Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

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Rassegna anno V/n. 013 (1264)

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Appello

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Le notizie

Genocidio a Gaza

135 uccisi e 312 feriti in 12 stragi, nella giornata di ieri. Oltre 100 mila vittime, tra uccisi, feriti e dispersi. 1000 al giorno. Un genocidio quotidiano sotto gli occhi del mondo.

Il ministero della sanità ha comunicato che ancora ieri sono state prese di mira le ambulanze della Mezzaluna rossa. In tutta la Striscia sono operanti soltanto 6 ambulanze, con grosse difficoltà di garantire il carburante per farle funzionare.  

All’alba di oggi, elicotteri israeliani hanno bombardato gli sfollati nei dintorni dell’ospedale di Deir Balah, nel centro della Striscia. L’offensiva aerea israeliana è concentrata ed incessante da giorni su Khan Younis. In tutte le zone della città, occupate dalle truppe israeliane, le strade sono state distrutte con i bulldozer, per impedire ogni collegamento e vivibilità.

Nessun luogo è sicuro a Gaza. I bombardamenti hanno colpito in tutte le zone, sia quelle rase al suolo nel nord e centro della Striscia, sia in quelle meridionali in corso di distruzione simile. L’esercito israeliano parla di 500 raids al giorno. È un’intensità di fuoco che non è stata mai vista in tutte le guerre passate, in un breve tempo e in un’area così ridotta. A Gaza città sono state bombardate anche le tende che le famiglie palestinesi hanno issato sulle rovine delle loro case distrutte dalle bombe.

Comunicato UNRWA sulla fame nei campi profughi di Gaza. L’Alto Commissario, Philippe Lazzarini ha dichiarato: “Macchiata la nostra comune umanità”. E poi ha spiegato: “Questa crisi è causata da mani umane; l’uso della fame, la sete e il freddo a Gaza come arma di guerra è una violazione sistematica del diritto internazionale umanitario”. (Leggi tutta la dichiarazione, in inglese).

Duri scontri di terra tra resistenza e soldati invasori. Brigate Qassam hanno lanciato missili contro il territorio israeliano.

100 giorni di aggressione

Oggi è il 100esimo giorni dell’incessante aggressione israeliana su Gaza. È stato convocato dalle organizzazioni palestinesi e quelle solidali con la causa palestinese uno sciopero globale per la giornata di domani, lunedì 15 gennaio. L’appello internazionale chiede, oltre ad uno sciopero nelle scuole, università e posti di lavoro, di esprimere solidarietà con manifestazioni e presidi davanti alle sedi diplomatiche di Israele e dei paesi sostenitori, soprattutto quelle degli USA. Un’altra modalità di protesta è di non compiere, durante il 15 gennaio, acquisti commerciali e non usare strumenti bancari per un giorno.

Prigionieri

Un detenuto politico palestinese liberato racconta i maltrattamenti subiti dopo l’invasione di Gaza. Jihad Hammouda, 20 anni, ha raccontato dopo il suo rilascio di essere stato arrestato a Gaza, all’inizio di novembre, da casa sua e condotto nudo, con gli occhi bendati e le mani ammanettati, in una zona desertica in Israele. “Un soldato ha tirato fuori un coltello e ha minacciato di tagliarmi le dita se non avessi confessato l’appartenenza a Hamas. Io ripetevo di essere uno studente universitario e non faccio parte di nessun gruppo armato, ma loro continuavano a colpire sulla testa e su ogni parte del corpo, anche sui genitali”. Il nonno del giovane è stato ucciso all’età di 78 anni, “malgrado che soffriva di demenza senile e non si rendeva conto di ciò che faceva. Tutto il resto della famiglia arrestato e non sappiamo ancora che fine abbiano fatto, compresa mia madre, casalinga”.  

In Israele si sono tenute manifestazioni di massa per la liberazione dei prigionieri nelle mani di Hamas con una nuova trattativa. Circa 120 mila persone hanno sfilato e ascoltato le parole dei parenti. Una parola sola è stata scandita: “Adesso”, per chiedere al governo di “agire immediatamente con la trattativa, perché la guerra uccide”. Si chiede anche le dimissioni del governo e di indire nuove elezioni. Alla manifestazione ha partecipato Gantz, membro del Consiglio di guerra.

Nei giorni scorsi la polizia ha vietato la manifestazione contro la guerra indetta del Fronte Democratico per la Pace e l’Uguaglianza (una coalizione guidata dall’ex partito comunista israeliano). Oggi, il sindacato Histadrut organizza una fermata del lavoro di 100 minuti in occasione del centesimo giorno dal 7 ottobre.

