Per ascoltare l’audio di oggi, 01° giugno 2024:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno V/n. 146 (1397)

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Le notizie:

Genocidio a Gaza

5 stragi sono state compiute dai generali israeliani ieri a Rafah. 60 persone sono rimaste uccise e 280 ferite, tutte civili.

Il numero totale delle vittime di questa guerra è di 36.284 persone uccise e 82.057 ferite.

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Situazione umanitaria

L’UNRWA ha scritto la scorsa mezzanotte: “Notte nella Striscia di Gaza. Le famiglie sprofondano nella paura e nell’oscurità. La lotta per la sopravvivenza consuma ogni ora, giorno e notte. Bombardamenti e droni che torturano un’intera popolazione, 24 ore su 24”. Per descrivere questo stato di cose, è stato riprodotto un video al buio con il suono degli aerei e il ronzio dei droni. (ascolta)

Medici senza frontiere (MSF) ha chiesto la fine immediata dell’offensiva di Rafah e delle atrocità in corso nella Striscia di Gaza. “La strategia militare israeliana di lanciare ripetutamente attacchi in aree densamente popolate porta inevitabilmente all’uccisione di massa di civili”, ha aggiunto. Chris Lockyear, Segretario Generale di MSF, ha dichiarato: “I civili vengono massacrati deliberatamente: vengono spinti in aree che si diceva sarebbero state sicure, per poi essere sottoposti a incessanti attacchi aerei e dell’artiglieria”.

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Cisgiordania e Gerusalemme est

Nella notte e nelle prime ore di oggi sabato, le forze di occupazione hanno preso di mira di nuovo il campo Balata, vicino a Nablus. Tre giovani sono stati colpiti con le pallottole al torace e sono attualmente ricoverati in gravi condizioni in ospedale. Come al solito i soldati erano accompagnati dai bulldozer per la distruzione delle infrastrutture stradali, appena risistemate dalle autorità comunali palestinesi in seguito ad una precedente devastazione. Una punizione punitiva per rendere la vita difficile alla popolazione e impoverire l’economia palestinese.

L’altro versante dell’annessione strisciante israeliana della Cisgiordania è la colonizzazione. A Masafer Yatta, un gruppo di coloni ha occupato un terreno agricolo di famiglie palestinesi e ha sistemato una tenda e diversi caravan, portandosi dietro gli animali da pascolare e i trattori per la coltivazione dei terreni usurpati. Un colono sul suo trattore ha tentato deliberatamente di investire un ragazzo palestinese di 15 anni, che stava pascolando un gregge di pecore. “Mi sono salvato per miracolo, grazie ad una grossa roccia dietro la quale mi sono riparato, ma una delle pecore è rimasta investita sotto le grandi ruote del trattore”, ha detto il ragazzo. “i soldati che presidiavano la zona non sono intervenuti per arrestare l’aggressore”, ha aggiunto.

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Prigionieri

Brigate Qassam hanno pubblicato, ieri, sui social, il messaggio audio in ebraico (con sottotitoli in arabo e inglese) di una donna nelle loro mani dal 7 ottobre 2023. Si rivolge alla gente di Israele chiedendo di scendere in piazza e di bloccare le strade, per costringere il governo a trattare per la liberazione di lei e di tutti gli altri ostaggi, “abbandonati da 237 giorni”. Questo significa che l’audio è stato registrato il giorno prima. “Non vogliamo fare la fine di Arad. Agite! Il tempo sta scadendo”. Il nome della donna non viene specificato, ma davanti alle sue mani nella foto fissa, che accompagna l’audio, si vedono dei disegni artistici e quindi potrebbe essere identificabile per la famiglia e gli amici. Uno strazio ed una tortura per i suoi cari.

