Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

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Rassegna anno V/n. 021(1272)

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Appello

Tutti i giorni arrivano nuove adesioni all’appello che abbiamo lanciato per un cessate il fuoco permanente e per il rilascio dei prigionieri civili.

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Le notizie

Genocidio a Gaza

178 uccisi e oltre 300 feriti nella giornata di ieri. Ospedale Amal accerchiato da bombardamenti e carri armati. Le ambulanze sono impedite di muoversi. Feriti e morti vengono trasportati su carrozze trainate da muli.

Il totale delle vittime ha superato i 100 mila, compresi i dispersi. Il 4% della popolazione di Gaza. Comparata teoricamente con la popolazione degli Stati Uniti, questa cifra equivale a 13 milioni e 276 mila vittime.

Si sono intensificati i bombardamenti incessanti su tutte le zone della Striscia, ma l’esercito israeliano sta concentrando le operazioni su Khan Younis.

In questa città, la Mezzaluna rossa palestinese ha informato che i carri armati stanno assediando gli ospedali Amal e Nasser e di aver perso i contatti con il personale sanitario. Si sta ripetendo lo scenario di Gaza City, quando sono stati distrutti gli ospedali per costringere la popolazione a sfollare. L’esercito è arrivato fino al mare, tagliando la strada principale di collegamento tra Khan Younis e Rafah, impedendo i soccorsi e le forniture di aiuti umanitari. Nell’ospedale Nasser assediato dai carri armati, sono stati sepolti stamattina nei giardini 30 corpi di vittime dei bombardamenti della notte.  

Si sono ripetute le operazioni di apertura delle tombe. Sono stati distrutti 16 cimiteri e diversi corpi sono stati sequestrati. Questa macabra pratica di profanazione va di pare passo con la demolizione delle case dei vivi con la dinamite, nei quartieri occupati con le truppe di terra.

Nella guerriglia urbana, l’esercito ha intensificato l’uso dei droni, sia per spionaggio sia per lanciare missili. Nel centro di Khan Younis sono operanti anche attacchi con elicotteri, che sparano con le mitragliatrici sui civili accatastati nei centri di sfollamento. L’unica scelta di fronte alla popolazione è quella di fuggire, ma dove? L’unico punto è quello di partire per Rafah, passando dalle maglie dell’esercito, ingrossando i campi di profughi già stracolmi.

La fame sta mettendo in pericolo la vita di oltre un milione e mezzo di persone. Le famiglie sono costrette a macinare il fieno degli animali per sfamarsi. L’esercito israeliano sta impedendo l’entrata degli aiuti internazionali. È in corso la fase finale di una strategia della deportazione.

Cisgiordania e Gerusalemme

Irruzioni, rastrellamenti, scontri in tutte le province della Cisgiordania. Una guerra non dichiarata contro la popolazione palestinesi disarmata. Le operazioni più distruttive sono a sud di Nablus, Tulkarem, El Khalil e Jenin. Ingenti truppe su mezzi corazzati sono penetrate nei centri urbani compiendo devastazioni sulle infrastrutture e demolendo case con dinamite e bulldozer. Le immagini che arrivano, postate dagli attivisti sui social, sono drammatiche. Sparatorie a vista contro qualsiasi cosa che si muove, posti di blocco e assedio della popolazione con arresti indiscriminati.   

Paesi non alleati

Si è concluso il vertice dei paesi non allineati a Kampala, in Uganda. La questione dello sterminio israeliano a Gaza è stata al centro degli interventi dei delegati. Si sono distinte le attività diplomatiche del Sud Africa per mobilitare una presa di posizione avanzata, di condanna della condotta dell’esercito di Tel Aviv. Ma le mosse dell’India, paese fondatore del movimento negli anni cinquanta (1955), a Bandung, hanno ostacolato la pubblicazione di una dichiarazione finale. Il governo di destra a New Delhi ha virato a 180 gradi la posizione dell’India verso il sostegno alla politica di Israele. Il ministro degli esteri ugandese, per evitare una rottura diplomatica all’interno del movimento dei non-allineati, ha annunciato la conclusione del vertice senza la consueta lettura della dichiarazione finale.

Solidarietà Internazionale

Questo fine settimana ha visto la crescita delle manifestazioni di protesta mondiale contro il genocidio a Gaza. Viene valutato in oltre 20 milioni di persone il numero totale dei partecipanti nelle principali mobilitazioni. Un’opinione pubblica mondiale che merita attenzione da parte dei media, ma che viene ignorata dai centri di potere dell’informazione di massa.

