Per ascoltare l’audio di oggi, 28 maggio 2024:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno V/n. 142 (1393)

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Le notizie:

Genocidio a Gaza

È salito a 46 il numero dei civili uccisi nel bombardamento criminale sul campo di tende pieno di sfollati a nord di Rafah.

Il genocidio continua.

I caccia israeliani hanno proseguito la loro opera di massacri su tutta la Striscia: dopo quella strage delle tende di domenica sera, ieri l’esercito israeliano ha compiuto altre 7 di stragi con 66 uccisi e 383 feriti.

Il numero totale delle vittime dall’inizio di ottobre è salito a 36.050 uccisi e 81.026 feriti e il numero dei dispersi è valutato in 17 mila persone dichiarate dai parenti come “assenti”.

Ipocritamente Netanyahu si è rammaricato della strage sostenendo che si è trattato di un errore e come al solito ha promesso una inchiesta interna. Bugiardo che sa di mentire, perché il suo esercito ha continuato a bombardare i campi di sfollati nelle zone che aveva dichiarato sicure. È una guerra di annientamento e di pulizia etnica.

Il vice segretario ONU, Griffith, ha replicato alle farneticazioni di Netanyahu dicendo che “quelle parole non significano nulla per i morti di Rafah. Abbiamo già messo in guardia che attaccare una zona densamente abitata è un crimine di guerra”.

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Egitto-Israele

La giornata di ieri è stata caratterizzata anche da uno sviluppo grave nelle relazioni tra Egitto e Israele. Un soldato egiziano è rimasto ucciso in uno scontro a fuoco con l’esercito israeliano. La censura militare israeliana ha vietato all’inizio la diffusione della notizia. Un comunicato dell’esercito egiziano informava dell’apertura di un’inchiesta per comprendere la dinamica dell’incidente. La versione israeliana, riferita dalla stampa di Tel Aviv, sostiene che i soldati egiziani hanno iniziato la sparatoria. Ma testimoni oculari e video lanciati sui social mettono in dubbio questa versione, anche perché secondo i rapporti della stampa israeliana nessun soldato israeliano è rimasto ferito. La stampa del Cairo avanza l’ipotesi che Israele ha voluto distrarre l’attenzione mondiale dalla strage di domenica nel campo sfollati di Rafah.

La tensione tra i due paesi riguarda il corridoio Philadelphia che l’esercito israeliano ha occupato con la forza, sfidando le forze armate egiziane. La stampa del Cairo butta acqua sul fuoco, sostenendo che i due governi sono in contatto per ridurre gli effetti dell’incidente, ma sottolinea la gravità dell’atto unilaterale israeliano di occupare il corridoio assegnato per gli accordi di Camp David e di Oslo alla gestione militare egiziana.

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Situazione umanitaria

Terrore e paura tra gli sfollati, affamati e bombardati. Dopo un’altra notte illuminata dalle bombe israeliane, migliaia di persone hanno raccolto le poche cose possedute e si sono incamminate, a piedi o su carrette trainate da animali, verso il centro della Striscia.

Dopo la sparatoria di ieri al valico di Rafah tra israeliani ed egiziani, si chiude ogni possibilità di imminente riapertura per il passaggio degli aiuti alimentari, medicine e carburanti oppure per l’evacuazione dei 20 mila feriti gravi che avrebbero bisogno di ricoveri all’estero.

L’artiglieria israeliana ha mirato a colpire i piani alti dell’ospedale indonesiano a Rafah. Il personale medico si è affrettato ad evacuare i malati e a salvare i macchinari spostandoli nei piani inferiori.   

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ONU

L’Algeria ha chiesto la convocazione del Consiglio di sicurezza per discutere della carneficina di Rafah. Una seduta straordinaria e a porte chiuse, “per valutare l’invio di una commissione d’inchiesta internazionale su questo ennesimo crimine perpetrato dall’esercito israeliano”, ha detto il rappresentante algerino.

Il Consiglio di Sicurezza dovrebbe ancora affrontare le modalità di esecuzione dell’ordinanza della Corte di Giustizia Int. dell’Aja, che ha imposto a Israele di non procedere all’attacco contro Rafah, ordinanza alla quale Netanyahu ha risposto con i massacri dei civili, protetto dalle diplomazie complici del genocidio in corso.

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Giornalisti nel mirino

Reporter sans Frontiere ha denunciato Israele presso la Corte penale internazionale, per l’alto numero di vittime palestinesi tra i giornalisti. Il numero dei giornalisti e operatori dei media uccisi a Gaza, secondo il sindacato palestinese, sono 143. Gli organismi internazionali ne contano 84, cioè coloro che sono iscritti agli albi ed alle organizzazioni di categoria riconosciute e non gli operatori autonomi.

