Per ascoltare l’audio di oggi, 27 marzo 2024:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno V/n. 085 (1336)

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Appello 1

Tutti i giorni arrivano nuove adesioni all’appello che abbiamo lanciato ad ottobre per un cessate il fuoco permanente e per il rilascio dei prigionieri civili.

Potete aderire, scrivendo alla redazione. Diffondete, per favore!

L’elenco dei sottoscrittori dell’appello lo trovate sul sito, in questa pagina: qui.

Appello 2

Mai Indifferenti. Voci ebraiche per la PACE leggi tutto

Le notizie

Genocidio a Gaza

Israele ha ucciso a Gaza, dall’inizio dell’aggressione in corso, quasi 33 mila civili e ferito altri 75 mila. Nella giornata di ieri, sono state compiute 8 stragi con 83 uccisi e 103 feriti. Nessun rispetto della risoluzione del consiglio di sicurezza di tre giorni fa. Anzi, sono stati intensificati gli attacchi a Rafah, con bombardamenti aerei e dell’artiglieria. All’alba di oggi è stata presa di mira una zona a ridosso del confine egiziano, dove erano ammassati, in tende di fortuna, migliaia di sfollati. Una strage di innocenti; la maggior parte delle vittime sono bambini.

Ospedali nel mirino

Nuove irruzioni dei militari israeliani nell’ospedale Nasser, di Khan Younis, con arresti di personale medico e tra gli sfollati che vi avevano trovato rifugio. I quartieri limitrofi della struttura ospedaliera sono stati bombardati, causando decine di uccisi. Anche l’altro centro medico “Amal”, della Mezzaluna rossa palestinese nella città assediata, ha subito la stessa sorte. Le truppe di occupazione stanno ripetendo nel sud della Striscia tutto quello che hanno messo in atto a Gaza città e Jebalia: annientare il sistema sanitario, in modo che chi viene ferito dalle bombe e pallottole non possa essere curato.

Uccidere per fame

18 palestinesi sono morti ieri a causa degli aiuti paracadutati nel nord di Gaza. I pacchi sono caduti per errore in mare e 12 persone, tra coloro che hanno tentato di recuperarli, sono morti annegati. Gli altri sei hanno ricevuto addosso i pacchi e sono morti schiacciati. I generali israeliani continuano nella loro criminale pratica di impedire l’accesso degli aiuti via terra, per affamare la popolazione e decimare chi è sopravvissuto ai loro bombardamenti. I paesi che partecipano a questi lanci sono i maggiori fornitori internazionali di armi a Israele (USA e GB) e alcuni paesi arabi che hanno rapporti diplomatici con Israele (Giordania, Egitto e EAU). Vogliono pulirsi la coscienza sporca con azioni spettacolari, di poco impatto e in alcuni casi mortali.

Cisgiordania e Gerusalemme est

Tre giovani palestinesi sono stati assassinati durante l’incursione israeliana di stamattina a Jenin.

In tutte le province della Cisgiordania continuano senza sosta le operazioni di rastrellamento israeliane. 15 attivisti sono stati arrestati nelle prime ore di stamattina. Ieri a Nablus e Qalqilia sono stati feriti gravemente due giovani di 20 e 21 anni. Uno è stato colpito alla testa e versa in condizioni disperate, mentre l’altro è stato colpito al torace, ma non è stato lambito il cuore e quindi sono maggiori le speranze di salvargli la vita. In ogni operazione, le truppe israeliane vengono accompagnate da bulldozer militari per la distruzione delle infrastrutture urbane, come azione di punizione collettiva, con danni economici enormi. Ultimamente l’esercito ha cominciato ad imitare i coloni nelle loro incursioni incendiarie contro le proprietà palestinesi. A Dora, vicino ad El-Khalil, i soldati hanno incendiato decine di auto private parcheggiate per strada. Obiettivo: costringere i palestinesi alla deportazione “volontaria”.

