Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

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Rassegna anno V/n. 049 (1300)

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Appello 1

Tutti i giorni arrivano nuove adesioni all’appello che abbiamo lanciato ad ottobre per un cessate il fuoco permanente e per il rilascio dei prigionieri civili.

Potete aderire, scrivendo alla redazione. Diffondete, per favore!

L’elenco dei sottoscrittori dell’appello lo trovate sul sito, in questa pagina: qui.

Appello 2

Mai Indifferenti. Voci ebraiche per la PACE leggi tutto

Le notizie

Genocidio a Gaza

Nella giornata di ieri, l’esercito israeliano ha compiuto 13 stragi con 127 assassinati e 205 feriti. Il totale delle vittime rasenta i 29 mila uccisi e 67 mila feriti. Genocidio.

I malati dell’ospedale Nasser continuano a morire per mancanza di cure e per l’interruzione dell’elettricità. Dal momento dell’occupazione manu militari del complesso ospedaliero sono morti 12 malati del reparto terapie intensive. Secondo l’OMS la situazione è catastrofica e le autorità militari israeliane hanno rifiutato la richiesta di una visita alla struttura da parte di funzionari internazionali, per valutare le modalità di evacuazione. Nell’ospedale – secondo la Mezzaluna rossa palestinese – sono ancora intrappolati 150 malati gravi che bisogna trasferire in altri ospedali, altrimenti rischiano la morte certa in breve tempo. I generali israeliani si rifiutano di permetterlo. Altri sei medici sono stati arrestati nelle prime ore di oggi.

La popolazione di Gaza è in perenne e continuo sfollamento. A Rafah, i palestinesi sono intrappolati tra i cannoni e carri armati israeliani da due lati e la rete e i muri del confine egiziano, a sud-ovest. L’unica via d’uscita è il mare: Israele vuole buttare 1 milione e mezzo di palestinesi in mare. Sterminio e pulizia etnica che non trovano l’adeguata reazione delle cancellerie, che si limitano a preoccuparsi.

Cisgiordania e Gerusalemme est

Due giovani assassinati, ieri, a Tulkarem e altri feriti durante un’operazione militare israeliana nel campo profughi della città palestinese. Le truppe sono penetrate con carri armati e bulldozer, sparando e distruggendo negozi e case. I cecchini sui tetti alti. I soldati hanno operato un rastrellamento, casa per casa, nel tentativo di catturare attivisti.

Un terzo giovane è stato ucciso a Beit Furek, ad est di Nablus.

A Jenin, dopo la distruzione di esercizi commerciali con i bulldozer, l’esercito israeliano ha lanciato volantini di minacce mafiose: “Se non volete vedere le vostre attività distrutte, collaborate con noi”. Firmato capitano Giacobbe e il numero di telefono: ++972.0545987513.

Nelle prime ore di oggi, operazioni simili sono avvenute nel campo di Aqabat Jabr, vicino a Ariha (Gerico), a Qalqilia e El-Khalil.

Netanyahu ha approvato le nuove norme volute dal ministro Bin Gvir, che vietano ai palestinesi di pregare nelle moschee di Al-Aqsa durante il mese di Ramadan.

I palestinesi assassinati a Gerusalemme dalle pallottole israeliane, dal 7 ottobre 2023, sono 49; oltre la metà erano bambini.

Nelle scuole della Cisgiordania la didattica a distanza è l’unico modo per salvare l’anno scolastico. I continui rastrellamenti, coprifuochi e assedio di villaggi e città impediscono agli studenti e studentesse di raggiungere gli istituti scolastici. L’occupazione israeliana è peggio di un’epidemia.  

Corte Int. di Giustizia

Si riunisce oggi la CIG per esaminare la questione dell’occupazione israeliana dei territori palestinesi dal 1967. Il quesito era stato posto dall’assemblea generale dell’ONU nel 2022. A partire da oggi e fino al 26 saranno ascoltate le testimonianze di 52 paesi, oltre all’Unione africana, la Lega araba e la Conferenza dei paesi islamici. Presenteranno le loro rilevazioni anche USA, GB, Germania e Francia ed altri paesi europei. Altri 56 paesi hanno presentato testimonianze scritte. Le sentenze della CIG non hanno un effetto diretto, ma rappresentano un parere legale di alto valore giuridico. Sapendo di essere nel torto marcio e non potendo più presentarsi come vittima, il governo Netanyahu ha deciso di disertare la seduta. Nel 2002, la CIG aveva sentenziato che il muro della vergogna è illegale, perché costruito su un territorio occupato militarmente, ma i governi israeliani se ne sono fregati della sentenza ed hanno continuato a costruire un ghetto per i palestinesi.  

Prigionieri

La vita di Marwan Barghouti è in pericolo. Lo afferma il “Comitato per la protezione dei detenuti palestinesi nelle carceri israeliane” di Ramallah. Il dirigente di Fatah è stato oggetto di una campagna stampa offensiva e di un accanimento da parte delle direzioni carcerarie, con continui trasferimenti in condizione di totale isolamento. Né i familiari, né i difensori sono riusciti a incontrarlo dallo scorso settembre.  

Vertice africano

Si è concluso ad Addis Abeba, in Etiopia, il vertice africano con un comunicato di totale condanna del genocidio israeliano contro la popolazione palestinese a Gaza e in Cisgiordania. Il comunicato finale chiede la fine dei bombardamenti sui civili, l’introduzione di aiuti umanitari alla popolazione assediata e di mettere fine alla deportazione verso il Sinai e alla sostituzione etnica. Si fa riferimento all’applicazione della sentenza della Corte Int. di Giustizia. Si chiede anche un’inchiesta internazionale indipendente sulle azioni militari mirate israeliane contro ospedali bombardati e giornalisti assassinati e sull’uso di armi vietate internazionalmente contro i civili.