La prossima domenica, Anbamed parteciperà ad un flash-mob in piazza della Scala a Milano, con una tavola rotonda (vedi)

Prigionieri

Sono in corso sotto traccia negoziati per lo scambio di prigionieri, con la mediazione di Stati Uniti, Qatar e Egitto. Sulla linea è entrata anche la Turchia, dove il capo di Hamas, Ismail Hanie è stato in visita ad Ankara. La proposta che traspare dagli accenni diplomatici è quella di uno scambio “tutti contro tutti” alla condizione del ritiro dell’esercito israeliano da Gaza e l’avvio di un processo negoziale politico. Oggi, alla riunione del consiglio di guerra israeliano il capo del Mossad, Barnea, presenterà le sue conclusioni. Il premier Netanyahu ha anticipato la sua posizione: “no al ritiro”.

Il quotidiano Haaretz ha scritto stamattina che ci sono sospetti sull’uso dell’esercito israeliano di gas asfissianti durante un’operazione per salvare prigionieri in mano di Hamas, portando alla morte degli stessi ostaggi. Sarebbe la ripresa della dottrina militare “Hannibal”: “meglio un soldato morto che catturato”.

Israele

Incessanti le manifestanti a Gerusalemme, Tel Aviv e Haifa contro il governo Netanyahu. Parola d’ordine esplicita è la caduta del governo e nuove elezioni. Al centro della protesta la richiesta di una trattativa immediata per riportare a casa i prigionieri nelle mani di Hamas e Jihad islamica a Gaza. Oltre alla casa del premier, adesso i familiari assediano anche il suo ufficio a Gerusalemme ovest.

Contro la linea di Netanyahu, il ministro Eizenkout ha affermato che l’unica via per liberare gli ostaggi è quello della trattativa. “Non è possibile in nessun modo liberarli per via militari. Le informazioni confermano che sono sparsi in posti diversi e quindi, se si intende riportarli a casa vivi, bisogna armarsi di coraggio e agire con le vie diplomatiche anche ad un costo oneroso”.

Libano

Si innalza di un grado il livello dello scontro tra Libano e Israele. I caccia di Tel Aviv hanno sganciato le loro bombe contro tutta la striscia di confine. Un drone ha colpito con un missile un’auto, uccidendo due combattenti di Hezbollah. Non è tardata la reazione del partito. Razzi e droni sono stati lanciati contro le colonie di confine e missili teleguidati contro le caserme dell’esercito israeliano. Sono state messe fuori uso le antenne di telecomunicazioni.

L’esercito israeliano ha affermato di aver intercettato un drone indirizzato verso Haifa via mare ed è stato distrutto in cielo, prima di arrivare all’obiettivo.

Sudan

Si intensificano gli scambi di artiglieria nei tre quartieri di Khartoum tra esercito e milizie. I combattimenti non sono mai cessati, ma gli sviluppi politici e militari recenti hanno fatto innalzare la temperatura dello scontro. Le milizie avevano ottenuto, nello scorso mese di dicembre, successi militari occupando diverse aree della provincia di Al-Jazira, compreso il capoluogo. A questo si aggiunge la tensione tra il governo sudanese e l’IGAD in seguito alla riunione tenuta in Uganda con la partecipazione del capo delle milizie Hamidati. Khartoum ha congelato la propria adesione all’Autorità Intergovernativa per lo sviluppo nel Corno d’Africa (per maggiori info sul sodalizio: QUI)

Notizie dal Mondo

Sono passati 22 mesi 28 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

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Approfondimenti

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Contro la scorta mediatica di Netanyahu Leggi tutto

La resistenza del popolo curdo contro il genocidio  QUI

In ricordo di John Pilger, un maestro di giornalismo. leggi.

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A proposito di foto di guerra e di confronti pertinenti: I prigionieri palestinesi denudati ed esposti al mondo cosa vi ricordano? Qui

I bambini di Gaza mandano un video per il compleanno di Papa Francesco: Il video

Guernica: Flash Mob in solidarietà con Gaza: QUI.

  • [Finestra sulle Rive Arabe] Tra sogno e incubo, alcuni aspetti della narrativa fantastica egiziana contemporanea. QUI

1 commento

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