Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

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Rassegna anno V/n. 007 (1258)

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Le notizie

Genocidio a Gaza

Bombardamenti intensi sui campi di Nuseirat, Maghazi, Bureij, Deir Balah, Jebalia, Khan Younis e Rafah. Tutta la Striscia di Gaza è sotto fuoco intenso. Più di 160 assassinati e centinaia di feriti. Oltre ai caccia, i bombardamenti vengono compiuti con l’artiglieria navale e con droni. Nel centro della Striscia viene preso di mira l’unico ospedale, per metterlo fuori servizio. Presa di mira una scuola dell’ONU a Khan Younis, con decine di vittime.

22.835 uccisi dal 7 ottobre ai quali vanno aggiunti i dispersi.

Save the Children ha comunicato che a Gaza, dal 7 ottobre, ci sono oltre 1000 bambini che hanno visto amputata una o addirittura tutt’e due le gambe. Gli interventi di amputazione sono avvenuti spesso senza alcuna anestesia. Sono più di dieci bambini al giorno che non potranno più correre, saltare a corda, giocare a pallone, andare in bicicletta. Vittime dell’orrore senza fine di un’aggressione israeliana che da tre mesi si abbatte senza alcuna pietà sui civili palestinesi e di cui sono vittime anche i più piccoli. L’agghiacciante dato coincide con quello diffuso dall’Unicef.

Medici senza Frontiere

L’ong sanitaria ha deciso di ritirare il proprio personale dalla zona centrale della Striscia di Gaza compreso l’ospedale Shuhadaa Al-Aqsa, a Deir Balah, a causa dei continui bombardamenti israeliani. La coordinatrice delle operazioni d’emergenza dell’organizzazione ha riferito che “Ieri una pallottola ha colpito la sala dell’unità di terapia intensiva e ogni giorno cadono nei dintorni dell’ospedale bombe lanciate dagli aerei o dalle navi; a queste si aggiungono i droni e i cecchini”. L’ONG ha chiarito che la decisione dolorosa è stata presa dopo le pressioni israeliane ricevute via telefono e con il lancio di volantini a tutta la popolazione di evacuare la zona centrale della Striscia. “Molti operatori sono rimasti intrappolati nelle loro case, a causa dei droni e dei cecchini che sparavano contro chiunque cosa si muova per strada”.

Giornalisti sotto tiro

Tre giornalisti palestinesi sono stati assassinati da un bombardamento israeliano a nord di Rafah. Uno di loro è Hamza Dahdouh, figlio di Wael, direttore di Al Jazeera a Gaza, che aveva perso la moglie e un altro figlio in un precedente bombardamento.

Il numero dei giornalisti ed operatori dei media uccisi a Gaza dalle bombe israeliane è arrivato a 109, il più alto di qualsiasi altro conflitto passato. Non è più una casualità o vittime collaterali, ma in questa insistenza diabolica c’è della determinazione. Netanyahu ed i suoi generali non vogliono che si sappia nulla dei loro crimini. Infatti impediscono ai giornalisti stranieri di entrare a Gaza, se non quelli “empeded” sotto il controllo della censura militare israeliana.

Vediamo se qualche giornale nazionale della scorta mediatica di Netanyahu decida di rompere il silenzio su questo crimine.

UNRWA

Un’ex funzionaria del Ministero degli esteri israeliano, Noga Arbell, ha affermato davanti al parlamento che “subito dopo la vittoria a Gaza, bisogna distruggere l’UNRWA (l’organismo ONU per il sostegno ai profughi palestinesi)”. La tesi è supportata da una serie di false informazioni riguardo il funzionamento dell’UNRWA. Ecco si spiega l’accanimento dell’esercito israeliano sulle scuole dell’ONU. Oltre a uccidere i bambini palestinesi, vogliono distruggere gli organismi dell’ONU che garantiscono l’istruzione ai palestinesi.

