Per ascoltare l’audio di oggi, 31 maggio 2024:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno V/n. 145 (1396)

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Le notizie:

Genocidio a Gaza

I generali israeliani hanno compiuto ieri 5 stragi a Gaza, con 53 uccisi e 357 feriti. I bombardamenti sono continuati nella notte e all’alba di oggi contro quartieri residenziali e tende dei campi profughi, con altre decine di vittime.

Sono in corso combattimenti sia a Rafah che in diverse località del nord della Striscia. L’esercito di Tel Aviv si è ritirato da Jebalia e Beit Lahia dopo furiosi scontri con i combattenti della resistenza palestinese anti coloniale.

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Situazione umanitaria

“Non c’è altro da aggiungere, questo orrore deve finire, adesso.” Questa frase l’ha pronunciata il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres.

È il segno della gravità della situazione a Gaza sotto l’occupazione militare israeliana. Un richiamo all’umanità e alla responsabilità, al quale sono sorde Israele e i governi complici, fabbricanti di armi da sperimentare sulla pelle della gente di Gaza.

Tutti i rapporti delle agenzie internazionali sono allarmati per la carenza di cibo, medicine e carburanti per tutta la popolazione di Gaza, che ammonta a 2,4 milioni di abitanti intrappolati dai carri armati israeliani e sottoposti ai bombardamenti aerei.  

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Cisgiordania e Gerusalemme est

Ad El-Bira i soldati israeliani hanno ucciso un giovane, Wajeeh Ramhi, 23 anni, durante il lancio di pietre per bloccare l’avanzata delle truppe nella città. Altri tre giovani sono ricoverati con pallottole al torace.

Il ministro fascista Smotrich ha minacciato di ridurre Tulkarem come Gaza. Inoltre l’esercito di occupazione ha deciso di distribuire un numero maggiore di armi ai coloni in Cisgiordania e Gerusalemme est. Tra i 720 mila coloni, in passato l’esercito ha autorizzato la consegna di 250 mila mitra ai coloni che avevano svolto corsi di addestramento.

Le operazioni militari dell’esercito di occupazione hanno toccato il campo profughi di Balata e il villaggio di Kafr Malek, ad est di Ramallah.  

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Prigionieri

La detenuta palestinese Wafaa Jarrar è stata rilasciata dal carcere con le gambe amputate. Era stata arrestata a Jenin il giorno 21 di questo mese, dopo un’irruzione dei soldati israeliani a casa sua ed era in buone condizioni e camminava normalmente, secondo la denuncia del figlio. La donna, moglie di un dirigente di Hamas, già incarcerato amministrativamente da diversi mesi, è stata consegnata su una barella all’ufficiale di collegamento tra i militari israeliani di occupazione e l’ANP. Le condizioni di salute di Jarrar sono critiche e Israele se n’è liberata per non sostenere il costo delle cure dei danni causati durante le torture subite dalla donna nel lager nazista israeliano. Adesso è ricoverata nell’ospedale Ibn Sina a Jenin. L’autorità nazionale palestinese sta raccogliendo la documentazione necessaria, per denunciare il caso alla Corte penale internazionale.

Un prigioniero israeliano nelle mani di Brigate Quds di Jihad Islamica ha registrato un messaggio alla famiglia e al pubblico israeliano, chiedendo di manifestare per far in modo di cambiare la linea dell’attuale governo. “Non voglio morire sotto i bombardamenti del nostro esercito, fate in modo che avvenga lo scambio di prigionieri e un cessate il fuoco”.  

Il prigioniero appare, dopo 8 mesi di cattività, in buona salute e vestito sportivamente, con una leggera barba curata e i capelli corti e pettinati. Le sue gambe sono sane e non amputate, com’è avvenuto a Wafaa Jarrar dopo una settimana di arresto nei lager israeliani.

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ONU

Il rappresentante USA al Consiglio di Sicurezza ha affermato che la bozza di risoluzione avanzata dall’Algeria, per l’applicazione dell’ordinanza della Corte di Giustizia, “non è equilibrata”. È un giudizio tendenzioso, perché nella bozza si parla di “cessate il fuoco da parte di tutte le parti in conflitto e la liberazione immediata e incondizionata di tutti gli ostaggi”; inoltre si chiede una soluzione politica alla questione mediorientale in applicazione delle risoluzioni dell’ONU. Questa dichiarazione USA è il preludio ad un voto contrario e di conseguenza il blocco con il veto della risoluzione malgrado che abbia il consenso di 14 membri del Consiglio.

