Per ascoltare l’audio di oggi, 04 luglio 2025:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno VI/180 (1782)

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A giugno c’è stato ancora un leggero calo delle donazioni a favore di Anbamed. Infatti, i contributi volontari dei nostri lettori e ascoltatori sono stati 10. Il valore complessivo del mese scorso è stato di 450,00

(- 35,00 € rispetto al precedente mese di aprile).

Adozioni a distanza: In cambio è stato importante l’impegno dei nostri lettori a favore dei bambini di Gaza: 3.960 € tra adozioni e pasti caldi.

Grazie a chi ha contribuito e chiediamo a tutti e tutte di seguire il loro esempio, nel sostegno economico dell’impresa giornalistica senza padroni e senza pubblicità. La libertà non ha prezzo!

Forte adesione all’iniziativa dello sciopero della fame a staffetta, intrapresa nel quadro della web mobilitazione permanente avviata il 9 maggio: #ultimogiornodiGaza.

Per aderire: scrivere nome, cognome, città, professione e il giorno prescelto per compiere il digiuno, a: mailto:anbamedaps@gmail.com.

Le notizie

Genocidio a Gaza

Fuoco intenso dell’esercito israeliano sui civili nei campi di sfollamento. Come ogni fase precedente alle trattative per un cessate il fuoco. Il sangue dei civili palestinesi al servizio della strategia di Tel Aviv.

Negli ospedali sono arrivati ieri i corpi di 118 civili uccisi e 581 feriti. È il quinto giorno che il numero delle vittime uccise supera le 100 unità giornaliere.

Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture

storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni, dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.

Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.

Situazione umanitaria a Gaza

Il Segretario generale dell’ONU, Guterres, ha espresso il suo estremo spavento per la dura crisi umanitaria a Gaza. “Si sta tagliando l’ultima vena di vita a Gaza. Senza l’introduzione di grandi quantità di carburanti saranno fermate le culle riscaldate per i prematuri e le ambulanze non potranno muoversi per salvare vite. Anche i depuratori dell’acqua saranno fermi”.

GHF

La società di mercenari USA a Gaza non compie un’azione umanitaria, ma militare, come esca per gli affamati. Sono stati documentati con video gli attacchi con pallottole da guerra contro i civili che corrono dietro i camion carichi di sacchi di farina e scatole di cibo prodotto da Israele e pagato dagli USA. Oltre alle pasticche di droga trovate nella farina, i video documentano il tiro al bersaglio che i mercenari effettuano senza trovarsi in situazioni di pericolo. Testimonianze di mercenari pentiti hanno documentato come sono stati arruolati con un email, senza nessun addestramento ad affrontare una missione che ha a che fare con dei civili. L’ex commissario per la politica estera dell’Ue, Borrell, ha pronunciato una frase di verità che descrive in modo realistico la situazione: “è uno strumento di assassinio per procura, per coprire i crimini delle forze di occupazione; non ha nulla di umanitario. L’Ue, anche se non collabora in questa subdola operazione, è complice. Metà delle bombe sganciate su Gaza sono di produzione europea”.

Le milizie collaborazioniste con l’invasore

I centri di distribuzione di “aiuti” israeliani sono anche il luogo ottimale per selezionare ed arruolare collaborazionisti palestinesi, tramite i mercenari statunitensi. Oltre alle milizie di collaboratori, sono stati scoperti anche spie che raccolgono informazioni preziose da trasmettere all’invasore. La polizia palestinese ha fermato tre persone con mini ricetrasmettenti, ad onde radio. Hanno confessato che sono state fornite loro dagli “americani”, per avere segnalazioni sulla presenza di armati oppure di tunnel dove potrebbero essere nascosti gli ostaggi.

Per contrastare il fenomeno, Hamas ha rispolverato i “Tribunali rivoluzionari” secondo una legge promulgata dall’OLP negli anni Settanta. Per rimarcare la gravità della situazione sono state trasmesse le immagini di tre collaborazionisti incappucciati mentre erano sotto interrogatorio per mano di tre combattenti armati.

Cisgiordania

Nel campo profughi di Nuor Shams, a Tulkarem, è stato assassinato un palestinese di 61 anni, mentre era sulla sua bicicletta. I soldati israeliani nascosti in una casa occupata hanno sparato a lui mentre attraversava la strada e poi hanno impedito l’arrivo delle ambulanze per soccorrerlo. Walid Badir è morto dissanguato.

Azioni militari contro le città e villaggi palestinesi in tutte le province della Cisgiordania. Le più cruenti sono avvenute a Qalqilia e Nablus, oltre alle permanenti azini a Jenin e Tulkarem.

Coloni hanno costretto con la forza delle armi 20 famiglie palestinesi alla deportazione da Mleihat, a nord di Ariha (Gerico). Un’altra aggressione è avvenuta a Massafer Yatta, dove sono stati sradicati alberi. Un furto di bestiame per mano di coloni è avvenuto nel villaggio di Jourish, vicino a Nablus. Azioni contine e coordinate per colpire l’economia palestinese e costringere la popolazione alla deportazione.