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ONU

Nella mattinata di oggi si dovrebbero svolgere le votazioni al Consiglio di sicurezza sulla mozione algerina per l’applicazione delle ordinanze della Corte di Giustizia Int. La bozza di risoluzione chiede “un immediato cessate il fuoco rispettato da tutte le parti, il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi, e che le parti rispettino i loro obblighi di diritto internazionale nei confronti di tutte le persone detenute”.La delegazione statunitense nel suo intervento ieri l’altro aveva sostenuto che la risoluzione sarebbe inutile e non porterebbe all’obiettivo. Il Dipartimento di Stato ha emesso una dichiarazione nella quale sosteneva che “la risoluzione era di parte”, perché citava l’occupazione israeliana e non Hamas. Dopo il discorso di ieri del presidente Biden, dal sapore elettorale, si annuncia un veto USA alla risoluzione con il pretesto di non disturbare le trattative in corso.

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Diplomazia Internazionale

Il presidente Biden in una diretta mondiale, preannunciata sulla piattaforma X, ha avanzato una proposta che l’ha definita come proveniente dal governo israeliano, per un accordo che garantirà la cessazione delle ostilità, il rilascio degli ostaggi, il ritiro dell’esercito israeliano dalle zone abitate di Gaza, il ritorno non condizionato della popolazione alle sue case e la distribuzione degli aiuti. Si è soffermato su questo punto così intensamente fino a dare particolari del numero dei camion che potranno entrare ogni giorno: 600 (+ 100 rispetto a quello dichiarato il minimo necessario da parte delle agenzie dell’ONU). Il presidente USA definisce il piano, da lui reso pubblico e riferito al governo di Tel Aviv, come particolareggiato e preciso e garantirà una fase nuova.

Il piano di Biden prevede tre fasi: nelle prime sei settimane si realizza il rilascio degli ostaggi civili, il ritiro dell’esercito israeliano dalle zone abitate di Gaza e il ritorno della popolazione. Nel mentre le due parti continueranno a trattare per la fase successiva che prevederà il rilascio degli ostaggi militari e una cessazione delle ostilità sostenibile e duratura; la terza fase il rilascio di tutti i corpi degli ostaggi morti e l’avvio della ricostruzione di Gaza.

Si nota subito il completo disprezzo di Washington per le terribili condizioni di prigionia dei detenuti palestinesi nelle carceri israeliane, citati soltanto “in passant” e con leggerezza e non come una parte integrante dell’accordo. Il discorso di Biden contiene una minaccia a Hamas, che in caso di rifiuto, Israele avrebbe proseguito la sua avanzata di terra su Rafah. Non viene tralasciata anche una promessa a Tel Aviv che alla conclusione di questo accordo si apriranno le strade ad un riconoscimento di Israele da parte dell’Arabia Saudita e altri paesi arabi del Golfo.

La prima reazione di Netanyahu a questo discorso è stata: “La guerra non finirà prima della distruzione di Hamas”. Questo rivela che il piano sarebbe della Casa Bianca, che di fatto si sostituisce a Tel Aviv nelle trattative.

Secondo fonti di Doha, Hamas ha ricevuto i punti del piano prima del discorso di Biden. Il leader Ismail Hanie avrebbe espresso “un atteggiamento positivo e uno spirito collaborativo”, secondo questa fonte qatariota.

Analisti arabi e palestinesi notano che il discorso di Biden non parla esplicitamente di un cessate il fuoco e di ritiro totale dell’esercito israeliano da Gaza e soprattutto non cita minimamente una soluzione globale del conflitto palestinese israeliano e la soluzione dei due Stati.   

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Armamenti e BDS

La Francia ha annullato la partecipazione delle aziende israeliane alla fiera della difesa Eurosatory, la fiera internazionale della produzione bellica chiamata eufemisticamente “difesa e sicurezza territoriale”, che sarà inaugurata a Parigi il 17 giugno.

“Per decisione delle autorità governative, non ci sarà nessuno stand dell’industria di armamenti israeliana”, ha detto l’organizzatore dell’evento. Settantaquattro aziende israeliane avrebbero esposto lì i loro prodotti di morte.

Il ministero della difesa francese ha motivato il divieto con la mancata risposta di Tel Aviv al blocco dell’operazione di terra contro Rafah.

