Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Per ascoltare l’audio di oggi, 13 febbraio 2024:

Rassegna anno V/n. 043 (1294)

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Appello 1

Tutti i giorni arrivano nuove adesioni all’appello che abbiamo lanciato ad ottobre per un cessate il fuoco permanente e per il rilascio dei prigionieri civili.

Potete aderire, scrivendo alla redazione. Diffondete, per favore!

L’elenco dei sottoscrittori dell’appello lo trovate sul sito, in questa pagina: qui.

Appello 2

Mai Indifferenti. Voci ebraiche per la PACE leggi tutto

Le notizie

Genocidio a Gaza

Ieri, 193 uccisi e 231 feriti nel 129 giorno di guerra di Netanyahu contro la popolazione di Gaza. La strage continua per lo sterminio dei palestinesi o la loro deportazione. Le cancellerie guardano in silenzio e una certa scorta mediatica degli aggressori demonizza le vittime. Si accusa di incitamento all’odio chi chiede un cessate il fuoco e la fine del genocidio. Il responsabile della politica estera dell’UE sottolinea, mette in guardia e si preoccupa (tutte cose inutili), ma non chiede la fine dell’esportazione di armi europee ad Israele (unico segnale serio concreto). Questo è il risultato della marginalità del vecchio continente rispetto alle strategie USA. La Casa Bianca ha dato il via verde all’attacco su Rafah, coprendosi le spalle con le dichiarazioni sulla necessità di preparare dei piani per salvaguardare i civili. Netanyahu ha chiesto all’odiata ONU di preparare l’evacuazione dei civili, senza indicare dove, ma sottintendendo in Sinai egiziano. La risposta di Guterres è stata chiara: “Non ci sono spazi sicuri in tutta Gaza a causa delle operazioni militari in corso. I bombardamenti attuali hanno effetti catastrofici sulle vite dei civili e un eventuale attacco di terra prefigura un crimine di guerra”.

Amnesty International in un comunicato ha messo in guardia da un “genocidio concreto e imminente a Rafah”, città che ha visto i suoi abitanti quintuplicati in pochi mesi a causa delle precedenti deportazioni. “La popolazione civile non ha nessun luogo dove fuggire”. Il comunicato prosegue: “L’organizzazione per i diritti umani ha svolto un’indagine su quattro attacchi israeliani – tre nel dicembre 2023, dopo la fine della “pausa umanitaria”, e uno nel gennaio 2024 – che hanno ucciso almeno 95 civili, tra i quali 42 bambini. Gli attacchi hanno colpito il governatorato di Rafah, all’estremità meridionale della Striscia di Gaza e asseritamente la zona “più sicura”, dove tuttora le forze israeliane stanno accelerando i preparativi per un’operazione da terra, che avrà conseguenze devastanti per oltre un milione di persone stipate in un’area di 63 chilometri quadrati a seguito di successive ondate di sfollamenti di massa.

In tutti e quattro gli attacchi, non è stata trovata alcuna indicazione che gli edifici colpiti potessero essere considerati legittimi obiettivi militari e ciò ha sollevato preoccupazioni che si sia trattato di attacchi diretti contro civili e obiettivi civili, da indagare come crimini di guerra”. (Il testo integrale, in italiano).

Un centinaio di palestinesi ha manifestato al valico di Rafah gridando verso gli agenti della polizia egiziana oltre la rete di confine: “Salvateci!”. L’Egitto teme che un attacco israeliano contro i civili di Rafah costringa la popolazione a distruggere la barriera di separazione e fuggire in massa in Sinai, ripetendo all’infinito il dramma della Nakba palestinese del 1948.

La maggioranza della popolazione di Gaza – ha detto un anziano in un’intervista – “rifiuta la prospettiva di diventare profughi in Sinai, perché l’esperienza e la storia hanno insegnato loro che quello è l’obiettivo degli invasori israeliani ed è la realizzazione concreta del progetto sionista”.

Un folto gruppo di israeliani hanno organizzato un rave musicale nel deserto al valico di Karm Selim, per impedire il passaggio degli aiuti. Una vergogna di inciviltà. (Il video).

Prigionieri

Tre prigionieri israeliani nelle mani di Hamas sono morti in seguito alle ferite subite alcuni giorni fa durante un bombardamento israeliano. Lo hanno dichiarato le Brigate Qassam ricordando che altri due israeliani erano stati uccisi in quell’attacco aereo che ha causato anche altri 8 feriti, tre dei quali sono morti ieri. “Non saranno forniti i nomi di morti e feriti”, ha detto il comunicato.    

Il premier Netanyahu è trionfante per la liberazione di due prigionieri, ma Hamas nega che siano stati catturati dai loro combattenti. “Soltanto con la prosecuzione della guerra libereremo gli ostaggi”, ha affermato.

