Per ascoltare l’audio di oggi, 16 marzo 2024:
Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.
Direttore responsabile Federico Pedrocchi)
Rassegna anno V/n. 074 (1325)
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Appello 1
Tutti i giorni arrivano nuove adesioni all’appello che abbiamo lanciato ad ottobre per un cessate il fuoco permanente e per il rilascio dei prigionieri civili.
Potete aderire, scrivendo alla redazione. Diffondete, per favore!
L’elenco dei sottoscrittori dell’appello lo trovate sul sito, in questa pagina: qui.
Appello 2
Mai Indifferenti. Voci ebraiche per la PACE leggi tutto
Le notizie
Genocidio a Gaza
Ieri, 161esimo giorno di aggressione israeliana sulla popolazione di Gaza, gli invasori hanno compiuto 13 stragi provocando 149 uccisi e 300 feriti. Il numero totale degli assassinati è arrivato a 31.490 e i feriti a 73.439, ai quali bisogna aggiungere il numero dei dispersi che non è stato possibile aggiornare.
Sterminio di neonati
Il funzionario dell’ONU, Dominic Allen, rappresentante in Palestina dell’UNITED NATIONS POPULATION FUND – UNFPA, ha svolto una conferenza stampa in collegamento online da Gerusalemme nella quale ha ribadito un allarmante rapporto, “valutato da persona sul campo, negli ospedali di Gaza”, che aveva visitato la scorsa settimana: “è altissima la percentuale dei bambini nati morti o periti subito dopo il parto. Non solo, a Gaza non nascono più bambini in condizioni normali. Le madri sono soggette a privazioni enormi nell’alimentazione e sono costrette a spostamenti continui, anche a piedi, durante gli sfollamenti forzati. Uno stress che ha i suoi effetti nefasti sul nascituro”. Poi ha concluso: “È un incubo più grande di una crisi umanitaria. È una crisi dell’umanità. La realtà è peggiore di quanto io possa descrivere, di ciò che mostrano le immagini, di ciò che potete immaginare”.
Uccidere per fame
In due giorni l’esercito israeliano ha compiuto 5 attacchi deliberati contro gli affamati che aspettavano l’arrivo degli aiuti. Secondo gli elenchi degli ospedali, il numero degli uccisi in questi agguati criminali è di 49 uccisi in due giorni. Ci sono ancora corpi per terra che non è stato possibile trasportare, perché i cecchini israeliani hanno impedito alle squadre di soccorso di avvicinare la zona dove erano stati colpiti.
Una tv USA ha confermato che l’esercito israeliano ha rifiutato di fornire i video interi ripresi dai droni sulla scena della “strage della farina”, compiuta dai soldati alla fine di febbraio. I video trasmessi dalla propaganda militare di Tel Aviv erano parziali e modificati, per avvalorare la tesi dei camionisti impauriti a causa della calca. “I camion non sparano al torace e alla testa. L’esercito israeliano ha qualcosa da nascondere: la verità”, ha concluso lo speaker mentre scorrevano sullo schermo le immagini dei feriti nell’ospedale di Gaza, colpiti dalle pallottole israeliane.
Offensiva su Rafah
Non passa giorno che Netanyahu non dichiari che è pronto l’attacco su Rafah. Lo dichiara in polemica con la Casa Bianca e per mantenere la coesione del governo, con una strizzatina d’occhio all’opinione pubblica israeliana, che in maggioranza se ne infischia della sorte della popolazione civile palestinese e si preoccupa soltanto per gli ostaggi e per l’incolumità dei soldati sul fronte. Ma ci sono tre elementi che frenano la decisione dell’avventura militare, contro il fazzoletto di terra con quasi 2 milioni di sfollati:
- l’immagine del paese canaglia, che potrebbe avere delle influenze sul flusso delle munizioni dai paesi ex amici, compresi USA ed Europa;
- le forti perdite subite finora nel nord e centro della Striscia, ma senza poter prendere effettivamente il controllo sul territorio;
- l’esercito ha comunicato al governo – secondo quanto rivelato al canale tv 12 israeliano da esponenti militari in condizioni di anonimato – che cominciano a scarseggiare gli obici per l’artiglieria pesante e le munizioni per i carri armati.
Il quotidiano Yediut Aharanot ha scritto che non ci sono sul terreno preparativi concreti per l’offensiva di terra e che Netanyahu con queste dichiarazioni intende far pressione su Hamas per accelerare un accordo sullo scambio di prigionieri.
Trattative
La trattativa tra Netanyahu e Hamas è in corso. L’iniziativa è di Hamas che ha avanzato un piano, trasmesso da Egitto e Qatar ad Israele e Stati Uniti. Le reazioni del governo Netanyahu sono contraddittorie: da una parte rivela, per bocca di analisti vicini al premier, che “ci sono elementi positivi”, ma poi nelle dichiarazioni dei consiglieri ufficiali si spara contro definendola “fantasie irrealistiche”. Lo stato di confusione mentale del premier israeliano lo dimostra la decisione, annunciata ieri sera, di mandare a Doha una delegazione dei servizi segreti per la trattativa indiretta con Hamas. Stasera o al massimo domani mattina il governo dovrebbe decidere di allargare i poteri della delegazione.
Cisgiordania e Gerusalemme Est
Primo venerdì di Ramadan. 70 mila fedeli hanno partecipato alla preghiera collettiva di mezzogiorno, malgrado le forti restrizioni imposte dalle forze di occupazione. Ai valichi di ingresso nella città vecchia sono stati arrestati diversi giovani che volevano raggiungere la moschea di Al-Aqsa. Il governo israeliano aveva deciso di escludere tutti i musulmani al di sotto di 40 anni dal partecipare alle messe.