La denuncia di RSF contiene i rapporti dettagliati su 10 casi di giornalisti uccisi mentre compivano il loro dovere di informare. “Abbiamo la forte convinzione che molti di questi giornalisti sono stati presi di mira deliberatamente e che gli attacchi contro le loro postazioni di lavoro siano stati intenzionali, per soffocare la voce della verità. Altri casi invece sono stati vittime di attacchi indiscriminati contro zone civili densamente abitate”. Questo ricorso documentato è il terzo presentato all’ufficio del procuratore dell’ICC all’Aja.      

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Cisgiordania e Gerusalemme est

Gravissima situazione nelle città e villaggi palestinesi della Cisgiordania. L’offensiva dell’esercito israeliana e dei coloni è concentrata e concertata con il chiaro obiettivo di rendere la vita impossibile a tutta la popolazione palestinese: o accettare di vivere sotto il tallone dell’occupazione militare, subendo in silenzio le angherie disumanizzanti oppure sfollare fuori dalla Palestina.

Non si contano i rastrellamenti violenti con distruzioni gratuite di case e di infrastrutture urbane, per rendere la popolazione più povera e la loro vita grama. Reti idriche, fognature, reti elettriche e telefoniche vengono sistematicamente vandalizzate dai soldati con l’uso di bulldozer e in altri casi con la dinamite. Sono presi di mira i villaggi agricoli, per un furto programmato delle terre dei palestinesi.   

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Prigionieri

Il personale sanitario palestinese di Gaza è stato preso di mira in modo particolare da parte dell’esercito israeliano. Un’azione sistematica di demolizioni della capacità professionali con arresti mirati e deportazione nei campi di concentramento nel deserto del Negev. Secondo statistiche non esaustive sono 214 i medici e infermieri catturati dai soldati, denudati, trasferiti in campi di concentramento dove sono stati torturati e maltrattati. La vicenda ha assunto contorni foschi con l’annuncio da parte israeliana della morte nel carcere israeliano di Ofer del chirurgo Adnan El-Borsh, arrestato all’ospedale Shifà. (è stato il 493esimo operatore sanitario ucciso dagli israeliani a Gaza). Dalle testimonianze raccolte nelle denunce dei detenuti liberati sull’esperienza vissuta, il quadro che ne esce fuori ricorda i campi di sterminio nazisti nella Germania della seconda guerra mondiale.

Ecco l’inchiesta in inglese

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Trattative

Il governo israeliano dovrebbe consegnare ai mediatori la sua controproposta per lo scambio di prigionieri con Hamas. Secondo il canale 13 della tv israeliana, il consiglio di guerra aveva già approvato il piano, dopo forti tensioni. Analisti israeliani prevedono che Netanyahu potrebbe sciogliere il consiglio di guerra, per svuotare di senso la minaccia di Gantz di abbandonare il governo con un l’ultimatum dell’8 giugno. La proposta di Netanyahu non contiene un esplicito riferimento alla fine della guerra, ma una frase ambigua sulla “sospensione sostenibile delle operazioni militari”, condizione che non troverà il consenso di Hamas e di conseguenza non ci sarà nessuno scambio di prigionieri e prolungamento del conflitto, che è la vera scelta del premier israeliano per continuare ad occupare la poltrona e evitare i processi per corruzione.

Il capo dell’opposizione Lapid ha chiesto le dimissioni di Netanyahu, “perché sta trascinando Israele in un totale isolamento internazionale”.

Da sabato sera, tutti i giorni si sono svolte a Tel Aviv, Gerusalemme e Haifa grandi manifestazioni per chiedere una seria trattativa e per elezioni anticipate. Oggi è prevista una mobilitazione con blocchi stradali.

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Solidarietà internazionale

A Milano un gruppo di attivisti per la pace hanno inscenato un falsh-mob chiedendo il cessate il fuoco e uno stop al genocidio a Gaza.

Ecco il video

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Egitto

Arrestato al Cairo l’oppositore Ahmed Tantawi, dopo la conferma in cassazione della condanna di primo grado ad un anno di reclusione. Viene accusato di aver falsificato le firme per la presentazione della sua lista nelle elezioni presidenziali dello scorso anno. Firme che in realtà sono state raccolte alla presenza di pubblico ufficiale. Tantawi ha tenetato di candidarsi come sfidante di Al-Sisi, ma non è riuscito a raccogliere il numero necessario a causa del boicottaggio messo in atto dai tribunali dove si dovevano presentarsi i sostenitori delle liste. Tanatawi ha anche un altro processo per diffamazione, per aveva denunciato le attività di ostacolo alla raccolta firme per la sua lista.

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Notizie dal Mondo

Sono passati due anni, tre mesi e tre giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina

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[Finestra sulle Rive Arabe] “Il mare nella letteratura araba contemporanea”, di Antonino D’esposito. QUI

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