Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

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Rassegna anno V/n. 036 (1287)

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Appello

Tutti i giorni arrivano nuove adesioni all’appello che abbiamo lanciato per un cessate il fuoco permanente e per il rilascio dei prigionieri civili.

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Le notizie

Genocidio a Gaza

Nella giornata di ieri sono state compiute a Gaza 13 stragi con oltre 126 vittime uccise e 207 feriti, alcuni gravi.

La Mezzaluna rossa palestinese ha sfollato 8 mila persone che erano rifugiate nelle sue strutture a Khan Younis, dopo che l’ospedale Amal e le sedi sono state prese di mira dai bombardamenti israeliani. Dopo due settimane di assedio totale, lo sfollamento è avvenuto sotto la minaccia delle armi in mezzo ad un cordone di soldati che hanno perquisito i malati e i feriti sfollati. Sono stati arrestati alcuni soccorritori che stavano trasportando i malati sulle spalle, lasciando a terra i feriti.

A Gaza città i carri armati israeliani hanno sparato obici contro i civili che stavano ricevendo gli aiuti internazionali da un camion dell’UNRWA. Un funzionario ONU ha denunciato un altro episodio secondo il quale la marina israeliana ha bombardato un convoglio umanitario diretto verso nord, distruggendo un camion e bloccando la fornitura della farina alla popolazione.

A Khan Younis oltre ai bombardamenti intensi, l’esercito occupante sta radendo al suolo interi quartieri ad ovest e nel centro della città.

La città di frontiera di Rafah è stata sottoposta nella notte ad intensi bombardamenti, in linea con le minacce del ministro di guerra israeliano Galant di occuparla tramite un imminente avanzata delle truppe di terra.

UNRWA

Il segretario generale dell’ONU ha nominato una commissione indipendente per valutare l’impegno neutrale dell’UNRWA. La commissione è presieduta dall’ex ministra degli esteri francese, Catherine Colonna e la partecipazione di tre commissari provenienti da organismi impegnati su temi dei diritti umani con sedi in Svezia, Danimarca e Norvegia. La commissione avrà l’obiettivo di definire se l’agenzia stia facendo “tutto quanto in suo potere per garantire la neutralità”. L’inchiesta interna dell’ONU proseguirà i suoi lavori parallelamente a questa nuova indagine complessiva indipendente. Queste procedure si sono rese necessarie per rispondere alle insinuazioni del governo israeliano che accusa 12 dipendenti palestinesi dell’organismo umanitario di aver partecipato all’attacco del 7 ottobre. Insinuazioni che sono state prese a pretesto da governi amici di Israele, compresa l’Italia, per annunciare il blocco dei fondi forniti all’UNRWA, mettendo in pericolo la vita di un milione e mezzo di sfollati palestinesi.

L’UNRWA si occupa oggi di 5,9 milioni di palestinesi registrati come profughi, residenti in diversi stati della regione. Il suo nome completo è Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel vicino oriente.

Dal 1949 fornisce assistenza umanitaria ai palestinesi che hanno lasciato le proprie case o vivono nei campi profughi nei territori palestinesi occupati (Gaza, Cisgiordania e Gerusalemme est) e nei paesi vicini (principalmente Siria, Giordania e Libano). Oggi l’agenzia si occupa di fornire cibo, acqua, istruzione, sanità e altri servizi sociali, e inoltre cura in parte le infrastrutture dei campi profughi. È da sempre osteggiata dai governanti israeliani, perché ricorda loro le origini della Nakba palestinese e la cacciata della popolazione dei villaggi e città, che adesso sono inglobate nel territorio israeliano.

Human Rights Watch

La fame a Gaza uccide. L’organizzazione umanitaria Human Rights Watch, con sede a New York, ha accusato l’esercito e il governo israeliani di usare l’arma della fame e della sete per costringere la popolazione a lasciare Gaza e sfollare verso il Sinai. “è un progetto di deportazione che oltre ai bombardamenti opera scientificamente e deliberatamente ad affamare la popolazione. Oltre un mezzo milioni di gazzawi vivono ancora nel centro e nord della Striscia e le truppe impediscono il passaggio degli aiuti umanitari e avevano distrutto precedentemente con i bulldozer tutti i terreni agricoli”. Secondo HRW “anche gli sfollati nella zona sud patiscono la fame, perché le forze di occupazione impediscono il passaggio dei convogli, fermi al valico di Rafah. Prima della guerra passavano 500 camion al giorno, attualmente ne passano qualche decina”.

Cisgiordania e Gerusalemme

Esecuzione di piazza a Aizarie, ad est di Gerusalemme. I soldati hanno sparato contro un ragazzo di 14 anni, Wadie Oueissat, asserendo che aveva tentato di accoltellarli. Testimoni oculari hanno smentito la versione dell’esercito affermando che il ragazzo era lontano almeno sei metri dai soldati e non aveva in mano nessun coltello. Dopo averlo ferito, i soldati hanno impedito, con la forza delle armi, all’ambulanza di soccorrerlo, fino al suo decesso dissanguato. Nella città è stato proclamato lo sciopero per lutto di 3 giorni. Dal 7 ottobre, Oueissat è il 381esima vittima delle pallottole israeliane, di soldati e coloni. I feriti sono 4.400.

Coloni hanno devastato una fattoria palestinese vicino a Salfit e un’altra a sud di El-Khalil. In quest’ultimo territorio i coloni hanno costruito una strada di collegamenti tra gli insediamenti illegali, occupando terreni agricoli di proprietà palestinese. Le operazioni con i bulldozer sono avvenute sotto la protezione dell’esercito di occupazione.