Trattative

Sono in corso consultazioni tra le forze della resistenza palestinese a Gaza per l’approvazione del piano Trump. I dettagli noti del piano sono al momento soltanto il frutto di rivelazioni stampa. Non c’è nessun documento ufficiale. Si parla di 60 giorni di tregua, con lo scambio di prigionieri, l’accesso degli aiuti, ritiro parziale dell’esercito di occupazione. L’incognita riguarda la fase dopo: come evitare che Netanyahu riprenda i bombardamenti dopo aver ottenuto il rilascio degli ostaggi? Al momento nessuna garanzia se non la parola di Trump, ma si sa come era finita la tregua del 18 gennaio. Netanyahu è interessato all’accordo, perché ha intenzioni di andare a elezioni anticipate.

Sanitari nel mirino

L’esercito israeliano ha bombardato ieri il cortile dell’ospedale Britannico, a Mawaassi, la spiaggia di Khan Younis. 6 morti tra malati e personale sanitario. Non è stato un errore, ma azione deliberata. Prima del bombardamento, la zona è stata sorvolata dai droni, che hanno segnalato le coordinate ai piloti.

Iran/Aiea

Il ministro degli esteri iraniano ha chiarito che il suo paese non intende uscire dal trattato di non proliferazione nucleare. “Il nostro paese è determinato a proseguire il suo programma di uso civile dell’energia nucleare, vogliamo un MO libero da armi nucleari. L’Aiea è un organo tecnico dell’Onu e non può assumere un ruolo coadiuvante all’azione degli aggressori. Finché non ci sarà una condanna esplicita dell’aggressione, non permetteremo al signor Grossi di visitare l’Iran. Siamo un paese sovrano”. Il direttore dell’Aiea Grossi aveva rilasciato, due giorni prima degli attacchi israeliani, dichiarazioni stampa allarmanti “sull’imminenza di produzione della bomba atomica iraniana entro un mese”, ma dopo l’aggressione statunitense-israeliana ha tenuto la bocca cucita, per poi chiedere di visitare i siti bombardati. Un’eclatante operazione di spionaggio legalizzato.

Sudan

L’Ong “Medici senza Frontiere” ha messo in guardia dalla pulizia etnica in corso nel Darfur per mano delle milizie di Pronto Intervento (RSF).

L’organizzazione ha pubblicato un rapporto basato su decine di interviste condotte tra maggio 2024 e maggio 2025, in cui ha espresso preoccupazione per quella che ha descritto come violenza sistematica contro i gruppi etnici non arabi. “La popolazione del Darfur è spesso presa di mira dalle Forze di supporto rapido e dai loro alleati, in particolare per motivi etnici”, ha affermato Michel Olivier, responsabile delle emergenze di MSF. L’organizzazione ha segnalato minacce di un attacco su vasta scala a El Fasher, capoluogo del Darfur settentrionale, dove vivono centinaia di migliaia di persone, con gravi interruzioni delle forniture di cibo e acqua e la privazione delle cure mediche.

Turchia/Kurdistan

Fase critica nelle relazioni del PKK con lo stato turco. Sono continue le dichiarazioni desponenti del partito islamista di Erdogan che sottolineano l’imminenza della consegna delle armi da parte dei combattenti curdi, ma senza che vi siano segnali sul rispetto degli accordi da parte di governo e esercito di Ankara. Il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) ha accusato “un gruppo all’interno dello Stato turco di voler minare il processo di pace” avviato dal partito, che ha promesso di sciogliersi e deporre le armi, dopo quattro decenni di conflitto con Ankara. Mustafa Karazu, fondatore e alto dirigente del PKK, ha dichiarato al canale Media Khabar: “Siamo pronti, ma il governo turco non ha preso le misure necessarie” per completare l’operazione. Poi ha aggiunto: “Lo Stato turco deve adempiere ai propri obblighi… In questa fase, non ci sono misure che possano ispirare ottimismo. Vogliamo completare il processo. Il nostro approccio e la nostra posizione su questo tema sono completamente coerenti”. Ha accusato l’esercito turco di “continuare i suoi attacchi militari” contro le forze del Partito sulle montagne irachene e non sono state migliorate le condizioni di prigionia del leader Ocalan.

Afghanistan

La Russia riconosce l’Afghanistan ufficialmente. Al ministero degli esteri di Mosca sono state accettate le credenziali del nuovo ambasciatore di Kabul. È il primo riconoscimento internazionale del governo dei Talibani, anche se a Kabul sono rimaste aperte e operanti diverse ambasciate, ma senza riconoscimento.  

Mobilitazioni x la Palestina

Presidio il 6 luglio a Sigonella, in Sicilia. Tantissime sigle, partiti, sindacati, associazioni e comitati hanno indetto una manifestazione contro il genocidio in Palestina. Hanno scritto: “È arrivato il momento che il popolo della pace in Sicilia riprenda la Lotta e la Resistenza – dopo le grandi mobilitazioni contro gli euromissili a Comiso e contro il Muos a Niscemi – con una nuova, grande mobilitazione popolare per fermare le micidiali spirali guerrafondaie, alimentate dai criminali aumenti delle spese militari e dai paralleli tagli alle spese sociali”. clicca!

