Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

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Rassegna anno V/n. 055 (1306)

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Appello 1

Tutti i giorni arrivano nuove adesioni all’appello che abbiamo lanciato ad ottobre per un cessate il fuoco permanente e per il rilascio dei prigionieri civili.

Potete aderire, scrivendo alla redazione. Diffondete, per favore!

L’elenco dei sottoscrittori dell’appello lo trovate sul sito, in questa pagina: qui.

Appello 2

Mai Indifferenti. Voci ebraiche per la PACE leggi tutto

Per seguire tutte le manifestazioni in solidarietà con Assange e la libertà di stampa

Le notizie

Genocidio a Gaza

I crimini di guerra israeliani contro i civili palestinesi a Gaza sono incessanti. Ogni giorno almeno cento uccisi sotto le bombe dei bombardamenti aerei e durante gli assassini mirati con elicotteri e droni.

Anche il grande campo profughi che è diventata la città di Rafah è oggetto di quotidiani bombardamenti. Azioni programmate deliberatamente per uccidere e anche per bloccare l’autonomia alimentare. Le bombe israeliane ieri, oltre alle case e tende, hanno preso di mira le fattorie agricole al confine con l’Egitto. Una famiglia intera di agricoltori è stata decimata e i loro raccolti incendiati. L’esercito israeliano sta perfezionando le atrocità dei nazisti nella seconda guerra mondiale.

A Khan Younis l’offensiva militare è concentrata contro gli ospedali. Il complesso sanitario Nasser è stato trasformato in caserma militare e vi sono ostaggi oltre 120 malati, che non possono essere evacuati a piedi e i generali criminali impediscono l’evacuazione con le ambulanze. L’ospedale Amal invece è sottoposto ad un’opera di bombardamenti nei dintorni, per preparare la sua occupazione. È lo stesso scenario avvenuto nelle città del nord della Striscia. Il piano è: uccidere e impedire la cura dei feriti.

Al-Jazeera ha pubblicato immagini scattate da droni nello scorso dicembre all’ospedale Shifa di Gaza città. Personale sanitario fatto uscire dalla struttura, denudato, ammanettato e portato via in mezzo al deserto. Scene terribili, che bollano di disumanità i generali di Tel Aviv, ma che i media internazionali ignorano.

Uccidere per fame

È morto il primo neonato palestinese per fame. Un bambino di due mesi è rimasto per 4 giorni senza latte, alimentato dalla madre con soltanto delle gocce di acqua bollita. È deceduto ieri nell’accampamento di Jebalia, nel nord della Striscia. La situazione alimentare nel nord e centro della Striscia è drammatica. Circa un milione di persone è senza cibo da quattro giorni. L’esercito israeliano impedisce il passaggio dei camion dell’ONU, con gli aiuti ammassati al confine egiziano. I rapporti che arrivano dai giornalisti palestinesi presenti in zona di Jebalia e Beit Hanon sono allarmanti. “Abbiamo visto persone cadere per terra mentre camminavano alla ricerca di qualche cosa da mangiare. Gruppi di bambini piangono mentre vagavano in cerca di un pezzo di pane. La gente dice: siamo usciti salvi dalle bombe e Israele adesso cii vuole sterminare per fame”.

Anche a Rafah la situazione è grave. Gli aiuti entrano con il contagocce e le famiglie riescono a reperire un solo pasto al giorno, una ciotola di riso o di lenticchie. Lunghe file di bambini con pentole si assiepano davanti ai centri di assistenza dell’ONU. Il PAM (programma alimentare dell’ONU) ha annunciato giorni fa di cancellare le forniture a causa dei bombardamenti israeliani contro i camion dell’ONU. L’UNRWA sta esaurendo le scorte e il blocco dei fondi, da parte dei paesi complici del genocidio, non permette di ottenere nuove forniture. L’Unicef sostiene che a Rafah ci sono 600 mila bambini in condizioni di sottoalimentazione.

Cisgiordania e Gerusalemme Est

Dura repressione militare israeliana nei territori palestinesi occupati. Assedio totale della maggior parte delle città e villaggi, che comincia ad avere effetti sulle scorte alimentari delle famiglie e nei mercati. Oltre alle incursioni armate delle truppe si aggiunge il silenzioso boicottaggio dei rifornimenti.

Nei rastrellamenti di ieri sono stati arrestati 23 attivisti, portando il totale degli arrestati dall’inizio della guerra su Gaza, a quasi ottomila persone.

Negli attacchi di ieri, un altro bambino è stato colpito alla testa con una pallottola israeliana. Per fermare i lanciatori di pietre, i soldati non sparano alle gambe, ma mirano alla testa ed alle parti vitali del corpo, con il chiaro intento di uccidere.

Un altro aspetto della repressione israeliana è la persecuzione contro le comunità beduine di pastori palestinesi. Nella zona di Ariha (Gerico) e nella valle del Giordano, 10 comunità sono a rischio di perdere le proprie terre a causa delle continue incursioni militari e dei coloni. Vengono cacciati con la forza oppure impedito il pascolo degli animali. La zona è costellata di colonie ebraiche che accerchiano i terreni delle comunità beduine. L’esercito di occupazione ha confiscato, adducendo motivi militari, i terreni delle comunità ad est di Gerusalemme, per poi dedicarle all’allargamento delle colonie oppure alla costruzione di strade per il collegamento tra gli insediamenti ebraici che accerchiano la città vecchia.

