Per ascoltare l’audio di oggi, 18 giugno 2024:
Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.
Direttore responsabile Federico Pedrocchi)
Rassegna anno V/n. 163 (1414)
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Le notizie:
Genocidio a Gaza
L’esercito israeliano ha compiuto fino a mezzogiorno di lunedì 2 stragi con 10 uccisi e 72 feriti. Un comunicato militare ha spiegato assurdamente che la tregua umanitaria non significa la fine delle operazioni militari. Infatti, nel pomeriggio di ieri, un gruppo di commercianti che aspettava l’arrivo di camion commerciali è stato bombardato, uccidendo 8 persone.
Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.
Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.
Situazione umanitaria
L’OMS ha denunciato che ci sono almeno 10 mila feriti gravi che hanno bisogno di cure mediche all’estero e non ci sono le condizioni localmente per curarli. Un appello accurato alla riapertura del valico di Rafah, unico passaggio capace di far fronte agli ingenti bisogni.
Il Commissario dell’L’UNRWA, Lazzarini, ha messo in guardia dalla carestia incipiente in tutta Gaza a causa dello svuotamento dei depositi alimentari dell’ONU e il limitato accesso di nuovi aiuti. “Ci sono oltre mille camion in attesa al valico di Karam Abu Salem e le autorizzazioni vanno a rilento. Le operazioni militari sono in corso, malgrado la dichiarata ‘tregua parziale umanitaria’. C’è urgente bisogno di una vera tregua per potere provvedere a bloccare il pericolo della fame su vasta scala”. Il governo e l’esercito israeliani usano la fame come arma di guerra e gli Stati Uniti e altri paesi europei lo permettono foraggiandoli di armi. In qualsiasi altra situazione si sarebbe parlato di sanzioni, nel caso di Israele invece le sanzioni si impongono contro la Corte Penale Internazionale per le sue osservazioni sui crimini di guerra compiute a Gaza e in Cisgiordania.
Il vice segretario ONU per gli affari umanitari, Griffith, ha definito la situazione a Gaza come “l’inferno in terra”. E poi ha dato l’affondo ai paesi esportatori di armi verso Israele: “Le forniture di armi ad Israele sono un flusso costante, mentre gli aiuti umanitari alla popolazione di Gaza è quasi impossibile farli entrare”. Griffith ha denunciato anche l’uso politico degli aiuti, oltre all’uso per scopi militari da parte di Israele. Un’accusa non tanto velata a Washington che sta creando strutture parallele di notabili palestinesi, per far rinascere rivalità tribali.
Cisgiordania e Gerusalemme est
Rastrellamenti e poi rastrellamenti. L’esercito israeliano sta conducendo una guerra non dichiarata contro le città e i villaggi della Cisgiordania e Gerusalemme est. Ieri è toccato a Qalqilia e al campo di Aqbat-Jabr, vicino ad Ariha. Lo schema è sempre lo stesso: veicoli militari accompagnati da bulldozer, devastazioni di strade e infrastrutture urbane e poi perquisizioni nelle case con il pretesto di trovare dei ricercati. Decine di famiglie hanno lamentato la violenza dei soldati contro bambini e donne e soprattutto distruzioni di mobili e effetti personali. Una bambina in lacrimi ha mostrato alle telecamere di una tv araba la sua bombala tagliata a metà da un soldato sadico e senza anima. È l’arroganza della certezza dell’impunità.
A questi crimini dell’esercito di occupazione si aggiungono gli attacchi dei coloni, miranti alla cacciata della popolazione per impossessarsi dei territori. Ieri, una decina di coloni armati e protetti dai soldati hanno fatto pascolare le proprie pecore nelle terre del villaggio Mleihat, vicino ad Ariha. Come segno di sfida hanno fatto entrare le pecore nella moschea. Questi crimini quotidiani sono stati documentati da giovani del villaggio in immagini video e le hanno postate su account social.
Israele
Il premier Netanyahu ha sciolto il Consiglio di guerra, dopo le dimissioni di Gantz e le richieste di adesione dei due ministri estremisti Bin Gvir e Smotrich. Le decisioni su temi sensibili riguardanti l’andamento dell’invasione di Gaza saranno discusse da un numero limitato di ministri. La confusione è massima al vertice del potere politico e militare. Il premier non si è risparmiato stoccate ai generali dell’esercito.