BDS

La corte di appello di Parigi ha sentenziato che il boicottaggio dei prodotti israeliani e le relative comunicazioni pubbliche fanno parte della libertà di pensiero e di espressione. La sentenza è molto più esplicita nel definire le azioni dei comitati BDS e le campagne di invito per la diffusione di tale pratica come legittime contro un paese occupante, che pratica la colonizzazione delle terre altrui. Questa sentenza è in linea con il pronunciamento della Corte di Giustizia europea del giugno 2020. Nel 2012 sono stati condannati 11 attivisti per le loro azioni di invito al boicottaggio contro una nota catena di supermercati. Questa nuova sentenza chiude il procedimento nei loro confronti con l’assoluzione e la possibile richiesta di risarcimento allo stato francese.

Trattative

Il governo israeliano ha ritirato la sua delegazione al negoziato indiretto con Hamas. I rappresentanti di quest’ultima sono rimasti a Doha e hanno fatto sapere ai mediatori del Qatar e dell’Egitto di essere “pronti a un cessate il fuoco con scambio di prigionieri”. Ma sorprendentemente l’ufficio del premier si è scagliato contro l’ONU per la risoluzione approvata, con l’astensione di Washington, ed ha addirittura sostenuto, contro ogni logica, che sarebbe tutto colpa della richiesta di cessate il fuoco. Abbandonano il tavolo delle trattative e accusano l’ONU. L’isolamento politico internazionale fa perdere i lumi della ragione a Netanyahu e company.

Libano

I caccia israeliani hanno colpito località del monte Harmal, nella Valle della Bekaa, lontano dal confine per oltre 135 km. Il partito Hezbollah ha annunciato l’uccisione di tre suoi militanti. All’alba di oggi, mercoledì, un centro di primo soccorso medico a Hbariye, vicino a Nabatia, è stato completamente distrutto dai missili lanciati dagli aerei israeliani. Sette volontari sono stati assassinati. Come al solito l’esercito israeliano ha parlato senza pudore di aver colpito un centro di terroristi. La risposta di Hezbollah non si è fatta attendere. 50 razzi Katiuscia sono stati lanciati sulle postazioni militari e colonie israeliane. Un civile israeliano è stato ucciso a Kiriyat Shmona.

Esportatori di armi verso Israele

Inchieste giornalistiche hanno svelato che società francesi hanno esportato verso Israele munizioni militari, che potrebbero essere state utilizzate contro i civili a Gaza. L’inchiesta, oltre a citare documenti doganali e rapporti autorizzativi dei servizi, ha pubblicato anche foto di casse di munizioni di fabbricazione francese usate a Gaza. Il ministro della difesa, Sebastian Lecornu, ha smentito, durante la risposta ad un’interrogazione in parlamento, che tale materiale fosse destinato all’utilizzo a Gaza; è destinato alla riesportazione verso terzi. Una smentita che non smentisce, anzi conferma.

La sorpresa maggiore è stata invece per la scoperta di esportazioni di munizioni, polvere da sparo e pezzi di ricambi militari dalla Turchia verso Israele, avvenute di recente, nel 2024. Il dato è fornito nel rapporto statistico ufficiale e rivela che nel febbraio scorso, le esportazioni militari turche verso Israele sono aumentate rispetto al mese di gennaio del 26%.

Il neo sultano Erdogan tuona verbalmente, nei suoi comizi di propaganda, contro il genocidio in corso a Gaza e poi arma la mano degli assassini, come tutti gli altri paesi della Nato.

Jihadismo

Khaled Mohammed Zeidan, figlio di Seif Al-Adl, il capo di Al- Qaida, è morto una settimana fa in Yemen. Era impegnato nel settore della propaganda e comunicazione. 

