Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

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Rassegna anno V/n. 051 (1302)

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Appello 1

Tutti i giorni arrivano nuove adesioni all’appello che abbiamo lanciato ad ottobre per un cessate il fuoco permanente e per il rilascio dei prigionieri civili.

Potete aderire, scrivendo alla redazione. Diffondete, per favore!

L’elenco dei sottoscrittori dell’appello lo trovate sul sito, in questa pagina: qui.

Appello 2

Mai Indifferenti. Voci ebraiche per la PACE leggi tutto

Per seguire tutte le manifestazioni in solidarietà con Assange e la libertà di stampa

Le notizie

Genocidio a Gaza

Nella giornata di ieri, l’esercito israeliano ha compiuto crimini di guerra contro la popolazione civile in tutte le aree della Striscia. 103 persone innocenti uccise e oltre 300 ferite, senza poter essere curate a causa dell’assedio degli ospedali, tranne che a Rafah; città sotto minaccia dell’avanzata di terra. Nella notte altre 45 persone sono state uccise nei bombardamenti israeliani sulle abitazioni nel centro di Gaza.

La marina israeliana ha bombardato i campi profughi sulla spiaggia di Rafah. Un’altra strage di civili innocenti.

I malati evacuati dal complesso ospedaliero di Nasser, a Khan Younis, hanno raccontato, al loro arrivo in un ospedale di Rafah, le atrocità compiute dai soldati israeliani contro personale e malati. Sparatorie nelle corsie, devastazione dei reparti e distruzione delle apparecchiature. Un deposito di medicine e materiale sanitario di consumo è stato incendiato.  

La gente di Gaza sta morendo di fame, a causa della guerra israeliana contro gli aiuti internazionali. Le prime vittime sono bambini e anziani, oltre alle donne incinte. Nel nord e centro di Gaza sono minacciati di morire per fame quasi un milione di persone. Sterminio e pulizia etnica programmati e sistematici.

L’Unicef ha affermato che i bambini sono quelli più in sofferenza per la politica di divieto militare dell’ingresso degli aiuti. Il 90% dei bambini soffrono di malnutrizione accompagnata da malattie.

PAM ha deciso di non mandare più i camion con gli aiuti nel centro e nord di Gaza, a causa del bombardamento israeliano di due giorni fa contro la zona di consegna degli aiuti a Deir Balah. “Una decisione sofferta, ma le condizioni di sicurezza non ci sono a causa dei bombardamenti”. 

Una politica criminale di Netanyahu è quella di far morire la popolazione civile di fame. I terreni agricoli sono stati distrutti con i bulldozer abbattendo alberi e devastando fattorie, incendiando gli allevamenti, operazione completata con il bombardamento dei convogli di aiuti e i punti di distribuzione, dopo aver bloccato ii camion e fatto passare col contagocce gli aiuti sul valico di Rafah.

Tutte le più importanti organizzazioni umanitarie Internazionali (Amnesty Int., HRW, Oxfam, MSF, OIM,…) hanno messo in guardia dagli effetti disastrosi sulla popolazione civile di un attacco di terra contro l’ultima città palestinese. “Rafah si trasformerà in un cimitero”, ha detto il rappresentante di Oxfam in una conferenza stampa a New York. “Non c’è nessun luogo sicuro per gli sfollati palestinesi e per gli abitanti di Rafah, che adesso contano oltre 1,5 milioni di persone. L’Unica via di fuga è il mare”.

Cisgiordania e Gerusalemme Est

A Jenin, le truppe di occupazione israeliane hanno avviato all’alba di oggi una nuova invasione della città. È stato ucciso un giovane palestinese durante uno scontro armato. Ieri, un’unità dell’esercito è caduta in un agguato teso dai giovani combattenti di Fatah che hanno fatto saltare un’auto su una mina rudimentale di costruzione artigianale.

Rastrellamenti in Qalqilia, El-Khalil, Nablus e Ramallah.

Demolito dall’esercito israeliano un palazzo di 8 piani a Beit Hanina, a nord id Gerusalemme est. Il solito motivo è quello della mancanza di autorizzazioni edilizie; che non vengono mai rilasciate ai palestinesi e invece concesse per migliaia di costruzioni alle colonie ebraiche. Sostituzione etnica amministrativa.

Corte Int. di Giustizia

Continuano fino al 26 febbraio le audizioni all’Aja delle testimonianze dei 52 paesi dell’ONU che hanno chiesto di intervenire. Il discorso più importante di ieri è stato quello del Sud Africa, che ha chiesto alla Corte di dichiarare illegale l’occupazione israeliana dei territori palestinesi, motivandola con una scrupolosa descrizione delle azioni punitive israeliane, dell’esercito e dei coloni armati, contro la popolazione. “La discriminazione razziale messa in campo nei territori palestinesi occupati è peggio dell’Apartheid, applicato nel nostro paese ai tempi del potere in mano dei bianchi”.

Le sedute della Corte sono pubbliche e si possono seguire in diretta tv sul sito della CIG (QUI).

Il 26 scade il termine di un mese che la Corte aveva assegnato al governo israeliano, nella sua sentenza del 26 gennaio nel processo intentato dal Sud Africa contro Israele, per la presentazione di un rapporto sulle misure introdotte per impedire un genocidio.