I due capi dell’opposizione Gantz e Lapid accusano Netanyahu di fallimento e chiedono elezioni anticipate in autunno e di non anteporre gli interessi personali alle questioni nazionali. Tutti i giorni si svolgono manifestazioni di protesta che chiedono l’impegno del governo a riportare gli ostaggi vivi con la trattativa. Proteste che chiedono esplicitamente lo scioglimento del governo e elezioni anticipate.
Diplomazia
Il Consiglio di Sicurezza nazionale israeliano ha raccomandato al governo di ridurre le relazioni diplomatiche con i paesi che riconoscono lo Stato di Palestina. Limitare la rappresentanza a livello consolare e ridurre le attività delle sedi diplomatiche di questi paesi in Israele. Sono presi di mira Spagna, Irlanda, Slovenia e Norvegia che hanno riconosciuto la Palestina lo scorso maggio. La schizofrenia del governo israeliano lo sta portando fuori binario. Sono 147 i paesi che riconoscono lo Stato palestinese.
Guerra, aiuti umanitari e propaganda
L’esercito israeliano ha incendiato deliberatamente la sala passeggeri del valico di Rafah. Mentre la propaganda parla di una tregua parziale umanitaria si mette fuori uso una struttura che serve all’evacuazione dei feriti in attesa di cure all’estero e all’ingresso del personale umanitario a Gaza. La struttura non era un obiettivo militare ed era sotto il totale controllo delle forze occupanti e non rappresentava nessun pericolo per i soldati. Incendiarla è un’azione di sadica vendetta collettiva, come era avvenuto per ospedali, scuole, università, moschee, chiese, biblioteche, panetterie e pozzi d’acqua. Cancellare la vita dei palestinesi. È genocidio programmato.
Sudan
Duri scontri tra l’esercito e le milizie ribelli a nord di El-Fashr, nel Darfur e a sud della capitale Khartoum nella località di Jabra. Nel Darfur sono le forze governative all’attacco e sostengono di aver cacciate le truppe mercenarie da una base strategica per i rifornimenti dalla Libia. A sud della capitale, invece, le forze di Pronto Intervento sono all’offensiva e l’esercito ha dovuto ricorrere all’artiglieria per bloccarne l’avanzata.
La situazione drammatica è nel Darfur, dove almeno 50 villaggi sono stati dati alle fiamme deliberatamente con il chiaro intento di cacciare la popolazione, una vera e propria pulizia etnica. Secondo informazioni delle Nazioni Unite, in Sudan ci sono 10 milioni di sfollati e la guerra non accenna finire, né con la vittoria di una delle parti, né con il negoziato. Tutte le iniziative di mediazione sono fallite.
Migranti
66 migranti dispersi al largo della Calabria in un naufragio di un’imbarcazione partita 8 giorni fa dalla Turchia. Tra di loro almeno 26 bambini, alcuni di pochi mesi. Soltanto 12 i superstiti salvati da una nave commerciale di passaggio nella zona. Sono afghani, iraniani, curdi e siriani fuggiti a condizioni di guerra e repressione. I superstiti hanno raccontato che il motore si era incendiato e la barca ha cominciato ad affondare a causa dell’acqua entrata a bordo. I criminali scafisti non avevano fornito i migranti di salvagente. Altri 11 migranti sono disperse al largo delle coste libiche, mentre 54 sono state salvate dalla nave umanitaria Nadir della ong ResQship. I sopravvissuti sono stati condotti dalla GdF a Lampedusa. A pochi giorni dal 20 giugno, giornata mondiale dei rifugiati, il numero dei morti nel Mediterraneo dall’inizio dell’anno è di 800 persone, secondo l’OIM, quasi 5 al giorno.
Notizie dal Mondo
Sono passati due anni, tre mesi e 24 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Gli ucraini perdono terreno di fronte all’offensiva russa. Tensione USA-Russia per l’arrivo a Cuba di una nave militare e un sommergibile nucleare russi. Putin è in visita in Corea del Nord.
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Mai Indifferenti. Voci ebraiche per la PACE leggi tutto
[Giornalismo] La figuraccia dei giornaloni scorta mediatica del genocidio a Gaza. di Farid Adly Qui
Approfondimenti
[Echi della stampa araba]: a cura diMargaret Petrarca (Per saperne di più)
[Finestra sulle Rive Arabe] “Il mare nella letteratura araba contemporanea”, di Antonino D’esposito. QUI
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