Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.
Direttore responsabile Federico Pedrocchi)
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Rassegna anno V/n. 032 (1283)
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Appello
Tutti i giorni arrivano nuove adesioni all’appello che abbiamo lanciato per un cessate il fuoco permanente e per il rilascio dei prigionieri civili.
Potete aderire, scrivendo alla redazione. Diffondete, per favore!
L’elenco dei sottoscrittori dell’appello lo trovate sul sito, in questa pagina: qui.
Le notizie
Genocidio a Gaza
119esimo giorno di aggressione israeliana contro la popolazione di Gaza. Nella giornata di ieri sono state uccise 118 persone e ferite 190. Il totale dei civili morti ha superato i 27 mila dall’inizio dell’attacco e i feriti hanno superato i 66 mila, secondo i numeri forniti dal ministero della sanità palestinese.
L’ospedale Amal è completamente assediato e i carri armati hanno bloccato il Pronto Soccorso e lo sportello di accettazione. Malati, personale sanitario e i migliaia di sfollati al suo interno non hanno nessun rapporto con il mondo esterno e nelle comunicazioni al telefono denunciano che le scorte di cibo ed acqua sono esaurite.
All’ospedale Nasser la situazione è ancora peggiore, perché i caccia israeliani hanno ripreso i bombardamenti nella zona adiacente. Il ministro della guerra Galant, in visita alle truppe a Gaza, ha affermato che “una volta conclusa l’operazione a Khan Younis sarà il turno di Rafah, per completare il lavoro”, cioè cancellare ogni prospettiva di vita in tutta Gaza e costringere la popolazione alla deportazione nel Sinai egiziano.
Civili catturati dai soldati israeliani negli scorsi mesi e rilasciati ieri hanno raccontato le atrocità subite. Hanno fatto vedere alle tv gli effetti delle torture sul corpo e narrato le dure condizioni di prigionia: “Per tre giorni non abbiamo avuto nulla da bere e mangiare, nudi al freddo a dormire per terra. La tortura del sonno è la più terribile, ogni volta che uno si addormenta, gli arriva un secchio di acqua salata addosso per destarlo. Mani legate dietro la schiena e occhi bendati per oltre un mese e mezzo”. Un altro ha raccontato che suo figlio 11enne è stato ucciso con un colpo di mitra sotto i suoi occhi. “Un’esecuzione di piazza immotivata, se non dal sadismo di soldati nazisti”, ha commentato in lacrimi.
Al valico Salem, Israele ha consegnato al ministero della sanità palestinese 100 corpi di vittime dei bombardamenti. I corpi sono stati sotterrati dalle fosse comuni in una macabra operazione di indagini biologiche, secondo quanto asserito dai portavoce israeliani posteriormente, “per accertare se tra di loro vi fossero corpi di ostaggi israeliani”. Il medico che ha ricevuto i corpi ha affermato che alcuni sono stati sventrati e con arti mancanti.
ONU
Un disperato appello del segretario generale dell’ONU per salvare la popolazione di Gaza, deportata, bombardata ed affamata dal governo israeliano e dall’azione disumanitaria dei paesi della Nato, che hanno bloccato i fondi dell’UNRWA, senza neanche indagare sulle insinuazioni devianti di Netanyahu. Le parole di Guterres sono l’ultimo appello: “Tutti a Gaza hanno fame. 1,7 milioni di persone sono state sfollate. Il sistema umanitario è al collasso. Chiedo un accesso umanitario rapido, sicuro, senza ostacoli, ampliato e sostenuto in tutta Gaza” (Ripreso da qui). Decine di organizzazioni per i diritti umani hanno lanciato un appello ai governi codardi per rivedere la loro decisione disumana. Tra le firmatarie dell’appello vi è anche Amnesty International.
UNRWA e OMS mettono in guardia dal pericolo di morte per fame tra la popolazione sfollata di Gaza. E l’Unicef, per bocca della direttrice esecutiva Kathy Russel, ha affermato che “non possiamo abbandonare i bambini di Gaza. La situazione è già di per sé catastrofica e non supporta ulteriori peggioramenti” (QUI).
