Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

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Rassegna anno IV/n. 269 (1156)

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I Titoli:

Siria: 25 morti nei combattimenti ad est dell’Eufrate tra curdi e milizie filo governative.

Sudan: Registrati casi di colera tra gli sfollati a Gadaref.

Palestina Occupata: Bombardamento israeliano a Gaza e rastrellamenti in Cisgiordania.

Arabia Saudita-Israele-Palestina: Per la prima volta, un ministro israeliano in visita ufficiale a Riad. Ambasciatore saudita a Ramallah.

Libano: Tregua nel campo di Ain el-Helwa. In due mesi di scontri almeno 60 morti e un migliaio di sfollati.

Tunisia: Secondo schiaffo all’Unione Europea in un mese. Respinta la visita di funzionari di Bruxelles.

Le Notizie:

Siria

L’esperienza di federalismo democratico nel nord est della Siria è sotto fuoco incrociato: da una parte l’esercito turco e le milizie islamiste affiliate e dall’altra le truppe governative e le formazioni tribali armate. Sono continuate anche ieri le infiltrazioni di armati ad est dell’Eufrate nel tentativo di attaccare villaggi e prendere possesso di postazioni delle Forze democratiche siriane curde nella provincia di Deir Azzour. Nei combattimenti degli ultimi due giorni – secondo fonti locali – sarebbero morte, dalle due parti, 25 persone, tra combattenti e civili. L’attacco delle milizie è sostenuto dall’artiglieria governativa.

Sudan

La guerra in Sudan tra i due generali ha degli effetti disastrosi sulla situazione sanitaria, non solo per la distruzione o occupazione delle strutture mediche. Nella provincia di Gadaref, a sud est di Khartoum, al confine con Etiopia ed Eritrea, sono stati registrati centinaia di casi di colera e di febbre psicosomatica.

L’estensione del conflitto anche nelle zone rurali e la fuga della popolazione hanno avuto effetti disastrosi sulla pastorizia e agricoltura. Si rischia la perdita del 70% del raccolto dei datteri a causa della fuga dei contadini e per gli effetti dei bombardamenti che impediscono il raggiungimento dei campi.

Palestina Occupata

Caccia israeliani hanno bombardato ieri Gaza nel tentativo di dissuadere i palestinesi a manifestare sulla linea di demarcazione. Obiettivo degli attacchi aerei sono le postazioni di osservazione e monitoraggio. Non ci sono notizie di vittime. Contro le proteste a ridosso della rete di separazione, i soldati di Tel Aviv hanno sparato ad altezza uomo causando il ferimento di oltre 20 persone, tra i quali personale sanitario e giornalisti.

Nel frattempo prosegue la chiusura totale dei valichi di frontiera per il passaggio di persone e merci da e per la striscia di Gaza.

In Cisgiordania, continua l’offensiva generale dell’esercito israeliano contro la popolazione a sud di Jenin. Truppe corazzate sono entrate a Yaabad ad ovest del capoluogo e in diversi altri villaggi. Rastrellamenti e posti di blocchi sono stati affrontati con il lancio di pietre da parte dei giovani della nuova Intifada.

Arabia Saudita-Israele-Palestina

Per la prima volta un ministro israeliano visita ufficialmente l’Arabia Saudita. È avvenuto ieri in occasione della conferenza internazionale sul turismo inaugurata a Riad, che vede la partecipazione di una delegazione israeliana guidata dal ministro del turismo Haim Katz. Tra i due paesi da mesi sono in corso trattative indirette con la mediazione di Washington per la ripresa delle relazioni diplomatiche.

In contemporanea, l’ambasciatore saudita in Palestina ha presentato le proprie credenziali al presidente Abbas a Ramallah. Il diplomatico saudita Nayef Sideri ha rassicurato il ministro degli esteri palestinese Riadh Maliki che la questione palestinese sarà un “punto cardine” di qualsiasi accordo di normalizzazione con Israele. Questi sviluppi hanno una sola spiegazione: il riconoscimento saudita di Israele avverrà prima del ritiro dell’esercito israeliano dai territori palestinesi occupati, contrariamente a quanto finora hanno sbandierato i leader della monarchia. Riad ha posto al primo posto i propri interessi nazionali per un accordo con Washington sul nucleare civile saudita. I leader palestinesi sono stati zittiti con promesse di finanziamenti all’ANP.

Nessuna diplomazia araba ha protestato contro l’esposizione da parte di Netanyahu, all’assemblea dell’ONU, di una cartina geografica senza l’indicazione dei territori del futuro Stato palestinese. Israele chiede riconoscimento diplomatico arabo, ma non intende in nessun modo arrivare ad una soluzione del conflitto israelo-palestinese nel quadro di due Stati.  

Libano

Un’ennesima tregua nel campo profughi palestinesi di Ain el-Helwa. Una forza di interposizione è entrata nel campo per prendere possesso delle sedi dell’UNRWA occupate dai miliziani islamisti che avevano ucciso lo scorso luglio un capo militare di Al-Fatah. Gli scontri hanno causato in due mesi oltre 60 morti e la fuga di migliaia di abitanti del campo verso i quartieri di Saida (Sidoni) e altri villaggi libanesi. L’ONU aveva chiuso le proprie scuole e bloccato lo svolgimento delle lezioni per ragioni di sicurezza.

Tunisia

La presidenza tunisina ha rinviato, a data da destinarsi, la visita di una delegazione della Commissione europea. La comunicazione non è avvenuta per via diplomatica ma tramite un post sul profilo social. Non vengono specificate le motivazioni, ma sono sicuramente un’espressione di insoddisfazione per il mancato mantenimento delle promesse, avanzate da Bruxelles, per finanziamenti in cambio di una politica molto rigida contro le partenze dei barconi di migranti.

Lo scorso 14 settembre, la Tunisia ha respinto la visita di una commissione del Parlamento europeo. La motivazione, spiegata fra le righe, è che il programma della visita prevedeva incontri con rappresentanti della società e deputati del vecchio Parlamento sciolto da Saied nel 2021 e per di più senza fissare incontri con esponenti del governo. La frenata tunisina sulla visita dei funzionari della Commissioni potrebbe essere spiegata con la riduzione a soli 42 milioni di euro il sostegno europeo sbandierato lo scorso luglio con la promessa di una somma pari a 255 milioni di euro.  

Notizie dal mondo

Sono passati 19 mesi e due giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Bombardamenti russi con missili e droni sui porti ucraini. Kiev lancia missili contro città russe. Medvedev parla di scontro frontale tra Mosca e Nato.

Il Consiglio militare del Niger rivendica un accordo con Parigi per il ritiro delle sue truppe.  

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