Per ascoltare l’audio di oggi, 03 giugno 2024:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

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Rassegna anno V/n. 148 (1399)

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Le notizie:

Genocidio a Gaza

Nella giornata di ieri, i generali israeliani hanno compiuto altri crimini: 4 stragi a Rafah con 60 uccisi e 220 feriti. In serata, a Jebalia e Beit Lahia sono stati estratti da sotto le macerie 200 corpi uccisi durante le operazioni militari compiute dalle truppe d’invasione israeliane, prima del loro ritiro avvenuto due giorni fa.

Nostro commento: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”. Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.

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Situazione umanitaria

La commissione palestinese per l’emergenza ha dichiarato Jebalia e Beit Hanoun zone disastrate. “20 giorni di occupazione militare dei due campi profughi hanno smantellato ogni possibilità di vita civile. Le case che non sono state distrutte dai bombardamenti, sono state fatte saltare con la dinamite. Le scuole dell’UNRWA hanno fatto la stessa fine. La gente non ha un tetto sulla testa e non ci sono acqua potabile e rifornimenti alimentari. Nessun ospedale”. Le famiglie che non hanno obbedito all’ordine di sfollare, sono accampate sopra le macerie delle case.

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Cisgiordania e Gerusalemme est

Due palestinesi minorenni (di 16 e 17 anni) sono stati assassinati dalle truppe di occupazione israeliane nel campo profughi di Aqbat Jabr, ad Ariha, sabato sera. I soldati hanno teso un agguato ai due ragazzi e hanno ucciso subito uno di loro, Ahmed Hmeidat, e ferito il secondo, Mohammed Beitar. L’esercito ha trattenuto per oltre 24 ore il corpo della prima vittima e ostacolato il soccorso immediato al ferito, che al momento dell’arrivo in ospedale appariva in condizioni disperate, per poi morire la sera di domenica.

Una famiglia originaria di Gaza è stata arrestata solo per la sua provenienza e non per nessuno impegno politico dei suoi componenti. Una donna, il marito e i loro 4 figli sono stati arrestati a casa loro dopo l’irruzione di una forza militare a Betunia. Sono centinaia i lavoratori palestinesi impiegati in Cisgiordania e Israele che sono stati sottoposti a provvedimenti di sparizione forzata, maltrattamenti e torture soltanto per essere nativi di Gaza. È il nuovo antisemitismo israeliano: persecuzione per l’appartenenza ad una regione o etnia.

Nel villaggio di Marada, a nord di Salfit, le truppe di occupazione hanno distrutto tre case, dopo aver perquisito ogni locale e devastato i mobili. Le case appartengono a tre attivisti anticoloniali, che però non sono stati arrestati, per le perquisizioni non avevano portato al ritrovamento di nulla di sospetto, né armi, nei documenti. “Solo libri”, ha detto uno dei sospettati. Il villaggio è preso di mira e quasi tutti i giorni avvengono rastrellamenti e posti di blocco che limitano i movimenti degli abitanti, impedendo loro di recarsi nei terreni agricoli. Il timore della popolazione è che queste operazioni militari abbiano come obiettivo nascosto la confisca delle terre, che fanno gola agli abitanti delle colonie ebraiche circostanti.

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Trattative

Il rappresentante di Hamas in Libano ha commentato il discorso del presidente USA definendolo “generico e parla della situazione generale del conflitto, c’è bisogno invece di entrare nei particolari. Abbiamo accolto con ottimismo questa iniziativa, ma adesso serve capire come andranno le cose sul terreno. Ed è questo quello che stiamo cercando di far maturare, collaborando con i due paesi mediatori, Egitto e Qatar”. In un’intervista con Al-Jazeera ha affermato che Netanyahu, per calcoli politici interni, tentenna sulla questione fondamentale, cioè la fine dell’aggressione e il ritiro totale delle truppe. “non vogliamo frasi fumose, che possono essere interpretate come si vuole, ma termini chiari inequivocabili”. Il discorso di Biden parla di abbassamento delle ostilità invece di cessate il fuoco e di ritiro dalle zone abitate di Gaza.

Sul versante israeliano questa volta c’è molto riserbo sulle trattative. L’equipe tecnica nominata da Netanyahu per la trattativa ha imposto il divieto di pubblicare i particolari della trattativa. Un consigliere di Netanyahu, Ofer Folk, ha rilasciato un’intervista ad un quotidiano londinese nella quale ha definito la proposta statunitense come “un accordo non redditizio”, per poi spiegare: “Ci sono particolari da approfondire. Per esempio, non accettiamo un cessate il fuoco duraturo, se non dopo la realizzazione degli obiettivi dell’offensiva, cioè, la liberazione degli ostaggi e l’annientamento di Hamas”. I due ministri Ben Gvir e Smoutrich hanno minacciato l’uscita dalla maggioranza e la caduta del governo, in caso di accettazione della fine della guerra. La ministra estremista delle abitazioni, Orit Strook, ha affermato che “qualsiasi proposta contraria al raggiungimento degli obiettivi della guerra è illegale”.

