini di Gaza mandano un video per il compleanno di Papa Francesco: Il video
Guernica: Flash Mob in solidarietà con Gaza: QUI.
- [Finestra sulle Rive Arabe] Tra sogno e incubo, alcuni aspetti della narrativa fantastica egiziana contemporanea. QUIclicca qui
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