Per ascoltare l’audio di oggi, 18 aprile 2025:

Abamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno VI/106 (1708)

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A marzo c’è stato un ritorno alla normalità delle donazioni. Infatti, i contributi volontari dei nostri lettori e ascoltatori sono stati 12. Il valore complessivo del mese scorso è stato di 736 (+ 181,00 € rispetto al precedente mese di febbraio).

Grazie a chi ha contribuito e chiediamo a tutti e tutte di seguire il loro esempio, nel sostegno economico dell’impresa giornalistica senza padroni e senza pubblicità. La libertà non ha prezzo!

Le indicazioni per farlo agevolmente sono presenti nel sito e nella newsletter.

Le notizie

Genocidio a Gaza

Ieri, due stragi nei campi di sfollati. Una a Khan Younis che ha bruciato una vasta area di tende di plastica. Tra le vittime c’ anche una famiglia di 10 persone, cinque bambini, quattro donne (vedi video: clicca). La seconda strage a Jebalia, dove le bombe israeliane hanno colpito una scuola dell’Onu: clicca.

Il rapporto giornaliero del ministero della sanità rileva che ieri, fino a mezzogiorno sono arrivati negli ospedali sono arrivati 40 corpi di persone uccise dalle bombe israeliane e 73 persone ferite.

L’esercito israeliano sta radendo al suolo le città palestinesi di Gaza, per deportare la popolazione. Oltre alle bombe e bulldozer è impiegata anche la dinamite. clicca

Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture

storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni, dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.

Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.

Se questo è un uomo.

Situazione umanitaria

Stime recenti del Servizio di azione contro le mine delle Nazioni Unite indicano che una bomba su 10 lanciate su Gaza non è esplosa, a causa dell’aggressione israeliana alla Striscia di Gaza in corso da oltre un anno e mezzo. Secondo il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, questi proiettili sono sparsi tra oltre 50 milioni di tonnellate di detriti disseminati nel piccolo territorio densamente popolato. Un documento preparato da due organizzazioni di sminamento ha dimostrato che le autorità israeliane hanno respinto le richieste di importazione per più di 20 tipi di attrezzature per lo sminamento tra marzo e luglio dell’anno scorso, per un totale di oltre 2.000 articoli, che spaziano da binocoli e veicoli blindati fino al filo metallico utilizzato nelle detonazioni. “L’operazione di sminamento non è ancora iniziata a causa delle restrizioni imposte dalle autorità israeliane alle organizzazioni per l’azione contro le mine per quanto riguarda l’ingresso delle attrezzature necessarie”, ha detto Jeremy Laurence, portavoce dell’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani. Anche se Israele collaborasse senza riserve, un gruppo di agenzie delle Nazioni Unite e ONG chiamato “Protection Cluster” ha stimato, in un documento pubblicato a dicembre, che la rimozione delle bombe inesplose potrebbe richiedere 10 anni e 500 milioni di dollari.

Infanzia negata

Il portavoce dell’UNICEF in Palestina, Kazem Abu Khalaf, ha affermato che dall’inizio dell’invasione israeliana nella Striscia di Gaza sono stati uccisi 16.000 bambini, una media di 27 bambini al giorno. Ha sottolineato che la situazione nella Striscia è pericolosa e che le cose sono “sull’orlo del collasso”. Abu Khalaf ha aggiunto che il numero di bambini uccisi al giorno è aumentato da quando Israele ha ripreso la guerra il 18 marzo. Ha sottolineato anche che la guerra ha lasciato 39.000 bambini orfani.