La notizia è apparsa sulla stampa locale yemenita e si sostiene che sia stato vittima di un incidente domestico. Nella casa di famiglia, due giorni prima di Ramadan, c’è stato un incendio e nel tentativo di salvare il proprio figlio è rimasto ustionato gravemente. Dopo una settimana di agonia, è deceduto. Ci sono però dei dubbi su questa versione.

Secondo un sito yemenita specializzato in Jihadismo, denominato Anba Jassem, “la morte di Khaled Zeidan un mese dopo quella del capo di AQAP, Qatarfi, dovrebbe far avanzare dei dubbi sulla versione della morte per cause naturali o in incidente. Notizie riservate da Maarib ci confermano che l’organizzazione jihadista è stata infiltrata dagli Houthi e in quella regione comincia a scemare il consenso popolare delle tribù, una volta affiliate. è più probabile che i due esponenti di Al-Qaida siano stati assassinati in silenzio”.   

Khaled è nato in Yemen nel 1995, poi andato con la famiglia in Afghanistan e dopo il 2001, in Iran dove il padre e la madre sono stati arrestati. Ha vissuto praticamente in carcere con la madre fino al 2015, quando le autorità di sicurezza iraniane hanno acconsentito al suo trasferimento in Yemen. 

Libertà di stampa

Assanje per il momento è salvo. L’alta corte britannica ha deciso di accettare il ricorso presentato dagli avvocati della difesa e di conseguenza sospendere l’estradizione. L’udienza per il ricorso è prevista per il 20 maggio. Assanje rimane in carcere, malgrado le sue condizioni di salute siano molto deteriorate. Dal sito di Pressenza (QUI) riportiamo: L’Alta Corte di Londra ha concesso ieri, martedì, a Julian Assange la possibilità di presentare un ulteriore appello alla giustizia britannica contro l’estradizione negli Stati Uniti. La scelta conclusiva è stata rinviata al 20 maggio. Gli Stati Uniti hanno ora tre settimane di tempo per fornire garanzie quali la possibilità di assicurare ad Assange, cittadino australiano e non statunitense, la tutela prevista dal Primo Emendamento della Costituzione sulla libertà d’informazione e l’esclusione della pena di morte. I giudici britannici hanno anche respinto alcuni degli argomenti sostenuti dalla difesa di Assange, tra i quali la natura politica della richiesta di estradizione. Pur evitando l’esito peggiore – la partenza immediata per gli Stati Uniti sull’aereo già pronto in un aeroporto militare britannico – la decisione odierna prolunga la prigionia di Assange nel terribile carcere di Belmarsh e mette semplicemente in pausa il procedimento. Come denuncia Amnesty International, inoltre, “in passato le ‘assicurazioni diplomatiche’ fornite dagli Stati Uniti si sono rivelate infondate e piene di scappatoie.”

Come già detto tante volte, dunque, è essenziale mantenere alta la pressione dell’opinione pubblica sulle autorità statunitensi, britanniche e australiane. Stella Assange lo ha ripetuto anche oggi: “Julian è un prigioniero politico e le accuse nei suoi confronti dovrebbero essere annullate.”

Notizie dal Mondo

Sono passati due anni e un mese e due giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina

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Approfondimenti

Uno sciopero mondiale contro la guerra/ Firma anche tu!

Durante una trasmissione tv in Italia è stato lanciato un appello per uno sciopero mondiale contro la guerra. L’iniziativa parte dalla costituenda Assemblea per la Pace. In pochi giorni l’appello ha raccolto 11 mila adesioni e il flusso di sottoscrizioni continua, in tutte le lingue del mondo. Per maggiori info e adesioni: Leggi attentamente e fino in fondo.

La Memoria come strumento di Pace

Domenica 28 gennaio, Anbamed ha partecipato ad una tavola rotonda, a Milano, in piazza Scala, organizzata dalla CGIL (leggi l’intervento di Farid Adly)

  • [Finestra sulle Rive Arabe] E se Orwell fosse palestinese? di Antonino D’esposito. QUI

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