Proseguono sistematiche le repressioni nelle città e villaggi della Cisgiordania. Il campo profughi di Al-Fariya, a sud di Toubas, è stato devastato dai bulldozer militari dopo la sua rioccupazione con carri armati e centinaia di soldati. Lo stesso è avvenuto nel campo di Balata, vicino a Nablus, e nella città di Tulkarem. Il piano colonialista di questo governo dell’estrema destra sionista è quello di deportare la popolazione palestinese autoctona, per la sostituzione etnica con i coloni provenienti da ognidove.
ANP
Tutte le organizzazioni politiche palestinesi, tranne Fatah, sono contrarie alla nomina del nuovo governo. In un comunicato riferito a Hamas si accusa velatamente il presidente Abbas di cedimento alle pressioni di Washington. Si lamenta anche che la decisione è stata presa in solitudine, senza consultare le altre organizzazioni della resistenza palestinese.
Non è tardata la risposta da Ramallah. Un durissimo comunicato di Fatah avvia una guerra verbale tra i due movimenti, di un’intensità inconsueta. “Chi ha causato la rioccupazione militare di Gaza non ha il diritto di determinare le priorità del popolo palestinese. La direzione di Hamas è slegata dalla realtà e non si rende conto della drammatica situazione che vive il nostro popolo, a Gaza, in Cisgiordania e Gerusalemme, una Nakba ancora più grave di quella del 1948. È veramente strano che Hamas si dica sorpreso dalla formazione di un nuovo governo palestinese senza essere consultato. Forse i capi di Hamas hanno consultato la direzione palestinese prima di compiere la loro avventura del 7 ottobre?”. E poi l’affondo populista: “Probabilmente la vita negli alberghi a 7 stelle ha distratto la direzione di Hamas dalle condizioni tragiche che vive la popolazione di Gaza. Perché i capi di Hamas sono scappati all’estero con le proprie famiglie e hanno lasciato il popolo senza difese?”.
Gli aiuti via mare
È arrivato il primo carico di aiuti umanitari spediti via mare. La nave spagnola “Open Arms” ha adagiato la piattaforma marina, trascinata da Cipro, sulla spiaggia di Gaza, in collaborazione con soldati USA e sotto il controllo di quelli israeliani. La distribuzione sarà a cura dell’organizzazione umanitaria spagnola World Central Kitchen. È il primo carico di 200 tonnellate di cibo e acqua promosso da UE, USA e Emirati Arabi Uniti. Gli aiuti saranno trasportati verso il nord della Striscia in camion. L’esercito israeliano di occupazione ha tentato di usare questa azione umanitaria per comperare il consenso delle grandi famiglie gazzawi, assegnando a loro il compito di distribuzione degli aiuti, in contrasto con le strutture del governo di Gaza, guidato da Hamas. Il Consiglio delle famiglie riunito la scorsa settimana a Rafah con l’UNRWA ha respinto queste offerte e ha duramente attaccato l’esercito di occupazione chiedendo il suo ritiro. Secondo fonti dell’amministrazione Biden, Israele pensa di ricorrere ad agenzie di sicurezza private, per la sorveglianza dei carichi e la distribuzione degli aiuti. Per spiegare la situazione all’opinione pubblica israeliana, fortemente contraria all’ammissione degli aiuti verso la popolazione di Gaza affamata, il portavoce dell’esercito ha sottolineato che “l’ingresso di aiuti umanitari non costituisce una violazione del blocco della sicurezza marittima” (imposto da Israele sulla Striscia di Gaza dal 2007).
La Wck ha annunciato che il suo team a Cipro sta caricando un’altra nave con 300 tonnellate di cibo destinate a Gaza.
Migranti
Un gommone con decine di migranti a bordo si è rovesciato nel mare Egeo sulle coste turche. Almeno 22 persone, tra i quali 7 bambini, sono morti nell’incidente marittimo. Soltanto 2 persone sono state salvate ed altre due sono riuscite a nuotare fino alla spiaggia autonomamente. Non si conosce la nazionalità delle vittime. Nelle ultime settimane sono aumentati i tentativi di imbarco dalle coste turche per raggiungere quelle greche e poter entrare così nei confini dell’UE.
Notizie dal Mondo
Sono passati due anni e 21 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Elezioni presidenziali a Mosca. Putin vincerà.
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Approfondimenti
La Memoria come strumento di Pace
Domenica 28 gennaio, Anbamed ha partecipato ad una tavola rotonda, a Milano, in piazza Scala, organizzata dalla CGIL (leggi l’intervento di Farid Adly)
In ricordo di Massimo Gorla QUI
Ad un anno della strage di Cutro QUI
Contro la scorta mediatica di Netanyahu Leggi tutto
La resistenza del popolo curdo contro il genocidio QUI
In ricordo di John Pilger, un maestro di giornalismo. leggi.
Un nostro ascoltatore invita i suoi amici ad iscriversi alla newsletter quotidiana di ANBAMED, “Quel silente Occidente siamo noi”: QUI
A proposito di foto di guerra e di confronti pertinenti: I prigionieri palestinesi denudati ed esposti al mondo cosa vi ricordano? Qui
I bambini di Gaza mandano un video per il compleanno di Papa Francesco: Il video
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