Ostaggi

Il giornalista palestinese Amin Baraka ha passato 388 giorni ostaggio nelle mani dell’esercito israeliano. Recentemente è stato rilasciato insieme ad altri 9 ostaggi palestinesi, tutti civili. Ha raccontato le condizioni di umiliazione e torture fisiche e psicologiche che ha subito in prima persona. “Al nostro arrivo nel campo di concentramento nel deserto del Negev, ci hanno accolto con la frase: ‘Benvenuti nell’inferno’. Dal momento del mio arresto, il 25 gennaio 2024, mentre attraversavo un posto di blocco istituito dall’esercito di occupazione a ovest di Khan Yunis, nella Striscia di Gaza meridionale, sono stato sottoposto a dolorosi pestaggi e lunghi interrogatori, incentrati principalmente sul mio lavoro giornalistico. Durante ogni interrogatorio, gli agenti dell’intelligence israeliana mi stringevano forte il collo e spegnevano i mozziconi di sigaretta sul corpo, cercando di costringermi a parlare di come io, in quanto giornalista, avessi ottenuto i video trasmessi dalle organizzazioni della resistenza palestinese durante la loro battaglia contro l’esercito di occupazione, e chiedendomi anche quali fossero le fonti di informazione con cui comunicavamo. Sono stato sottoposto a torture più volte, in particolare ai testicoli, ai reni, allo stomaco, al petto e al viso. L’interrogatore ha messo la mia testa in un bidone della spazzatura e ha minacciato di uccidere la mia famiglia, come avevano fatto con la famiglia del giornalista Wael al-Dahdouh, corrispondente di Al Jazeera a Gaza. Le forze di occupazione sono dediti all’uso di varie forme di tortura: veniamo tenuti ammanettati, bendati e incatenati per diversi mesi. Ci portarono in una stanza chiamata “discoteca”, dotata di enormi altoparlanti che diffondevano musica ad alto volume 24 ore su 24, accompagnata da minacce di morte e di distruzione di Gaza”.

Giornalismo nel mirino

La fotografa Fatima Hassouna è stata assassinata insieme a tutta la sua famiglia, 11 persone in prevalenza ragazzi e bambini. Hassouna è stata una delle documentariste più importanti del genocidio in corso. “Non ha mai lasciato il campo dall’inizio della guerra, documentando massacri sfidando proiettili e bombardamenti. Ha lavorato affrontando la morte ogni giorno fino a che Israele l’ha ammazzata”, ha scritto un collega amico sui social. Un bombardamento israeliano ha centrato la sua casa, mettendo fine alla documentazione che Fatima ha compiuto in questi 18 mesi di aggressione israeliana. clicca e clicca

World Press Photo

La foto di un bambino palestinese, Mahmoud Ajjour di 9 anni, con le mani amputate, scattata dalla fotografa palestinese Samar Abu Elouf per il New York Times, è la Photo of the Year del World Press Photo. clicca

Cisgiordania

I cristiani palestinesi hanno svolto a Gerusalemme i riti del Giovedì Santo in un clima di tristezza e limitazioni militari. Nella chiesa del Santo Sepolcro nella Città Vecchia di Gerusalemme occupata, il patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme e di tutta la Palestina e Giordania, Teofilo III, il patriarca latino di Gerusalemme, cardinale Pierbattista Pizzaballa, e tutti i patriarchi e i capi delle Chiese, hanno presieduto le messe e le preghiere per l’occasione. Alla ceriimonia hanno partecipato solo un numero limitato di fedeli, provenienti per lo più da Gerusalemme e dai territori di Israele, dopo che le forze di occupazione israeliane avevao impedito a migliaia di cristiani provenienti dai governatorati della Cisgiordania di raggiungere la città santa.

Iran

Domani riprendono a Roma i negoziati indiretti tra USA e Iran. Israele aveva pianificato di attaccare i siti nucleari iraniani nel mese di maggio, ma nelle ultime settimane è stato fermato dal presidente degli Stati Uniti Trump, che ha annullato l’operazione a favore di un accordo con Teheran per limitare il programma nucleare. A rivelarlo è il New York Times, che cita fonti interne all’amministrazione Usa. Una rivelazione spauracchio che fa parte delle pressioni su Teheran. Una trattativa difficile, che metterà a dura prova sia i negoziatori iraniani che gli statunitensi. Il direttore dell’Aiea, Grossi, versando benzina sul fuoco, ha dichiarato prima ancora di recarsi a Teheran che l’Iran è in procinto di costruire la bomba atomica.