Trattativa

La stampa israeliana riporta che Netanyahu ha deciso la composizione della delegazione che andrà domani al Cairo per trattare indirettamente con la delegazione di Hamas già presente nella capitale egiziana. Alla trattativa parteciperà anche il capo della CIA e il premier e ministro degli esteri del Qatar. La stampa Usa parla di un tentativo di ridurre il gap tra le richieste di Hamas e le posizioni di Tel Aviv. Un portavoce della delegazione di Hamas ha informato che se l’esercito israeliano inizierà l’offensiva a terra su Rafah, la trattativa si chiuderà. Per chiudere sulla parte politica della trattativa, il presidente palestinese Abbas è stato ieri a Doha in Qatar.

Cisgiordania e Gerusalemme

Due giovani palestinesi sono rimasti feriti durante l’aggressione compiuta dai coloni armati nel villaggio di Assira Ghiblia, vicino a Nablus. I coloni hanno incendiato auto e case, sotto gli occhi dei soldati che li proteggevano dal lancio di sassi da parte palestinese.

In carcere è morto Mohammed Abusneina, 16 anni, ferito due giorni fa dalle pallottole dei soldati israeliani a Gerusalemme.

I coloni armati hanno attaccato anche nei pressi di Ramallah, incendiando le case di diverse famiglie palestinesi. In tutti questi attacchi, l’esercito ha spalleggiato i coloni, proteggendo le loro bravate criminali.

Yemen

Due navi commerciali britanniche nel golfo di Aden hanno informato di essere state attaccate con barche esplosive telecomandate. Non ci sarebbero state vittime.

L’attacco è stato rivendicato dagli Houthi, come risposta ai bombardamenti dei caccia di Londra sulle città yemenite.

Libano

Fallito attentato terroristico israeliano nel sud Libano contro un combattente di Hezbollah, con il lancio di un missile sulla sua auto vicino all’ospedale di Bint Jbeil.

Il partito libanese ha comunicato la perdita di due altri combattenti in attacchi israeliani con l’artiglieria. I bombardamenti israeliani di ieri hanno ucciso anche – secondo un comunicato della protezione civile libanese – 4 civili e ferito altri 11.  

In risposta, Hezbollah ha lanciato missili su colonie e postazioni militari israeliane nel nord Galilea e nel Golan occupato.

Israele

Il ministro israeliano Smotrich ha attaccato l’Egitto accusandolo di essere all’origine dell’operazione 7 ottobre. Il capo dei “Sionisti religiosi” ha parlato al suo gruppo parlamentare in riferimento all’operazione militare annunciata su Rafah: “L’Egitto è responsabile dell’armamento di Hamas. È da lì che entravano armi e soldi”. Smotrich ha chiesto al premier Netanyahu di non mandare al Cairo la delegazione per la trattativa sullo scambio di prigionieri. Il ministro degli esteri egiziano, Shokri, non ha voluto commentare ed ha sottolineato che il Cairo per oltre 40 anni ha mantenuto i rapporti di normalizzazione tra i due paesi e intende proseguire in quella direzione per risolvere la crisi in corso. La cosiddetta “solidarietà araba” è oramai archiviata nel cassetto.  

Cultura

È stato inaugurato sabato il Festival del cinema di Baghdad e le proiezioni proseguiranno fino a domani 14 febbraio. Il programma prevede la proiezione di lungometraggi, corti, animazione e documentari. Nell’edizione 2024, il festival vede la partecipazione di molti registi arabi e il tema che caratterizza la maggior parte dei film in gara è quello della guerra e dei suoi drammi. Il film d’apertura è stato “Addio Julia!” del sudanese Mohamed Kordofani; un film sulla lunga guerra tra nord e sud Sudan, conclusa con la spartizione, e sugli effetti del conflitto sulle famiglie. Il lungometraggio è stato candidato all’Oscar per i film in lingua straniera e ha vinto a Cannes il premio “Libertà” (QUI). Oltre ai film iracheni, sono presenti pellicole dalla Tunisia, Yemen, Egitto, Kuwait, Palestina e Siria.  

Notizie dal Mondo

Sono passati 23 mesi e 19 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

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Approfondimenti

La Memoria come strumento di Pace

Domenica 28 gennaio, Anbamed ha partecipato ad una tavola rotonda, a Milano, in piazza Scala, organizzata dalla CGIL (leggi l’intervento di Farid Adly)

In ricordo di Massimo Gorla QUI

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Contro la scorta mediatica di Netanyahu Leggi tutto

La resistenza del popolo curdo contro il genocidio  QUI

In ricordo di John Pilger, un maestro di giornalismo. leggi.

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A proposito di foto di guerra e di confronti pertinenti: I prigionieri palestinesi denudati ed esposti al mondo cosa vi ricordano? Qui

I bambini di Gaza mandano un video per il compleanno di Papa Francesco: Il video

Guernica: Flash Mob in solidarietà con Gaza: QUI.

  • [Finestra sulle Rive Arabe] Tra sogno e incubo, alcuni aspetti della narrativa fantastica egiziana contemporanea. QUI

1 commento

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