Il capo dell’opposizione Lapid ha accusato Netanyahu di raccontare bugie, per prendere in giro tutti e preservare i propri interessi politici personali. “Questa è un’occasione da non perdere per non abbandonare gli ostaggi alla loro sorte”. Per neutralizzare le minacce del partito Sionista religioso, Lapid ha offerto a Netanyahu l’appoggio esterno al suo governo, in caso di accettazione della proposta di Biden.

Il presidente USA ha presentato la sua proposta come se fosse israeliana, ma i fatti hanno dimostrato che aveva raccontato una bugia, per fini politici elettorali interni e per mettere in difficoltà i paesi arabi mediatori e i palestinesi.

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Diplomazia

L’incontro del Cairo tra Israele, Egitto e Stati Uniti per la riapertura del valico di Rafah è fallito. Fonti del governo egiziano hanno detto alla TV Al-Qahera news che la posizione egiziana rimane sempre la stessa: “nessuna collaborazione con gli occupanti israeliani sull’attività del valico, ma siamo disponibili alla partecipazione europea in sostegno ad un’autorità palestinese”.  Secondo il governo egiziano, Israele ha occupato la linea di demarcazione il 7 maggio per far fallire le trattative; era lo stesso giorno nel quale Hamas aveva accettato il cessate il fuoco e la proposta di scambio di prigionieri. Per Il Cairo, Israele si deve, di conseguenza, assumersi le responsabilità di questo gesto, compresa la situazione umanitaria a Gaza.

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Libano

Un drone lanciato dal Libano ha colpito a Nahariya, nel nord di Israele. Secondo un comunicato dell’esercito israeliano, diversi tentativi di rintracciare il velivolo in cielo sono falliti. Il drone ha colpito all’interno della città provocando un incendio, senza causare vittime. Questo attacco contro il nord di Israele è la risposta di Hezbollah all’uccisione di tre infermieri in un bombardamento aereo israeliano contro un’ambulanza libanese nella zona della Beqaa, avvenuto due giorni fa.

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Siria

Un bombardamento aereo israeliano ha distrutto una fabbrica siriana ad Aleppo, provocando la morte di 12 persone, tutti civili. Il comunicato ufficiale dell’esercito di Damasco riporta soltanto la notizia dell’attacco israeliano, senza entrare nei particolari e non fornisce il numero delle vittime. Testimoni oculari hanno riferito all’Osservatorio siriano per i diritti umani i particolari dell’aggressione israeliana.  

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Solidarietà

Manifestazione milionaria a Karachi, in Pakistan, in solidarietà con la Palestina. Gli oratori hanno attaccato la politica di Washington “per il suo continuo foraggiamento di Israele con armi, finanziamenti e sostegno diplomatico”. Le parole d’ordine sono state molto chiare: contro il genocidio a Gaza e la deportazione in Cisgiordania e Gerusalemme. Moltissimi i cartelli di sostengo alle campagne BDS, contro i prodotti delle società sostenitrici di Israele.

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Boicottaggio

Le isole Maldive hanno vietato l’ingresso dei turisti israeliani. Lo ha annunciato il presidente Mohammed Muizzu aggiungendo che sarà costituita una commissione per la raccolta fondi a favore delle popolazioni palestinesi. I due paesi non hanno rapporti diplomatici, ma l’ingresso ai turisti israeliani era ammesso dagli anni novanta. Nel 2023 sono stati 11 mila i turisti israeliani che hanno visitato le famose isole. Il ministero degli esteri di Tel Aviv ha raccomandato ai cittadini israeliani, anche coloro che dispongono di doppia cittadinanza, di non recarsi nelle Maldive. La campagna popolare di boicottaggio contro Israele ha assunto come slogan: “Non abbiamo bisogno dei vostri soldi sporchi di sangue palestinese”.

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Cultura solidale

La cantante statunitense Kehlani ha pubblicato la sua nuova canzone “Next 2 U” (vicino a te). Il video ufficiale si avvia con la frase “Lunga vita all’Intifada” ed una poesia di Hala Alyan, psicoanalista statunitense di origine palestinese. Durante l’esecuzione, la giovane cantante appare con la Kefieh e alza la bandiera palestinese. Le parole della canzone d’amore sono intense e si apprestano a forti interpretazioni di ribellione sociale. Sul suo profilo Instagram, la cantante ha annunciato che i vestiti indossati per la performance sono stati realizzati da un creativo palestinese “simsim.jpeg” e cuciti a mano a Betlemme da NolCollective (https://nolcollective.com/) e saranno messi all’asta per raccogliere fondi a favore della popolazione di Gaza, Sudan e Congo. Ascolta e vedi qui e qui   

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Notizie dal Mondo

Sono passati due anni, tre mesi e nove giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

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