Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

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Rassegna anno V/n. 044 (1295)

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Appello 1

Tutti i giorni arrivano nuove adesioni all’appello che abbiamo lanciato ad ottobre per un cessate il fuoco permanente e per il rilascio dei prigionieri civili.

Potete aderire, scrivendo alla redazione. Diffondete, per favore!

L’elenco dei sottoscrittori dell’appello lo trovate sul sito, in questa pagina: qui.

Appello 2

Mai Indifferenti. Voci ebraiche per la PACE leggi tutto

Le notizie

Genocidio a Gaza

16 stragi: 133 uccisi e 162 feriti palestinese nella sola giornata di ieri, la 130esima dall’inizio dell’aggressione israeliana. Molte vittime sono ancora sotto le macerie e altre stese per le strade, che non è stato possibile raggiungere a causa delle sparatorie dei cecchini.

Bombardamenti aerei, navali e con l’artiglieria su Khan Younis e Rafah.

I cecchini nei dintorni dell’ospedale Nasser hanno ucciso 3 persone e ferito altre 10. Tra gli uccisi un ragazzo minorenne che è stato lasciato morire dissanguato, impedendo l’arrivo dei soccorsi. I carri armati israeliani hanno abbattuto le mura di cinta dell’ospedale e sono avanzati al suo interno, hanno arrestato alcuni medici e infermieri e con gli altoparlanti hanno ordinato alle migliaia di sfollati presenti al suo interno di evacuare. Ma chi si avvicina alla strada viene colpito dai cecchini.

Nel centro della Striscia, a Sheikh Radwan, un’auto che trasportava una famiglia con due neonati e due minorenni è stata centrata da un missile lanciato da un drone. Tutte le persone presenti all’interno sono state trucidate. I soccorritori si sono trovati di fronte ad una scena raccapricciante: corpi disintegrati, arti sparsi fuori dal veicolo. Un soccorritore ha fatto le riprese della scena con i biberon dei bambini, sparsi fuori dalla carcassa distrutta. Nel video postato sui social, denuncia: “Guardate! Che colpa hanno questi neonati? Non chiamatela guerra. Questo è un genocidio”.

Anche il campo di Nuseirat è stato bombardato, con ingenti perdite.  

Il vice segretario dell’ONU Griffith ha espresso la sua alta preoccupazione per l’annunciata operazione di terra contro Rafah ed ha respinto l’invito di Netanyahu a collaborare nell’evacuazione dei civili palestinesi. L’ONU non può rendersi partecipe ad un crimine di guerra.

Giornalisti nel mirino

Altri due giornalisti colpiti dai missili lanciati dai droni israeliani. Ismail Abu Omar e Ahmad Matar, corrispondente e cameraman di Al-Jazeera, sono stati feriti gravemente nella zona di Miraj, a nord di Rafah. Sono stati sottoposti a interventi chirurgici urgenti. Ad Abu Omar è stata amputata una gamba. “Un tentativo di assassinio mirato”, accusa l’emittente del Qatar, “perché i droni hanno sorvolato un gruppo di persone, lontano da qualsiasi scontro armato, ed hanno preso come bersaglio soltanto le uniche due persone che avevano addosso le giubbe con la scritta “Press” in inglese”. L’Intelligenza artificiale è programmata per applicare scrupolosamente gli ordini, come un capò nazista. Sono 132 i giornalisti e gli operatori dei media palestinesi uccisi dall’esercito israeliano, a Gaza e in Cisgiordania, dall’inizio dell’aggressione israeliana in corso.

Corte di Giustizia Internazionale

Il Sud Africa ha presentato una nuova richiesta urgente alla Corte di Giustizia Internazionale dell’Aja, per un ordine di blocco contro le intenzioni di Israele di invadere Rafah. Lo ha annunciato il portavoce dell’ufficio del presidente Ramaphosa. La richiesta si basa sull’articolo 75 delle norme della Corte. “Il governo sudafricano ha affermato di essere seriamente preoccupato per il fatto che l’offensiva militare senza precedenti contro Rafah, annunciata dallo Stato di Israele, abbia già portato e porterà a ulteriori omicidi, danni e distruzioni su vasta scala. Ciò costituirebbe una violazione grave e irreparabile sia della Convenzione sul genocidio che dell’ordinanza della Corte del 26 gennaio 2024”.

UNRWA

Israele ha avanzato accuse e vuole fare anche il giudice. La rappresentante dell’UNRWA per l’Europa, Marta Lorenzo, in un’audizione alle commissioni affari esteri e sviluppo del PE ha detto chiaramente che “Nessuna evidenza riguardante le accuse avanzate dal governo israeliano è stata fornita ed è proprio questo quello che chiediamo a Tel Aviv: di collaborare pienamente col gruppo investigativo sul terreno per trovare queste prove. Anche noi vogliamo chiarezza”.

