Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

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Rassegna anno V/n. 047 (1298)

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Appello 1

Tutti i giorni arrivano nuove adesioni all’appello che abbiamo lanciato ad ottobre per un cessate il fuoco permanente e per il rilascio dei prigionieri civili.

Potete aderire, scrivendo alla redazione. Diffondete, per favore!

L’elenco dei sottoscrittori dell’appello lo trovate sul sito, in questa pagina: qui.

Appello 2

Mai Indifferenti. Voci ebraiche per la PACE leggi tutto

Le notizie

Genocidio a Gaza

Il macellaio Netanyahu continua i suoi crimini a Gaza: 112 civili uccisi e 175 feriti in 10 stragi causate dalle bombe israeliane nella sola giornata di ieri. I bombardamenti e i missili mirati hanno toccato tutte le zone della Striscia, da Jebalia a Rafah. Le due città del sud, Rafah e Khan Younis, sono colpite con artiglieria di terra e navale oltre alle bombe sganciate dai caccia. Nel centro della Striscia, a Nuseirat e Deir Balah, sono entrati in azione i droni che hanno lanciato missili contro case e auto in corsa, facendo stragi di intere famiglie.

La guerra contro gli ospedali continua. Adesso tocca all’ospedale Amal, dopo la distruzione delle attività del complesso sanitario Nasser, già occupato, evacuato e trasformato in una caserma, con i malati lasciati senza cure, compreso il reparto dei neonati prematuri. La barbarie dell’esercito israeliano viene coperta come al solito con il pretesto di cercare tracce di ostaggi, ma poi alla conclusione delle operazioni dichiarano di non averle trovate. Un canovaccio già sperimentato nei bombardamenti contro gli ospedali a Gaza città e che aveva attenuato le critiche dei paesi amici di Israele ad un palese crimine di guerra e contro l’umanità.

I soldati israeliani sono oramai alle porte di Rafah e controllano tutti gli accessi alla città. L’operazione si annuncia un massacro di vite innocenti. Tutte le agenzie umanitarie hanno messo in guardia da un’operazione militare simile, in mezzo ad una presenza alta di civili in condizioni già allo stremo per mancanza di cibo e acqua.

Buttare i palestinesi a mare

Il ministro degli esteri israeliano Katz ha dichiarato al vertice sulla sicurezza di Monaco che Israele è determinato ad attaccare Rafah. “Non possiamo lasciare il lavoro a metà. Chi limita l’azione di Israele è un sostenitore di Hamas”, ha affermato. “La nostra operazione sarà condotta in accordo con il governo egiziano”. Dal Cairo subito la smentita: “Non c’è nessun coordinamento con Tel Aviv sulla pulizia etnica a danno dei palestinesi. Siamo contrari alla deportazione dei due milioni di Gaza, per trasformarli in profughi in Sinai”. L’Egitto ha già iniziato a costruire un secondo muro di contenimento lungo tutto il confine con Gaza. La stampa israeliana insinua che quest’area sarà il luogo dove accogliere i campi profughi palestinesi. Ma il Cairo smentisce.

L’esercito israeliano ha negato che gli sfollati intrappolati a Gaza possano tornare nel nord della Striscia. Il ministro Katz, lo scorso gennaio ha fatto vedere ai ministri degli esteri dell’UE un video su un progetto di un’isola sul largo di Gaza, con un porto e aeroporto, per il trasferimento dei gazzawi, lasciando i colleghi esterrefatti. Israele, con l’offensiva di terra su Rafah, vuole buttare i palestinesi a mare.     

Cisgiordania e Gerusalemme est

È oramai un’offensiva generale dell’esercito israeliano contro la popolazione palestinese. Rastrellamenti e arresti in tutte le città con invasione di truppe su mezzi corazzati e cecchini sui palazzi alti. Tutti i giorni morti e funerali. Un ragazzo di 16 anni è stato colpito alla testa con una pallottola, in un villaggio a sud di El-Khalil. Si ripete sempre lo stesso scenario: i soldati bloccano i soccorsi fino alla morte della vittima. Ad El-Khalil, i soldati israeliani hanno bastonato a malo modo un alto ufficiale della polizia palestinese, col. Firas Abu Nejma, vice capo dei servizi di intelligence militare dell’ANP. È arrivato in ospedale con la testa sanguinante e contusioni su tutto il corpo.