Continua a Milano l’azione giornaliera di flash-mob in piazza Duomo contro il genocidio a Gaza.

L’8 luglio serata #NoBavaglio a Roma.

Sciopero della fame a staffetta contro il genocidio

Vi chiediamo di scattare una vostra foto con un cartello “IO DIGIUNO X GAZA”. Una lunghissima galleria di immagini che trasformeremo in un mosaico di solidarietà. Mandateci le foto a anbamedaps@gmail.com e pubblicatele sui vostri account social.

Abbiamo oramai concluso la 7a settimane di digiuno per Gaza. Oggi, venerdì 4 luglio, prosegue per la 50a giornata l’azione nonviolenta di sciopero della fame per 24 ore a staffetta. L’azione continuerà nei prossimi giorni con la partecipazione di altri gruppi, fino al cessate il fuoco definitivo. Gli iscritti sono tantissimi e, secondo le disponibilità espresse, costruiremo il calendario con l’elenco dei partecipanti di tantissime città italiane, europee e arabe.

Per leggere l’elenco aggiornato dei nomi dei digiunatori di oggi: clicca!

È un digiuno del cibo e non della sete. Si può liberamente bere.

Se volete partecipare nei prossimi giorni, scrivete un messaggio di posta elettronica con nome, cognome, città di residenza, professione (facoltativa), data prescelta (anche più di una, volendo) e un pensiero che pubblicheremo con l’elenco generale di tutti gli aderenti. Le adesioni vanno inviate esclusivamente a: mailto:anbamedaps@gmail.com

Manderemo un email di avviso, il giorno prima, a tutti i digiunatori del turno.

In molte realtà sono stati organizzati dei presidi nelle piazze e di fronte ai palazzi del potere oppure creato momenti di condivisione collettiva del digiuno. Sono iniziative pregevoli che raccomandiamo, chiedendo agli organizzatori di comunicarci in anticipo gli eventi programmati e mandarci eventualmente foto da pubblicare.

Appello Emergency

Emergency ha lanciato un appello per chiedere al governo italiano di agire. Sono arrivate già 256.454 firme (alle 09:00 di stamattina). Manca la tua? Affrettati, i bambini di Gaza non possono aspettare. clicca per firmare!

Appello per il dott. Hussam Abu Safiya

Il dott. Hussam Abu Safiya ha vinto il prestigioso premio Human Rights Defender Award 2025 clicca

Pubblicato sul nostro sito il testo in italiano dell’appello per la liberazione del dott. Hussam Abu Safiya. clicca. Eventuale firma dell’appello va segnata sul sito indicato più sotto.

Firmate l’appello per chiedere la liberazione del direttore dell’ospedale Kamal Adwan,preso in ostaggio dall’esercito israeliano il 27 dicembre 2024, poi dopo 10 giorni annunciata la sua detenzione. Contro di lui non ci sono accuse. Il coraggioso medico è reo di non aver abbandonato il posto di lavoro, malgrado l’assassinio di suo figlio primogenito, Ibrahim, e le gravi ferite da lui stesso subite. clicca  per aderire.

Solidarietà/Al-Najdah

È stato importante l’impegno dei nostri lettori a favore dei bambini di Gaza: nel mese di giugno le donazioni sono state del valore di 3.960 € tra adozioni e pasti caldi.

È arrivata in redazione la 41esima adozione a distanza, in 4 mesi di campagna solidale con i bambini di Gaza.

Sulla pagina social di Al-Najdah sono state pubblicate le foto dell’evento del 24 giugno alla Cohousing- Base Gaia di Milano.

Abbiamo ricevuto da molti affidatari dei messaggi e disegni dedicati ai bambini e bambine in adozione a distanza tramite Anbamed. Abbiamo tradotto e spedito il tutto all’associazione Al-Najdah. Sono state lette le lettere e distribuite le immagini durante gli incontri collettivi educativi e per l’istruzione, che si tengono nelle tende delle insegnanti o in spazi dell’associazione, sempre in tende di dimensioni più grandi per accogliere i bambini ed i giovanissimi per non far perdere loro un altro anno scolastico. Sono incontri importanti anche dal punto di vista psicologico.

Molti lettori ci scrivono per sapere maggiori info sulla campagna “Ore Felici per i Bambini di Gaza”. È arrivata due giorni fa una nuova adozione a distanza. Continuano ad arrivare contributi una tantum per i pasti caldi. La gara di solidarietà con la popolazione ed i bambini di Gaza non perde vigore. Le adozioni sono arrivate al numero di 39, nell’arco di soli tre mesi.

Per chiedere info o aderire, scrivete a: anbamedaps@gmail.com

Potete leggere la cronologia delle azioni del progetto Ore Felici per i Bambini di Gaza, la campagna di adozioni a distanza clicca  

Notizie dal mondo   

Sono passati tre anni, 4 mesi e 9 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Lunga telefonata tra Putin e Trump. Nessun passo avanti verso una soluzione negoziale. Sul terreno gli ucraini sono in difficoltà a causa della fine dei rifornimenti USA di missili Patriot.

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