Sudan

Le milizie Pronto Intervento RSF hanno bombardato ieri la città assediata di el-Fasher causando 63 morti e un centinaio di feriti. Si intensifica l’offensiva delle milizie del golpista Hamidati, in Darfur, in seguito alle perdite subite per mano dell’esercito dell’altro generale golpista Burhan a Khartoum e nella provincia centrale di Al-Jazira. L’attacco contro el-Fasher avviene dopo la presa del campo profughi di Zamzam, che ha provocato la fuga di almeno 400 mila persone. Due giorni fa, Hamidati ha annunciato la formazione di un governo parallelo in funzione di una secessione delle zone sotto il controllo delle sue milizie.

Islamofobia

In GB, la polizia dell’Hertfordshire ha avviato un’indagine sugli atti vandalici ai danni di 85 tombe nella sezione musulmana del cimitero di Carpenders Park Lawn, molte delle quali si ritiene appartengano a neonati e bambini piccoli. L’odiosa e macabra azione vandalica è stata descritta dagli inquirenti come un “potenziale crimine d’odio”. clicca per leggere la notizia in inglese sul portale della BBC.

Appello per il dott. Hussam Abu Safiya 

Firmate l’appello per chiedere la liberazione del direttore dell’ospedale Kamal Adwan,preso in ostaggio dall’esercito israeliano il 27 dicembre 2024, poi dopo 10 giorni annunciata la sua detenzione. Contro di lui non ci sono accuse. Il coraggioso medico è reo di non aver abbandonato il posto di lavoro, malgrado l’assassinio di suo figlio primogenito, Ibrahim, e le gravi ferite da lui stesso subite. clicca  per aderire. Stiamo traducendo l’appello in italiano, su richiesta di molti lettori.

Solidarietà/Al-Najdah

Anbamed incontra gli affidatari in diverse città italiane, da Milano (12 maggio), a Trofarello in provincia di Torino (il 13 maggio), a Chiavari (14 maggio) e a Bologna (15 maggio). Tutti i particolari del programma: clicca.

ACM, nostra partner nel progetto “Ore Felici per i Bambini di Gaza”, ha trasferito ad Al-Najdah la somma di 8.050,00 euro raccolti nel mese di marzo. È arrivata due giorni fa la 25esima adozione. Molte anche le quote una tantum per i pasti caldi alle famiglie con bambini/e orfani/e. Un risultato eccellente.

Ci sono arrivati in banca dei contributi per adozioni, ma non abbiamo ricevuto comunicazioni dagli affidatari, che non riusciamo a contattare. Preghiamo i donatori di scriverci per avvisarci e fornirci i loro contatti email e telefonici, per semplificare le comunicazioni.

Ci arrivano ancora diverse proposte di gruppi di amici che si mettono insieme, per raccogliere i fondi necessari per coprire la spesa di un anno: 600 euro.

Tutti i giorni arrivano altri messaggi di lettori di Anbamed esprimendo interesse al progetto e richieste di approfondimento. “Ore Felici per i Bambini di Gaza, adozioni a distanza e pasti caldi” è la cosa giusta. 

Il sito IdeeInFormazione ha pubblicato in Homepage il nostro appello alle adozioni a distanza per i bambini/e di Gaza. Guarda!

Il direttivo di ACM ha deciso di donare agli affidatari due libri, pubblicati per promuovere l’attività di sostegno ai bambini/e: “Artisti per Gaza” (un catalogo di opere d’arte) e “Al di là di sé. Le opere di Vincenzo Dazzi per i bambini di Gaza” – Mesogea editore (catalogo e raccolta di scritti).

Mandateci gli indirizzi postali. Grazie!

Anbamed e Associazione Culturale Mediterraneo hanno lanciato un appello per il finanziamento di un progetto di adozioni a distanza di bambini e bambine palestinesi. Un’iniziativa realizzata con l’associazione di donne di sinistra, Al-Najdah (Soccorso sociale). clicca

Continuano ad arrivare richieste di informazioni più dettagliate, alle quali oltre al messaggio diretto, risponderemo anche con un articolo specifico pubblico.

Per partecipare al progetto: clicca

Notizie dal mondo   

Sono passati tre anni, un mese e 24 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Gli inviati di Washington, Marco Rubio e Steve Witkoff, al tavolo dei ‘volenterosi’ di Parigi. La formula E3 (Francia, GB e Germania) funziona, mettendo il governo Meloni in coda.

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