L’associazione israeliana “Peace Now” ha pubblicato un rapporto sull’aumento delle nuove colonie illegali in Cisgiordania. “Da quando è stato insediato il governo di destra-estrema destra (gennaio 2023) sono state costruite 26 colonie, 10 dei quali dopo il 7 ottobre”. È una politica strisciante di sostituzione etnica organizzata dai governi della potenza occupante: il numero dei coloni israeliani nelle terre palestinesi della Cisgiordania e Gerusalemme est ha superato i 750 mila persone.

Corte di Giustizia Int.

In risposta alla nuova richiesta del Sud Africa, la Cig ha affermato che la “situazione pericolosa” a Rafah “richiede l’attuazione immediata ed effettiva delle misure provvisorie indicate dalla Corte nella sua ordinanza del 26 gennaio 2024, che sono applicabili in tutta la Striscia di Gaza, inclusa a Rafah, e non richiede l’indicazione di ulteriori misure provvisorie”. La Corte internazionale di giustizia ha aggiunto che Israele “rimane tenuto a rispettare pienamente i suoi obblighi ai sensi della Convenzione sul genocidio”.

Lunedì 26 febbraio la Corte Int. di Giustizia aprirà un altro procedimento contro Israele, per definire la natura dell’occupazione israeliana dei territori di Cisgiordania, Gerusalemme est e Gaza, dal 1967. La richiesta viene direttamente dall’Assemblea generale dell’ONU. 52 stati hanno deciso di testimoniare nel processo a favore delle posizioni palestinesi che considerano questa occupazione illegale e i territori oggetto della richiesta non sono territori contesi.

Trattativa

Il quotidiano israeliano Haaretz prevede che un accordo per lo scambio di prigionieri sarà raggiunto prima di Ramadan (mese del digiuno islamico che quest’anno inizia il 10 marzo). La tregua dovrebbe durare 6 settimane e le trattative attuali sono concentrate sul numero dei prigionieri da scambiare. L’irrigidimento di Netanyahu sulle trattative – secondo il quotidiano – ha due obiettivi: mandare messaggi politici rassicuranti ai suoi alleati di estrema destra e dare il tempo necessario all’esercito per completare “il lavoro” a Khan Younis e Rafah.

Libano

Si inasprisce ulteriormente lo scontro alla linea di demarcazione tra Libano e Israele. Bombardamenti incessanti dalle due parti, con una decina di vittime da parte libanese e diversi feriti tra le truppe israeliane. L’esercito di Tel Aviv ha compiuto manovre militari che preconizzano un’invasione del territorio libanese.

In un discorso televisivo, il leader Hezbollah ha risposto alle minacce israeliane di invadere Beirut, come nel 1982. Nasrullah ha affermato che la resistenza libanese ha un potenziale missilistico che può raggiungere Eilat, nel sud di Israele, sul mar Rosso.

Marocco

Una storia marocchina. Sciopero della fame dell’avvocato, Mohammed Zayyan, in carcere dal 2022 per reati che lui respinge totalmente. Suo figlio e l’avvocato difensore hanno dichiarato che da giovedì, l’oppositore si rifiuta di mangiare e chiede il proprio rilascio, perché si ritiene innocente caduto nelle maglie della vendetta politica. A Rabat, gli oppositori non vengono mai condannati per le loro idee politiche, ma finiscono dentro per processi pilotati riguardanti la morale pubblica. Nel 2020, una tv privata ha mandato in onda un video nel quale compare un uomo e una donna semi nudi in una camera d’albergo. La voce fuori campo afferma che si tratti di Zayyan con una sua cliente. Zayyan indaga e scopre che il video è stato confezionato dal ministero dell’Interno. Le sue dichiarazioni sul complotto organizzato a suo danno, ottengono l’effetto di una denuncia per diffamazione nei confronti del ministro e di pubblici ufficiali. Ai quali si aggiunge la citazione in giudizio per “zina” (compiere atto sessuale fuori dal matrimonio). È stato condannato a 3 anni di reclusione.  

Notizie dal Mondo

Sono passati 23 mesi e 23 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Le truppe di Kiev si ritirano da Avdiivka dopo l’assedio russo.

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Approfondimenti

La Memoria come strumento di Pace

Domenica 28 gennaio, Anbamed ha partecipato ad una tavola rotonda, a Milano, in piazza Scala, organizzata dalla CGIL (leggi l’intervento di Farid Adly)

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1 commento

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