Il 18 gennaio l’Unrwa è stata informata delle accuse di coinvolgimento di 12 dipendenti negli attacchi del 7 ottobre. “Dopo un controllo incrociato dei 12 individui su un database di 33 mila membri dello staff, il commissario generale ha preso la ferma e immediata decisione di sospendere il contratto di 10 membri rimasti in vita sui 12. Anche se nessuna evidenza a sostegno delle accuse è stata condivisa dalle autorità israeliane con l’Unrwa, questa decisione preliminare straordinaria è stata presa a difesa dell’interesse dell’Agenzia e le sue vitali operazioni umanitarie. Il commissario generale ha avviato un’indagine indipendente”, ha aggiunto. 18 paesi complici di Israele, tra i quali anche l’Italia del centro-destra, hanno sospeso i fondi destinati all’UNRWA, senza neanche aspettare i risultati dell’inchiesta internazionale.

Da ricordare che il governo israeliano sta studiando di mettere fuori legge l’UNRWA a Gerusalemme est, anche per confiscare proprietà e terreni che fanno gola ai coloni per occuparle. Una proposta di legge è stata sottoposta al voto della Knesset per l’espropriazione di tutte le sedi, scuole e ambulatori sanitari dell’organismo internazionale a Gerusalemme.

Trattativa

La stampa israeliana sostiene che la delegazione israeliana alle trattative del Cairo ha fatto ritorno a Tel Aviv, senza raggiungere nessun accordo per lo scambio prigionieri. Fonti del Cairo sostengono che la delegazione israeliana si era limitata ad ascoltare le opinioni avanzate dai mediatori. Nella delegazione è stato inserito anche il segretario particolare del premier, per controllare l’operato dei responsabili dei servizi di sicurezza israeliani durante le trattative. Analisti israeliani hanno scritto che la partecipazione all’incontro del Cairo era soltanto di prammatica per fare un favore al presidente Biden, che spinge fortemente per il raggiungimento di un accordo da spendere nella campagna elettorale statunitense. Il capo dell’opposizione Lapid ha accusato il premier di non essere interessato a salvare gli ostaggi israeliani. “Paradossalmente altri paesi sono più interessati alla liberazione dei nostri concittadini”.

Cisgiordania e Gerusalemme est

Un’operazioni militare ieri a Jenin, la seconda in un giorno. Truppe in carri armati e veicoli corazzati hanno invaso la città ed hanno sparato contro un gruppo di ragazzi che tentavano di contrastare la loro avanza con pietre e bottiglie incendiarie. La stessa sorte è toccata a molti altri centri abitati palestinesi. A Qalqilia un giovane è stato assassinato con una pallottola che lo aveva colpito alla testa e poi lasciato morire sull’asfalto, impedendo l’arrivo dei soccorsi. Anche Ramallah, sede dell’ANP, non si è salvata dalle incursioni militari israeliane. Il complesso ospedaliero pubblico è stato assediato senza un motivo chiaro.

A Gerusalemme est un ragazzo di 16 anni, Mohammed Mez’erro, è stato trascinato in commissariato, picchiato, bendato, denudato e torturato, lasciato senza mangiare e bere per un intero giorno, per il semplice “reato” di aver fatto il segno di vittoria con l’indice e il medio e postato il video sui social. È stato condannato d’urgenza ai domiciliari, privandolo di frequentare la scuola. Uno dei due genitori sarà obbligato a custodirlo, lasciando il proprio lavoro per il periodo della pena. L’occupazione militare è un’oppressione.

Yemen

Il movimento Houthi ha denunciato che caccia anglo-statunitensi hanno bombardato località a nord di Hodeida, senza specificare se ci sono state vittime. Il capo del movimento, Abdel Malek, ha ribadito in un’intervista che le aggressioni straniere non impediranno la solidarietà con la causa palestinese. Il movimento respinge l’accusa di aver bloccato il traffico internazionale, ribaltando l’accusa nei confronti dell’escalation di Washington e Londra. Abdel Malek ha espresso la sua sorpresa della militarizzazione del mar Rosso da parte dell’UE, “un’azione contro i loro interessi”, ha asserito.

Israele

La repressione tenta di silenziare i cittadini israeliani arabo-palestinesi, gli abitanti originari del paese. Oltre duemila lavoratori sono stati licenziati dall’inizio dell’aggressione contro Gaza, per aver parlato in arabo sul posto di lavoro o per un post sui social. Un professore è stato licenziato per aver postato il disegno pacifista della colomba con la scritta di un versetto coranico. Centinaia di studenti sono stati sospesi a causa di un post innocuo che chiede il cessate il fuoco a Gaza. Una decina di dirigenti politici sono stati arrestati sotto una legge del mandato britannico, senza accuse e senza processo. Un’Apartheid giudiziario in piena regola.

Notizie dal Mondo

Sono passati 23 mesi e 20 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

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