Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

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Rassegna anno V/n. 053 (1304)

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Appello 1

Tutti i giorni arrivano nuove adesioni all’appello che abbiamo lanciato ad ottobre per un cessate il fuoco permanente e per il rilascio dei prigionieri civili.

Potete aderire, scrivendo alla redazione. Diffondete, per favore!

L’elenco dei sottoscrittori dell’appello lo trovate sul sito, in questa pagina: qui.

Appello 2

Mai Indifferenti. Voci ebraiche per la PACE leggi tutto

Per seguire tutte le manifestazioni in solidarietà con Assange e la libertà di stampa

Le notizie

Genocidio a Gaza

Nel rapporto del ministero della sanità palestinese, fino alle ore 18:00 di ieri, giovedì, orario di Gaza, sono state compiute dall’esercito israeliano 9 stragi con 97 uccisi e 132 feriti.

Nella notte altri bombardamenti hanno causato 40 vittime a Deir Balah, nel centro, e 20 a Jebalia, nel nord. La maggior parte di loro sono bambini.

Nell’ospedale Nasser di Khan Yuonis ci sono 120 malati senza cure e ogni giorno muore un gruppo di loro per mancanza di elettricità e ossigeno; le truppe israeliane che occupano il complesso ospedaliero impediscono il trasferimento sicuro dei malati gravi.  

Bombardamenti incessanti nei dintorni dell’ospedale Amal, sempre a Khan Younis.

Bombardamento a Rafah contro una casa di abitazione civile, con molti bambini uccisi.  

Bombardata la sede di Medici senza Frontiere nella zona di Al-Mowassi, quella designata dall’esercito come sicura ed alla quale sono stati obbligati ad evacuare gli sfollati dal nord e centro della Striscia. L’organizzazione umanitaria ha sottolineato che la sede reca sul tetto il logo degli enti sanitari (Una croce ed una mezzaluna rosse); le coordinate della sede erano state trasmesse all’esercito israeliano. “è un attacco deliberato”. Nell’attacco sono morti due operatori sanitari.

Morire per fame

A Gaza ci sono 350 mila malati affetti di malattie croniche che sono senza nulla da mangiare da giorni. Tutta la popolazione del centro e nord di Gaza, circa un milione di persone, vive in condizioni di carestia. Non ha nulla da mangiare da tre giorni. Tutti i depositi sono stati esauriti. L’esercito israeliano impedisce con le bombe e le sparatorie il passaggio degli aiuti. Tre giorni fa, ad ovest di Gaza città, migliaia di persone in attesa di un camion di aiuti sono state bombardate, provocando una strage ed un fuggi fuggi generale. È una popolazione in trappola, perché nessuno può più evacuare verso sud a causa dei bombardamenti continui ed i posti di blocco israeliani. È un’operazione deliberata per far morire di fame indiscriminatamente la gente di Gaza. “Aspettiamo la morte, insieme ai nostri bambini”, ha detto una donna ai microfoni di una tv.  

Soldati o ladri?

Un sito israeliano ha fatto un’indagine basata su video raccolti dagli account social e su interviste a soldati tornati dal fronte di Gaza. “I nostri soldati hanno rubato di tutto, dai tappeti alle lavatrici, dai giocattoli per bambini agli orologi, dalle biciclette ai riscaldamenti elettrici”, scrive l’autore. Ad una domanda sul perché, un soldato che mostrava in mano un ciondolo d’oro, ha risposto: “Tanto la casa sarebbe stata distrutta o bruciata, inoltre gli ufficiali lo sanno e non hanno mai detto una parola di rimprovero, al massino hanno scherzato sopra”. Canale TV 13 ha affrontato il tema, non per stigmatizzarlo, ma per mettere in guardia dal pubblicare i misfatti sui social, “per non infangare il nome dell’esercito israeliano e la sua etica”.  

Cisgiordania e Gerusalemme Est

Due palestinesi uccisi in un lancio di missili da un drone contro un’auto a Jenin. Altri 15 sono rimasti feriti tra i quali 5 bambini. I due uccisi sono membri delle Brigate Jenin. Tutti i feriti sono civili che si trovavano davanti ad un negozio di giocattoli.

Incursione dell’esercito di occupazione nell’Università di Beir Ziet. Forze speciali in abiti civili hanno preso in ostaggio 2 studenti, portati via in un luogo ignoto.

Scontri impari a Betlemme, pietre contro mitra.

Il ministro Bin Gvir prepara un piano per impedire completamente i movimenti dei palestinesi al di fuori delle loro città e villaggi. “La vita degli israeliani è più importante della libertà di movimento dei palestinesi. Vanno rinchiusi per non alzare più la testa”.

Sionismo Religioso

La ministra israeliana per Insediamenti e Missioni Nazionali, Orit Strook, ha fatto una dichiarazione in linea con il capo del suo partito Smotrich: “L’intera Terra di Israele è nostra e noi siamo suoi e per questo non ci sarà uno Stato palestinese nella Terra di Israele perché non esiste un popolo palestinese, non esiste una tale nazione”. È lo stesso mantra che da oltre un anno vanno predicando Smotrich e Ben Gvir, ma adesso sono forti di una linea di tutto il governo, supportata da un voto in Parlamento, che nega la possibilità di una soluzione di pace negoziata sulla base del principio “due Stati per due popoli”. Lo stesso Netanyahu dal palco dell’Assemblea generale dell’ONU ha mostrato una cartina geografica che annienta la Palestina e nei suoi recenti discorsi ha sempre detto che “dal fiume al mare c’è un posto soltanto per un solo Stato quello israeliano”.