Il voto si terrà oggi, venerdì (giovedì per il fuso orario di New York).

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Diplomazia Internazionale

Slovenia riconosce lo Stato di Palestina. Lo ha annunciato il premier Robert Golob. È il quarto paese europeo a compiere tale riconoscimento in due giorni. Martedì 28, Spagna, Irlanda e Norvegia hanno dichiarato il riconoscimento dello Stato palestinesi, per rafforzare le opportunità di mettere fine alla guerra a Gaza e di avviare un processo di pace in M.O. che garantisca l’applicazione delle risoluzioni dell’ONU. Golob ha precisato che la decisione del governo di Lubiana passa al vaglio del Parlamento per l’approvazione finale, che si dà per certa. Il voto è previsto per martedì 4 giugno.

Il presidente francese Macron aveva chiamato al telefono ieri l’altro il presidente Abbas, per annunciare un passo in tale direzione a breve. L’Italia una volta all’avanguardia nel sostegno alla causa palestinese, con questo governo delle destre rimane come una ruota di scorta della diplomazia Usa.

Il presidente cinese, Xi Jinping, alla chiusura del Forum economico arabo-cinese ha chiamato alla tenuta di una conferenza internazionale sotto l’egida dell’ONU per una soluzione della crisi mediorientale. “Non si può prolungare la guerra all’infinito e la comunità internazionale non può sottrarsi alle sue responsabilità per una soluzione che mantenga in piedi l’opzione dei due Stati”, ha detto il presidente cinese. /ɕǐ tɕînpʰǐŋ/

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Israele-Egitto

Secondo fonti giornalistiche USA, Washington sta lavorando per un incontro tra Israele e Egitto con all’ordine del giorno la riapertura del valico di Rafah e riportare la tensione tra i due paesi ad un livello accettabile. La riunione si terrà al Cairo la prossima settimana con la partecipazione di un responsabile statunitense. La questione sarebbe stata discussa in una telefonata tra Biden e Al-Sisi, durante la quale il presidente USA ha ricattato che in caso di mancata apertura del valico, Washington avrebbe addossato la responsabilità sull’Egitto. La stampa israeliana pubblica veline governative secondo le quali, l’esercito israeliano si ritirerebbe di 100 metri dal valico per lasciarlo nelle mani di “palestinesi non appartenenti né a Hamas, né a Fatah”, con un ruolo dell’esercito egiziano nel garantire la sicurezza, ma sotto l’occhio vigile dell’esercito di occupazione. Condizioni che, se fossero accettate, sarebbero un’onta per l’onore dell’esercito egiziano.

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Israele

Il partito di Gantz chiede elezioni anticipate il prossimo ottobre. La sua coalizione, Unità Nazionale, ha presentato una mozione in Parlamento. Ma è puramente un gesto politico, in quanto la maggioranza del Likud e dei partiti dell’estrema destra hanno 64 seggi su 120. A metà maggio, Gantz ha annunciato che si dimetterà dal Consiglio di guerra, se entro l’8 giugno Netanyahu non presentasse un piano per l’uscita dalla guerra a Gaza.

Anche Lapid, capo dell’opposizione, sta lavorando per lo stesso obiettivo in alleanza con Gideon Sa’ar del partito Tikvah Hadasha (Nuova speranza) e con Avigdor Liberman del partito Israele Beitnu. Questa alleanza di partiti di centrodestra non ha la forza parlamentare per far cadere il governo Netanyahu, ma potrebbe creare un clima politico di pressione popolare che sommandosi alle pressioni esterne, costringerà il premier a ripensare al suo arroccamento con i due ministri fascisti, Bin Gvir e Smotrich.