Cisgiordania e Gerusalemme est

A nord di Gerusalemme, un palestinese ha investito deliberatamente due militari israeliani. Le forze di occupazione hanno ucciso l’attentatore e nella sparatoria hanno ucciso due persone palestinesi, una donna e un bambino di tre anni che non c’entravano nulla. Le truppe hanno compiuto un rastrellamento con l’impiego di una quarantina di mezzi cingolati e bulldozer nel vicino campo di Shufa’at.

A Jenin, si sono svolti i funerali delle 8 vittime del bombardamento israeliano di ieri l’altro sul campo profughi, con un missile lanciato da un drone. Sono 320 le vittime della repressione israeliana in Cisgiordania.

Invasione della stessa Ramallah da parte delle truppe israeliane. Il capoluogo dell’Autorità nazionale palestinese non viene rispettata e gli accordi di Oslo vengono calpestate il giorno prima dell’arrivo del segretario di Stato USA, Blinken, che blatera a vuoto su una soluzione politica, ma soltanto dopo la fine delle operazioni militari a Gaza. Tra gli arrestati c’è anche un medico.

Un altro rastrellamento ha toccato El-Bira. Le due operazioni sono costate feriti e arrestati.

Corte Int. di Giustizia

Israele teme un responso contro il suo genocidio a Gaza e chiama a raccolta i suoi complici, prima della riunione pubblica della Corte Internazionale di Giustizia prevista la prossima settimana, 11 e 12 gennaio.

La Corte dell’Aja comincerà l’esame della richiesta del Sudafrica di deferire Israele per violazione della convenzione internazionale sul genocidio per quanto sta facendo ai palestinesi a Gaza.

Il ministero degli Esteri israeliano ha incaricato le sue ambasciate negli altri paesi di fare pressione su diplomatici e politici affinché rilascino dichiarazioni contro il deferimento di Israele da parte del Sudafrica presso la Corte Internazionale di Giustizia, con l’accusa di “commettere genocidio” nella Striscia di Gaza.

Una copia del telegramma è arrivata alla stampa statunitense:

“Vi chiediamo di fare subito una dichiarazione pubblica sul seguente principio: dichiarare che il vostro paese rifiuta le più oltraggiose e infondate accuse rivolte a Israele”.

Il cablogramma illustra il piano di azioni diplomatiche di Tel Aviv: fare pressione internazionale sulla corte in modo che non proibisca a Israele di condurre operazioni militari a Gaza.

Le ambasciate israeliane sono state istruite a chiedere ai diplomatici e ai politici ai più alti livelli di “riconoscere pubblicamente” che Tel Aviv sta lavorando per aumentare gli aiuti umanitari a Gaza e ridurre al minimo i danni ai civili nell’enclave.

Gli ambasciatori israeliani sono stati anche incaricati di lavorare urgentemente per ottenere tali dichiarazioni prima delle udienze in tribunale. Il Primo Ministro di Israele Benjamin Netanyahu invierà le stesse lettere a dozzine di leader mondiali.

Il Sudafrica a dicembre ha intentato presso la Corte internazionale di giustizia dell’Aja una causa contro Israele ai sensi della Convenzione sul genocidio per la situazione nella Striscia di Gaza, chiedendo alla corte di adottare misure provvisorie contro Tel Aviv.

Israele

Tre ministri vicini a Gantz non hanno partecipano alla seduta del governo di ieri, in segno di protesta per gli attacchi di alcuni ministri di destra contro il capo dell’esercito Halevi in una precedente riunione governativa.

L’attacco contro Halevi, sostengono fonti di stampa di Tel Aviv, è orchestrato dallo stesso Netanyahu per bloccare la commissione militare nominata da Halevi per condurre un’inchiesta sulla falla difensiva del 7 ottobre con l’attacco palestinese. Malgrado che il carattere dell’inchiesta non riguarda le responsabilità politiche, Netanyahu teme la verità che inchiodano le sottovalutazioni.