Brigate Qassam hanno informato di aver perso il contatto con la cellula che detiene 4 prigionieri israeliani. Probabilmente tutto il gruppo (prigionieri e guardiani) è stato ucciso in un bombardamento dell’esercito israeliano.

Cisgiordania e Gerusalemme est

Offensiva militare israeliana in tutte le città palestinesi della Cisgiordania occupata. Rastrellamento nel campo profughi Al-Faryia vicino a Tobas. Decine di arresti. Sono state colpite con pallottole le auto dei giornalisti, ben segnalate.

Invasione del campo profughi di Jenin e assedio della città. Sono avvenuti scontri armati con resistenti palestinesi. Scontri armati anche ad Arraba, a sud di Jenin. Devastazioni per le strade della città con danni enormi alle attività commerciali e alle infrastrutture. Sono stati occupati i piani alti dei palazzi trasformandoli in sedi militari, per lo spionaggio e i cecchini. Tutte le strade che portano agli ospedali sono state chiuse per impedire il ricovero dei feriti. Le incursioni più violente hanno interessato le province di Nablus e di El-Khalil.

Arrestate in Cisgiordania le due sorelle del dirigente di Hamas assassinato a Beirut, Al-Arouri. Le loro case a Ramallah ed El-Bira sono state perquisite con un impiego di decine di militari. Nella missione sono stati devastati i mobili e picchiati ragazzi e bambini.

Libano

Un attacco aereo “preventivo” israeliano sulle città del Libano meridionale: Rashia Fakhar, Naquora e Bin Jbeil. Hezbollah non ha tardata a rispondere. Colpita Kiriyat Shmona e altre località del nord Galilea. L’esercito israeliano ha affermato di aver respinto un tentativo di infiltrazione di un gruppo armato nel Golan. La crisi sulla linea di demarcazione con il Libano ha un alto costo per Israele. Oltre 120 mila sfollati israeliani dalle colonie del nord rivendicano il ritorno in sicurezza alle loro case.

Yemen

Un altro attacco USA su Hodeida in Yemen. È il secondo nella giornata di ieri. Biden vuole fare il gendarme del Mar Rosso in difesa di Israele. Non sono state fornite cifre sulle perdite umane. Gli Houthi dicono che la base colpita era stata già dismessa. Un portavoce del movimento ha detto che adesso tutti gli interessi USA sono obiettivi legittimi e una risposta non tarderà. Tra le operazioni possibili vi è il lancio di siluri contro le navi militari e commerciali USA nelle vicinanze delle coste yemenite.

Biden ha detto ieri che è stato indirizzato un messaggio al governo di Teheran. Una minaccia di estensione della guerra, contrariamente a tutta la narrazione della Casa Binaca che fingeva di voler limitare l’area della guerra a Gaza.  

Solidarietà internazionale

Manifestazioni in tutto il mondo contro il genocidio a Gaza. A Washington la marcia enorme di oltre centomila persone è arrivata alla Casa Bianca, per chiedere il cessate il fuoco. Notevole la partecipazione delle comunità ebraiche progressiste a chiedere la fine della guerra a Gaza. Le parole d’ordine accusano l’amministrazione Biden di essere complice della carneficina in corso.

Londra, Parigi, Berlino, Roma, Milano e Palermo hanno visto forti mobilitazioni caratterizzate di inventiva e creatività.

Il boicottaggio è una delle forme di sostegno militante alla causa palestinese che ha visto crescere la pratica BDS, con perdite enormi di importanti marchi di multinazionali come Mcdonalds, Zara, Barcleys Bank e altre. Non sono finora serviti i tentativi di demonizzare il boicottaggio, bollandolo assurdamente di antisemitismo.  

Iraq-Siria-Turchia

La Turchia ha compiuto bombardamenti aerei sul nord dell’Iraq e della Siria. Secondo un comunicato militare di Ankara sarebbero stati assassinati 57 combattenti del Partito dei lavoratori del Kurdistan. Il giorno prima, scontri armati tra combattenti curdi e soldati turchi sono avvenuti nel nord Iraq all’interno di una base turca in territorio iracheno. Sarebbero stati uccisi 9 soldati turchi. La polizia ha compiuto rastrellamenti nelle province curde in Turchia arrestando 113 militanti accusati di essere fiancheggiatori del PKK. Il ministro dell’interno di Ankara sostiene che unità speciali hanno compiuto un’azione di eliminazione mirata in Iraq, ad oltre 165 km dal confine, “dove è stato ucciso Faiq Ayden, responsabile del reclutamento all’estero”.

Notizie dal Mondo

Sono passati 22 mesi 20 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

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Approfondimenti

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I bambini di Gaza mandano un video per il compleanno di Papa Francesco: Il video

Guernica: Flash Mob in solidarietà con Gaza: QUI.

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