Il comunicato finale esprime preoccupazioni anche per le tensioni in Senegal, con il rinvio delle elezioni, e le violenze nel Congo orientale, in Sudan, nel Sahel e in Libia. E ha invitato a rilanciare “lo spirito di solidarietà africana e il panafricanismo” per superare le numerose sfide che il continente, nel quale vivono 1,3 miliardi di persone, deve affrontare.

Brasile-Palestina

Il presidente brasiliano Lula, a margine del vertice africano ad Addis Abeba, ha dichiarato ai giornalisti che “Quello che sta succedendo a Gaza è un genocidio, come quello compiuto dai nazisti durante la seconda guerra mondiale. Quella in corso non è una guerra tra due eserciti, ma un’aggressione contro il popolo palestinese, soprattutto contro i bambini e le donne”.

Yemen

Di nuovo un bombardamento USA sullo Yemen e i miliziani Houthi rispondono lanciando missili navali contro una nave britannica nel golfo di Aden. La nave proveniva da un porto indiano ed era diretta in Libano.

La nave non avrebbe avuto danni, ma soltanto ha dovuto rallentare la velocità per poi proseguire il suo viaggio normalmente.

Migranti

La marina marocchina ha salvato 141 migranti partiti dalle coste della Mauritania verso le isole Canarie. Erano partiti il 10 febbraio da un porto della Mauritania ed erano in difficoltà a causa di un guasto nel motore. Non ci sarebbero dispersi. Secondo le autorità spagnole, il numero degli arrivi alle isole Canarie nel mese di gennaio 2024 è sette volte quello dello stesso mese del 2023.

Afghanistan

Si svolge in questi giorni l’incontro a Doha organizzato dall’ONU per la nomina di un inviato del segretario generale in Afghanistan. I taliban si oppongono ed hanno disertato la conferenza. Kabul respinge la partecipazione all’incontro di una delegazione della società civile afgana. Il governo attuale di Kabul non è interessato al riconoscimento internazionale, ma intende proseguire il controllo militare del paese, non ammettendo nessuna soluzione interna al problema e vede l’ONU come uno strumento delle diplomazie dominanti che avevano invaso il paese in passato. Tutti gli ex inviati dell’ONU in Afghanistan, dai tempi dell’invasione sovietica, hanno fallito i loro compiti e si sono dimessi dall’incarico.

Egitto-Turchia

Le autorità turche hanno ritirato il passaporto e annullato la cittadinanza concesse precedentemente alla guida spirituale della Fratellanza musulmana egiziana, Mahmoud Hossein. È il primo effetto della visita di Erdogan al Cairo, avvenuta mercoledì scorso dopo 11 anni di rottura delle relazioni diplomatiche. La stessa sorte è toccata a molti altri dirigenti dei fondamentalisti egiziani che avevano trovato rifugio in Turchia, dopo il colpo di Stato di al-Sisi, nel 2013. Le restrizioni proseguivano da almeno tre anni, quando è iniziato il processo di riavvicinamento della Turchia con i paesi arabi, ma non era mai arrivato al vertice della Fratellanza egiziana. Il partito di Erdogan fa parte del comitato internazionale della Fratellanza, ma questo non ha impedito di sacrificare i fratelli egiziani sull’altare degli interessi economici e strategici della Turchia.

Cultura

La figlia dello scrittore egiziano Najib Mahfouz, Omkulthum, ha donato la libreria personale del grande scrittore alla Biblioteca di Alessandria. Un patrimonio culturale che sarà disponibile agli studiosi per ricerche e approfondimenti sulla creatività del maestro della letteratura egiziana e araba. Il materiale donato consiste in 1500 volumi, oltre a materiale fotografico e video.

Najib Mahfouz ha ottenuto il premio Nobel per la letteratura nel 1988 ed è scomparso nel 2006 all’età di 94 anni. È stato preso di mira dai fondamentalisti per la sua visione laica del mondo. È stato accoltellato il 14 ottobre 1995 da due balordi seguaci della “Gama’a Islamia” (Raggruppamento islamista) spinti da una falsa fatua contro il romanzo “I ragazzi del nostro quartiere”.

Notizie dal Mondo

Sono passati 23 mesi e 25 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

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Approfondimenti

La Memoria come strumento di Pace

Domenica 28 gennaio, Anbamed ha partecipato ad una tavola rotonda, a Milano, in piazza Scala, organizzata dalla CGIL (leggi l’intervento di Farid Adly)

In ricordo di Massimo Gorla QUI

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Contro la scorta mediatica di Netanyahu Leggi tutto

La resistenza del popolo curdo contro il genocidio  QUI

In ricordo di John Pilger, un maestro di giornalismo. leggi.

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A proposito di foto di guerra e di confronti pertinenti: I prigionieri palestinesi denudati ed esposti al mondo cosa vi ricordano? Qui

I bambini di Gaza mandano un video per il compleanno di Papa Francesco: Il video

Guernica: Flash Mob in solidarietà con Gaza: QUI.

  • [Finestra sulle Rive Arabe] Tra sogno e incubo, alcuni aspetti della narrativa fantastica egiziana contemporanea. QUI

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