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UNRWA

Le autorità di occupazione hanno avvisato l’UNRWA di abbandonare la sede centrale nel quartiere Sheikh Jarrah, a Gerusalemme est occupata. Hanno chiesto anche il pagamento di affitti arretrati per milioni di dollari. Va ricordato che coloni estremisti ebrei israeliani hanno appiccato il fuoco nella zona esterna della sede, costringendo i funzionari ad abbandonare la sede. Il governo Netanyahu sta conducendo una campagna contro l’UNRWA per il suo smantellamento, in modo di cancellare i diritti storici dei palestinesi al ritorno nelle loro terre usurpate nel 1948.  

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Solidarietà Int.

Gli studenti tedeschi continuano le loro campagne di solidarietà con la Palestina, malgrado la dura repressione della polizia. Video

La solidarietà a Bruxelles: Video

E a Parigi: Video

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Yemen

Bombardamenti USA-GB su Sanaa e Hodeida. Secondo fonti di Centcom, caccia di Washington e britannici hanno sganciato bombe su posizioni militari nelle due città yemenite. Sono stati lanciati missili da unità della marina statunitense di stanza nell’oceano Indiano. La versione delle milizie houthi è diametralmente opposta. “Il nemico – ha detto il portavoce- ha colpito zone residenziali causando la morte di 14 civili innocenti”. Le immagini pubblicate sulla stampa locale mostrano palazzi rasi al suolo e unità di soccorso che faticano a rimuovere le macerie per salvare le vittime. Il capo degli Houthi in una conferenza stampa, subito dopo l’attacco, ha affermato che “le atrocità del nemico non ci impediranno a continuare l’azione di solidarietà con il popolo dii Gaza, fino alla fine dell’assedio e dell’occupazione israeliana”.

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Siria-Turchia-Niger

L’Osservatorio Siriano per i diritti umani (con sede a Londra) riporta una notizia gravissima sull’uso strumentale dei mercenari siriani in Africa:  “I 1100 miliziani mercenari siriani spediti dalla Turchia in Niger sono stati messi sotto il controllo dei militari russi. La notizia è confermata sia da capi della milizia jihadista siriana di Idlib, Sultan Mourad, filo turca, sia da familiari dei miliziani che hanno ricevuto le lamentele dei miliziani, che si sentono ingannati ed abbandonati”, scrive l’Osservatorio.

La questione ha tre aspetti: 

– uno economico: i russi non garantiranno la paga pattuita da Ankara che ammonterebbe, secondo quanto affermato dell’Osservatorio, a 1200 dollari al mese (350 dei quali vanno ai capi della milizia Sultan Mourad);

– il secondo è politico: miliziani che combattevano contro la presenza russa in Siria, si trovano a combattere per Mosca in Africa; 

– il terzo è militare: i contratti con i turchi parlavano di utilizzo dei mercenari in operazioni di difesa delle fabbriche e investimenti di Ankara nei paesi africani e quindi non in missioni di combattimento vero e proprio. Adesso i comandanti militari russi li impiegano in operazioni di combattimento contro le bande dell’Isis e di Al-Qaeda, cioè contro altri jihadisti islamici e con un pericolo per la propria vita molto maggiore. 

Secondo l’Osservatorio Siriano, le famiglie di questi mercenari chiedono che i loro figli vengano riportati in patria. 

Tempo fa, l’Osservatorio aveva pubblicato la notizia che un secondo gruppo di mercenari siriani era già in Turchia in fase di addestramento per essere spedito in Niger e un terzo gruppo era in fase di reclutamento ad Idlib per avviarsi alla firma dei contratti con la “SADAT International Defense Consultancy”,  la società privata turca che opera in questo settore per conto dei servizi di sicurezza di Erdogan. 

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Iran

Apertura delle candidature per le elezioni presidenziali, in seguito alla scomparsa del presidente Raissi in un incidente aereo. L’11 giugno, il Consiglio per la salvaguardia della Costituzione pubblicherà l’elenco dei candidati approvati, che avranno due settimane per la campagna elettorale.  Le elezioni anticipate si terranno il 28 giugno.

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Notizie dal Mondo

Sono passati due anni, tre mesi e sei giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Dopo Francia, GB e Germania anche Biden ha autorizzato Kiev ad impiegare i missili di fabbricazione USA contro la Russia. Il Cremlino: è una dichiarazione di guerra.

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