Corte Int. di Giustizia

Domani, lunedì, ultimo giorno delle udienze della Corte per l’ascolto delle testimonianze sull’occupazione israeliana dei territori palestinesi occupati, che dura dal 1967. Isolamento totale di Israele che è stato difeso, debolmente, soltanto dalle potenze complici dei suoi crimini. La stragrande maggioranza delle testimonianze hanno elencato gli aspetti dell’illegale occupazione che perdura nel tempo, spogliando il popolo palestinese dalle sue terre, imponendo un regime di Apartheid aggressivo e privandolo dal diritto all’autodeterminazione.

La stampa israeliana ha annunciato che domani verrà consegnato alla Corte dell’Aja il rapporto richiesto un mese fa nella precedente sentenza sul genocidio a Gaza. Gli ordini della Corte prevedevano che l’esercito di Tel Aviv “deve operare per evitare un genocidio, deve non eliminare le prove, garantire il passaggio degli aiuti alla popolazione civile”. Nulla di tutto ciò è stato messo in pratica, ma il governo Netanyahu si autoassolve. Il documento fatto trapelare sostiene che Israele avrebbe adempiuto ai suoi obblighi, in palese contraddizione con i fatti sul terreno e sotto gli occhi di tutto il mondo, quello che vuole vedere.

Scambio Prigionieri

Le trattative di Parigi tra i capi dei servizi di sicurezza di Egitto, Qatar, Israele e USA si sono concluse apparentemente in modo positivo. Un nuovo quadro generale sullo scambio di prigionieri sarebbe stato approvato. Fonti israeliane, statunitensi e egiziane parlano di passi in avanti e si sta passando alla fase della definizione dei dettagli. Un portavoce della Casa Bianca ha affermato che si dovrà giungere ad un accordo definitivo prima del mese di Ramadan (il 10 marzo).

Israele

Manganellate e arresti a Tel Aviv per i manifestanti che chiedevano una trattativa per riportare a casa gli ostaggi e rivendicavano elezioni anticipate. “Crime minister”, così viene chiamato Netanyahu, con un cambio di consonante che lo trasforma da “premier” in “criminale”.

Il ministro Amihai Eliyahu ha rinnovato il suo invito a deportare i palestinesi. “Il mondo è vasto e può accogliere milioni di profughi, per salvarli dalla guerra e da Hamas”. Il piano del ministro è quello di “fornire incentivi ai palestinesi per lasciare Gaza, invece di morire sotto i bombardamenti, e insediare coloni ebrei per garantire la sicurezza”. Eliayhu è il ministro famoso per la sua dichiarazione su l’opportunità di “sganciare una bomba atomica su Gaza, per finirla una volta per tutte con Hamas”.

Yemen e Libano

Il conflitto nella regione si sta di fatto allargando. Sono quotidiani gli attacchi israeliani in Siria, con missili e droni. Sono diminuiti invece le azioni delle milizie irachene contro obiettivi statunitensi in Siria e Iraq. Si stanno allargando invece i due fronti libanese e yemenita.

L’esercito israeliano ha compiuto ieri due raids aerei su Blida, nel sud Libano, uccidendo dieci persone tutti civili, tra i quali 4 bambini. Hezbollah ha risposto con il lancio di missili sulle colonie israeliane nei territori libanesi e nel Golan siriano occupati dal 1967.

L’estensione maggiore del conflitto è avvenuta in Yemen. 18 raids con caccia e missili sono stati organizzati da USA e GB in attacchi che hanno colpito anche la capitale Sanaa. I miliziani Houthi hanno lanciato missili e droni contro navi militari statunitensi nel mar Rosso.

Si teme un disastro ambientale nel golfo di Aden a causa della nave britannica colpita da un missile lanciato dal territorio yemenita. Secondo fonti del Pentagono, la nave sta perdendo in mare una parte del suo carico di nitrati di ammonio, un fertilizzante fortemente esplosivo. Gli Houthi hanno offerto una pausa di tregua, per permettere di trascinare la nave verso il porto di Aden, in cambio della fornitura di aiuti umanitari alla popolazione di Gaza.  

Giornata globale contro le guerre

Cinquanta mila ieri a Milano per la manifestazione contro il genocidio a Gaza e contro tutte le guerre. In tutto il mondo si sono tenute manifestazioni in solidarietà con il popolo palestinese.

Oggi a Napoli un grande concerto di tanti artisti per la raccolta fondi a favore della sanità a Gaza. I biglietti sono esauriti da una settimana.

Iraq

I servizi di intelligence iracheni hanno comunicato, sui loro canali social, la notizia e le foto dell’arresto di due capi di Isis “catturati all’estero”. 

I due sono di nazionalità irachena ed originari di Fallouja:

– Issam Saiedan (Abu Zaid) capo del dipartimento comunicazione dell’Isis ed è stato il tagliagole di un soldato dell’esercito nel 2014;

– Bashir Saiedan (Abu Ahmad) responsabile delle comunicazioni nel califfato jihadista ed era allora a stretto contatto con Al-Baghdadi. Anche lui coinvolto nello sgozzamento di soldati caduti nelle loro mani.

Una Tv irachena privata sostiene che l’operazione è avvenuta in Siria. I due catturati sono stati trasportati a Baghdad in aereo.

Notizie dal Mondo

Sono passati due anni e 1 giorno dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

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Domenica 28 gennaio, Anbamed ha partecipato ad una tavola rotonda, a Milano, in piazza Scala, organizzata dalla CGIL (leggi l’intervento di Farid Adly)

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