Per ascoltare l’audio di oggi, 03 aprile 2024:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno V/n. 092 (1343)

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Appello 1

Tutti i giorni arrivano nuove adesioni all’appello che abbiamo lanciato ad ottobre per un cessate il fuoco permanente e per il rilascio dei prigionieri civili.

Potete aderire, scrivendo alla redazione. Diffondete, per favore!

L’elenco dei sottoscrittori dell’appello lo trovate sul sito, in questa pagina: qui.

Appello 2

Mai Indifferenti. Voci ebraiche per la PACE leggi tutto

14 aprile alla Casa della Cultura, Milano, un convegno. Anche online.

Le notizie

Genocidio a Gaza

Crimini su crimini. I generali israeliani si sentono impuniti con l’immunità certificata dalla Casa Bianca. Sette stragi nella giornata di ieri, nelle quali sono stati uccisi 71 civili e feriti altri 102. A Deir Balah è stata colpita una moschea piena di sfollati. Fino a tarda notte sono proseguiti i lavori di soccorsi e non è stato possibile estrarre tutti i corpi incastrati sotto le macerie.

Ospedali nel mirino

Dopo il ritiro dei soldati israeliani, l’ospedale Shifà appare un rudere. Inservibile come ospedale e non adatto a tenere dentro il centinaio di malati e feriti ancora assediati all’interno ed impossibilitati ad evacuare, per difficoltà di mobilità autonoma. Le testimonianze video che è stato possibile far trapelare sono terribili. “Abbiamo dovuto bere le nostre urine, per la mancanza di acqua”, ha detto un anziano. “I soldati ci hanno terrorizzato, ci hanno spostato in stanze non adeguate, dopo aver distrutto le strumentazioni delle sale”, ha raccontato una donna di 70 anni, “Non so come sono sopravvissuta senza la maschera d’ossigeno”. I soccorritori stanno tirando fuori ancora corpi da sotto le macerie e dalle fosse comuni lasciati dall’esercito. “Ho visto dalla finestra i soldati che scaraventavano i morti nelle buche scavate nel giardino con i bulldozer e poi coprirli con la terra”, ha raccontato un altro.

Uccidere per fame

Nell’assassinio dei 7 operatori umanitari del WCK, i soldati israeliani hanno sparato sapendo quello che facevano. Non è stato un errore, ma una determinazione intenzionale. Le lacrimi di coccodrillo di Netanyahu non convincono nessuno. Ridicole le prese di posizioni delle diplomazie europee e USA che si dicono costernate e chiedono un’inchiesta dell’esercito israeliano sul caso. In una situazione simile, avrebbero chiesto inchieste internazionali. Israele invece viene trattato con i guanti di gomma. I criminali assolveranno sempre sé stessi, certamente. Molto più coraggioso lo chef spagnolo che ha chiesto la cessazione di tutti i bombardamenti sulla testa della popolazione civile: Il governo israeliano deve fermare queste uccisioni indiscriminate. Deve smettere di limitare gli aiuti umanitari, smettere di uccidere civili e operatori umanitari e smettere di usare il cibo come arma. Niente più vite innocenti perse. La pace inizia con la nostra comune umanità. È necessario iniziare adesso”.

Il quotidiano israeliano Haaretz ha scritto che i soldati sapevano quello che facevano. Il precorso del convoglio era concordato con l’esercito passo per passo. Un drone israeliano ha sparato tre missili in successione, nell’arco di 30 minuti, colpendo tutt’e tre i veicoli e uccidendo tutti i membri dell’equipe senza risparmiare nessuno. Certi giornaloni della scorta mediatica hanno aperto le loro notizie con le bugie di Netanyahu, sull’uccisione per errore, prima della descrizione dei fatti.

Il commento di Anbamed

Ipocrisia dell’uomo bianco. Gli operatori umanitari uccisi dall’esercito israeliano in questa guerra di aggressione sono stati finora 168, ma nessuna reazione mediatica e dichiarazioni diplomatiche come quella espressa in questo caso. Perché i morti allora erano palestinesi, semiti, dalla pelle bruna, non di carnagione bianca e capelli biondi come le vittime statunitensi, britanniche, australiane e polacche assassinate ieri. Il crimine è lo stesso ed è stato compiuto dalla stessa mano malvagia, ma le reazioni sono differenti.

C’è da riflettere su come va il mondo oggi. È razzismo.

Cisgiordania e Gerusalemme est

Ancora furto di terra. 170 donum sono stati confiscati nel distretto di Betlemme. Il più grande progetto di colonizzazione ebraica delle terre palestinesi sta avvenendo nella Valle del Giordano, dove decine di migliaia di kmq sono state dichiarate, dall’esercito occupante, proprietà dello stato israeliano e annesse agli insediamenti gestiti da gente arrivata da ogni dove.