La maggior parte dei paesi Nato (compresa l’Italia), alleati di Israele e complici nel genocidio in corso, hanno sospeso immediatamente i fondi destinati all’UNRWA, appena Netanyahu ha avanzato le sue accuse, senza aspettare le risultanze dell’inchiesta interna avviata dall’ONU. Operazione programmata e condotta mediaticamente per cancellare l’organismo che testimonia la storia della Nakba palestinese dal 1948.
Cisgiordania e Gerusalemme
All’alba di oggi sono avvenuti rastrellamenti israeliani a El-Khalil, dove ieri c’è stato un tentativo di investimento intenzionale che ha provocato il ferimento di un soldato. L’autore palestinese è stato ferito ed arrestato, ma i militari israeliani compiono operazioni di vendetta collettiva per terrorizzare la popolazione e rendere più difficile la sopravvivenza sotto l’occupazione.
I coloni nella stessa zona avevano colpito, in incursioni armate, i contadini e i pastori palestinesi, per accaparrarsi le loro terre, ma non vi è mai stato un intervento dell’esercito per impedire simili aggressioni.
Tensioni in tutte le province della Cisgiordania con particolare recrudescenza a Toubas, a nord est di Nablus. Un giovane è stato colpito con colpi di arma da fuoco ed è stato lasciato a terra sanguinante, per diverse ore, prima di ammettere i soccorsi. È in fin di vita in ospedale.
Il governo israeliano ha approvato la costruzione di 7.000 unità abitative nelle colonie ebraiche in Cisgiordania. Sostituzione e pulizia etniche striscianti per cancellare ogni possibile nascita di uno stato palestinese.
Prigionieri
Le trattative per lo scambio di prigionieri tra Netanyahu e Hamas sono in corso. Il coordinatore della sicurezza strategica della Casa Bianca, Kirby ha affermato che il piano approvato dai responsabili dell’Intelligence di Stati Uniti, Israele, Egitto e Qatar è “robusto e efficace”, per garantire una tregua di lunga durata. Il portavoce del governo del Qatar ha informato che le prime reazioni dei leader di Hamas, che hanno ricevuto il documento per il cessate il fuoco e lo scambio di prigionieri, sono state positive. Il diplomatico qatariota ha messo in guardia da quelle che ha definito “dichiarazioni di disturbo”, che vengono rilasciate per motivi di politica interna a Tel Aviv. Il rifermento è alle dichiarazioni di Netanyahu e di Galant sulla prosecuzione della guerra.
Continuano in Israele le manifestazioni dei parenti degli ostaggi, che rivendicano dal governo una trattativa per riportare a casa i loro cari. Contro queste manifestazioni si sono registrate azioni di disturbo e provocazioni da parte di coloni estremisti, sostenitori dei ministri Bin Gvir e Smotrich.
Basi USA in M.O.
I media statunitensi forniscono anticipazioni sui piani di Washington in risposta all’uccisione di tre soldati nella base Burj 22 in Giordania. “Saranno colpiti obiettivi di milizie iraniane in Siria e Iraq, per diversi giorni”, dicono fonti militari sotto copertura di anonimato. Washington accusa Iran per il suo sostegno alle milizie impegnate in queste operazioni e di fornire i droni utilizzati per gli attacchi. Il ministro della guerra, Austin, ha esplicitamente considerato l’Iran responsabile di tutto quanto sta accadendo. Ha affermato la solita litania del non volere allargare il conflitto, smentita dai fatti nel mar Rosso, ma poi ha ribaltato il senso della frase sostenendo che non si può lasciare i responsabili senza una risposta adeguata. Teheran ha compreso la minaccia e il capo di Stato maggiore iraniano ha dichiarato che sarà difesa la sovranità del paese colpo su colpo. “Non vogliamo la guerra con Washington, ma affronteremo con forza qualsiasi avventura statunitense”. A parole, nessuno vuole la guerra.
