Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

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Rassegna anno V/n. 042 (1293)

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Appello 1

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Appello 2

Mai Indifferenti. Voci ebraiche per la PACE leggi tutto

Le notizie

Genocidio a Gaza

112 civili uccisi e 173 feriti nella giornata di ieri domenica. Il numero totale degli uccisi dall’esercito israeliano in oltre 4 mesi di guerra è di 28.176 civili e i feriti 67.784.

Duri bombardamenti a Rafah nella notte. In una sola operazione 63 persone sono state uccise e altre decine di persone ferite ricoverate all’ospedale Kuwaitiano. Nel bombardamento sono state prese di mira le case di un intero quartiere, quello di Shaboura nel nord di Rafah, comprese 4 moschee. Migliaia di civili hanno lasciato le proprie case e si sono rifugiate nell’ospedale. Si sta ripetendo a Rafah ciò che era successo a Gaza e Khan Younis. Il premier israeliano continua a ripetere che è pronto il piano di evacuazione della popolazione civile prima di entrare a Rafah, ma senza mai specificare dove saranno condotti un milione e mezzo di civili. Dietro questo silenzio si nasconde il criminale piano di sterminio e deportazione verso l’Egitto. Human Rights Watch ha condannato le intenzioni del governo israeliano di cacciare di nuovo i palestinesi sfollati a Rafah verso una zona ignota. “Non ci sono zone sicure a Gaza e l’ennesimo sfollamento dei civili è uno spaventoso crimine di guerra”. L’organizzazione si è appellata alle diplomazie che contano chiedendo di impedire questo ulteriore scempio contro l’umanità.

Nell’ospedale Nasser di Khan Younis, i cecchini israeliani hanno ucciso una donna sfollata all’interno della struttura. L’ospedale è assediato da giorni e vige un divieto completo di uscire o entrare, con migliaia di sfollati intrappolati all’interno, senza viveri e acqua e ogni contatto con l’equipe medica è stato interrotto.

L’altro ospedale Amal è praticamente fuori uso. Le truppe di terra israeliane lo hanno occupato e arrestato diversi medici e infermieri, deportati in Israele. La Mezzaluna rossa palestinese ha denunciato che l’esercito ha sequestrato le chiavi di tutte le ambulanze per impedirne l’uso nei soccorsi.  

Rapina a mano armata nella sede centrale della banca Palestina a Gaza. L’esercito ha portato via – secondo il quotidiano israeliano Maariv – 200 milioni di shekel (53,4 milioni di dollari), trasferendoli a Tel Aviv.

Prigionieri

Secondo un comunicato di Brigate Qassam due prigionieri israeliani nelle loro mani sono stati uccisi durante i bombardamenti israeliani e altri 8 sono rimasti gravemente feriti. Il comunicato aggiunge che “è diventato molto difficile garantire le cure a tutti i feriti a causa dei bombardamenti continui israeliani”.

L’esercito israeliano ha comunicato di aver liberato nella notte due ostaggi in seguito ad un’operazione di avanzamento verso Rafah. Nei bombardamenti aerei, compiuti per la copertura delle forze speciali a terra, sono stati uccisi 63 civili palestinesi, metà dei quali bambini.

Trattativa

Conferme arrivano dal Cairo e da Doha sull’incontro previsto domani tra i capi dei servizi segreti di USA, Israele e Egitto con il premier e ministro degli esteri del Qatar, sul tema della trattativa per lo scambio di prigionieri tra Tel Aviv e Hamas. Nella telefonata di ieri tra il presidente Biden e il premier Netanyahu, due terzi del tempo è stato concentrato sulla trattativa. L’amministrazione di Washington ha tutto l’interesse a portare a casa un successo per sostenere la campagna elettorale del presidente in carica.

Cisgiordania e Gerusalemme

Due giovani palestinesi assassinati dai soldati israeliani. Uno a Betlemme e l’altro a Gerusalemme est. Nel villaggio di Bteir, ad ovest di Betlemme, un giovane ferito dalle pallottole sparate dall’esercito è stato lasciato morire nell’autoambulanza che stava tentando di portarlo in ospedale. I soldati hanno bloccato l’ambulanza con la forza delle armi e impedito il soccorso. L’altro ragazzo è stato assassinato nella città vecchia di Gerusalemme con il pretesto di un tentativo di accoltellamento nei confronti dei militari ad un posto di blocco.