ONU

Gli Stati Uniti hanno usato ieri il veto per la terza volta, cancellando la risoluzione proposta dall’Algeria che chiedeva un cessate il fuoco. 13 paesi hanno votato a favore, compresi Francia, Russia e Cina, membri permanenti. GB si è astenuta. Gli Stati Uniti sono rimasti da soli a rappresentare uno scudo per la protezione della carneficina di Netanyahu. La rappresentante di Washington aveva già annunciato precedentemente il veto, adducendo che un eventuale risoluzione sul cessate il fuoco disturberebbe le trattative in corso tra le parti per lo scambio di prigionieri. “Bisogna fare pressioni su Hamas per accettare il piano sul tavolo”, ha dichiarato.Il rappresentante algerino ha dichiarato che “questo veto della Casa Bianca è la luce verde a Netanyahu per affamare e bombardare i civili palestinesi, in un crescente azione di sterminio”. Il ministero degli esteri cinesi ha pubblicato una dichiarazione di condanna al veto, considerandolo “una luce verde al genocidio”.

Biden è il mandante del genocidio in corso, compiuto dalla manovalanza israeliana. A chi venderebbe le armi, se in Medio Oriente si instaurasse la pace con giustizia?    

Prigionieri

Il leader di Hamas Ismail Hanie, con una delegazione arrivata da Gaza, è al Cairo per proseguire le trattative sullo scambio di prigionieri.

Il consigliere per il Medio Oriente dell’amministrazione Biden, Britt McGurk, farà la spola fra Il Cairo e Tel Aviv. Non sembra che ci siano le condizioni per raggiungere un accordo a causa del rifiuto di Netanyahu di aumentare gli aiuti e di fermare l’aggressione dopo lo scambio di prigionieri. Hamas invece ha affermato che non si ripeterà l’accordo di novembre, che non ha messo fine alla guerra contro la popolazione civile.

Israele

PIL in calo del 20%, inflazione galoppante, disoccupazione e shekel in svalutazione continua. Questi sono gli effetti sull’economia israeliana in seguito alla guerra di sterminio contro la popolazione di Gaza, in corso da quattro mesi e mezzo. Netanyahu fila dritto e non ha nessuna intenzione di fermare la macchina di distruzioni e morte. “Ci sono forti pressioni, dall’interno e dall’esterno, ma la guerra andrà avanti e Israele non è disposta a pagare qualsiasi presto per il ritorno degli ostaggi. Dobbiamo vincere e l’unico modo per salvare le vite umane in futuro è quello di completare il lavoro iniziato per la distruzione di Hamas”. Il suo ministro fascista Smotrich ha parlato senza veli: “Liberare gli ostaggi non è la priorità assoluta. Bisogna vincere questa guerra e distruggere Hamas”. Una dichiarazione che ha fatto indignare Gantz, che aveva aderito alla maggioranza in ottobre. Il capo dell’opposizione Lapid ha definito irresponsabile questa linea politica: “Dichiarazioni immorali”.

Libano

Un’altra giornata di aperta guerra sulla linea di demarcazione tra Libano e Israele. Intensi bombardamenti israeliani sulle città e villaggi libanesi. La risposta di Hezbollah non è mancata con il lancio di missili teleguidati che hanno preso di mira le centrali di spionaggio radar ed elettroniche e caserme dell’esercito all’interno dei territori libanesi occupati nel 1967. Hezbollah ha ridotto le sue azioni in profondità del territorio israeliano per evitare le pressioni di Washington e Parigi sul governo di Beirut. Una partita politico-diplomatico-militare giocata su regole d’ingaggio complicate, che Israele però non sta rispettando. Il ministro della guerra di Tel Aviv ha chiaramente dichiarato che non ci sono limiti all’azione militare israeliana e che l’attacco contro il Libano è in programma. Secondo fonti di stampa israeliane sono stati ammassati sul fronte libanese 200 mila soldati.

Yemen

Si innalza il livello dello scontro nel mar Rosso-golfo di Aden. I bombardamenti anglo-statunitensi non hanno ridotto gli attacchi degli Houthi contro le navi dei due paesi, oltre a quelle dirette da e per Israele. Anzi ne hanno provocato la recrudescenza. Secondo un comunicato di Centcom, i miliziani yemeniti hanno fatto uso per la prima volta di sottomarini teleguidati. Nella giornata di ieri – secondo un comunicato USA – sono stati abbattuti 10 droni e un missile balistico lanciati dal territorio yemenita in direzione di navi militari USA.

Anche la Francia ha dichiarato che le sue navi hanno abbattuto droni provenienti dallo Yemen e che minacciavano navi commerciali nel mar Rosso.

Gli Houthi hanno mostrato il drone USA di tipo MQ 9 abbattuto nei cieli yemeniti nell’area di Hodeida. Il costo del velivolo è di 30 milioni di dollari. Il leader Mohammed Houthi nella conferenza stampa di presentazione delle attività della giornata e per mostrare le immagini del relitto del drone, ha messo in guardia l’UE dalla partecipazione alla difesa del traffico navale da e per Israele. “State giocando col fuoco e la vostra presenza non farà altro che inasprire la situazione. Se ci attaccate, le vostre navi non passeranno più per Bab Mandab”.

Notizie dal Mondo

Sono passati 23 mesi e 27 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Zelensky dice agli europei che la situazione militare sul fronte è grave e ha sollecitato le forniture militari promesse.

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Domenica 28 gennaio, Anbamed ha partecipato ad una tavola rotonda, a Milano, in piazza Scala, organizzata dalla CGIL (leggi l’intervento di Farid Adly)

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