Ieri, dal territorio iracheno sono partiti lanci di missili contro la base USA a difesa del campo petrolifero di Al-Omar, nel nord est della Siria. Secondo l’Osservatorio siriano, gi alti comandi iraniani in Siria hanno chiesto alle milizie affiliate di ridurre gli attacchi in questa fase critica.
Yemen
I miliziani Houthi hanno lanciato missili e droni contro due navi commerciali, una britannica e l’altra statunitense. Secondo l’ente di sorveglianza marina di Londra, la nave britannica ha comunicato di essere stata oggetto di un missile ma non sono stati causati né danni né vittime.
Il Pentagono ha comunicato di aver bombardato postazioni di lancio droni e diverse altre località in Yemen.
A causa della tensione nel mar Rosso, il traffico nel Canale di Suez sta drasticamente calando. Dalla metà di gennaio è sceso del 60% rispetto allo stesso mese del 2023. L’ente egiziano del canale ha esposto in una conferenza stampa il calo nel mese di novembre all’inizio delle operazioni Houthi: “era minime, nell’ordine del 10% su base annua”. Il ministro degli esteri egiziano Shokri ha emesso un comunicato critico contro l’escalation delle operazioni militari nel mar Rosso e golfo di Aden, senza citare Stati Uniti e GB.
Tunisia
Il leader del partito Ennahda, Ghannouchi, 81 anni, è stato condannato a 3 anni di reclusione in seguito all’accusa di finanziamenti esteri al partito. Nella campagna elettorale del 2019, la procura tunisina ha aperto un’indagine su finanziamenti provenienti dal Qatar su conti correnti in Turchia intestati a uomini della corrente islamista tunisina. Questa è la seconda condanna subita dall’anziano leader. Nello scorso maggio era stato condannato alla pena di un anno, per aver diffamato ufficiali delle forze di sicurezza definendoli “Tiranni”.
La Tunisia è sotto le leggi d’emergenza imposte dal presidente Saied dal luglio 2021. Il 31 gennaio, lo stato d’emergenza è stato protratto fino al 31 dicembre 2024.
Sudan
Duri scontri con l’artiglieria e attacchi con droni tra le truppe governative e le milizie di Pronto Intervento a sud di Khartoum. L’esercito sostiene di aver respinto un attacco delle milizie contro una sua base e di aver martellato le postazioni di lancio dei bombardamenti situati a Bahri ed Omdurman, i due quartieri della capitale a nord e ovest del Nilo. Scontri sono avvenuti anche a Al-Fasher, nel Darfur settentrionale. La situazione militare in Sudan si sta evolvendo in modo pericoloso anche verso le province orientali, finora risparmiate dalle operazioni militari. Le milizie hanno condotto attacchi violenti conquistando nuovi territori e registrato vittorie evidenti a sud della capitale nella provincia di Al-Jazira. Il vice presidente del consiglio sovrano, Akkar, ha compiuto una visita in Eritrea per chiedere sostegno o almeno garantirne la neutralità. L’avanzata delle milizie è stata imputata, da più parti, al sostegno militare ottenuto dagli Emirati arabi uniti e dall’utilizzo di mercenari di altri paesi africani. Le forniture di armamenti sofisticati avvengono dalla Libia e dalla Repubblica Centrafricana. Le milizie sono accusate di pulizia etnica e di violenze sulla popolazione civile, con saccheggi e rapine, oltre a stupri e all’uso della violenza sessuale come arma di guerra.
La Memoria come strumento di Pace
Domenica 28 gennaio, Anbamed ha partecipato ad una tavola rotonda, a Milano, in piazza Scala, organizzata dalla CGIL (leggi l’intervento di Farid Adly)
Notizie dal Mondo
Sono passati 23 mesi e 8 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Le autorità ucraine accusano Mosca di aver bombardato un ospedale a nord est di Kharkiv. Mosca denuncia il lancio di droni ucraini su città di confine russe. UE fornirà prestiti all’Ucraina per 50 miliardi in 4 anni.
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