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Israele-Egitto

Continua la saga delle notizie false fabbricate ad arte per confondere le idee e scaricare le responsabilità per la mancata apertura del valico di Rafah. La stampa israeliana pubblica ogni giorno veline governative sul raggiungimento di un accordo con il Cairo per l’apertura del valico. Responsabili della sicurezza egiziani hanno smentito categoricamente questa notizia e hanno aggiunto che finché il valico è nelle mani dell’esercito israeliano, non sarà aperto. “È responsabilità della forza occupante trovare una soluzione al problema dell’ingresso degli aiuti. O si ritirano da tutta la linea del confine oppure si assumano le conseguenze dei loro atti”. Anche il ricatto di Biden ad Al Sisi non ha funzionato. La prossima settimana si dovrebbe svolgere un incontro al Cairo tra delegazioni della sicurezza di Israele e Egitto, con la presenza di un funzionario statunitense per trovare una soluzione.  

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Solidarietà Int.

“Non possiamo permettere che i soldi dei nostri contribuenti vengano usati per uccidere persone”. Con una decisione storica, Hamtramck, nel Michigan, è diventata la prima città degli Stati Uniti a sostenere pienamente la campagna di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) e si è impegnata, con una mozione votata al Consiglio comunale, ad astenersi dall’acquistare beni e servizi da aziende che sostengono Israele. Vedi (in lingua inglese).

A Strasburgo si è tenuta ieri una grande manifestazione di solidarietà con il popolo palestinese per chiedere la fine del genocidio a Gaza. (Il video)

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Yemen

I miliziani houthi sostengono di aver lanciato missili balistici contro una nave militare statunitense, in risposta al raid compiuto ieri contro la capitale Sana’a e il porto di Hodeida, dove sono stati uccisi 14 persone. il portavoce militare degli Houthi, Yahya Sare’e, ha affermato che il gruppo yemenita ha lanciato un attacco missilistico contro la portaerei statunitense Eisenhower nel Mar Rosso, in risposta agli attacchi delle forze armate degli Stati Uniti e del Regno Unito contro i governatorati di Sana’a, Hodeida e Taiz, in Yemen. Non è tardata la smentita degli USA che hanno definito come false le dichiarazioni del portavoce degli houthi. Centcom ha precisato che tutti i missili e i droni lanciati dal territorio yemenita nella giornata di ieri sono stati intercettati e distrutti in cielo prima di arrivare agli obiettivi disegnati.

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Siria

Drone turco ha lanciato diversi missili contro un’auto di un dirigente curdo delle Forze democratiche siriana. L’attacco è avvenuto ieri a sud di Hasaka. Sono state uccise tre persone e ferite altre 11, tutte civili. Le vittime civili sono state colpite perché il drone aveva lanciato un secondo missile contro l’ambulanza che era accorsa per soccorrere le prime vittime.

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Iraq

Il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha deliberato la fine della missione internazionale in Iraq (UNAMI) che dura dal 2003. Il provvedimento è stato chiesto dal governo iracheno presieduto da Soudani, fortemente preoccupato dalle interferenze politiche dei responsabili internazionali nelle vicende interne irachene, “invece di aiutare a risolvere le problematiche economiche ed ambientali”. Nel suo messaggio al segretario dell’ONU, Soudani aveva scritto: “dopo una lunga esperienza di autogoverno all’insegna del pluralismo e della democrazia, è arrivata l’ora di ritirare la missione entro il 31 dicembre del 2025 e limitare il suo intervento nel frattempo alle consulenze su economia e ambiente”. La missione UNAMI era stata voluta dal governo di occupazione militare statunitense guidato dal generale USA, Bremer, e nella delibera della sua costituzione si preannunciavano gli intenti colonialisti di smembrare il paese. Si parlava, infatti, di “migliorare i rapporti delle sue province con i paesi limitrofi”. La costituzione irachena imposta dagli USA ha dato un’impronta di spartizione etnico-confessionale del potere, che non poteva garantire al paese una stabilità politica duratura. E in questi venti anni si sono visti i risultati. La trattativa difficile sarà la fine della presenza militare statunitense nelle basi irachene.

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Notizie dal Mondo

Sono passati due anni, tre mesi e sette giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. I russi sostengono di avanzare sul fronte di Kharkiv. La Cina ha annunciato che non parteciperà alla conferenza per la pace in Ucraina indetta in Svizzera per il 15 e 16 giugno, senza la partecipazione di russi e ucraini.

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1 commento

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