Rastrellamenti nei villaggi dei dintorni di Jenin e Qalqilia con l’impiego di decine di carri armati, mezzi corazzati e bulldozer. Feriti e arresti tra i giovani che contrastavano l’avanzata dell’esercito con il lancio di pietre e bottiglie incendiarie.

Amnesty International ha compiuto un’inchiesta sulle violenze dell’esercito israeliano contro i civili palestinesi in Cisgiordania e Gerusalemme. “Negli ultimi quattro mesi, mentre il mondo era concentrato su quanto stava accadendo nella Striscia di Gaza, le forze israeliane hanno scatenato una brutale campagna di violenza contro i palestinesi della Cisgiordania occupata, compiendo uccisioni illegali, ricorrendo alla forza mortale senza necessità o in modo sproporzionato durante le protese o le incursioni e impedendo l’accesso ai soccorsi alle persone ferite”. (Per leggere i dettagli della denuncia).

Diplomazia

Bliken in Arabia Saudita per convincere Mohammed Bin Salman ad offrire a Netanyahu la normalizzazione in cambio della promessa di una soluzione politica nella regione, con la prospettiva (che non si sa quando e come) di uno Stato palestinese. La stampa saudita riporta che l’erede al trono ha ribadito la necessità di mettere fine alle operazioni militari con un cessate il fuoco, di soccorrere la popolazione sfollata ed evitare l’estensione del conflitto ad altri fronti. “Soltanto allora si potrà affrontare la questione delle relazioni bilaterali, in un quadro di una soluzione generale nella regione”.

ONU

Seduta del Consiglio di Sicurezza per discutere degli attacchi di Stati Uniti e Gran Bretagna in Yemen e quelli statunitensi in Siria e Iraq.  Il rappresentante russo ha accusato gli USA di aver “minacciato la pace nella regione e allargato il conflitto con azioni illegali e irresponsabili”. Il vice delegato statunitense ha risposto che “le operazioni condotte sono in linea con il diritto internazionale e sono avvenute per autodifesa contro le minacce degli agenti di Teheran in Yemen, Iraq e Siria”. Alla conclusione della seduta non è stato preso nessun provvedimento.

Yemen

A Sanaa si contano i morti dei bombardamenti USA-BG ma gli Houthi non desistono. Anche dopo il secondo attacco in un giorno avvenuto ieri, il movimento ha avvisato che da Bab Mandab non passeranno navi dirette in Israele. Nella notte i caccia USA-GB hanno colpito per la quarta volta il territorio yemenita. La zona presa di mira è a nord di Al-Hodeida ed è una zona residenziale e secondo osservatori locali non ci sono basi militari delle milizie. All’alba di oggi gli Houthi hanno lanciato due missili contro due navi britanniche, colpendo una di loro, secondo fonti di Londra.

La spirale di violenza innalzata all’ennesima potenza dall’intervento di Washington e Londra sta militarizzando il mar Rosso e il golfo di Aden. Infatti, Teheran ha annunciato che compirà, durante il prossimo mese di marzo, manovre militari nei mari della regione con la partecipazione di Cina e Russia.

Prigionieri

Le dichiarazioni pronunciate da ministri che esprimevano il rifiuto dello scambio di prigionieri sono state orchestrate dallo stesso Netanyahu, secondo un analista di Maariv. La manovra per addossare la responsabilità del fallimento delle trattative su Hamas è fallita, in seguito alle risposte di chiarimento fornite dal movimento palestinese. Adesso il premier dichiara esplicitamente che non è disponibile a fermare le operazioni militari prima di raggiungere la piena vittoria, uccidendo tutti i capi di Hamas.

Un dirigente di Hamas ha confermato che entro breve il movimento consegnerà ai governi del Cairo e di Doha le sue valutazioni. Rivelazioni della stampa egiziana affermano che Ismail Hanie arriverà al Cairo, proveniente da Ankara, per discutere con le autorità egiziane le “forti garanzie internazionali” che assicureranno la fine dell’aggressione israeliana, dopo la liberazione degli ostaggi.

Israele

Duro attacco del ministro Bin Gvir contro l’amministrazione Biden. “Non siamo il 51esimo Stato degli USA”, ha detto accusando la Casa Bianca di intromettersi negli affari interni israeliani e poi ha concluso: “Se ci fosse Trump, le cose non sarebbero andate così”. L’ala fascista del governo Netanyahu respinge qualsiasi accenno ad un cessate il fuoco permanente e alla fornitura di aiuti umanitari alla popolazione di Gaza.

Il capo dell’opposizione ed ex premier, Lapid, ha offerto a Netanyahu un appoggio esterno per blindare il governo contro le minacce dei partiti estremisti, di Bin Gvir e Smotrich, di uscire dalla maggioranza in caso di firma di un accordo con Hamas, per lo scambio di prigionieri. Offerta di Lapid alla quale Netanyahu non ha risposto.

La Memoria come strumento di Pace

Domenica 28 gennaio, Anbamed ha partecipato ad una tavola rotonda, a Milano, in piazza Scala, organizzata dalla CGIL (leggi l’intervento di Farid Adly)

Notizie dal Mondo

Sono passati 23 mesi e 12 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

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Approfondimenti

In ricordo di Massimo Gorla QUI

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Contro la scorta mediatica di Netanyahu Leggi tutto

La resistenza del popolo curdo contro il genocidio  QUI

In ricordo di John Pilger, un maestro di giornalismo. leggi.

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A proposito di foto di guerra e di confronti pertinenti: I prigionieri palestinesi denudati ed esposti al mondo cosa vi ricordano? Qui

I bambini di Gaza mandano un video per il compleanno di Papa Francesco: Il video

Guernica: Flash Mob in solidarietà con Gaza: QUI.

  • [Finestra sulle Rive Arabe] Tra sogno e incubo, alcuni aspetti della narrativa fantastica egiziana contemporanea. QUI

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