A Jenin è deceduto ieri un giovane colpito dai soldati israeliani durante l’irruzione militari nei giorni scorsi.

A Tulkarem, lo scontro inter-palestinese è al culmine. È morto ieri un combattente di Jihad islamica ferito negli scontri con i poliziotti dell’ANP, avvenuti sabato nel campo profughi di Nour Shams. Dopo 4 giorni di agonia in ospedale Mu’tassem Al-Aref è deceduto. Il movimento Jihad Islamica ha dichiarato la disobbedienza civile e il blocco degli ingressi del campo con cumuli di sabbia per impedire l’ingresso dei funzionari dell’amministrazione autonoma.   

Siria

Israele da sud e Turchia da nord. La sovranità della Siria è calpestata dai suoi due vicini-nemici. Dopo gli attacchi missilistici di Israele sul consolato iraniano a Damasco, che rischiano di deflagrare una guerra generalizzata nella regione, la Turchia riprende i suoi attacchi contro la zona amministrata dall’autonomia curda nel nord del paese. Ieri, attacchi simultanei con droni e con l’artiglieria turca da oltre confine hanno colpito un villaggio nelle vicinanze di Afrin.  

Israele

Dura repressione contro i manifestanti a Gerusalemme e Tel Aviv. Davanti al parlamento migliaia di persone hanno issato delle tende per una protesta permanente “fino alla liberazione degli ostaggi”. Le parole d’ordine di queste manifestazioni sono fortemente politicizzate e chiedono espressamente la caduta del governo Netanyahu, accusato di manovrare per mantenersi in sella a discapito del futuro del paese e della vita degli ostaggi.

Stato di Palestina

Spagna riconoscerà lo Stato di Palestina il prossimo luglio. Lo ha annunciato il premier Pedro Sanchez durante la prima tappa in Giordania della sua visita in M.O. “Lavoreremo insieme ad un gruppo di paesi, per condurre una campagna all’interno dell’UE per passi simili”.

Il rappresentante dell’ANP all’ONU, Mansour, ha auspicato che “il Consiglio di Sicurezza approvi nella sua prossima riunione l’ingresso della Palestina come membro effettivo dell’ONU, in sintonia con il voto dell’assemblea generale”.

Turchia

Abdullah Zeydan, sindaco eletto con il partito Dem a Van, nel Sud-est della Turchia, è stato rimosso dall’incarico e il candidato perdente Abdullahat Arvas, del partito islamista di Erdogan è stato nominato sindaco. Zeydan ha ottenuto il 55,4% dei voti, con uno scarto di 125 mila voti in più rispetto allo sfidante, mentre il nominato sindaco aveva ottenuto soltanto il 27,1%. Il trucco tirato fuori dal cilindro della magistratura politicizzata riguarda una precedente sentenza, che secondo il Consiglio elettorale impediva al vincitore di potersi candidare. Il Partito per l’uguaglianza e la democrazia dei popoli (Partito DEM) ha dichiarato che “al candidato co-presidente Abdullah Zeydan, che ha vinto la municipalità metropolitana di Wan, non è stato conferito il mandato, ma è stato assegnato al candidato dell’AKP, che ha perso le elezioni. È un colpo di Stato politico”. Dem ha presentato ricorso per opporsi a questa prevaricazione della dittatura Erdogan. A Van si sono tenute delle proteste popolari, che sono state represse dalla polizia turca.

Egitto

Il presidente Al-Sisi ha svolto il giuramento costituzionale per il terzo incarico. La cerimonia è stata svolta davanti al parlamento. È stato eletto lo scorso dicembre con l’89,6% dei voti, in pratica senza una reale sfida. Il mandato dura 6 anni e quindi si concluderà nel 2030. Al-Sisi è arrivato al potere con il colpo di Stato del 3 luglio 2013, da ministro della difesa dell’allora presidente Morsi, eletto un anno prima come candidato dei Fratelli Musulmani. Dopo il secondo mandato ha cambiato la Costituzione per garantirsi una terza candidatura. Il suo regime è stato caratterizzato finora dalla dura repressione del dissenso, il carcere per gli oppositori e una crisi economica che ha impoverito la popolazione e indebitato lo Stato.

Notizie dal Mondo

Sono passati due anni e un mese e 9 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Congelati alla UE 27 miliardi di euro di beni russi privati. Kuleba parteciperà giovedì alla riunione Nato a Bruxelles. Droni ucraini hanno colpito a Tatarstan, a 1200 km dal confine.

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1 commento

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