Le forze di occupazione stanno sfruttando la situazione a Gaza per rafforzare la colonizzazione a Gerusalemme. È pronto un piano per la costruzione di un nuovo insediamento ebraico sulle terre palestinesi. Saranno costruite 650 case a poca distanza dal quartiere Touba, a sud di Gerusalemme est occupata. È pronto anche il suo nome: Novi Rahal. Sarà colonizzato da estremisti di destra suprematisti bianchi.

La storia di Shamikh

Le condizioni di repressione e oppressione delle truppe israeliane contro la popolazione civile nella Cisgiordania è al suo apice da quando si è insediato il governo di destra-estrema destra a Tel Aviv. Nelle “zone calde”, l’esercito ha imposto di fatto il coprifuoco serale e notturno. Le città e i villaggi di quasi tutte le province sono attorniati da posti di blocco, che sono sorvegliati dai soldati 24 ore al giorno e sono aperti al movimento soltanto dalle 06:00 del mattino alle 18:00. 

L’agenzia Wafa ha scritto la storia incredibile di una donna, Assil, di Barta’a, un villaggio a sud di Jenin, incinta al nono mese ed in procinto di partorire. è stata fermata sabato sera al checkpoint ed ha dovuto partorire in auto, assistita dalla suocera. Il marito, Mohammed Salma, ha detto di aver supplicato per ore i soldati a lasciarli passare per l’emergenza sanitaria, ma non aveva trovato ascolto. Soltanto all’alba di ieri domenica, dopo l’apertura del checkpoint. è stata autorizzata l’ambulanza a trasportare la donna e il neonato nell’ospedale di Jenin. 

Salma informa che sua moglie e il nascituro stanno bene; il bambino è stato chiamato Shamikh (significato in arabo: A testa alta).

Sudan

Dopo la sua conquista dalle mani delle milizie, l’esercito sudanese ha pubblicato le immagini delle distruzioni nel centro di Omdurman. Nei video si vede il generale Burhan che passa in rassegna le truppe. Nei giorni scorsi erano state intavolate, con la mediazione della Croce rossa Internazionale, trattative per la resa dei miliziani che occupavano la sede della Radio-Tv pubblica e quella di un partito politico proprio ad Omdurman. La pubblicazione differita di queste immagini di vittoria dell’esercito serve a nascondere le disfatte delle sue truppe in altre parti del paese, soprattutto in Darfur e Aljazira.

Nel paese da oltre una settimana sono interrotte le comunicazioni telefoniche e Internet. Le tre società di comunicazione accusano le milizie di Pronto Intervento di aver messo fuori uso i server nelle zone sotto il loro controllo militare. Questa interruzione ha paralizzato importanti settori pubblici come la sanità ed il sistema bancario.

Pakistan

A Rawalpindi e Lahore, centinaia di feriti durante le manifestazioni dei seguaci dell’ex premier Khan, che contestavano i risultati delle elezioni appena concluse con la loro vittoria. Il partito Insaf non ha potuto partecipare con le proprie liste ed i suoi membri si sono candidati come indipendenti, raccogliendo secondo i dati definitivi 101 seggi dei 266 del parlamento nazionale (primo gruppo parlamentare, ma non primo partito). Il partito sostenuto dai militari, la Lega islamica di Nawwaz Sherif, ha ottenuto soltanto 75 seggi e il partito della famiglia Butto si è piazzato al terzo posto con 54 seggi. Sherif considera il suo partito il primo arrivato e quindi pretende l’incarico di primo ministro, ma la costituzione prevede che il governo deve ottenere la fiducia di due terzi dei parlamentari, condizione che nessuna coalizione potrà garantire se non con un governo di unità nazionale.

Notizie dal Mondo

Sono passati 23 mesi e 18 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Nuove purghe in Ucraina. La Nato annuncia che la guerra con la Russia durerà decenni. Trump farnetica: “inviterei la Russia a bombardare i paesi Nato che non pagano le spese per la difesa comune”. Dal Senato USA 60 miliardi di nuovi aiuti a Zelensky. Manca l’assenso della Camera, dominata dai repubblicani.

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Approfondimenti

La Memoria come strumento di Pace

Domenica 28 gennaio, Anbamed ha partecipato ad una tavola rotonda, a Milano, in piazza Scala, organizzata dalla CGIL (leggi l’intervento di Farid Adly)

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1 commento

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