Corte Int. di Giustizia

Proseguono le testimonianze dei 52 paesi davanti alla Corte. Ieri si è svolto l’intervento del ministro degli esteri giordano, Safady. Ha attaccato la politica di sostituzione etnica israeliana a Gerusalemme est e Cisgiordania e di genocidio a Gaza; mancato rispetto delle altre fedi religiose e luoghi santi per musulmani e cristiani; il terrorismo dei coloni armati contro la popolazione palestinese è sotto gli occhi dell’esercito e del governo israeliani, che lo incitano con la distribuzione delle armi; non ci sono parole per descrivere la barbara aggressione contro la popolazione di Gaza; Mezzo milione di palestinesi stanno morendo di fame a causa del blocco degli aiuti umanitari internazionali a suon di bombe; lo stato d’Israele s’infischia delle norme internazionali e non vi è in campo nessuna sanzione per fermarlo. Nella stessa direzione si sono intervenute Irlanda e Iran.

L’intervento cinese ha superato tutti. “L’occupazione israeliana è illegittima e l’esercito deve ritirarsi per lasciare spazio ad uno Stato palestinese libero e sovrano”. Poi ha aggiunto: “la lotta armata contro le forze di occupazione non è terrorismo; è sancita come legale e legittima dalla Carta dell’ONU e dalle norme internazionali”.

Scambio Prigionieri

Secondo fonti giornalistiche il premier israeliano Netanyahu ha accettato di mandare una delegazione alle trattative di Parigi con USA, Egitto e Qatar. La data dell’incontro non è stata ancora fissata, ma il consigliere della presidenza USA è volato a Tel Aviv in seguito ai suoi incontri al Cairo e nel colloquio con Netanyahu, avrebbe portato novità sulla posizione di Hamas, raggiunta tramite i mediatori egiziani e qatarioti. Alla trattativa di Parigi dovrebbero partecipare i capi dei servizi di sicurezza dei tre paesi e il primo ministro del Qatar.

Per la Casa Bianca, un accordo per il cessate il fuoco di tre settimane e lo scambio dei prigionieri “è fattibile”. L’inviato Britt McGurk ha riportato a Tel Aviv “le notizie fornite dai mediatori arabi sull’ammorbidimento della posizione di Hamas”. La posizione definitiva del movimento sarà fornita entro le prossime 48 ore. Secondo il quotidiano libanese Mayadeen non c’è nulla di vero nelle dichiarazioni israeliane e statunitensi. “Hamas ha dimostrato disponibilità a discutere dei tempi dell’applicazione delle sue richieste, ma non sul contenuto: alto numero di prigionieri palestinesi ‘di peso’ da liberare, ritiro dell’esercito israeliano da Gaza e il ritorno degli sfollati”.

Libano

Due combattenti di Hezbollah sono rimasti uccisi durante un bombardamento mirato, contro una palazzina, con missili lanciati da droni israeliani. Il movimento ha risposto con il lancio di 15 missili nella direzione delle colonie e caserme israeliane nei territori libanesi occupati nel 1967 e nel Golan siriano occupato.

Gli analisti sottolineano che Hezbollah sta rispettando delle regole d’ingaggio per non mettere in difficoltà diplomatiche il governo di Beirut di fronte alle pressioni di USA e Francia. Il lancio di missili è avvenuto negli ultimi giorni non contro il territorio israeliano, ma sui territori libanesi e siriani occupati. Israele invece non sta rispettando nessuna regola. L’ultimo attacco infatti è avvenuto vicino a Nabatiye, a 40 km dalla linea di demarcazione.

Yemen

Un incendio è scoppiato su una nave di proprietà britannica al largo delle coste yemenite, nel golfo di Aden. È stata colpita da uno di due missili lanciati dai miliziani Houthi. È stata presa di mira anche una nave militare USA. Gli annunci del movimento yemenita sono stati confermati dal Pentagono, che ha spiegato di aver abbattuto 6 droni lanciati contro una portaerei nel golfo di Aden. Una nave di guerra francese ha intercettato sul mar Rosso un missile balistico lanciato dal territorio yemenita verso Israele.

Iran

Elezioni legislative il primo marzo. È iniziata la campagna elettorale. Il Consiglio per la salvaguardia della Costituzione ha approvato un elenco lungo di 15.200 candidati, per i 290 seggi del parlamento che dura in carica 4 anni. Sono 61 milioni gli aventi diritto al voto. La guida spirituale iraniana ha invitato la popolazione a partecipare massicciamente al voto “per dare un segnale ai nemici”. L’ex presidente riformista Rouhani ha invitato al voto, “Per mettere in difficoltà questa minoranza al potere”, malgrado la sua esclusione dalla Commissione degli esperti, un alto organismo di consiglieri della guida spirituale. L’ex presidente Khatami invece ha dichiarato che il Fronte Riformista boicotterà queste elezioni, “perché l’Iran è lontano anni luce da elezioni oneste e trasparenti”. Sono le prime elezioni dopo la rivolta di un anno e mezzo fa in seguito all’assassinio di Mahsa Amini, massacrata in un commissariato di polizia del regime.

Notizie dal Mondo

Sono passati 23 mesi e 29 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Attacco russo su Odessa. Molti analisti si chiedono se l’Ucraina stia perdendo la guerra. Macron ha convocato a Parigi un vertice per il sostegno militare a Kiev, a due anni dall’invasione russa.

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