La polizia israeliana ha disperso una manifestazione pacifica con l’intento di bloccare la strada del parlamento sdraiandosi per terra. L’azione di protesta fa parte dell’impegno di Histadrut di compiere uno sciopero generale di 100 minuti nel centesimo giorno di guerra a Gaza. Il sindacato accusa Netanyahu e la destra estrema di continuare la guerra per conservare le loro poltrone.  

Libano

Le azioni militari alla linea di demarcazione con Israele si intensificano. 20 Missili teleguidati sono stati sparati da Hezbollah contro le basi dell’esercito israeliano nel nord Galilea. L’esercito israeliano ha bombardato 10 città libanesi ed ha ammesso che la base di spionaggio a Meron è stata danneggiata.

Iraq

La cosiddetta resistenza islamica in Iraq ha comunicato di aver lanciato un missile Cruise modificato verso Haifa, sul Mar Mediterraneo a nord della capitale israeliana Tel Aviv. Da parte israeliana non ci sono comunicazioni in merito.

La stessa organizzazione ha compiuto attacchi con droni contre le truppe USA in Iraq. La base di Ain al-Assad è stata colpita e si sono viste colonne di fumo salire da uno degli edifici. Due giorni fa sono state colpite invece due basi USA in Siria. Il governo iracheno ha annunciato che è stata formata una commissione bilaterale Iraq-Usa per pianificare la tempistica del ritiro delle truppe straniere dall’Iraq. Washington detiene in Iraq 2.500 soldati e, illegalmente, altri 900 in territorio siriano.

Diplomazia

Il segretario di Stato, Blinken, dopo Turchia e Grecia è stato in visita in Giordania e Qatar. Dichiarazioni fotocopia che rimarcano il sostegno alla carneficina di Netanyahu in corso a Gaza e Cisgiordania. “Bisogna impedire l’allargamento del conflitto”. No, signor segretario di Stato, bisogna fermare la mano degli assassini con un cessate il fuoco.

Da re Abdallah e emiro Tamim ha sentito parole che confermano la richiesta impotente dei paesi arabi di un cessate il fuoco, ma nessuno alza la voce con il ricorso alla diplomazia del petrolio.

Blinken andrà anche al Cairo, Riad, Tel Aviv e Ramallah.  

Siria-Turchia-Isis

Troppe coincidenze fanno una certezza. Gli attacchi turchi contro le forze curde nel nord est della Siria sono accompagnati sempre con attività militari delle cellule di Daiesh (Isis). Ieri, droni kamikaze lanciati da oltre confine hanno colpito una caserma di Fatza, ad est di Ain Issa, in provincia di Raqqa. Sono stati uccisi tre combattenti curdi. È il secondo attacco con droni nel 2024. Il precedente è accaduto a Qamishli, nella provincia di Hasaka.

Nella stessa giornata di ieri, le forze democratiche curde sono riuscite a sventare un tentativo di rifornimento clandestino di armi con destinazione Raqqa. In un camion che trasportava un carico di cotone sono state scoperte mitra, munizioni e obici RPG. L’autista e un suo aiutante sono stati arrestati ed hanno confessato che il materiale era diretto a jihadisti di Daiesh nel capoluogo Raqqa.

Emirati arabi uniti

68 attivisti e politici sono stati indagati dal tribunale per la sicurezza dello Stato con l’accusa di “terrorismo”. Tutti gli indagati sono già in carcere e condannati a 10 anni nel 2013, in processi che riguardavano la stessa accusa. Nessuno degli attivisti ha mai partecipato ad azioni armate, ma semplicemente sono sostenitori della Fratellanza Musulmana, organizzazione bandita negli Emirati e inclusa nella lista delle organizzazioni terroristiche. Il nuovo procedimento giudiziario è una tecnica mostruosa per mantenere in carcere gli attivisti.

Notizie dal Mondo

Sono passati 22 mesi 14 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

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